Metal Gear Solid: Master Collection Vol. 1 – Recensione

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Una raccolta dal sapore dichiaratamente retrò

Metal Gear Solid: Master Collection Vol. 1 – Recensione
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Il valore museale di Metal Gear Solid: Master Collection Vol. 1 è indiscutibile. La raccolta, disponibile su PC e console di passata e attuale generazione, Nintendo Switch compreso, offre al suo interno i primi due titoli della saga per MSX, la trilogia classica pubblicata a cavallo delle prime due Playstation ed un discreto numero di contenuti extra che arricchiscono ulteriormente il pacchetto.

Siamo dunque di fronte ad un’operazione commerciale volta a celebrare il brand, nonché a permettere ai giocatori di tutto il mondo di recuperare vecchie perle del passato in un unico formato. Laddove reperire copie e console originali diventa sempre più complesso, anche a fronte del recente rialzo di prezzi e quotazioni del mercato legato al retrogaming; laddove l’acquisto dei singoli capitoli comporterebbe l’interfacciarsi con diverse piattaforme, Konami ha ben deciso di offrire una comoda e riassuntiva raccolta, un prodotto dall’indiscutibile fascino per i neofiti che sono sempre stati incuriositi dalla creatura di Hideo Kojima, ma anche per i più navigati attratti dall’idea di concedersi una seconda run, magari a distanza di tanti anni.

Sulla carta, insomma, Metal Gear Solid: Master Collection Vol. 1, che potete acquistare sullo shop online di GameStop, è una trovata convincente, soprattutto considerando che tre sui cinque giochi proposti, ci riferiamo ovviamente alla trilogia in 3D, sono degli indiscutibili capolavori che hanno contribuito a evolvere il linguaggio e le potenzialità dei videogiochi.

Purtroppo, all’atto pratico non è troppo difficile individuare in questa raccolta alcuni limiti piuttosto evidenti ed in parte inspiegabili, sebbene nella sua globalità la riproposizione può dirsi in ogni caso riuscita, nonché ampiamente gradita.

Del resto, è fondamentale inquadrare correttamente la raccolta sia per capirne le ambizioni e le intenzioni, sia per evitare di restare delusi di fronte ad un prodotto che chiaramente non è stato realizzato avendo in mente determinati obiettivi. Nel titolo, difatti, non si legge da nessuna parte né la parola remake, né remastered, segnale piuttosto chiaro delle reali intenzioni della produzione.

Non aspettatevi dunque contenuti inediti, sezioni di gameplay create appositamente, variazioni di qualsiasi tipo ai classici riproposti. Allo stesso tempo, non c’è traccia di migliorie grafiche, di adattamenti nelle proporzioni dell’immagine, di aggiornamenti per quanto concerne la definizione. Metal Gear Solid: Master Collection Vol. 1, dicevamo poco sopra, è un oggetto da museo, con tutti i pro e i contro che questa caratteristica comporta.

Tra trovate di game design geniali e scene d’intermezzo indimenticabili, anche chi conoscerà la saga per la prima volta capirà perché esistono così tanti fan di Hideo Kojima sparsi per il mondo

Sì, perché da una parte ha senso lamentare un qual certo immobilismo di fondo, da parte di Konami, che ha deciso di proporre il primo Metal Gear Solid per PlayStation in 4:3 e, soprattutto alla risoluzione nativa upscalata a 1080p e con un frame rate bloccato a 30fps. Giocato su un pannello odierno, l’allora avveniristica creatura di Hideo Kojima ostenta ancor di più il tempo inesorabilmente passato. La scarsa pulizia dell’immagine e una definizione tale da rendere indistinguibili i dettagli del volto sono più che sufficienti per tradire l’età del gioco. Tuttavia, ulteriormente sgranata dall’upscaling, la grafica mette ancor più in vista cattive collisioni, pop-up, le linee che tratteggiano i contorni delle texture di ogni scenario.

Sarebbe stato ovviamente ingiusto pretendere un reale ritocco estetico del gioco, ma in questo stato è chiesto un grosso compromesso al videogiocatore, che deve chiudere un occhio non tanto sull’inevitabile invecchiamento del comparto grafico, quanto dall’inasprimento delle sue storture dovute ad un adattamento a cui non è conseguito un corretto riadattamento di risoluzione e frame rate.

Il che è un vero peccato, dal momento che il primo Metal Gear Solid ha ancora la capacità di stupire, divertire, emozionare, anche con il (mitico) doppiaggio originale in italiano che è diventato una sorta di meme dell’internet. Da questo punto di vista, infatti, la riproposizione è rigorosa a tal punto che sono anche disponibili i testi e le voci in tutte le lingue, compreso il giapponese, per chi intende gustarsi l’esperienza nella sua versione più fedele possibile.

A completare il pacchetto legato al gioco, uno splendido artbook digitale dedicato, nonché la sceneggiatura completa, gustosi extra che invero si ripresentano anche negli altri capitoli inclusi nella raccolta, contenuti che, ve lo garantiamo, manderanno in brodo di giuggiole i fan di lungo corso, nonché i curiosi che vogliono assimilare quante più informazioni possibili per ricostruire la complessa trama che unisce tra loro tutti gli episodi del brand.

Con i restanti due Metal Gear Solid il problema, sostanzialmente, si ripresenta. Fortunatamente, tuttavia, le edizioni coinvolte sono le remastered realizzate da Bluepoint Games. Tradotto, sia Sons of Liberty, sia Snake Eater godono dei 16:9, della risoluzione natia a 1080p e del frame rate a 30fps fissi.

Complice la maggior potenza di PlayStation 2, entrambi i giochi si lasciano ancora guardare, grazie anche allo stile artistico adottato, davvero senza tempo. Naturalmente, pad alla mano, si palesa l’inevitabile legnosità dei controlli, nulla a che vedere tuttavia con quelli del primo Metal Gear Solid, ma tra trovate di game design geniali e scene d’intermezzo indimenticabili, anche chi conoscerà la saga per la prima volta capirà perché esistono così tanti fan di Hideo Kojima sparsi per il mondo.

Completano il pacchetto i due Metal Gear per MSX, pubblicati rispettivamente nel 1987 e nel 1990. Si tratta, in questo caso, di puro retrogaming. Due chicche che attireranno l’attenzione solo dei veri nostalgici, dei completisti, di chi intende approfondire la propria conoscenza con la saga. Anche in questo caso tornano art book e screenplay a impepare la ricetta con gustosi contenuti extra. Inoltre, la grafica in pixel rende completamente secondario il rapporto dell’immagine o la risoluzione del segnale.

Conclusioni

Difficile dare un giudizio univoco a Metal Gear Solid: Master Collection Vol. 1.

Sul fronte contenutistico siamo davanti ad una raccolta imperdibile. I cinque giochi inclusi sono a tutti gli effetti alcuni dei pilastri su cui si regge la storia del videogioco. Anche i capitoli per MSX, narrativamente e contenutisticamente i più deboli del pacchetto come è ovvio che fosse, hanno carattere e testimoniano la genialità palesata dal giovane Hideo Kojima.

La trilogia dei Metal Gear Solid, dal canto suo, non ha certo bisogno di presentazioni, trittico di titoli senza tempo, capaci ancora di divertire, affascinare, emozionare.

Completano poi l’offerta una serie di piacevoli extra sotto forma di colonne sonore, artbook, sceneggiature, contenuti che faranno ovviamente la gioia di curiosi ed affezionati.

Purtroppo, considerando questa raccolta per il suo valore di adattamento, non si può non sottolineare che si poteva fare sicuramente di più e meglio. L’intenzione di proporre versioni fedeli alle controparti originali è apprezzabile, ma si sarebbe potuto almeno aggiornare i formati e la risoluzione delle immagini, nonché portare gli fps a 60.

Insomma, una raccolta dall’indubbio valore museale, must buy quasi obbligato per chi vuole recuperare facilmente una fetta della saga che fu di Hideo Kojima, ma in cui bisogna chiudere un occhio per potersela godere appieno.

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Good

  • Raccolta di giochi senza tempo
  • Artbook e screenplay sono extra molto gustosi

Bad

  • Nessun aggiornamento in termini di formato e risoluzione dell’immagine
  • Metal Gear Solid è invecchiato parecchio e non solo in termini visivi
7.5

Niente male

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