Sea of Thieves – Impressioni dalla Beta

Alla scoperta del gioco targato Rare

Sea of Thieves

Il mondo degli MMO è stato rivisitato in tutte le chiavi possibili. Fantasy con World of Warcraft, a tema survival con DayZ prima e successivamente Rust e H1Z1. Negli ultimi anni il fenomeno sembrava essersi placato, ma ci ha pensato Microsoft a spostare nuovamente gli equilibri in merito, presentando nel 2015 un prodotto decisamente atipico per il genere, soprattutto considerando il “papà” dello stesso. Parliamo di Sea of Thieves, il coraggioso esperimento di Rare che non cerca solo di portare questo mondo anche su console, ma rinnova e svecchia il genere stesso, trascinandolo via da quello stato di immobilismo in cui da diversi anni era caduto. Un’aria di ventata fresca, almeno all’apparenza, che risulta essere anche abbastanza congeniale e funzionante in ogni sua meccanica.

Sea of Thieves, d’altronde, lo conosciamo bene. Microsoft non l’ha mai tenuto nascosto, anzi: ha sempre trattato il gioco come una vera e propria esclusiva, tanto da volerlo lanciare a prezzo pieno il prossimo 20 marzo. Eppure, prima di quest’ultima prova aperta solo ad alcune tipologie di utenti, l’hype generatosi attorno al nuovo gioco della casa che ha dato i natali a tantissimi platform che hanno scritto la storia moderna (e non) dei videogiochi era decisamente modesto. L’ultima prova, in questo senso, non smuove più di tanto la situazione, ma ci accompagna in un lungo viaggio, in attesa del suo arrivo, che ci dimostra come in realtà la formula impiegata da Rare è in grado non solo di intrattenere, ma anche di divertire. E questa è una grande rassicurazione, visto che, come dicevamo in apertura, giochi di questo genere su console sono una rara eccezione.

Sea of Thieves

Senza indugiare troppo, vi diciamo subito e senza mezzi termini che Sea of Thieves funziona molto bene. Nel titolo, nel caso non lo sappiate, si vestono i panni di un pirata intento a portare alla luce tesori e sopravvivere in un mondo affascinante, ovvero quello dei sette mari. Il gioco ci propone una selezione, almeno in quest’ultima prova, di tre tipologie di gioco: la prima è la più complessa, ma anche quella più soddisfacente, ovvero la guida di un vero veliero per quattro giocatori; la seconda invece ci mette nei panni di una barca più modesta, in grado di essere gestita da appena due amici; la terza invece ci permette di essere dei pirati solitari e vagare per scrivere da soli la nostra storia. Di sicuro la formula che funziona molto meglio è quella da 4 giocatori, che consente e obbliga tutti ad avere un ruolo all’interno del veliero. Le altre due funzionano sì, ma la natura del gioco è indubbiamente quella cooperativa, e sicuramente in 3 o più giocatori il gioco è decisamente più soddisfacente.

Ma cosa si fa in Sea of Thieves? Semplicemente si gioca a fare i pirati. Ogni giocatore può acquisire una missione, che viene successivamente messa ai voti in maniera democratica, e subito dopo si parte: si spiegano le vele, si molla l’ancora e ci si aiuta con la bussola (non esiste infatti un radar) per orientarsi. Prima di risolvere la missione, però, ci si può imbattere in altre isole da esplorare per accumulare risorse per la nave e i suoi strumenti di difesa e attacco, provviste per l’equipaggio e ovviamente anche tesori, da posizionare nella stiva.

Sea of Thieves

In tutto ciò è ovviamente necessario stare molto attenti, perché come in ogni MMO che si rispetti il pericolo di attacco da parte di altri giocatori è alto. E con l’utenza di oggi non è sempre detto che si facciano conoscenze amichevoli. La domanda “Friends or Foe?” è il biglietto da visita ideale per tutti coloro che decidono di spingersi nei mari creati da Rare. Spendiamo poi anche due parole sul comparto tecnico: la versione PC di Sea of Thieves brilla di luce propria grazie al sistema di illuminazione, in grado di regalare scorci assolutamente memorabili. Graficamente siamo davanti ad un gioco studiato per apparire con uno stile decisamente atipico rispetto al fotorealismo di questi anni, ma la direzione artistica scelta dal team di sviluppo è sicuramente la scelta più azzeccata per il tipo di setting e di esperienza. Anche su Xbox One il gioco si difende molto bene, pur riscontrando qualche “intoppo” con il frame-rate, sia sulla versione “base” della console di Redmond che sulla più possente Xbox One X.

Nonostante la closed beta ci abbia messo davanti a pochissime opzioni di gioco, la genuina bontà di Sea of Thieves l’abbiamo potuta testare con mano. Rimangono, ovviamente, delle grosse incognite. Ad iniziare dai tempi morti, che possono essere fastidiosi per coloro che si avvicinano al mondo degli MMO per la prima volta e non hanno mai avuto la possibilità di giocare a questo genere di gioco. Un altro punto a sfavore, da quanto visto sinora, è il combat system: sin troppo semplicistico e scarno, alla luce di un arsenale limitato di armi messo a disposizione da Rare nella beta. È anche vero però che non è solo la quantità a contare, e sparare delle cannonate in difesa della propria nave o in attacco ad un’altra rimane sicuramente la parte più divertente, visto che gli scontri contro i nemici (ovvero dei simpatici e buffi scheletrini) non sono proprio lo stato dell’arte. Rimane, infine, un piccolissimo problema di input lag, decisamente meno visibile su PC. Infine, i contenuti a disposizione nella beta sono davvero pochi e il prezzo potrebbe essere un ostacolo non da poco (anche se si rumoreggia di nuove aggiunte decisamente piacevoli). L’appuntamento con il giudizio definitivo è dunque rimandato in fase di recensione, sperando che Rare ci abbia fornito solamente un piccolo antipasto di ciò che ci attenderà il 20 marzo, quando Sea of Thieves debutterà su Xbox One e PC Windows 10.


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