Mortal Kombat 1 – la nostra prova dello Stress Test

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Finiscilo... e poi di nuovo!

Mortal Kombat 1
Mortal Kombat 1

Scopri un universo di Mortal Kombat del tutto rivoluzionato, creato dal Dio del fuoco Liu Kang. Mortal Kombat 1 inaugura una nuova era per l’iconico franchise: un nuovo sistema di kombattimento, nuove modalità e Fatality inedite!

Data di Uscita:Genere:PEGI:Sviluppatore:Editore:Versione Testata:

Si prova sempre un misto tra preoccupazione ed entusiasmo di fronte a un “nuovo inizio”, timorosi di perdere ciò che amavamo e curiosi di scoprire cosa ci riserva il futuro. E il futuro di Mortal Kombat 1 (già prenotabile da GameStop a questo link) affonda le sue radici nel passato, come avevamo discusso qualche giorno fa in questo articolo.

Tra linee temporali ricostruite e volti conosciuti che assumono nuove forme, il nuovo capitolo del franchise “picchiereccio” creato da NetherRealm Studios promette di offrire un cambio piuttosto netto rispetto al passato – che è anche un po’ futuro, ma meglio non divagare – inserendo nel gameplay tradizionale anche nuove meccaniche.

Abbiamo avuto l’occasione di testare questo nuovo corso grazie a un invito per lo Stress Test di Mortal Kombat 1, che ci ha permesso di prendere un po’ di confidenza con una modalità a giocatore singolo piuttosto basilare e delle sfide online spietatissime, in cui ci è stata riservata ben poca clemenza.

Basilare anche il roster, composto da Sub Zero, Liu Kang, Kitana e il ritornante Kenshi, accompagnati da 3 combattenti Kameo: Kano, Sonya e Jax. Una selezione abbastanza nostalgica, soprattutto per quello che concerne alcuni dei personaggi che hanno fatto capolino nel primissimo capitolo del lontano 1992.

Un po’ per dare seguito a quella che è la lore originale, abbiamo esordito scegliendo Liu Kang, il lottatore prescelto della linea temporale originale che al termine degli eventi di Mortal Kombat 11 (e dell’espansione Aftermath) era diventato una divinità in grado di controllare fuoco e tuono e a cui dobbiamo il “riavvio” del mondo.

Mortal Kombat 1 Stress Test selezione personaggi

Sembrerà scontato, ma una volta partito il duello la prima cosa che si nota è l’incredibile qualità grafica sfoggiata dal team. Se già con l’undicesimo capitolo era davvero sorprendente cosa NetherRealm fosse riuscita a tirare fuori da un semplice Unreal Engine 3 customizzato, con Mortal Kombat 1 assistiamo a un uso di Unreal Engine 4 che setta nuovi standard per quel che concerne il realismo nei picchiaduro.

la prima cosa che si nota è l’incredibile qualità grafica sfoggiata dal team

Non è semplicissimo da spiegare, ma il team ha raggiunto un livello di pulizia video che ha del clamoroso, che in abbinata a un rinnovato sistema di illuminazione va ad esaltare la gamma cromatica per ottenere un effetto “più vero del vero”. Il risultato è un immaginario unico che, pur consapevole di essere finzione, danza nel realismo a ogni occasione.

E la perfetta sintesi di questo concetto la si ottiene dalle animazioni, pesanti e pesate per quel che concerne i movimenti base, frizzanti quando si eseguono le giuste combo ed esagerate oltre ogni misura quando si chiamano in causa le mosse speciali.

Mortal Kombat 1 Stress Test Sonya ginocchiata

Questa domani la senti tutta

Pad alla mano si sente che siamo in un Mortal Kombat, c’è poco da dire. Il gameplay è severo e richiede di conoscere le mosse dei personaggi per offrire un buon grado di divertimento, perché altrimenti il rischio è di trovarsi al comando di manichini impacciati in grado di sferrare un pugno o un calcio senza troppa coordinazione tra un colpo e l’altro. Anche nel movimento si sente un po’ di rigidità, e non è sempre semplice o quantomeno rassicurante provare a gestire lo spazio che ci separa dal rivale: le opzioni di fuga sono legate alle mosse speciali ed è fin troppo facile per un giocatore (o una cpu) aggressivo accorciare le distanze e mettere pressione.

Non stiamo in pratica parlando di giochi che consentono di lavorare molto sulle gambe per compensare alcune carenze nel moveset, come può essere Tekken e in qualche modo anche il recente Street Fighter 6: qui bisogna sapere quello che si fa fin dalle prime fasi di apprendimento e bisogna pesare ogni colpo con attenzione, pena punizioni severe.

La cosa può preoccupare? Assolutamente no. In passato altri capitoli della serie hanno messo a disposizione modalità di allenamento molto valide, utilizzando inoltre la modalità storia per consentire di fare pratica con un vasto numero di personaggi. I risultati passano dall’allenamento, non dalla pressione casuale di tasti – anche se Liu Kang con la sua velocità e la sua forza ha il potenziale per essere un personaggio davvero fastidioso da affrontare.

Mortal Kombat 1 Stress Test doppio Liu Kang

E qui ce ne sono 2… come finirà?

La grande novità di Mortal Kombat 1 la ritroviamo nei combattenti Kameo, dei veri e propri personaggi “assist” (chiamati così dai tempi di Marvel vs Capcom) pronti a intervenire durante le sfide 1vs1 per offrire supporto in difesa, interrompendo una combo o allentando la pressione con un attacco a distanza (sì Kano, sto parlando di te e del tuo insopportabile laser).

Possono però generare un vantaggio inatteso con un effetto speciale, come Jax che scuote il terreno facendo andare a piedi all’aria entrambi i combattenti, o eseguire veri e propri contrattacchi antiaerei. A loro è anche assegnata una delle due prese a disposizione, solitamente molto spettacolari e un ruolo di spalla durante i terribili fatal blow.

La grande novità di Mortal Kombat 1 la ritroviamo nei combattenti Kameo

L’utilizzo dei personaggi Kameo è però meno dinamico di quanto si potesse immaginare, con una barra del cooldown piuttosto esigente e la tendenza di questi “ospiti” a mettere letteralmente in pausa il personaggio principale durante alcune azioni (il quale tra l’altro, in modo molto simpatico, si sposta in secondo piano per qualche istante).

Sebbene i combattenti Kameo offrano alcune caratteristiche di base simili (difesa, antiaereo, combo breaker, etc.) starà a voi capire quali delle loro mosse più si addicono al vostro stile di gioco quando vi troverete a scegliere da chi farvi affiancare. Piccola critica: le skin dei lottatori Kameo richiamano i primissimi titoli della serie, cosa carina, ma non rendono giustizia ai modelli poligonali e stonano con la modernità del roster principale, quindi la speranza è che siano ampiamente personalizzabili.

Mortal Kombat 1 Stress Test Jax interviene

“Tutti giù per terra” è la parte del girotondo preferita da Jax

Altro cambiamento lo ritroviamo nelle mosse potenziate, che ora offrono meno spazio all’improvvisazione. In Mortal Kombat 11 infatti tutte le mosse iniziavano nella loro forma base ed era possibile potenziarle premendo un tasto nel momento giusto, estendendo o modificando la mossa anche con una scelta anche estemporanea.

In Mortal Kombat 1 invece la scelta di eseguire una mossa potenziata si compie all’avvio della mossa stessa, aggiungendo RT/R2 alla classica combinazione di tasti. Come nei giochi precedenti, una mossa potenziata consuma una sezione della barra dedicata, che in questa occasione può arrivare fino a tre “tacche”.

Si tratta comunque di strumenti offensivi validissimi e utili a mixare l’azione offensiva per tenere sempre sul chi vive l’avversario. Le mosse potenziate infatti non sono semplicemente versioni più “forti” delle classiche speciali, ma possono avere effetti e durata differenti. Nel caso di Liu Kang ad esempio, un colpo a distanza leggero, seguito da un affondo in tuffo, viene sostituito da un attacco a distanza molto potente, riducendo il rischio di un contrattacco.

Sub Zero invece può lanciarsi in tuffo con un calcio o, usando la mossa potenziata, accorciare l’atterraggio e scatenare un potente pugno che fa balzare l’avversario. Kitana a sua volta può trasformare una semplice mossa offensiva come il lancio del ventaglio in un colpo in grado di bloccare a mezz’aria il nemico e aprire a una combo aggressiva. Le possibilità sono davvero tante, rendendo intriganti i mind-game nel botta e risposta.

Mortal Kombat 1 Stress Test Liu Kang vince

E pensare che in un’altra vita si amavano

Si può parlare di Mortal Kombat senza citare le terrificanti Fatality? No, ed è davvero il caso di farlo con Mortal Kombat 1 per evidenziare quella che è una strana percezione legata a quanto si è potuto finora vedere: che a questo giro le iconiche finisher siano “meno violente”?

Capiamoci, di sangue ne scorre a fiumi (se ne tingono pure i vestiti!), di ossa se ne rompono due a due finché non diventano dispari e le Fatal Blow sono ricche di disturbanti aculei conficcati negli occhi, ma la sensazione è che regia e scelte cromatiche lavorino per attenuare gli effetti delle storiche esecuzioni.

Quanto mostrato è risultato soddisfacente davvero sotto ogni punto di vista

Liu Kang letteralmente spinge la testa dell’avversario verso il pavimento “splattandolo” in mille pezzi, ma non si percepisce eccessivamente il dolore dell’avversario a livello viscerale. Anche Sub Zero più che una faccia che scivola su una lama e un intestino che cade in secondo piano non fa vedere. Signora mia, non si può più mortalkombattare® come una volta!

I casi sono due: o ci attende un florilegio di distruzione e sofferenza con le seconde Fatality (cosa successa in passato) o effettivamente dai piani alti di Warner Bros. è giunto l’invito a moderare un po’ la morbosa brutalità di certe scene, giocando più sulla visione d’insieme che sui dettagli quasi maniacali.

Mortal Kombat 1 Stress Test Kenshi Brutality

Kenshi fa davvero paura

Dopo questa prova non si può che tornare a guardare il calendario con grande attesa ed entusiasmo, perché quanto mostrato è risultato soddisfacente davvero sotto ogni punto di vista. Graficamente incredibile a tratti, con un accompagnamento musicale dinamico azzeccato, e super divertente una volta che si iniziano a capire dinamiche e combo.

Se avete seguito il nuovo corso di Mortal Kombat dal suo “penultimo” reboot (fa quasi strano dirlo) del 2011, sapete cosa vi attende: un gioco che rispetta la tradizione ma che nel tempo ha sempre provato ad aggiungere peso e solidità nel proprio gameplay, a costo di scontentare qualche appassionato. Il che si traduce anche in un titolo che non sembra voler stravolgere la formula o entrare in qualche modo nella “nuova generazione”. Comprensibile, visto che parliamo di un prodotto che punta a una scena competitiva.

Certo, lo Stress Test è stato solo un assaggio, ma di una pietanza davvero succulenta e che non vediamo l’ora di mangiare per intero. Anche perché per molti giocatori il traino principale sarà la componente narrativa, che si prospetta ricca di sorprese. L’unica vera nota stonata dell’esperienza, se proprio dobbiamo evidenziarne una, è legata alla voce che recita “Finish Him”: forse fin troppo greve e quasi goffa, risulta decisamente meno riuscita rispetto ai precedenti capitoli.

Per il resto, il pacchetto sembra davvero molto valido: speriamo davvero nei prossimi mesi che ci separano dal lancio di poter mettere le mani su una nuova demo, perché al momento Mortal Kombat 1, considerando la sua storia e quanto visto in questo fine settimana, ha tutte le carte in regola per essere il capitolo più entusiasmante degli ultimi 20 anni.

Mortal Kombat 1 sarà disponibile dal 19 settembre: prenotalo ora sul sito di GameStop!


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