Lords of the Fallen – Recensione

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Un reboot non richiesto, ma quanto mai gradito

Lords of the Fallen – Recensione
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Agli albori della moda dei soulslike, si parla dell’ottobre 2014, a pochi mesi di distanza dalla pubblicazione di Dark Souls II, l’originale Lords of the Fallen tentò con non troppa fortuna di ricalcare e replicare il successo delle opere più acclamate di From Software. Il gioco, anch’esso prodotto da CI Games, non era affatto disprezzabile, ma soffriva di alcune pecche che gli impedirono di fare breccia nello zoccolo duro di appassionati che all’epoca andava lentamente formandosi. Hitbox non proprio precisissime, un ritmo di gioco a tratti troppo compassato, una lore non così affascinante, si trattava insomma di un action-RPG che non brillava realmente in nessun ambito, pur riuscendo a divertire e regalare qualche soddisfazione all’amante del genere.

Esplosa a tutti gli effetti l’ossessione dei soulslike, CI Games vuole riprovarci. Sviluppatore nuovo, mondo di gioco completamente (o quasi) diverso, una progettualità di tutt’altra caratura. Resta da capire perché l’editore abbia deciso di riproporre un brand che di per sé non aveva riscosso chissà quale successo, correndo quindi il rischio di macchiare irrimediabilmente la percezione del reboot nella mente di una fetta di curiosi, ma, senza ulteriori giri di parole, possiamo affermare che l’operazione di reset ha funzionato egregiamente. Nessun capolavoro all’orizzonte, sia chiaro, nessuna rivoluzione del genere, né una produzione capace di settare particolari standard qualitativi, quanto un gioco solido, divertente, enormemente più convincente del predecessore.

Partiamo subito da uno dei punti meno forti di Lords of the Fallen, che potete acquistare da GameStop a questo link, ovvero la sua trama. Il modello di riferimento, un po’ come ogni altro elemento compositivo di questo progetto, è e resta From Software. Tuttavia, se sarà fondamentale l’interpretazione personale del giocatore, la lettura di ogni schermata di menù, l’esame di ogni oggetto e documento rinvenuto negli scenari per ricreare contesto narrativo e background delle vicende direttamente narrate nell’avventura, il tutto è meno oscuro, enigmatico, conciso.

Senza entrare troppo nel dettaglio, il regno di Axiom è minacciato dal potenziale ritorno di una divinità tirannica che per secoli ha regnato con pugno di ferro e poco riguardo per la vita altrui. Nei panni di un eroe in possesso di una portentosa lanterna in grado di ridonare la vita quando caduti in battaglia, avrete naturalmente il compito di impedire il ritorno dell’odiato despota. Ma attenzione: non tutto potrebbe essere come sembra.

Percorrendo vie già note soprattutto a chi ha ancora ben impressa nella mente l’epopea vissuta con Elden Ring, pur senza troppe sorprese, personaggi secondari capaci di bucare lo schermo e scene d’intermezzo indimenticabili, Lords of the Fallen propone una trama tutto sommato intrigante, sufficientemente intricata, rispettosa di quelli che ormai sono diventati standard per il genere. Nulla di trascendentale, soprattutto per chi è solito masticare fantasy a pranzo e cena, ma si tratta di un ottimo riempitivo tra un boss e l’altro, tra un’imprecazione e l’altra.

Estremamente più netto e positivo, invece, il giudizio sull’art design e sul comparto grafico. Sia Axiom, che Umbral, la realtà alternativa che esplorerete spesso e volentieri come diremo a breve, sono mondi ispiratissimi, che offrono un gran numero di scorci mozzafiato, ammalianti, terrificanti. La varietà dei biomi è notevole, la cura per i dettagli negli ambienti al chiuso è più che sufficiente, il senso di epicità che si respira ammirando l’orizzonte è degno di nota. Soprattutto Umbral, con i suoi cadaveri titanici che si sovrastano, con occhi, interiora e vene che si arrampicano su ogni superficie, con il freddo monocromatismo che caratterizza questa dimensione, suggestiona e al tempo stesso atterrisce.

Lascia lievemente a desiderare la caratterizzazione di alcuni nemici, fin troppo derivativi, nonché appesantiti dalla tendenza a ripresentarli semplicemente con una differente texture applicata. Nulla di così impattante, tuttavia, soprattutto considerando che, fortunatamente, i boss invece sono tutti ben realizzati, diversificati tra loro, un paio dei quali davvero indimenticabili in termini visivi.

Per quanto concerne il level design, il termine di paragone è Dark Souls, Bloodborne, non certo Elden Ring

Parlando di pura tecnica, Lords of the Fallen ostenta tutte le tecnologie più recentemente cavalcate. Su PC si segnala il supporto al DLSS e FSR, all’HDR, al VSync, segno di un certo impegno anche da questo punto di vista. Manca il Ray Tracing, ma vista l’impostazione degli scenari si sarebbe trattata di una feature di poco conto. Nonostante qualche bug, qualche glitch, un caso isolato in cui siamo stati costretti a riavviare il gioco, la nostra esperienza è filata abbastanza liscia, rendendo giustizia al nostro hardware che può vantare, tra le altre cose, una Nvidia 3090 Ti.

Nessun nuovo termine di paragone in termini visivi, beninteso, ma quanto ad effettistica, modellazione poligonale, definizione delle texture e frame rate, siamo rimasti assolutamente sorpresi dalla bontà di Lords of the Fallen.

Se artisticamente chiude il quadro un sonoro caratterizzato da effetti generalmente, ma non globalmente, convincenti ed una soundtrack che pur non spiccando riesce sempre ad accompagnare degnamente la situazione, anche in termini ludici la produzione CI Games si difende più che bene.

In linea di massima, tutti i capisaldi del sottogenere dei soulslike sono presenti senza grosse variazioni sul percorso anche qui. I game over si sprecano. Bisogna dosare gli attacchi tenendo conto dei pattern offensivi dei nemici, nonché della rimanente stamina. Fondamentale costruire una build che prenda in considerazione l’equipaggiamento dell’eroe, nonché il proprio stile di combattimento. L’esplorazione è fondamentale per reperire preziosi item, scovare aree segrete, liberare scorciatoie che consentano un facile ritorno all’ultima lanterna visitata, né più, né meno i falò di Lords of the Fallen.

Per quanto concerne il level design, il termine di paragone è Dark Souls, Bloodborne, non certo Elden Ring. Ogni ambientazione si snoda attraverso diverse strade da seguire, senza mai aprirsi a location di ampio respiro che concedono una vera libertà di scelta al videogiocatore. L’impostazione, da questo punto di vista, è vecchio stampo, una scelta che non ci sentiamo affatto di criticare, tanto più che l’accento del gioco è posto sull’alternanza delle due dimensioni esplorabili.

L’eroe che tenterà di salvare il salvabile è infatti dotato di una lanterna. Puntandola in qualsiasi direzione, vedrà proiettata la dimensione di Umbral, con tutte le differenze del caso. Laddove c’è un cancello, potrebbe in realtà esserci un pertugio che consente il passaggio. Invece di un burrone, un comodo passaggio creato dalla spina dorsale di un essere colossale. Se in alcuni casi vi basterà brandire il portentoso oggetto per superare gli ostacoli lungo il percorso, la maggior parte delle volte sarete costretti ad immergervi nella dimensione alternativa.

Il tutto non si limita ad un semplice cambiamento del setting che vi circonda. Umbral è abitata da esseri che, con il passare del tempo, diventeranno sempre più aggressivi, sino al sopraggiungere di esseri fondamentalmente imbattibili che vi abbatteranno con un solo colpo. Ricca anche di oggetti preziosissimi, questa dimensione rappresenta insomma una doppia sfida: oltre a combattere contro gli avversari, dovrete farlo anche con il tempo, nella costante ricerca di un portale che vi permetta il ritorno ad Axiom.

Non solo, la presenza di Umbral vi consentirà anche di godere di una sorta di vita extra. Morire nel mondo degli umani, difatti, vi proietterà nell’altra realtà. Morendo nuovamente, tuttavia, ritornerete automaticamente all’ultima lanterna raggiunta. Si tratta di una meccanica di per sé non particolarmente originale, ma che, soprattutto con i boss, vi permette di gestire al meglio punti vita e fiale di cura rimanenti, che come in qualsiasi Dark Souls si ricaricano solo facendo ritorno ai punti di respawn.

Lords of the Fallen dona ampio spazio anche agli attacchi a distanza

Oltre ad essere la caratteristica che più di ogni altra contraddistingue Lords of the Fallen, mette in risalto l’ottimo level design del gioco, che solo in rarissimi casi cede il passo a colli di bottiglia in cui, non trovando portali riutilizzabili per ritornare ad Axiom, vi costringerà forzatamente al suicidio. Si tratta di una grave ingenuità, ce ne rendiamo conto, fortunatamente limitata ad un paio di situazioni e non più.

Non mancano altre sbavature. Il bilanciamento della difficoltà e altalenante. Soprattutto considerando i boss, trenta in tutto, vivrete sezioni estremamente frustranti, in cui posizionamento di nemici e fasi platform metteranno a dura i prova la vostra stabilità mentale, a passaggi affrontabili anche dai neofiti del genere.

In questo senso, Lords of the Fallen è difficilmente posizionabile. Generalmente più esplicativo di un qualsiasi soulslike, grazie anche ad un buon tutorial, in certi passaggi fa di tutto per escludere chi non è pronto a ripetere innumerevoli volte lo stesso passaggio, eventualità che finirà per scoraggiare una fetta di pubblico.

Sul fronte della gestione del personaggio, come lasciato presagire, non si registrano particolari variazioni alla formula classica. Le armi non si deteriorano. Ogni oggetto dell’inventario torna utile per gestire eventuali cambi di stato o per rendersi più efficienti nell’eliminazione di alcuni nemici. Armatura e strumenti offensivi devono tenere conto della propria build. Tutto è al suo posto e il sistema funziona anche grazie ad una notevole varietà di oggetti d’equipaggiamento in cui vi imbatterete durante l’avventura.

Poco di nuovo da segnalare anche per quanto concerne il combat system. Il ritmo è lievemente tarato verso l’alto, scelta che dona una buona progressione all’avventura. Attacchi pesanti, parry, magie, sono tutte al loro posto.

Lords of the Fallen, se proprio vogliamo trovare una feature relativamente originale, dona ampio spazio anche agli attacchi a distanza. Ogni classe è dotata di strumenti offensivi come archi, balestre e armi simili, che è possibile utilizzare sino all’esaurimento delle munizioni che possono tuttavia essere ripristinate raggiungendo le lanterne o usando degli oggetti. A conti fatti, si tratta di una concessione non da poco per i neofiti che, potendo contare su un nutrito numero di ricariche, possono sfiancare nemici coriacei e boss con numerosi attacchi dalla distanza, fuori dalla portata delle loro offensive. Certo, questo, pone qualche problema in termini di bilanciamento, visto che in certi casi l’utilizzo di archi e balestre rende la vita estremamente più semplice, ma è lo stesso tipo di vantaggio che la classe del mago ha sempre concesso in un qualsiasi souslike di From Software.

Tra i difetti, parlando di combat system, non si può del tutto tralasciare qualche piccola titubanza nella gestione delle hitbox, soprattutto per quanto concerne quello del proprio avatar quando si utilizza la schivata. Purtroppo, non sempre si può determinare con sicurezza quando si subisce il colpo, questo a causa di un’animazione il cui tempo di invincibilità e lievemente arbitrario. Semplicemente, a volte subirete un colpo di troppo, pur muovendovi con lo stesso tempismo.

Conclusioni

Lords of the Fallen è un soulslike ben lungi dall’essere perfetto.

Alcune sviste sia in termini di level design, che per quanto concerne il combat system faranno storcere più di una volta il naso ai puristi dei souslike. Se alcuni di questi difetti potranno essere corretti da future patch, soprattutto per quanto concerne alcuni glitch e l’hitbox, altri sono proprio connaturati all’opera stessa, frutto di evidenti ingenuità della casa di sviluppo.

Ciononostante, siamo di fronte ad un action-RPG assolutamente soddisfacente, divertente, tutto sommato solido. L’alternanza tra la dimensione di Axiom e quella di Umbral è una trovata, per quanto anch’essa derivativa, funziona alla grande e dona un ulteriore livello di sfida all’avventura.

Un sistema di gestione del personaggio profonda, grazie alla buona varietà di armi, armature e oggetti in cui potrete imbattervi, completa il pacchetto di un’avventura che vi intratterrà più che degnamente per le quaranta e passa ore necessarie per giungere ai titoli di coda.

Non tutti i boss sono riuscitissimi, una maggior varietà di nemici non avrebbe guastato, ma questo Lords of the Fallen ha fatto enormi passi avanti rispetto al pur degno prequel.

Consigliato agli appassionati del genere, già in astinenza dopo Lies of P. Nonostante qualche piccolo difetto, la produzione CI Games è assolutamente meritevole delle attenzioni degli amanti dei soulslike.

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Good

  • L’alternanza tra Axiom e Umbral è una bella trovata
  • Artisticamente validissimo
  • Ottima gestione del personaggio

Bad

  • Difficoltà non sempre bilanciata al meglio
  • Qualche problema con le hitbox
7.5

Niente male

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