Live A Live – Recensione

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Vivi una vita... o anche sette

Live A Live – Recensione
Live A Live
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Live A Live è un autentico pezzo di storia targato 1994. In un’era governata da Final Fantasy e Dragon Quest, Square era in vena di sperimentazione con i suoi jRPG e così immaginò un “entry level”. Un gioco che potesse appassionare con le sue storie, senza impegnare troppo a livello di gameplay, e in qualche modo introdurre nuove persone al genere.

Ai tempi, Live A Live fu ovviamente pubblicato solo in Giappone, ma più recentemente Square Enix ha deciso di riprendere in mano il gioco, dargli qualche piccolo ritocco e distribuirlo in tutto il mondo su Nintendo Switch. Quasi un anno dopo, eccoci qui a provarlo anche su PC e PlayStation.

Visto con gli occhi di moderni videogiocatori, bisogna ammettere che il titolo ha perso parecchio del suo splendore. Ma in un periodo in cui l’effetto nostalgia è più forte che mai, gli amanti dei jRPG vecchio stile potranno trovare qualcosa di familiare e diverso allo stesso tempo. Tante atmosfere diverse e meccaniche singolari, condite da una colonna sonora assolutamente fantastica.

Live A Live si divide in sette storie diverse, ambientate in epoche diverse, con personaggi diversi. Non esiste alcun effettivo collegamento tra loro, se non quello che viene “costruito” nei capitoli finali del gioco, una volta completate tutte le storie singole.

Nella sua diversità, Live A Live trova la sua forza. I giocatori sono liberi di affrontare le storie nell’ordine in cui desiderano e scoprire le varie ambientazioni, ognuna con un flavor caratteristico. Dalla preistoria in cui gli esseri umani ancora non hanno l’uso della parola, ad un futuro lontano in cui navi spaziali solcano il Sistema Solare.

Gli amanti dei jRPG vecchio stile potranno trovare qualcosa di familiare e diverso allo stesso tempo

Ogni storia trasporta il giocatore in un mondo a parte, purtroppo senza dargli molto tempo per esplorare, né il mondo, né tanto meno il carattere e la storia dei personaggi. Si tratta di brevi episodi autoconclusivi che, per quanto epici o catastrofici, ricalcano trope viste e riviste che purtroppo di originale non mostrano più quasi nulla.

Da questo punto di vista, Live A Live è invecchiato male, scadendo un po’ nel banale. Non solo, ma la velocità di narrazione ─ che costringe ad attendere ogni volta che i personaggi portino a termine la loro (terribile) animazione nonostante si abbia finito di leggere il dialogo da 5 minuti ─ risulta non solo antica, ma anche frustrante.

Ogni personaggio ha abilità particolari o meccaniche uniche che lo contraddistinguono e rendono più vari ed interessanti i diversi capitoli. Ad esempio nel periodo Edo abbiamo il controllo di uno shinobi in grado di mimetizzarsi con l’ambiente circostante, mentre nel Futuro Prossimo di un ragazzino che legge nel pensiero.

Anche storie senza “poteri speciali” hanno le loro peculiarità. Personalmente ho apprezzato il Selvaggio West, in cui il protagonista guida gli abitanti di un villaggio nel piazzare trappole in vista dell’arrivo dei banditi, seppur in modo molto semplicistico (basta dargli l’oggetto e faranno tutto da soli).

Un pezzo di storia che l’Occidente si era perso per strada e che è giusto conosca

In generale, il gameplay resta in linea di massima piuttosto semplice. Durante il combattimento, i personaggi vengono posti su una griglia e agiscono seguendo un ATB. Ognuno è provvisto di varie abilità, con diverse aree di effetto, ed il posizionamento è di fatto l’unica cosa di cui bisogna preoccuparsi.

Non esistono AP, MP, o qualsiasi altro P: le abilità possono essere utilizzate liberamente all’infinito. Non esistono alberi di abilità, job, equipaggiamenti particolari, o niente del genere. Sostituite l’arma se ne trovate una migliore in un forziere, e siete a posto con i preparativi per la battaglia.

Dove Live A Live davvero vince, per assurdo, è il comparto tecnico. Le ambientazioni sono ricche di dettagli e una gioia per gli occhi nella loro grafica HD-2D, che richiama prepotentemente tutta la nostalgia insita nei giocatori dei gloriosi classici jRPG.

La colonna sonora è ricca di tracce una più bella dell’altra, che restano nella testa per ore dopo aver spento la console. Indimenticabile la vera e propria sigla in stile anime che apre la storia del Futuro Prossimo: autentico capolavoro che sottolinea un altro dei punti di forza del gioco, l’ironia.

Tante atmosfere diverse e meccaniche singolari, condite da una colonna sonora assolutamente fantastica

Un elogio va anche ai traduttori, che non hanno avuto paura di utilizzare un linguaggio colorito per esprimere al meglio determinate epoche e situazioni. Non c’è che dire, hanno proprio tirato fuori i cojones (cit. Live A Live).

Conclusioni

Live A Live è un jRPG di altri tempi, e purtroppo (o per fortuna) si sente. È difficile guardarlo con gli occhi di oggi e non notare le trame banali, il gameplay troppo semplicistico e i tempi rallentati dei dialoghi.

D’altra parte, è un pezzo di storia che l’Occidente si era perso per strada e che è giusto conosca. Da qui nasce Octopath Traveler, con i suoi protagonisti multipli, ognuno con le sue peculiari “Azioni di viaggio”. Da qui nasce, se vogliamo, il classico artefatto narrativo (poi trito e ritrito) per riunire tutti i personaggi di una serie in un capitolo spin-off.

Da qui sono nate tante cose, che ovviamente sono state migliorate negli anni. Non si può e non si deve però dimenticare chi ha voluto sperimentarle per primo.

Live A Live deve di certo essere giocato da tutti coloro che amano la storia dei videogiochi, e in particolare dei jRPG. Resta comunque lecito chiedersi e chiedere a Square Enix: “ma perché non Chrono Trigger?“.

Potete acquistare Live A Live per Nintendo Switch su GameStop!

Good

  • Ambientazioni diverse e ricche di dettagli
  • Ottima colonna sonora
  • Interessanti le abilità e meccaniche uniche dei vari personaggi
  • L'ironia è il profumo della vita...

Bad

  • ... ma le trame sono troppo semplici e brevi per conoscere i mondi o i personaggi
  • Il gameplay è troppo semplicistico
  • Molte animazioni sono inutili e rallentano solo i dialoghi
7

Niente male

Cresciuta con un fratello più grande di 7 anni, le console sono state il suo pane quotidiano fin dalla nascita. Dopo l'uscita della PlayStation si è buttata sui j-rpg, ma nel suo cuore rimane indelebile il ricordo del riccio supersonico targato Sega.

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