Like a Dragon: Infinite Wealth – Recensione

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Si vola alle Hawaii!

Like a Dragon: Infinite Wealth – Recensione
Like a Dragon: Infinite Wealth – Recensione
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Like a Dragon: Infinite Wealth, l’ultimo capitolo del longevo franchise giapponese “Yakuza” in salsa J-RPG, si è fatto attendere per ben quattro anni. Un lasso di tempo che ha consentito alle brillanti menti di Ryu ga Gotoku di limare quei piccoli “angoli sporgenti” di un tavolo ricco di prelibatezze di ogni tipo.

I titoli del team nipponico sono assai noti per la natura squisitamente action, con Kazuma Kiryu (o Yagami in Judgment) pronto a darle di santa ragione a ogni malcapitato di turno tra i vicoli di città giapponesi riprodotte nei minimi particolari. E poi ci fu la scommessa: inserire un nuovo protagonista e trasformare la formula d’azione in un GdR a turni che traeva l’ispirazione da, nientepopodimeno, Dragon Quest.

L’accoglienza fu positiva, quasi inaspettata oseremo dire, e non ci ha dunque stupito trovarci dinnanzi a una nuova epopea questa volta nei panni dei due attori principali della serie: Kasuga Ichiban e Kiryu Kazuma. Due uomini, “due eroi”, che per forza di cose si ritroveranno ad avere degli obiettivi comuni.

Like a Dragon: Infinite Wealth è un’esperienza gargantuesca, ricca di attività secondarie (come siamo abituati del resto), mini giochi e missioni “fuori di testa”. Il tutto in una meravigliosa cornice tropicale nel cuore del Pacifico, ovvero le Hawaii. In questa nuova avventura non resteremo mai con le mani in mano e, fidatevi quando vi diciamo che farete fatica a mollare il controller.

Aloha!

È passato qualche anno da quando Ichiban ha scoperto la verità su Arakawa, patriarca e figura paterna, grazie all’aiuto di improvvisati alleati che sono diventati i suoi migliori amici. Ora il nostro eroe “afro” ha una nuova vita a Kamurocho (fittizio distretto di Tokyo) dove tutto sembra andare per il verso giusto.

Finché non sorgerà il classico “incidente di percorso”, quell’evento che rimetterà tutto in discussione: Ichiban dovrà prendere il primo volo in direzione di Honolulu che riporterà a galla una parte del suo passato nascosto. La domanda sorge spontanea: Ichiban come incontrerà l’ex yakuza leggendario, Kiryu Kazuma, se la sua missione si sposta alle Hawaii? Questo non possiamo dirvelo, ma sappiate che assisterete a dei momenti così intensi da farvi scendere quella piccola lacrimuccia.

Non è d’altronde un mistero la capacità dell’intero team giapponese di ricreare quelle esperienze basate su una profonda narrativa, in cui le capacità attoriali degli interpreti giocano un ruolo di primaria importanza. E anche in questo caso le aspettative non sono state tradite, anzi, il cambio di location potrebbe aver donato alla saga quella boccata d’aria fresca “relegata” ai confini giapponesi.

Qualcuno potrebbe obiettare affermando: la serie Like a Dragon è famosa perché ci dona uno spaccato di usi e costumi prettamente nipponici. Verissimo! Ma pensate alle possibilità creative: cosa potrebbe combinare un giapponese, che non ha mai viaggiato all’estero, passeggiando a Waikiki (quartiere più esclusivo della città) o tra le spiagge meravigliose del pacifico? Honolulu è una città ricchissima di eventi tutti da scoprire, di mini giochi e attività secondarie così innovativi dove sarà impossibile annoiarsi.

Like a Dragon: Infinite Wealth è un immenso parco giochi tropicale

Stentereste a crederci, ma nel corso di tutta l’avventura abbiamo solamente scalfito la superficie di quello che Like a Dragon: Infinite Wealth effettivamente offre. D’altro canto si tratta di un Paese molto alla mano, dove l’ospitalità e le formalità sono molto differenti da quelle giapponesi, dove non sarà difficile fare nuove conoscenze. In ogni momento potremo salutare gli isolani e con alcuni di loro diventare persino dei buoni amici: instaurando rapporti, la personalità di Kasuga migliorerà e otterremo diversi vantaggi nel corso dell’esperienza.

E a proposito di amicizia, così come in Yakuza: Like a Dragon anche in Infinite Wealth potremo rafforzarla con i nostri compagni di squadra. Le chiacchiere, al bar o per strada, andranno a creare un legame che ci consentirà di attivare potenti attacchi combinati nelle varie battaglie.

I combattimenti, già, non ci siamo dimenticati del combat system. Si dice che “squadra vincente non si cambia”, ma questo non vuol dire che non si possa introdurre qualche piccolo miglioramento. Il combattimento avverrà sempre a turni come buon J-RPG che si rispetti: tramite la scelta di un apposito menù potremo decidere se attaccare, difenderci, scagliare un attacco speciale o semplicemente utilizzare un oggetto. Prima di fare la nostra mossa potremo spostare il personaggio all’interno di un’area circolare ben delineata e avere un maggior raggio d’azione, per un approccio molto più strategico.

Posizionare il personaggio prima di colpire ci consentirà di ottenere anche degli effetti a catena: sbalzando all’indietro il cattivone potrebbe capitolare su altri malcapitati o su un nostro compagno che attaccherà a sua volta. Inoltre, avvicinandoci a un nemico che punta un alleato, potremo sfruttare il classico “attacco alle spalle” per raddoppiare drasticamente il danno inflitto. Insomma, piccole accortezze che rendono il gameplay più stratificato, meno macchinoso e soprattutto immediato.

E per chi volesse saltare qualche battaglia, si può ricorrere alla modalità automatica. In pratica i membri della squadra agiscono autonomamente in base alla tattica scelta: dal canto nostro non vi consigliamo questa modalità, a meno che non vi troviate dinnanzi a cattivoni di rango inferiore e volete chiudere la battaglia nel minor tempo possibile.

In generale le battaglie non si sono rilevate mai così impegnative, a parte qualche piccolo scontro che potrebbe creare qualche grattacapo ai giocatori meno esperti. In ogni caso, in alcune fasi di gioco sarà indicato il livello e quale equipaggiamento possedere per affrontarle con tranquillità. Tuttavia, nelle arene particolarmente ristrette, si avvertire un senso di confusione in battaglia per via di alcune “videocamere” non sempre perfette che distraggono dall’azione.

Come avrete capito, Like a Dragon: Infinite Wealth è un immenso parco giochi tropicale che introduce dei “sottogiochi” all’interno del gioco stesso. Parliamo in primis della Dondoko Island, un vero e proprio angolo di paradiso che strizza fortemente l’occhio all’amatissimo Animal Crossing. Il nostro compito sarà quello di dare nuovo lustro a questo antico resort, costruendo strutture e arredando l’isola. Saremo chiamati a eliminare la spazzatura, a pescare, raccogliere stoffa, rocce, legna per poi darci al fai-da-te e infine invitare gli ospiti.

Insomma, parliamo di un piccolo simulatore di vita pensato in modo talmente intelligente da averci stupito. Ogni attività collaterale ben si amalgama al tessuto narrativo delle vicende e nulla è stato lasciato al caso o sviluppato come semplice riempitivo. Questa cura così certosina rende il mondo di Like a Dragon: Infinite Wealth incredibilmente realistico, nonostante quella “sana follia” che si respira nelle produzione di Ryu ga Gotoku.

Like a Dragon: Infinite Wealth non ha deluso le nostre aspettative!

Chi ha giocato il precedente capitolo ricorderà i Sujimon, la versione un po’ bizzarra dei ben noti Pokémon. Ebbene, in questa occasione Kasuga Ichiban diventerà un vero e proprio allenatore di Sujimon e dovrà far scontrare la sua squadra contro quelle rivali, ordinando ai membri della squadra di attaccare e usare tecniche. I Sujimon sono divisi in 5 diverse categorie e ciascuno ha vantaggi e svantaggi nei confronti degli altri, quindi bisognerà sempre pensare alla strategia più corretta. Sconfiggendo nelle battaglie classiche i vari avversari, qualcuno potrebbe restare impressionato della nostra forza e fermarsi alla fine dello scontro: a questo punto potremo reclutarlo offrendogli un “Suji-regalo”, ma non sempre cederà al nostro “corteggiamento”.

Ve l’abbiamo detto, in Infinite Wealth sarà praticamente impossibile annoiarsi: potremo potenziare le armi, cambiare mestiere (ovvero classe personaggio) per acquisire nuove tecniche, utilizzare degli Street Surger per muoverci più velocemente (praticamente dei monopattini elettrici), fare consegne folli di cibo come rider e addirittura utilizzare un’app di incontri e fare nuove conoscenze amorose.

Le Hawaii sono veramente uno spettacolo per gli occhi, ricostruite fedelmente in ogni dettaglio e anche negli usi e costumi locali. Nonostante il tutto sia stato confezionato nel migliore dei modi, il Dragon Engine (ovvero il motore che anima Infinite Wealth) inizia a sentire il peso degli anni soprattutto sulle console di “nuova generazione”, ovvero PlayStation 5 e Xbox Series X|S. Probabilmente la saga, dopo questo capitolo, dovrebbe abbandonare l’ormai datata “old gen” e osare qualcosa di più dal punto di vista qualitativo generale. Sia chiaro, Like a Dragon: Infinite Wealth è un titolo funzionale e fluidissimo da giocare, ottimizzato a 60fps su console moderne e con una cura certosina dei dettagli. Ma dopo tanti anni, ci siamo sentiti in dovere di mettere il nostro modestissimo punto alla faccenda.

Per quanto riguarda la durata, quest’ultima risulta assolutamente variabile. Parliamo di un GdR, in cui è fondamentale vivere per intero ogni porzione di gioco senza avere fretta di arrivare ai titoli di coda. Bisogna tuttavia considerare che non ci vorranno meno di 40 ore per terminarlo, ignorando la maggior parte delle attività collaterali.

Like a Dragon: Infinte Wealth bilancia saggiamente il lato “estroso e divertente” con quello “malinconico e più serioso”. Dunque, proviamo solo a immaginare quanto lavoro ci sia stato dietro una produzione di tale fattura.

Conclusioni

Inutile negarlo: quando si tratta di confezionare videogiochi, Ryu ga Gotoku ci sa proprio fare. La scommessa di Like a Dragon: Infinite Wealth ci sembra pressoché vinta: un combat system appagante, tante missioni secondarie, mini giochi avvincenti e una storia che strappa sorrisi e fa scendere più di qualche lacrimuccia.

Infinite Wealth fissa un punto ben marcato nel franchise, un po’ come se volesse sussurrarci la nuova direzione da percorrere dopo l’incontro del destino tra i due protagonisti: Ichiban e Kiryu. Ci siamo lasciati trasportare da tutti i messaggi che il gioco ci ha lasciato, e siamo rimasti davvero soddisfatti da questa nuova esperienza.

Nonostante l’engine del titolo inizia a sentire il peso degli anni, e alcune fasi di combattimento si sono rivelate a volte caotiche, Like a Dragon: Infinite Wealth introduce alcune feature davvero interessanti a una formula perfettamente collaudata, sia dal punto di vista delle attività che del gameplay (e volete mettere avere Kiryu nel party?).

Tra un Giappone che conoscevamo e delle isole tropicali tutte da scoprire, Like a Dragon: Infinite Wealth si conferma come un titolo che non ha deluso le nostre aspettative.

Like a Dragon: Infinite Wealth è disponibile da GameStop.

Good

  • Le Hawaii donano una piacevole freschezza al franchise
  • Una storia semplice ma ricca di colpi di scena
  • Combat system più preciso grazie alle nuove feature
  • Tonnellate di attività, minigiochi e missioni secondarie
  • Ichiban e Kiryu alleati nella stessa avventura

Bad

  • Bisogna aver giocato Yakuza: Like a Dragon per viverlo a pieno
  • Il Dragon Engine inizia a sentire un po' il peso degli anni
8.7

Imperdibile

Da quando ha viaggiato nel tempo a bordo della Time Machine DeLorean DMC-12 la sua vita è cambiata radicalmente. Amante dei viaggi del tempo, predilige le console dai tempi del NES.

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