Pokkén Tournament DX – Recensione

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Pokébotte da orbi

Pokkén Tournament DX
Pokkén Tournament DX

Pokkén Tournament DX su Nintendo Switch presenta tutti i contenuti di Pokkén Tournament per Wii U e sala giochi, offrendo diverse nuove funzioni per un'esperienza di lotta più entusiasmante che mai.

Data di Uscita:Genere:PEGI:Sviluppatore:, Editore:Versione Testata:

Il combattimento fra Pocket Monsters è probabilmente una delle caratteristiche più affascinanti di tutto il brand creato da Satoshi Tajiri e la sua Game Freak da vent’anni a questa parte. Lo scontro tra Pokémon ha convinto, attratto e ammaliato milioni di giocatori in tutto il mondo che, per inseguire il sogno di diventare “il miglior allenatore”, sono passati, generazione dopo generazione, attraverso console fisse e portatili fino ad arrivare anche ai moderni smartphones con installata l’ultima versione di Pokémon Go.

Oltre ad essere un pilastro delle versioni per Game Boy ed i suoi figli più moderni, la lotta fra Pokémon si è trasformata negli anni passando attraverso diversi dispositivi: i più maturi fra noi giocatori non faticheranno a ricordare Pokémon Stadium per Nintendo 64, uno dei primissimi tentativi di tramutare il classico scontro a turni in qualcosa di più dinamico ed incisivo (e dotato di una grafica migliore). Ma un grosso passo avanti è stato fatto a luglio del 2015, quando Bandai Namco ha rilasciato sui cabinati arcade giapponesi la primissima versione di Pokkén Tournament, un titolo ambizioso che voleva unire le meccaniche di un picchiaduro come Tekken e la libertà di Soul Calibur all’incredibile popolarità dei Pokémon. Voluto fortemente dal CEO di The Pokémon Company Tsunekazu Ishihara e dal producer di Tekken Katsuhiro Harada, Pokkén Tournament è approdato su Wii U a marzo del 2016, e dopo poco più di un anno dal suo originale debutto su console, il titolo ritorna con una versione Deluxe (DX) per Nintendo Switch.

Pokkén Tournament

Pokkén Tournament DX è in tutto e per tutto l’evoluzione della versione per Wii U, e riprende in toto le meccaniche di quella edizione ampliandole e adattandole alle capacità della nuova ammiraglia Nintendo. Il titolo di Bandai Namco è un picchiaduro atipico, divertente e frenetico, reso ancor più interessante dalla elevata portabilità offerta da Switch. La premessa è molto semplice: siamo nuovamente chiamati a vestire i panni di un allenatore di Pokémon in erba, questa volta nella inedita regione di Ferrum. Il nostro obiettivo è quello di diventare (ovviamente) campioni della Lega, affrontando l’élite dei migliori allenatori, scontro dopo scontro. Il nostro affezionato Pocket Monster sarà sempre con noi e risponderà ai nostri comandi grazie al Lottapiù, uno strumento simile ad un auricolare che “connette” quasi telepaticamente l’allenatore con il suo fidato partner di lotta.

Questo artifizio narrativo spiega ovviamente come sia possibile “manovrare” il nostro Pokémon all’interno dell’area di battaglia, che è quasi sempre rappresentata come un’arena circolare di diverse dimensioni. Una volta che avremo preso confidenza con il tutorial e con la nostra assistente, la bella Nia, saremo pronti per iniziare una vera e propria battaglia. In Pokkén Tournament DX potremo cimentarci in una modalità a giocatore singolo, che ci metterà di fronte alle varie leghe della regione di Ferrum, oppure dedicarci al multigiocatore online e locale. È anche presente una zona “bonus” dove fare incontri giornalieri per ottenere ricompense esclusive sotto forma di oggetti cosmetici per il nostro allenatore.

Pokkén Tournament DX è un picchiaduro atipico, divertente e frenetico

Già alla prima battaglia però, ci si accorge immediatamente di quanto Pokkén Tournament DX sia un un picchiaduro con “due anime”. Il cuore del gameplay è incentrato sulla transizione e l’alternanza fra due fasi, quella panoramica e quella dedicata al duello vero e proprio. All’inizio dello scontro partiremo dalla prima delle due, avendo infatti a disposizione una grossa area tridimensionale nella quale muoverci ed attaccare. Il nostro move set disponibile nella fase panoramica ricorderà quello di un qualsiasi altro picchiaduro in 3D, reso ancor più semplice dall’incredibile interfaccia user-friendly progettata da Bandai Namco. Un colpo particolarmente potente o un particolare attacco a proiettile ci catapulterà invece nella fase di duello, un’interfaccia bidimensionale più vicina ad un Tekken o ad uno Street Fighter. Durante il duello, tutto il set di mosse a nostra disposizione cambierà, così come le dinamiche stesse dello scontro, che si focalizzerà sui danni ravvicinati e sulle combo. Questo repentino cambiamento può disorientare i giocatori meno esperti, che potrebbero avere più di qualche difficoltà nell’adattarsi a questi controlli dinamici.

Tutte e due le fasi hanno le loro fondamenta nel triangolo delle mosse, una meccanica di gioco molto conosciuta e rodata (attacco batte presa – presa batte contrattacco – contrattacco batte attacco) che funziona benissimo anche nel mondo dei Pokémon. Questo sistema, oltre che a porre le basi per una maggiore profondità, ci permette di giocare con attacchi semplici per contrastare prese, prese per abbattere la guardia attiva e contrattacchi per abbattere le prese; tutto questo insieme a frenetiche combo eseguibili abbastanza facilmente. Inoltre, una volta preso confidenza con il meccanismo a triangolo potremo concatenare attacchi e contrattacchi ed impedire, ad esempio, all’avversario di guarire dai danni ricevuti. C’è da dire che Pokkén Tournament DX rende difficoltoso abbandonare il button-mashing tipico dei giocatori alle prime armi a causa del cambio repentino dei controlli durante le fasi. La sorprendente profondità di gioco ci ha colpito, ma va a scapito di una curva di apprendimento un po’ ostica, perché imparare a gestire l’alternanza fra Duello e Panoramica richiede davvero un bel po’ di dedizione e pazienza da parte del giocatore.

Pokkén Tournament

Come in ogni picchiaduro che si rispetti, è presente un indicatore che si riempirà ad ogni colpo inferto. Nel caso di Pokkén Tournament, quella barra si chiama Ultra Risonanza, e risentirà sia dei colpi inferti sia del tifo sfrenato che la bella Nia farà durante il nostro combattimento. Una volta caricato questo indicatore potremo trasformare il nostro Pokémon nella versione megaevoluta di sé stesso (o una versione con abilità migliorate per i Pokémon senza megaevoluzione). In questo stato la nostra salute si rigenera facilmente, possiamo assorbire alcuni tipi di danni (come quelli provenienti da attacchi a proiettili), ma soprattutto siamo in grado di scatenare tutta la potenza del nostro Pocket Monster grazie ad una “mossa finale” attivabile premendo semplicemente L ed R. Tenete ben presente che questo tipo di attacco va quasi sempre a segno, e permette letteralmente di devastare l’indicatore di salute dell’avversario. Una buona padronanza dell’Ultra Risonanza vi permetterà di dominare i match, ed è spesso determinante per l’esito finale degli scontri più concitati.

Ad aggiungere ulteriore profondità all’esperienza di gioco ci pensano i Pokémon di Supporto, una coppia di mostri tascabili selezionabili pre incontro che andranno ad influenzare il nostro match in maniera piuttosto incisiva. Per avvalerci di questi preziosi alleati dovremo riempire un altro indicatore situato sopra quello dell’Ultra Risonanza, dopodiché potremo chiamare ad agire i nostri mostriciattoli  semplicemente premendo il tasto L. Ogni Pokémon di Supporto è dotato di abilità diverse che influiscono più o meno pesantemente sull’esito dello scontro: alcuni ci conferiranno abilità passive come la cura, l’aumento di velocità o di resistenza, mentre altri avranno un ruolo più attivo, attaccando direttamente l’avversario, infliggendogli dei debuff o circondando il nostro Pokémon con uno scudo di energia. A contribuire al riempimento della barra ci penserà nuovamente Nia, che può addirittura farci iniziare uno scontro con l’indicatore di supporto già carico.

Pokkén Tournament DX uno dei migliori fighting game disponibili al momento per Nintendo Switch

La nota dolente di questa produzione è purtroppo la campagna principale, che fallisce nel catturare l’interesse da parte del giocatore. In Pokkén Tournament DX seguiremo la storia del nostro giovane campione in erba, intento a scalare le posizioni in classifica nella prestigiosa Lega di Ferrum. Tuttavia il palesarsi di una giovane donna assieme ad un potentissimo MewTwo Nero complica le cose, costringendo il nostro protagonista a fare i conti con il misterioso Pokémon e la sua imperscrutabile allenatrice.

La trama in sé non è fra le più riuscite del brand, e giocandola si ha una strana sensazione di deja-vù, complice anche la prevedibilità della sceneggiatura. In concreto tuttavia la campagna principale si esaurisce in una serie di battaglie in ripetizioni da cinque, grazie alle quali scaleremo la classifica di ben quattro leghe (rossa, blu, verde e croma). Alla fine di ogni “scalata” affronteremo quello che è l’equivalente di un capopalestra nei giochi di ruolo, che se sconfitto ci permetterà di accedere alla lega successiva. Il problema principale rimane comunque la ripetitività dei match: per arrivare alla prima posizione in una lega composta da 60 allenatori, dovremo disputare diversi incontri in blocchi da cinque: insomma dovremo semplicemente lottare, in continuazione, e dopo un po’ gli incontri inizieranno a sembrarci tutti uguali, complice anche un’IA non proprio delle più brillanti.

Tutta un’altra musica è invece la componente multigiocatore. Pokkén Tournament DX dà la possibilità a due amici di disputare un incontro in locale, utilizzando i due Joy-Con della console, o al singolo giocatore di trovare un avversario online. Combattere contro avversari “umani” è sicuramente più divertente e fa brillare ancora di più il comparto tecnico del gioco, che si sposa perfettamente con lo scontro competitivo. Probabilmente Pokkén non diventerà il prossimo eSport da milioni di giocatori, ma ha comunque tutte le carte in regola per tentare di ritagliarsi la sua fetta di appassionati nel panorama competitivo mondiale. Il netcode ci è sembrato pulito e affidabile, e tutti i combattimenti si sono svolti senza particolari intoppi ed in assenza di LAG.

Inoltre, fra le varie modalità classiche proposte nel multiplayer spicca sicuramente Lotta a Squadre, che consiste nel scegliere ben tre pokémon per gettarsi in un frenetico scontro cercando di mandare al tappeto la squadra del nostro avversario prima che lui faccia lo stesso con i nostri. Ricorda vagamente le modalità frenetiche dei vecchi Marvel vs. Capcom, anche se alla lontana. Inutile invece sottolineare quanto la portabilità offerta da Nintendo Switch aumenti in maniera vertiginosa l’attrattiva per il titolo Bandai Namco: la possibilità di giocare in giro e di sfidare gli amici anche al parco o per strada ad un picchiaduro profondo e divertente come Pokkén è sicuramente un punto a favore per questa versione del gioco.

Conclusioni

Con Pokkén Tournament DX, Bandai Namco ha fatto un passo in avanti rispetto alla versione per Wii U. Ci troviamo di fronte ad un picchiaduro completo, accessibile ma profondo, in grado di far felici i giocatori di tutte le età, ancor di più se amanti del brand creato da Game Freak. Un roster variegato ed un gameplay divertente ed imprevedibile sono entrambi fattori che contribuiscono a rendere il Pokkén Tournament DX uno dei migliori fighting game disponibili al momento per Nintendo Switch.

Peccato per la campagna principale decisamente sottotono, che se curata un po’ di più avrebbe sicuramente trasformato il titolo di Bandai Namco in un vero e proprio piccolo capolavoro. Tuttavia se siete alla ricerca di un gioco in grado di intrattenervi durante le serate con amici o che vi dia stimoli competitivi, Pokkén Tournament DX è sicuramente la scelta giusta.


Good

  • Roster ampio e variegato
  • Le meccaniche di fase sono divertenti
  • Tanta profondità nel gameplay...

Bad

  • ...Che può essere molto ostica da padroneggiare
  • Campagna poco memorabile
8

Imperdibile

Nato nel medioevo videoludico, i fantastici anni ’80, Amedeo è cresciuto con i grandi classici del gaming, passando per tutte le console sulle quali riuscisse a mettere le mani. Appassionato fino alla morte di Star Wars e The Witcher, vive fra mondi fatti di LEGO e GDR cartacei. Nel tempo libero gli piace dare legnate in palestra e leggere libri.

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