Kingdom Hearts: Dream Drop Distance – La Recensione

Kingdom Hearts: Dream Drop Distance – La Recensione

Nel 2002, forte della mia appena acquistata Playstation 2, all’annuncio del primo Kingdom Hearts le sensazioni generate in me da questa notizia furono contrastanti. Avendo amato alla follia qualsiasi titolo Square-Enix, guardai con (molto NdDix@n) scetticismo la venuta di questo ibrido Square-Enix/Disney convintissimo che queste due grandi produttrici, mosse da intenti meramente commerciali, avessero confezionato Ad-Hoc una emerita porcata per attrarre schiere di accoliti e rimpinguare, a questa maniera, le loro già strapiene casse. Le prime recensioni iniziarono a fluire e, con molta sorpresa, fui costretto a prendere in considerazione questo titolo, osannato a più riprese dai maggiori periodici e siti di settore, trovandomi di fronte ad un capolavoro di trama e giocabilità in perfetto stile Square Enix!

Nel 2005, dopo “soli” tre anni, giunse il secondo (ed ultimo ad oggi NdDix@n) episiodio ufficiale che, sempre su Playstation 2, fece gridare al miracolo sia dal punto di vista tecnico che riguardo la pura e semplice giocabilità! Sette anni sono passati da allora e, escludendo episodi dalla qualità altalenante proposti di volta in volta sulle piattaforme handheld più disparate, la nutritissima fanbase continua a chiedere, in modo imperterrito, un terzo episodio che, ahinoi, Square Enix “sembra” non voler annunciare. Kingdom Hearts 3D (Dream Drop Distance) può essere considerato, e non a torto per i motivi che vedremo di seguito, il capitolo 2.9 di questo popolare franchise che per la prima volta varca i lidi della nuova console portatile griffata Nintendo.

Ci troviamo dunque di fronte ad un mero escamotage commerciale o ad un gioco vero e proprio? Scopriamolo insieme!

Lo ameranno: I patiti di Final Fantasy e degli Action J-Rpg

Lo odieranno: Tutti quelli alla ricerca di divertimento immediato e senza pretese

E’ simile a: Kingdom Hearts 1, 2

Titolo: Kingdom Hearts: Dream Drop Distance

Piattaforma: Nintendo 3Ds

Sviluppatore: Square-Enix

Publisher: Square-Enix

Giocatori: 1

Online: Streetpass

Lingua: Inglese (Testi e Parlato)
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STORYBOARD

Sora e Riku: due dei personaggi più carismatici dell’intera saga sono tornati…

Kingdom Hearts: Dream Drop Distance (d’ora in poi KH: 3D per brevità NdDix@n) è il diretto seguito di Kingdom Hearts Re: Coded, episodio uscito nel 2011 per Nintendo Ds; la trama inizia con il “risveglio” di Xehanort e con la conseguente necessità di allestire un team di “Keyblade Masters” atti (ed abili NdDix@n) a fronteggiare la minaccia insita nel ritorno dell’antagonista per eccellenza dei primi due Kingdom Hearts. Sora e Riku, due tra i personaggi più carismatici dell’intera saga, vengono dunque invitati a sostenere, nonostante il loro passato funga già da garanzia in questo senso, un esame atto a mostrare la loro maestria: partiti dall’Isola del Destino e affrontati dal fantasma di Ursula (la cattiva de “La Sirenetta), dopo un combattimento-tutorial atto a spiegare le nuove features di questo titolo per Nintendo 3Ds, vengono travolti da un onda che fa loro perdere i sensi e attivare, in modo del tutto inconscio, le loro keyblades che li porterà, l’uno ad insaputa dell’altro, nella storica “Traverse Town”.

La qualità delle cutscenes ambientate nei mondi Disney è a dir poco strabiliante! Ecco a voi… FANTASIA!

Di qui inizieranno le peripezie dei due che, fornendoci una narrazione multi-focale degli stessi eventi, verranno trasportati di volta in volta in mondi diversi e sempre più avvincenti: dalla rete di Tron: Legacy a ” La Cité des Cloches” de “Il Gobbo di Notre-Dame”, a “Country of the Musketeers ” tratta da “I tre moschettieri, a “The whale” di “Pinocchio”… vi starete chiedendo… perchè questa alternanza di nomi inglesi ed italiani? Tranquilli… non sono impazzito… (o almeno, non più di quanto già non lo sia abitualmente NdDix@n), era solo un escamotage per introdurvi ad una delle principali delusioni riservatemi da questo titolo: KH: 3D, a fronte di localizzazioni in inglese, francese e tedesco,  non è stato tradotto in italiano. Dovremo dunque far affidamento alla nostra conoscenza della lingua di Albione per dirimere, in un tripudio di linee di testo, i misteri nascosti nella miriade di mondi Disney che andremo a visitare: scelta assolutamente incomprensibile, viste anche le cospicue vendite dei precedenti capitoli nel Bel Paese. Prendiamone atto e andiamo avanti…

Le sezioni di gioco nel mondo di Tron: Legacy sono tra le più riuscite di tutto il gioco…

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GAMEPLAY

KH: 3D eredita il gameplay dai suoi diretti progenitori mutuandone pregi e difetti ed innestando su di esso alcune interessanti novità.

Anche i nemici più “massicci” potranno essere utilizzati per entrare in modalità “Flowmotion”

Tenete sempre a mente dunque i combattimenti in tempo reale cui siamo stati abituati sin dai primi episodi della saga: la logica pianificazione, per quanto improntata al dinamismo reattivo tipico della serie, degli attacchi viene resa notevolmente più frenetica grazie all’inserimento del “Flowmotion”. Detta feature permette al protagonista di turno, mediante un’interazione con l’ambiente di gioco senza eguali (muri, pali della luce, transenne e chi più ne ha, più ne metta) di far “schizzare” e “rimbalzare” il nostro alter-ego virtuale, permettendogli di entrare in uno stato di “power-up” durante il quale potrà realizzare combo devastanti per blastare gli avversari a lui vicini. Di sicuro una novità gradita e funzionale a svecchiare un gameplay che avrebbe risentito, altrimenti, di una naturale ed endemica vecchiaia! 

La funzione “Drop” ci permetterà di “switchare” da un personaggio all’altro…

Altra caratteristica fondante di questo titolo risulta essere la funzione di “Drop”, ovvero la possibilità di passare liberamente da un personaggio all’altro per continuare la storia che più ci aggrada; in alcuni momenti invece si innescherà un “Drop Countdown” che ci porterà, al suo termine, forzosamente a vestire i panni dell’altro protagonista: così facendo ci sarà possibile passare da un piano dimensionale all’altro e rivisitare e reinterpretare la storia appena vissuta da un altro punto di vista, andando dunque ad aggiungere un altro tassello a quel complesso puzzle che, in piena tradizione Kingdom Hearts, risulta essere la trama imbastita per l’occasione.

Gonna Get’em all… Sono i Pok… NO, WAIT!!!

Ad aggiungere ulteriori sprazzi di innovazione giungono infine i “Dream Eater”: questi personaggi, presenti sia come nostri alleati che come antagonisti, indigeni dei mondi di gioco che gradualmente visiteremo, altro non sono che piccoli animaletti domestici che, alla stregua di un qualsiasi pokemon, dovranno essere creati, accuditi e potenziati (anche mediante l’uso di carte AR) al fine di garantirci una “potenza di fuoco” maggiore nei confronti del bestiario che volta dopo volta andremo a fronteggiare. Muniti anche essi di barra vitale potranno essere utilizzati, dopo aver realizzato un determinato numero di uccisioni che andranno a riempire la barra di affinità, in combinazione con il protagonista per sferrare poderosissimi e letali attacchi ai nostri avversari.

Oltre alle sezioni di combattimento il gioco è infarcito di sezioni platform o di piccoli rompicapo, attivabili e risolvibili mediante il touch screen del 3Ds, che rappresentano, a causa della loro eccessiva semplicità, una forte nota stonata all’interno di un sistema di gameplay tutto sommato equilibrato e mai noioso o ripetitivo: un piccolo (mal riuscito a mio parere NdDix@n) tentativo di dare un senso alla presenza del display tattile del 3Ds in questo gioco.

Va invece fatto un plauso a Square Enix per la perfetta implementazione del Circle Pad all’interno del gameplay: escludendo qualche difetto nel sistema di Lock On, l’integrazione della periferica aggiuntiva made in Nintendo da una marcia in più a questo Kingdom Hearts: Well Done!!!

La mancata localizzazione di KH: 3D è stata davvero una pessima scelta…

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GRAPHIC & SOUND

Alziamoci in piedi e battiamo le mani a Square Enix. 

Il livello grafico di questo KH: 3D surclassa qualsiasi cosa vista fin’ora su Nintendo 3Ds. Oltre alla resa poligonale dei protagonisti, mai così vivi e credibili, a stupire è l’incredibile cura riposta, marchio epistemiologico della serie, nella realizzazione dei mondi di gioco e nella perfetta fusione tra atmosfere cartoon-style e narrazione di una storia a tratti noir e comunque adulta. Unica nota stonata in questo insieme di perfect score risulta essere l’implementazione del 3D, mai adeguata e, soprattutto, mai funzionale alle dinamiche di gioco: più di una volta sono stato costretto, a causa dell’eccessivo ritmo dei combattimenti, a disattivarlo per fruire di una visione nitida (ed utile NdDix@n) degli stessi.

Piccola nota: Kingdom Hearts: Dream Drop Distance fa sentire, per la prima volta in ambito Nintendo, il bisogno di uno schermo più grande! Cotanta magnificenza grafica è sprecata sullo schermetto del Nintendo 3Ds e l’oramai imminente arrivo sul mercato del 3Ds XL non potrà che giovare (unitamente al rilascio del Circle Pad XL) a questo piccolo capolavoro.

Il comparto audio è assolutamente impeccabile: utilizzando delle cuffie stereo di fascia alta (il modello di punta della Razer NdDix@n) ho potuto apprezzare appieno la bellezza della colonna sonora e la cura riposta nella realizzazione degli effetti sonori ambientali e inerenti i colpi sferrati/inferti dai nostri protagonisti: absolutely flawless!

Mai visto nulla di così bello su Nintendo 3Ds: Complimenti Square Enix!

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ONLINE & REPLAY

KH: 3D offre una trentina di ore di gioco abbondanti (suppongo il limite fisico del 3Ds NdDix@n) garantendo, a causa dei finali multipli e dell’oggettiva scorrevolezza del titolo ampie percentuali di rigiocabilità. Se a ciò si aggiunge la possibilità di sbloccare un finale segreto contenente informazioni su un gioco il cui titolo inizia per “K” e finisce con “ingdom Hearts 3”, capirete ben presto che la trappola tesa dagli sviluppatori Square Enix è scattata perfettamente, intrappolando al suo interno gli ignari avventori.

Manca completamente, come è giusto che sia per giochi di questa risma, il comparto multiplayer relegando l’online all’ormai onnipresente streetpass mediante il quale scambiarsi i dream eater sapientemente foraggiati et sviluppati.

 

Finire una seconda volta il gioco potrà darci “molte” soddisfazioni…

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IN CONCLUSIONE

Kingdom Hearts: Dream Drop Distance è tutto ciò che i fan di questa storica saga potessero desiderare: un episodio maturo, longevo e all’altezza dei primi due storici capitoli.

Un comparto grafico eclatante per la piccola console Nintendo unito ad una giocabilità, minata da qualche errore di gioventù (fastidiosissimo il mancato allineamento del Lock durante i combattimenti), quasi perfetta ci forniscono un episodio vero, divertente e dannatamente rigiocabile. Un prologo all’oramai annunciato Kingdom Hearts 3 che, con le premesse poste in questo capitolo, non potrà che essere esplosivo.

Rimane il cruccio di non vedere cotanto splendore grafico-tecnico localizzato in italiano per colpa di una scelta miope quanto insensata che va a precludere a molti la fruizione di questo particolarissimo capolavoro.

Se avete un Nintendo 3Ds non potete NON acquistare questo gioco, una delle poche Killer Application attualmente disponibili sul mercato: ve ne pentireste!

L'Atari 2600 gli aprì una nuova prospettiva di vita; il PC, sin dagli arbori, fu la sua casa natale: dal 2008 è disperso nella wasteland alla ricerca di bamboline della Vault-Tec...

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