Final Fantasy Type-0 – Anteprima

Final Fantasy Type-0 – Anteprima

La Fabula Nova Crystallis rappresenta per Square Enix un progetto arduo e molto lungo nel quale è stato creato un universo complesso con un background narrativo unico e ben articolato. Tra alti e bassi, grazie alla caratterizzazione dettagliata di una “Fabula” comune per numerosi episodi della serie, è stato relativamente semplice far poggiare gli ultimi capitoli di Final Fantasy su un contesto coerente capace di far emergere, di volta in volta, la storia principale.

Questa volta tocca a Final Fantasy Type-0 che si scosta dalle avventure di Lightning e compagni per presentare una storia e dei personaggi completamente nuovi nel panorama europeo. Nonostante la mitologia sia quantomeno comune ai “cugini” Final Fantasy XIII, Final Fantasy XIII-2 e Lightning Returns, fin dai primi minuti introduttivi abbiamo constatato le profonde differenze che rendono Type-0 un titolo originale e marcatamente separato dagli altri episodi della Fabula.

Type-0 è già uscito su PSP in Giappone nel lontano 2011, ma ciò che stiamo per descrivere è la sua trasposizione in alta definizione, pronta per approdare in occidente su PlayStation 4 ed Xbox One il prossimo 20 marzo 2015.

La nostra redazione si è recata a Milano per usufruire della possibilità di provare in anteprima questo nuovo titolo Square Enix ed ha potuto giocarci per un numero sufficiente di ore tali da farci comprendere una piccola parte delle tante possibilità offerte dalla conversione HD.

Final Fantasy Type-0 Ace

Innanzitutto, per comprendere bene Type-0 bisogna capirne il setting narrativo che a volte ci ha vagamente ricordato in modo nostalgico i vecchi tempi di Final Fantasy 8. Il primo filmato introduttivo ci cala nel continente di Oriens e ci spiega come l’equilibrio politico del mondo sia basato sull’egemonia dei Cristalli, oggetti dalle proprietà mistiche, nonché tema ricorrente di molte produzioni della saga. Le fazioni sono quattro: Rubrum col potere sul cristallo Suzaku che dona loro l’accesso alla magia; Milites, invece, ha il controllo del cristallo Byakko il quale possiede il potere delle armi; Lorica detiene il cristallo Genbu che offre loro protezione illimitata; Concordia, infine, è la nazione che possiede il cristallo Soryu che controlla la forza dei Draghi. Tutte e quattro le nazioni hanno costruito la loro fortuna sull’uso dei cristalli ed attraverso la ricerca hanno sempre cercato di scoprirne il potere. Tuttavia, la pace e la prosperità delle grandi potenze vengono a mancare nel momento in cui Milites decide di invadere Rubrum e Concordia al fine di sottometterle, invocando così l’antica profezia che annunciava l’avvento del salvatore, Agito, un essere in grado di redimere Oriens dopo la grande calamità chiamata Finis.

Fin dai primi minuti introduttivi abbiamo constatato le profonde differenze che rendono Type-0 un titolo originale e marcatamente separato dagli altri episodi della Fabula.

Type-0, perciò, inizia nel pieno dell’azione e noi siamo stati chiamati a vestire i panni dei membri della Classe Zero, la classe d’elitè dell’Akademia di Rubrum, quest’ultima una sorta di ministero preposto allo studio del potere del cristallo Suzaku: l’Akademia è in fiamme, alcuni compagni sono morti e Milites ha mandato i suoi l’Cie – in questo caso, i l’Cie sono molto longevi e vengono marchiati dai cristalli, diversamente da come accadeva in FFXIII – a falciare ogni nemico. Dopo un lunghissimo filmato iniziale, finalmente i comandi ci consentono di prendere possesso del protagonista indiscusso, Ace. L’attore principale di Final Fantasy Type-0 si presenta a noi col pedigree classico degli eroi di Final Fantasy: capelli alla harajuku fashion, atteggiamento sprezzante del pericolo ed una innata dote carismatica. Però non v’aspettate che brandisca spade gigantesche o guanti borchiati alla Zell, poiché le armi di Ace saranno nientedimeno che delle “temibili” carte magiche. Ebbene, il personaggio potrà evocare delle carte speciali per attaccare a distanza i nemici, ma non abbiate paura poiché Ace può essere davvero temibile in combattimento, malgrado l’impatto iniziale col suo armamento. Se avete problemi con questo aspetto, prendetevela con Yusuke Naora, art director di Square Enix per questo progetto.

Ad ogni modo, Ace non è il solo a liberare l’Akademia, poiché con noi nel party erano presenti altri due personaggi, ognuno con una sua classe specifica legata ai soliti archetipi di combattimento: in questo caso avevamo Nine, il nostro preferito con una specializzazione da ‘Dragoon’ – per fare un paragone con i Jobs dei classici della serie – ed accanto a lui, l’altra nostra compagna era Queen, una ragazza dall’aspetto molto simile a Quistis, nonostante la sua arma fosse una velocissima spada.

Abbiamo notato come ogni tasto del pad fosse associato ad una specifica tecnica: attacco semplice, attacco speciale, attacco magico e schivata. Ne deriva che il sistema di combattimento esce fuori dagli schemi dei JRPG, optando per un approccio a metà tra l’hack n’slash ed il musou. Per certi versi, i duelli avranno più affinità con quelli di Lightning Returns che con quelli del resto della saga, ma non per questo sono poco divertenti o spiazzanti. Anzi, a nostro parere si son dimostrati parecchio frenetici ed impegnativi – specialmente a difficoltà elevate e ricordando che i livelli di difficoltà, all’inizio, son tre – anche se talvolta ci sono apparsi relativamente ripetitivi, specialmente con i nemici più deboli.  I cadaveri degli sconfitti ci lasceranno dell’energia e dei phantoma, che noi potremo collezionare per poter riprendere salute e preziosi MP persi sul campo di battaglia.

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Come in ogni gioco di ruolo che si rispetti, le varie tecniche possono essere modificate e potenziate spendendo degli appositi punti offerti dai vari level up di ogni singolo personaggio. Anche se converrebbe allenare tutta la Classe Zero, potrebbe capitarvi di avere differenze notevoli tra i vari compagni se non li allenerete tutti a dovere. Ciò vi porterà a passare tantissime ore tra missioni ed avventure nel mondo di Oriens, al fine di avere i party sempre pronti all’azione contro qualsiasi tipo di nemico.

È opportuno menzionare che anche l’equipaggiamento potrà essere modificato ed a seconda di quale personaggio userete maggiormente del party, al termine delle missioni riceverete armi o accessori specifici per il vostro preferito. Ad ogni nuova missione potremo scegliere il nostro trio tra i tantissimi compagni della Classe Zero, disponibili fin dalla seconda missione principale, ed è sempre necessario formare un gruppo equilibrato e pronto ad ogni evenienza, anche perché checkpoints e punti di salvataggio sono centellinati ed è meglio farsi trovare preparati.

Terminata la prima missione di cui non approfondiamo molto i dettagli per evitarvi spoilers, verremo trasportati nell’Akademia, un posto con un’architettura apprezzabilissima nonostante la planimetria molto complessa. Più volte vi sarà vitale l’uso della mappa per capire dove andare, poiché la nostra base sarà un dedalo intricato di decine di stanze alle quali accedere attraverso teletrasporti, scale, corridoi, etc.

Type-0, per un attimo, ci ha ricordato nostalgicamente i vecchi tempi di Squaresoft.

In un angolo dell’Akademia si trova la Classe Zero, la nostra “omonima” aula nella quale ci verranno comunicate le missioni principali. Non poche sono le analogie con Final Fantasy 8, arrivati a questo punto, tant’è che la seconda missione principale che ci è stata affidata prevedeva la liberazione di una città adiacente all’Akademia. Abbiamo subito pensato al ducato di Dollet, alla squadra SeeD ed a tutte quelle emozioni che un tempo, Final Fantasy, sapeva trasmetterci con facilità estrema. Per giungere alla cittadina vicina alla nostra base, userete una vecchia e cara conoscenza, la World Map: per i vari spostamenti non avrete più delle mappe statiche con delle tag da selezionare, ma userete l’avatar del vostro personaggio principale per camminare tra valli e monti al fine di giungere all’obiettivo. Nella World Map, naturalmente, potrete incontrare nemici che appariranno in modo randomizzato, ma sempre con un livello dettato dalla zona in cui vi troverete in quell’istante.

Infine, c’è ancora da sottolineare come la nostra vita nell’Akademia non sia solo missioni principali e dovere, ma anche socialità e missioni secondarie. Tra una missione principale e l’altra avremo a disposizione 12 ore – in game – di tempo libero nelle quali potremo girare liberamente per la struttura. Tra i corridoi e le aule, troveremo amici e conoscenti che ci chiederanno favori o semplicemente vorranno parlare con noi. Ogni azione “sociale” avrà un prezzo di ben 2 ore: che voi vogliate parlare con un personaggio con un punto interrogativo sulla testa o vogliate accettare una quest secondaria, cercate sempre di tenere un occhio all’orologio, poiché il tempo sarà la vostra nemesi. Però, lungi dall’essere una caratteristica ansiogena come quella di Lightning Returns: se è vero che ad ogni azione “secondaria” corrisponderà un prezzo, non sprecherete tempo nel vagare ed esplorare gli ambienti spaziosi.

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Traendo le somme, è vero che Final Fantasy Type-0 fa parte della Fabula Nova Crystallis, ma mescola anche altri elementi comuni ai vecchi classici, sempre mantenendo una propria identità originale. Da quanto ci è apparso, è chiaro che il mix ci sia risultato interessante ed è stato oltremodo capace, in poche ore, di trasmetterci emozioni con chiare strizzate d’occhio ai precedenti capitoli, senza che queste siano comunque ingombranti o ridondanti.

L’aspetto grafico, però, non ci ha colpito tanto quanto il gameplay, poiché da una conversione HD ci saremmo aspettati molto di più. C’è da dire che la build da noi provata non è assolutamente quella finale e che c’è ancora tanto lavoro da fare, ma per ora il dettaglio delle texture e la caratterizzazione degli ambienti secondari sono a livello old-gen. Il lavoro per la conversione da PSP è palese, ma da un porting su PS4 i giocatori pretenderanno sicuramente qualcosa di più sofisticato. I due livelli delle missioni principali ci sono apparsi un pochino spogli, con ambienti a tratti ripetitivi, ma confidiamo in Square Enix e nella capacità di rivedere il prodotto finale che giungerà sugli scaffali il prossimo marzo. Ottime e senza sbavature, invece, sono le musiche – aspetto importantissimo per un Final Fantasy – saggiamente orchestrate da Takeharu Ishimoto, già noto per aver collaborato su progetti importanti come Final Fantasy X, Kingdom Hearts II e Dissidia 012 Final Fantasy.

In definitiva, Final Fantasy Type-0 ci è piaciuto parecchio, a prescindere dai difetti di un codice ancora da rifinire. Senza fare paragoni azzardati con gli altri capitoli della saga, possiamo ammettere che un Final Fantasy così non lo vedevamo da un po’: questo Type-0 ha tutte le “carte” per stupire e non ci resta che attendere il prossimo anno per spendere dalle 30 alle 40 ore per la storia principale e ben 100 per completare al 100% la prossima fantasia finale tra cristalli e magia.

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Amo i videogiochi sin da quando ho messo le mani sul mio primo Commodore 64 nel lontano 1992. Ora cerco di coltivare la mia passione videoludica in ogni momento libero della giornata. Il mio genere preferito? JRPG per tutta la vita.

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