Pandora’s Tower – La Recensione

Pandora’s Tower – La Recensione

Quanto è importante all’interno di un gioco la sua componente narrativa? Nel corso degli anni sono state raccontate le avventure più disparate, ma solo alcune sono rimaste impresse a fuoco nell’immaginario collettivo dei giocatori. Una di queste, narra le vicende di un viaggiatore che solitario si erse contro 16 colossi, soltanto per poter riabbracciare la sua amata. Da quella fatidica cavalcata verso l’ignoto sembra ormai passata un’eternità, eppure da allora pochi giochi sono riusciti a replicare la forza della carica emotiva suscitata dal capolavoro del maestro Ueda. Oggi, ad anni di distanza, siamo ancora qui, pronti ad affrontare nuovamente la furia dei giganti per amore.  Un amore diverso nel contesto ma simile nella sostanza: Gambarion e Nintendo sono pronti a raccontarvi la storia di Aeron, Elena e le 13 torri di Pandora.

Lo ameranno: gli amanti dell’avventura, dell’ignoto e delle scoperte.

Lo odieranno: il giocatore medio delle console HD

È simile a: The Legend of Zelda, Shadow of the Colossus.

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Titolo: Pandora’s Tower

Piattaforma: Nintendo Wii

Sviluppatore: Gambarion

Publisher: Nintendo

Giocatori: 1

Lingua: Italiano

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Until I Return to Your Side

Ciò che salta subito all’occhio una volta inserito il disco di gioco (probabilmente l’ultimo) all’interno del Wii è come Pandora’s Tower inizi sin da subito col botto. Nessun preambolo e solo pochissime spiegazioni, ma tanto basta per iniziare a muovere i primi passi all’interno di quello che sembra essere un antico tempio alla ricerca di qualcosa in grado di ridare un aspetto umano alla nostra amata. Una situazione sicuramente poco chiara, ma che non tarderà ad ingranare dopo essere venuti a capo delle prime torri. Faremo così conoscenza di Aeron, fiero soldato di Athos, di Elena, giovane contadina colpita da una terribile maledizione, e dell’enigmatica Mavda, insolita quanto sospetta vecchietta prodiga di aiuti e consigli purchè sovvenzionati da un giusto compenso. Sullo sfondo di una scenario ispirato alla mitologia greca classica, la storia di Pandora’s Tower verte intorno al ritrovamento di 12 pezzi di Carne Magistra, viscere di particolari mostri sigillati al vertice di altrettante torri. Merito anche di alcuni tratti in comune con il mai troppo lodato Shadow of the Colossus, Pandora’s Tower riesce sin da subito ad attirare su di se l’attenzione grazie a un background di guerre, esperimenti, magia, culti esoterici e mitologia (e chi più ne ha più ne metta), narrati attraverso vari documenti rinvenibili di torre in torre, con più di un rimando ai primi episodi di Resident Evil e la loro mole immensa di documentazione. Caratterizzato da un’ambientazione impeccabile e da una ricerca stilistica sempre azzeccata, l’unica nota stonata in questo quadro idilliaco è rappresentata forse dai personaggi, pochi per numero e poco approfonditi nel complesso, fatta eccezione per Elena. Ricalcando fedelmente lo stereotipo dell’eroe giapponese indomito e taciturno, è un peccato vedere Aeron sempre sulle sue e poco propenso al dialogo, un retaggio di “Zeldiana” memoria che dovrebbe in qualche modo favorire l’immedesimazione nel personaggio ma che di fatto limita tantissimo l’appeal del protagonista. Difetto comunque perdonabile in parte non essendo Pandora’s Tower un vero e proprio RPG al pari di Last Story.

Le 13 Torri si ergono tramite delle massicce catene al centro di un crepaccio, all'interno di una landa desolata. Uno scenario decisamente straniante

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La catena del destino

Ebbene si, nonostante quello che si possa credere (e che a dire il vero spesso ci è stato spacciato per tale), Pandora’s Tower non è un Gioco di Ruolo in senso stretto, quanto più che altro un ibrido tra azione e avventura che strizza in più di un’occasione l’occhio al celebre Legend of Zelda. Certo, non mancano punti esperienza, inventari assortiti, status alterati ed equipaggiamenti da potenziare, ma il tutto risulta solo appena accennato, il giusto necessario per rendere più gradevole e varia l’avventura. Durante l’espolorazione delle 13 torri, infatti, saranno due le attività principali da compiere: esplorare e combattere, e solo occasionalmente, risolvere  qualche rompicapo ambientale. Nulla di nuovo sotto il sole insomma, ma a donare a Pandora’s Tower quel tocco di personalità in più utile a distinguerlo dalla massa, ci pensa l’utilizzo intensivo ed estensivo della catena di Oraclos, vero e proprio caposaldo dell’intera avventura. Un po’ rampino di Link, un po’ lame del chaos di Kratos e tutta frusta dei Belmont, la catena sarà il principale mezzo per interfacciarsi con il mondo circostante, permettendo ad Aeron di attaccare, lanciare, dilaniare, legare i nemici ma anche di dondolare, afferrare e azionare particolari dispositivi all’interno delle torri. Una volta presa dimestichezza con uno dei due sistemi di controllo proposti (Classic Controller o WiiRemote + Nunchuck, anche se quest’ultimo risulta maggiormente indicato), il passo successivo è quello di “procacciare” il cibo per Elena, la quale avrà bisogno periodicamente di scorte di carne ferina per rallentare il decorso della maledizione. Durante l’esplorazione delle torri, infatti, lo scorrere del tempo viene scandito da un orologio a fondo schermo raffigurante il tempo rimasto a disposizione prima della metamorfosi finale. Prima ancora di poter venire in possesso dei 12 pezzi di Carne Magistra necessari a scongiurare del tutto il pericolo, sarà di vitale importanza fare spola periodicamente tra le torri e l’osservatorio portandosi dietro la carne dei mostri minori che infestano ogni angolo delle torri. Fortunatamente, il design stratificato delle torri e le varie scorciatoie a cui è possibile ricorrere arrivati in determinati punti chiave, rendono il backtracking più facile e agevole di quanto possa sembrare, offrendo strade alternative o ascensori che non renderanno necessari più di due viaggi tra andata e ritorno (almeno per le prime torri). Il tutto  andando a stuzzicare in più di un’occasione i fan dei vari MetroidVania, senza per questo lesinare sulle fasi tipicamente d’azione. A fianco di una componente esplorativa ottimamente realizzata, Pandora’s Tower brilla anche per inventiva degli scontri, sempre grazie alla versatilità dell’indispensabile catena. Ogni nuovo nemico infatti richiede un approccio sempre diverso alla battaglia, che si tratti di privarlo dell’armatura, lanciarlo contro suoi simili o essere attaccato con la falce piuttosto che con le doppie lame. Anche se il sistema di combattimento basato su un solo tasto può sembrare limitante, i combattimenti che ne derivano risultano tutti molto stimolanti e mai noiosi, combattimenti che raggiungono l’apice durante le boss fight contro i 12 Magister, i quali necessitano di essere studiati sotto ogni minimo dettaglio prima di poter essere scalfiti.

Sebbene strappare la carne dei Magister implichi sempre lo stesso metodo d'attacco, le boss fight rappresentano i momenti migliori del gioco, grazie ai pattern d'attacco e di difesa dei giganteschi boss.

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Azione, Suspence e sentimenti

Se il tempo passato nelle torri ad affrontare esseri immondi e saltare di gancio in gancio è speso sempre al meglio, merito sopratutto di un level design sempre fresco ed ispirato, lo stesso non si può dire delle sezioni “romance” spese all’osservatorio. Per cercare di ottenere uno dei 5 finali possibili, infatti, è necessario interagire con Elena spendendo tempo a parlare, farle dei doni e cose del genere. Un’idea anche interessante sulla carta, ma che di fatto si riduce a semplici azioni meccaniche intervallate continuamente da qualche pennichella necessaria a far progredire l’orologio di gioco. Nulla di veramente compromettente comunque, in quanto l’avventura potrà essere goduta per intero anche dai giocatori poco premurosi nei confronti della bella fanciulla. A prescindere che vogliate coltivare o meno la vostra storia d’amore, Pandora’s Tower risulta comunque un’avventura lunga e appassionante, in grado di portare via parecchie decine di ore di gioco, destinate a salire drasticamente nel caso vogliate scoprire ogni minimo anfratto celato nelle 13 torri (in cui una seconda passata è caldamente consigliata).

Se non sarete celeri col trasporto della carne, la situazione è destinata persino a peggiorare. Come se non bastasse, Elena è pure vegetariana!

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Arte ellenica

Salvo particolari sorprese a questo E3, Pandora’s Tower sarà l’ultimo grande titolo ad arrivare sulla bianca console Nintendo, ed è quindi con un po’ di rammarico che a un gameplay tanto elaborato e divertente non si accompagni un adeguato comparto tecnico. Certo, come in altri casi analoghi (Xenoblade su tutti) il comparto artistico sopperisce ampiamente a svariate lacune, ma siamo decisamente lontani dalla magnificenza di un Mario Galaxy a caso. Senza nulla togliere ai modelli poligonali e ai protagonisti (le espressioni di Elena risultano sempre molto curate e credibili), Pandora’s Tower soffre di una texturizzazione eccessivamente blanda, dettaglio che porta spesso a un colpo d’occhio decisamente impastato e poco gradevole, tale a volte da rovinare lo splendido lavoro svolto con la caratterizzazione delle torri e degli ambienti. Detto ciò, se la resa grafica è lo scotto da pagare per poter godere di un gameplay tanto vario e appassionante, sorretto per di più da una colonna sonora particolarmente azzeccata, un occhio lo si può chiudere più che volentieri.

La telecamera fissa è ottima per enfatizzare le ambientazioni più imponenti, anche se spesso leggere l'azione a schermo diventa un poco problematico

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CONCLUSIONE

Forse il meno famoso, forse il meno atteso e forse per questo il più sorprendente delle recenti avventure pubblicate su Nintendo Wii. Pandora’s Tower è una di quelle piccole perle che senza nessuna pretesa di imporsi come capolavoro assoluto, riesce comunque a ritagliarsi un posto nel cuore di quei giocatori capaci di farsi catturare da una storia e un gameplay tanto semplici quanto intriganti. Come Shadow of the Colossus prima di lui, Pandora’s Tower verrà senz’altro criticato per alcune scelte o per una realizzazione tecnica non all’avanguardia, ma siamo sicuri che con il tempo le vicende di Aeron verranno ricordate con le dovute attenzioni, un po’ come successe Wander e l’ombra dei colossi su di lui.

Videogiocatore incallito, divoratore di film, seguace della via del Social: praticamente una vita passata a giocare, leggere e scrivere. A volte anche contemporaneamente.

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