Like a Dragon Gaiden, il ritorno di Kiryu – Recensione

Il Drago di Dojima "risorge"!

Like a Dragon Gaiden, il ritorno di Kiryu – Recensione
Like a Dragon Gaiden, il ritorno di Kiryu – Recensione
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Like a Dragon Gaiden: The Man Who Erased His Name (da questo momento solo Like a Dragon Gaiden) è uno di quei progetti che non ti aspetti, che chiude in un certo senso il “vecchio” ciclo della serie Yakuza, marchio di fabbrica degli sviluppatori giapponesi Ryu ga Gotoku.

Kiryu non se n’è mai andato, anche se il finale di Yakuza 6: The Song of Life poteva mettere la parola fine alle straordinarie gesta del Drago di Dojima. Ma i fan non ci hanno mai creduto veramente, come gli stessi sviluppatori d’altro canto, tanto da indurli a (re)inserirlo in Yakuza: Like a Dragon che, come sappiamo, ha visto l’esordio di un nuovo carismatico protagonista.

Come potremo collocare esattamente Like a Dragon Gaiden? Gli eventi si svolgono tra la fine di Yakuza 6 e Yakuza: Like a Dragon. Un capitolo che risponde ad alcuni interrogativi degli appassionati e che rimette insieme i pezzi del puzzle per prepararci al meglio a Infinite Wealth con protagonisti per l’appunto Ichiban e Kazuma Kiryu.

Like a Dragon Gaiden in origine fu pensato per essere un DLC proprio di Infinite Wealth, almeno da quanto è stato dichiarato da Hirouki Sakamoto, il producer del gioco. Non a caso l’avventura di questo spin-off si aggirerà intorno alle 14 ore, numero destinato a crescere qualora lo si voglia completare al 100%.

Parliamo di un titolo più contenuto ma sviluppato con sapienza, un pelino accelerato all’inizio a livello di trama ma che rallenta inserendo la seconda marcia verso il finale. Quel che importa è che il Drago di Dojima sia tornato e che abbia ancora la grinta di un tempo.

Kiryu è morto (non nel vero senso del termine) dopo gli eventi di Yakuza 6 al fine di preservare l’incolumità di Haruka e dei bambini dell’orfanotrofio. Ma niente paura poiché è “rinato” come Joryu, un agente speciale al servizio dei Daidoji: non che la cosa lo renda entusiasta. Tra un incarico e l’altro, l’ex Drago passa le sue giornate in completa meditazione fin quando non viene convocato per l’ennesima missione che, all’apparenza, sembrava nelle sue corde.

Ma come spesso succede nei titoli di Ryu ga Gotoku, succederà un imprevisto che farà uscire allo scoperto il tormentato e profondo passato di Kiryu e tutto verrà di nuovo messo in discussione. Lo studio giapponese dietro Like a Dragon Gaiden è riuscito a tessere perfettamente la trama, ricollegandola in modo armonioso con il finale del sesto capitolo.

Non solo, nel corso dell’avventura potremo trovare dei punti in comune con Yakuza: Like a Dragon e ripercorrere alcuni dei passi compiuti da Ichiban e i suoi sgangherati alleati. E questo è comprensibile dato che la missione di Kiryu si svolgerà nello stesso arco temporale. Se da un lato l’aspetto narrativo ci ha convinto (e anche entusiasmato per certi versi), è doveroso constatare quanto velocemente vengono raccontate alcune sequenze, ad esempio il rapporto di Kiryu con Hanawa, leader della fazione Daidoji.

Like a Dragon Gaiden non delude e narra l’intervallo della vita di Kiryu fino all’incontro con Ichiban

Ma badate bene, questo non è necessariamente un male, dato che parliamo pur sempre di un (a nostro modo graditissimo) spin-off venduto al prezzo di 49,99 € esclusivamente in Digital Delivery (tra l’altro incluso nel catalogo di Xbox Game Pass).

Con Like a Dragon Gaiden dunque si torna alle origini: scazzottate su strada contro i vari cattivoni con l’utilizzo delle tecniche più eccentriche a cui ci ha abituato il franchise. Kiryu (o Joryu? Beh, è uguale) potrà utilizzare due stili ben determinati, intercambiabili al momento giusto, un po’ come avveniva in Judgment (altro titolo di Ryu ga Gotoku). Iniziamo dallo stile Agente, una vera e propria novità che sprizza originalità in ogni dove. Adatto al combattimento con molteplici gangster, in questa forma Kiryu potrà dar sfogo alla sua “creatività” lanciando sottili cavi direttamente dal suo orologio per avvolgerli, e non a caso il Gadget si chiama ragno.

Non solo, i gadget possono anche essere integrati all’interno delle combo per ottenere dei vantaggi di tutto rispetto. Un nemico avvolto, ad esempio, può essere bloccato oppure lanciato da un’altra parte dell’arena. Non vi ricorda un po’ Spider-Man tutto questo? A parte tutto, il nostro provetto James Bond potrà adoperare delle sigarette esplosive o addirittura delle scarpe speciali per proiettarsi. Ve lo diciamo: ci siamo divertiti assai a combattere con questo stile!

Veniamo poi allo stile più classico, ovvero quello Yakuza, il leggendario approccio alla lotta utilizzato dal Drago di Dojima. Qualora le cose si mettessero male bisognerà per forza di cose fare sul serio: oltre a sottomettere i nemici con potenti pugni e calci, potremo utilizzare gli oggetti circostanti come armi. Nulla di nuovo sotto questo fronte, ma doveroso per la nostra strategia di lotta soprattutto nei combattimenti 1vs1.

Ma se vogliamo salvare la pellaccia dai gangster che prima attaccano e poi discutono, dovremo per forza di cose potenziare le nostre abilità. Per farlo questa volta dovremo incassare delle belle banconote fruscianti e spenderle per i vari power-up: questi possono essere nuovi colpi per gli stili, aumento della salute e della barra EX, insomma cose così che fanno la differenza per terminare l’avventura.

E a proposito di barra EX, quest’ultima servirà per far scatenare Kiryu con le azioni furore: potremo aumentare momentaneamente la potenza di attacco oppure scatenare un’azione Ex, ovvero un colpo super potente e spettacolare eseguibile in un momento di “debolezza” dell’avversario dietro la pressione di un tasto.

Risulta particolarmente interessante il contrattacco definitivo verso i nemici più potenti: premendo il tasto schivata un attimo prima di un attacco potenziato, si attiverà un time event che ci permetterà di scatenare un contrattacco definitivo. Ogni stile di combattimento ha la sua controffensiva con danni e portata differenti, una feature che si rivela molto utile in determinate circostanze.

Non meno importante, oltre i power-up, indossare l’equipaggiamento giusto per migliorare le difese, mitigare gli effetti delle alterazioni, migliorare l’esplorazione e molto altro ancora. Le alterazioni di stato ci fanno pensare come Ryu ga Gotoku continui a sviluppare videogiochi con una “mentalità ruolistica” (non a caso Infinite Wealth sarà un JRPG): l’ex Drago potrebbe perdere del sangue dopo aver incassato un attacco con il coltello oppure sentirsi stordito dopo un pugno alle spalle. In questo caso bisogna sempre ragionare in ottica strategica ed equipaggiare oggetti che impediscono le alterazioni di stato, a discapito dei potenziamenti delle statistiche.

Like a Dragon Gaiden percorre strade già viste, innova pochissimo e pensiamo che questo non sia nemmeno il capitolo giusto per portare una ventata di freschezza al motore grafico del gioco. Dopotutto il Dragon Engine fa ancora il suo “sporco” lavoro, ma bisogna constatare quanto sia invecchiato nel corso degli anni. Probabilmente lo sa anche il team di sviluppo che ha già iniziato a sondare il terreno con l’Unreal Engine, sperimentato tra l’altro con Like a Dragon: Ishin… per questo però c’è ancora tempo.

L’intera avventura è decisamente più contenuta rispetto a qualsiasi altro capitolo della serie, così come lo sono anche le varie ambientazioni che sono state un po’ riciclate, giustamente aggiungeremo, essendo ambientato negli stessi luoghi di Yakuza: Like a Dragon. Di nuovo c’è tuttavia la fittizia Sotenbori, che trae la sua essenza da un quartiere preciso di Osaka, Dotonbori. I giochi di luci delle varie città sono sempre uno spettacolo da osservare e l’immersione è assolutamente favolosa, anche se ammirarle di notte con insegne al neon non ha davvero eguali.

Il punto di forza di Like a Dragon Gaiden non risiede nell’innovazione ma nel “già visto”

L’immedesimazione nei vicoli dei vari quartieri è sempre sopra le righe: potremo mangiare decine e decine di piatti nei vari ristoranti, giocare a Shoji, buttarci sui videogame (abbiamo ammirato anche “nuovi” classici SEGA), pescare un peluche negli Ufo Catcher, o consumare dei cocktail nei vari bar: anche essere ubriachi è funzionale in Like a Dragon Gaiden.

Torna anche il Cabaret Club, anche se non più nella forma manageriale che conoscevamo, bensì “realistico” con hostess riprese dal vivo per un vero e proprio tête-à-tête. Del resto anche Joryu (cioè Kiryu) lo ha notato fin da subito, affermando: “le ragazze sono così… reali”. In altre parole potremo scambiare quattro chiacchiere, a volte anche un po’ “piccantine”, rispondendo alle domande delle ragazze che lavorano al club.

In Like a Dragon Gaiden è stato introdotto un personaggio inedito, la tuttofare Akame, un punto chiave nelle vicende del gioco. Fin dal nostro primo incontro ci verrà richiesto di aiutarla nelle sue faccende e, man mano che aumenteremo il livello della sua rete, questa si amplierà e ci offrirà sempre nuove richieste. Per farlo dovremo ottenere dei Punti Akame, completando degli incarichi in giro per le strade, come recuperare oggetti sugli alberi con l’abilità ragnatela a dei passanti, consegnando degli oggetti specifici ad alcune persone o soccorrendo passanti in difficoltà.

Oltre ai punti guadagneremo anche dei soldini, che ci serviranno entrambi per i potenziamenti di cui vi abbiamo parlato poco fa: per questo motivo sarà importante aiutare le persone in città, anche se nel lungo periodo diverrà un’attività forse fin troppo ripetitiva.

Akame inoltre ci aprirà anche una strada che ci condurrà al Castello, un luogo esclusivo, poco etico e soprattutto non legale in cui può succedere di tutto. Qui ci sarà ad attenderci un’Arena, in cui far man bassa di cattivoni fino a scontrarsi con i quattro Re, indiscussi campioni. Potremo anche lanciarci in battaglia con dei compagni di squadra e dar luogo a scazzottate di gruppo estremamente divertenti.

Come dicevamo la campagna è molto contenuta, parliamo di cinque capitoli che possono essere completati tranquillamente in una quindicina di ore. Questo spin-off però non ci ha delusi e spiega con molta cura l’intervallo della vita di Kiryu fino all’incontro con Ichiban. Ma, ecco, per forza di cose non bisogna aspettarsi dei colpi di scena come siamo stati abituati con altri capitoli del franchise.

Conclusioni

Like a Dragon Gaiden: The Man Who Erased His Name è un ottimo antipasto in attesa di Infinite Wealth, capitolo in arrivo il prossimo anno con protagonisti Kiryu e Ichiban. Questo studiatissimo spin-off ci mostra cosa è successo al Drago di Dojima dopo gli eventi di Yakuza 6, riportando in auge l’amatissimo combat system che ha segnato il successo del franchise.

I fan di Kiryu (e non solo) saranno felicissimi di indossare nuovamente i panni di quest’uomo che ha letteralmente cancellato il suo nome per il nobile sentimento chiamato amore. E potranno farlo padroneggiando il classico combat system arricchito da un nuovissimo stile, ovvero Agente, che fa sentire dei veri 007 di stampo giapponese.

Il punto di forza di Like a Dragon Gaiden non risiede nell’innovazione ma nel già visto, che in questo caso ci sentiamo di appoggiare. Certo, rispetto agli altri capitoli del franchise, la durata è decisamente più breve e alcune sequenze narrative e diversi rapporti dei personaggi potevano godere di maggiore profondità.

In ogni caso, consigliamo questo spin-off a tutti coloro conoscono bene la storia del Drago di Dojima o almeno Yakuza: Like a Dragon per goderne appieno le vicende narrate. Per tutti gli altri, correte a recuperare l’intera epopea: fidatevi, ne vale la pena!

Like a Dragon Gaiden è disponibile per PC, PS5, Xbox Series X|S, PS4 e XBO. Puoi acquistarlo sul tuo store digitale con le ricariche vendute da GameStop.

Good

  • Kazuma Kiryu torna a essere l'unico (e amato) protagonista
  • Combat System immediato e divertente
  • Tante attività collaterali e contenuti
  • Storia interessante e ricca di fascino...

Bad

  • ... ma la breve durata inficia delle brillanti opportunità narrative
  • Pochissima varietà di ambientazioni rispetto agli altri capitoli
  • La rete Akame può essere noiosa nel lungo periodo
7.7

Niente male

Da quando ha viaggiato nel tempo a bordo della Time Machine DeLorean DMC-12 la sua vita è cambiata radicalmente. Amante dei viaggi del tempo, predilige le console dai tempi del NES.

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