Infinity Strash: Dragon Quest The Adventure of Dai – Recensione

Stesso universo, ma poco di un Dragon Quest.

Infinity Strash: Dragon Quest The Adventure of Dai – Recensione
Infinity Strash: Dragon Quest The Adventure of Dai – Recensione
Data di Uscita:Genere:PEGI:Sviluppatore:Editore:Versione Testata:

Dragon Quest: The Adventure of Dai è uno di quei manga forse un po’ sottovalutati, nato per celebrare l’intramontabile filone videoludico JRPG, con una storia ben scritta e ambientata nello stesso contesto narrativo del famoso brand di Square Enix. La serie debuttò in Italia nel 1997, subito dopo il termine della pubblicazione di Dragon Ball, andando a subentrare ad una serie che negli anni a venire avrebbe riscosso un successo internazionale ancora più accentuato, ma questa è un’altra storia.

Per quanto riguarda l’anime, Dragon Quest: The Adventure of Dai non vide mai una conclusione nei primi anni ’90, fin quando nel 2020 TV Tokyo non trasmise la serie reboot nella sua interezza (in Italia è disponibile su Crunchyroll sottotitolata, e qui potete acquistare delle card valide per l’abbonamento al servizio streaming).

Non meraviglia dunque l’annuncio di un videogioco dedicato, un GdR d’azione per essere precisi, che ci farà rivivere la “storia” dell’anime indossando le nobili vesti dell’eroe Dai e dei discepoli di Avan nella lotta contro le forze del male.

Non abbiamo virgolettato la parola storia per un mero caso: purtroppo Infinity Strash: Dragon Quest The Adventure of Dai narra gli eventi fino a metà dell’opera (episodio 41 se non abbiamo sbagliato i calcoli), lasciando a bocca asciutta coloro che volevano (ri)assaporare l’epilogo di questa epopea fantasy.

Come vedremo nella nostra analisi, non fatevi ingannare dall’altisonante nome Dragon Quest, perché potreste restarne leggermente delusi. Non c’è esplorazione, non ci sono combattimenti a turni, né le profonde caratteristiche di ogni esponente main della saga, ed è un peccato data la profonda lore che c’è dietro Adventure of Dai.

Facendo leva su un determinato evento narrativo, la storia di Infinity Strash parte da un viaggio nei ricordi dell’eroe Dai, esattamente dall’isola dei mostri e dall’incontro con il maestro Avan, il condottiero che fermò il malvagio demone Hadler. Ma il Dark Lord si è risvegliato, e ha giurato vendetta contro colui che gli mise i bastoni tra le ruote. Una nuova minaccia incombe sul mondo: solo Dai e i suoi compagni (allievi di Avan) potranno fermare questa oscura avanzata e riportare finalmente la pace sperata.

Detta così può sembrare una trama molto semplice, e forse per tanti versi lo è, ma The Adventure of Dai risplende grazie a tanti piccoli risvolti narrativi che lo rendono un manga davvero interessante.

La modalità storia viene raccontata con fermi immagine in movimento tratti dall’anime, come fossero dei ricordi che stanno via via tornando nella mente dell’eroe. Chi ha visto l’anime capirà perfettamente i motivi dietro questa scelta. In ogni capitolo ci saranno 3 tipi di quest che appariranno sequenzialmente su una mappa: story quest (in cui si alternano momenti storia e combattimenti), missioni libere e adventure quest (dei semplici filmati).

A essere onesti non ci è molto piaciuta questa scelta: Infinity Strash ci fa rivivere la storia con delle “sbiadite diapositive” che, se da un lato sono ben contestualizzate, dall’altro possono portare il giocatore alla noia, non sentendosi altresì protagonista delle vicende. Dopotutto non è molto piacevole restare 5 minuti a vedere un filmato quando si sarebbe potuto optare per una narrazione più scorrevole e più in linea con il gioco.

Ma niente paura, ci sono momenti in cui si combatte: una volta selezionata l’iconcina blu con le due spade, saremo catapultati nella quest. Ogni missione richiederà un livello specifico per essere completata (si potrà comunque accedere in ogni caso, a nostro rischio e pericolo) e ci ricompenserà con ricchi premi. Ci riferiamo nello specifico a materiali per upgrade, abilità, incantesimi, colpi speciali e le cosidette Bond Memories, delle carte che ci daranno dei bonus non indifferenti alle statistiche.

Bond Memories è probabilmente la feature che più abbiamo apprezzato di Infinity Strash: Dragon Quest The Adventure of Dai che, nonostante i limiti tecnici, riesce a donare un lieve retrogusto strategico. Le carte possono essere ottenute nel corso dell’avventura oppure all’interno del Temple of Recollection, un tempio misterioso inventato appositamente per il videogioco (ma lo vedremo a breve). Ogni carta, suddivisa per rarità, offre dunque dei vantaggi specifici per un determinato personaggio o upgrade delle statistiche, presentando tuttavia dei punti di debolezza. In ogni caso starà a noi cercare l’equipaggiamento migliore e creare dei deck di tutto rispetto (che potranno anche essere salvati nei preferiti e richiamati al momento giusto).

Poco fa, vi abbiamo accennato a dei “limiti tecnici” che secondo un nostro modestissimo parere, non dovrebbero sussistere nel 2023 con una generazione di console che fa davvero scintille. Non fraintendete, questo non vuol dire che Infinity Strash: Dragon Quest The Adventure of Dai sia un titolo ingiocabile, solo che non riesce a esprimere a pieno il suo reale potenziale.

Infinity Strash: Dragon Quest The Adventure of Dai ha delle ingegnose trovate ludiche

Parliamo dunque del gameplay e del combat system: Dai e compagni potranno spostarsi liberamente in un’area contenuta e azzuffarsi con i cattivoni con dei semplici attacchi, che tuttavia possono essere caricati. Inoltre potremo anche scagliare 3 colpi speciali combinati con la magia, settabili prima dell’inizio di ogni battaglia.

Ovviamente non mancherà il tasto per la parata (per ridurre il danno) e quello della schivata, utilissimo soprattutto nelle boss battle. Durante le nostre combo, potremo accumulare anche 3 livelli per sferrare un attacco finale devastante e riempire un indicatore per accrescere momentaneamente le skill: Dai tirerà fuori il suo potere di Cavaliere del Drago.

Il tutto è molto intuitivo e presto si riuscirà a padroneggiare perfettamente gli allievi del Maestro Avan. Quello che non ci ha convinto risiede nella sua struttura. Il gameplay è troppo rigido, schematico e con Boss Battle che richiamano la formula di due generazioni fa. Spieghiamoci meglio: se decidessimo di scontrarci con un boss di due livelli superiori al nostro, difficilmente avremo delle chance di buttarlo al tappeto. È proprio il gameplay così rigido che non ce lo permette: a volte il gioco non legge bene le schivate o le parate, inficiando l’abilità del giocatore.

Questo vuol dire che dovremo, per forza di cose, ripetere più volte le missioni libere per livellare il nostro team. E farlo risulta frustrante, noioso e fin troppo ripetitivo, considerando inoltre la pochissima varietà di avversari che incontreremo nelle macroaree. Senza contare che di ruolistico c’è davvero poco. A parte il livellamento, le skill e le statistiche, nulla lascia pensare a un autentico gioco di ruolo d’azione. Non potremo nemmeno gestire un inventario degli oggetti, delle cure e altri rimedi: tutto è impostato di default dal gioco.

Il vero problema di Infinity Strash: Dragon Quest The Adventure of Dai è che non è un autentico Dragon Quest, e nemmeno un attraente spin-off, ma un semplice tie-in d’azione con uno sviluppo fin troppo frettoloso. Ed è un peccato perché la base c’è: un videogioco che poteva e doveva fare molto di più.

A un certo punto della nostra avventura, come vi avevamo accennato, otterremo l’accesso al “Temple of Recollection”, una modalità che viaggia su un binario alternativo che ci consentirà di ottenere nuove carte (con possibilità di upgrade) e potenziare i nostri incantesimi.

La modalità inizia con l’apertura di un gate, un portale che ci farà finire in un’area intrisa di cattivoni che abbiamo incontrato durante le nostre scorribande. Ripulita l’area verremo messi dinnanzi a due porte con impressi diversi simboli: attacco, difesa, magia e skills/spell. Ogni arena superata ci ricompenserà con oggetti e con dei potenziamenti momentanei in base alla scelta.

Infinity Strash: Dragon Quest The Adventure of Dai non riesce a esprimere a pieno il suo reale potenziale

A conti fatti, si tratta di una serie di arene di combattimento divise in più piani in cui l’abilità dell’avversario crescerà di conseguenza. Come per le missioni libere, potremo creare il nostro gruppo fino a 4 personaggi con la possibilità di switcharli in ogni momento. L’aspetto ostico della modalità risiede nel game over: qualora facessimo una scelta sbagliata o un piccolo passo falso, perderemo tutto il bottino e dovremo ricominciare dall’inizio, compreso il livellamento del personaggio. Questa modalità è fondamentale per l’avanzamento della storia per via dell’acquisizione di nuove carte da combinare, ma soprattutto per aumentare il livello delle abilità.

La sfida è sempre crescente e avanzare è abbastanza appagante: ma anche qui, la ripetitività potrebbe stancare i giocatori meno devoti alla causa. Per fortuna gli sviluppatori hanno ben pensato a un livello di difficoltà della storia più accessibile, adatto a chi vuole concludere la storia il più velocemente possibile.

I protagonisti di Infinity Strash: Dragon Quest The Adventure of Dai ritrovano i doppiatori originali giapponesi (si può optare anche per i dialoghi in inglese) e alcune delle musiche iconiche dell’anime. Tuttavia i testi a schermo non sono localizzati in italiano, una nota dolente per coloro che volevano goderselo nel nostro idioma.

A livello visivo, nonostante una buona pulizia delle texture su PS5, non ci è sembrato così moderno, con animazioni più in linea con le vecchie generazioni di console. Anche gli elementi a schermo non sono moltissimi, fermo restando che il frame rate ci è sembrato piuttosto solido.

Conclusioni

Infinity Strash: Dragon Quest The Adventure of Dai trasporta l’anime reboot del 2020 in formato videoludico con una formula da Action RPG che purtroppo non riesce ad appagare a pieno. Considerando il nome altisonante, e una trama originale già pronta per un perfetto esponente ruolistico, il lavoro svolto in questa occasione non ci è sembrato così brillante, considerando che copre solo la metà degli eventi.

Tuttavia ha delle ingegnose trovate ludiche, in particolar modo il Bond Memories che ci mette sul piatto un gustoso sapore strategico. Si tratta di un prodotto che potrebbe deliziare i fan storici, a patto di scendere a patti con un impianto ludico poco moderno e una palese ripetitività generale.

Infinity Strash: Dragon Quest The Adventure of Dai è disponibile solo in digitale. Tuttavia da GameStop potrete trovare le ricariche del portafoglio digitale della vostra console.

Good

  • Fedele e con tanti riferimenti all'opera originale
  • Il sistema Bond Memories dona una buona dose strategica
  • Combat System facile da apprendere...

Bad

  • ... ma non sempre all'altezza
  • Quest spoglie e prive di vero mordente
  • Non è il Dragon Quest che potremmo aspettarci
  • Dove è finita la seconda parte dell'anime?
6

Discreto

Da quando ha viaggiato nel tempo a bordo della Time Machine DeLorean DMC-12 la sua vita è cambiata radicalmente. Amante dei viaggi del tempo, predilige le console dai tempi del NES.

Lost Password