Dishonored: la Morte dell’Esterno – Recensione

Dishonored 2

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Andiamo ad uccidere un dio.

Dishonored 2
Dishonored: la Morte dell’Esterno – Recensione
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Il complesso arco narrativo di Dishonored ha certamente lasciato un segno nella storia videoludica di qualunque giocatore che si rispetti. Le vicende mostrate, che coinvolgono Corvo Attano prima ed Emily Kaldwin dopo, hanno saputo coinvolgere ed affascinare le masse, complice un’ambientazione davvero ben realizzata ed iconica. Ed è proprio nei margini di questo complesso lore che si cela l’Esterno, la misteriosa divinità che agisce nell’ombra, manipolando gli eventi dietro una cortina impalpabile fatta di oscurità e sovrannaturale. Questo imperscrutabile essere è probabilmente l’elemento più importante dell’intera storia: è lui che conferisce il marchio (ed i poteri) a Daud, il Pugnale di Dunwall, contribuendo all’omicidio dell’Imperatrice. Ed è ancora lui che che fa lo stesso con Corvo Attano, alimentando esponenzialmente la sua sete di vendetta. Ed è proprio Daud a voler creare il contratto definitivo, quello che metterà fine a millenni di macchinazioni e complotti: uccidere l’Esterno. L’ambiziosa impresa sembra totalmente impossibile, quasi ridicola. Eppure, come scopriremo nella manciata di ore di gioco di questo contenuto scaricabile, un modo per porre fine all’esistenza di questa sinistra divinità esiste, e sarà proprio Billie Lurk, pupilla di Daud e protagonista del titolo, a scoprirlo.

Prima di iniziare vogliamo precisare che Dishonored: la Morte dell’Esterno racconta una storia inedita, ambientata dopo gli eventi narrati in Dishonored 2. Non richiede l’acquisto del gioco principale ed è pertanto da considerarsi come uno spin off stand alone del franchise principale a tutti gli effetti.

Dishonored 2

Amalgamare poteri ed equipaggiamento è essenziale per la riuscita delle nostre missioni.

L’inedita storia che Arkane Studios ci ha sottoposto con questo singolare spin-off è intrigante e coinvolgente. Chi l’ha resa tale però non è un’intricata sceneggiatura, bensì un gruppo di personaggi curati e carismatici, a partire dalla sua protagonista, la letale Billie Lurk. Quest’ultima non è un volto totalmente sconosciuto agli appassionati della serie: è stata allieva del Pugnale di Dunwall, che vede come una figura quasi paterna e ha contribuito (anche se marginalmente) allo svolgimento delle vicende di Dishonored e Dishonored 2. Ora ricercata dalle autorità, l’elusiva Billie è tornata a Karnaca per cercare il suo mentore: Daud è infatti scomparso da molto tempo, ma le voci sul ritorno del Pugnale di Dunwall nei vicoli malfamati della città sono sempre più forti e sempre più credibili. Una volta ritrovato il suo perduto padre putativo, Billie viene a scoprire il piano di Daud che consiste nel voler uccidere “il bastardo dagli occhi neri”, l’origine di tutti i mali che hanno colpito il regno: la divinità nota come l’Esterno.

Il fulcro di tutta la vicenda è proprio lui, l’elusivo essere che vive nell’Oblio e che ha influenzato così tanti destini nel corso della sua vita millenaria. Mai un altro episodio di Dishonored aveva approfondito così tanto il personaggio dell’Esterno, caratterizzandolo ben oltre l’aura di mistero con la quale siamo abituati a vederlo. Il rapporto conflittuale di Billie con questa divinità e con lo stesso Daud è il centro narrativo dell’intera avventura, ed è supportato da una sceneggiatura davvero valida. Affrontare il sinistro figuro richiederà circa otto ore di gioco, che andranno a suddividersi  in cinque diverse missioni. Ognuna di esse porterà con sé una quantità variabile di contratti opzionali che potremo decidere di portare a termine o meno, a seconda del nostro stile di gioco. Arkane ha quindi confezionato un’esperienza stealth completa, nel puro stile di Dishonored, offrendo tutto quello che ha reso la serie memorabile ed apprezzabile in una versione più breve ma non per questo meno godibile.

Questo singolare spin-off è intrigante e coinvolgente

La Karnaca di Billie e Daud è viva ed interessante. I suoi vicoli sono popolati dai ratti, dal disagio sociale e da culti di fanatici pronti a tutto pur di servire la loro oscena divinità. Locali malfamati, guardie violente e visibile povertà fungono da sfondo alla storia, immergendo il giocatore in un’atmosfera cupa ma allo stesso tempo incredibilmente affascinante. Per esplorare meglio questa affascinante città, Arkane ha rimosso il livello di Caos dal gioco. Questa caratteristica di gameplay così prominente in Dishonored 2 è stata eliminata per favorire l’esperienza semi-sandbox che la morte dell’Esterno può offrire al giocatore. Nonostante rimanga quindi la possibilità di affrontare l’intero gioco senza uccidere nessuno, non ci sarà nessuna ripercussione nel finale per chi decidesse di fare scorrere fiumi di sangue per le strade di Karnaca. La fine del gioco verrà invece influenzata sostanzialmente da una sola (ed importantissima) scelta da compiere.

Un’altra differenza sostanziale rispetto al secondo capitolo della saga è proprio l’insieme delle capacità sovrannaturali (ed il loro relativo utilizzo) possedute da Billie Lurk. Al contrario di quanto è avvenuto per tutti gli altri protagonisti di Dishonored, Billie non è stata marchiata dall’Esterno. I suoi poteri hanno un’altra origine, e sono leggermente diversi da quanto siamo stati abituati a vedere. La prima novità consiste proprio in un nuovo potere, “Somiglianza”, che ci permetterà di strappare la faccia ad un nemico e di “indossarla” successivamente per un breve periodo di tempo, quest’ultimo determinato dal consumo dell’indicatore dedicato. Gli utilizzi possibili di questa capacità sono molteplici e divertenti; potremo infiltrarci fra guardie o cultisti, oppure entrare in un luogo apparentemente inaccessibile praticamente indisturbati. Oltretutto la nostra riserva magica da consumare per attivare questi poteri si ricaricherà automaticamente grazie ad un breve cooldown, rendendo il gameplay più dinamico ed immediato rispetto all’uso delle fiale di ristoro dei precedenti capitoli.

Dishonored la morte dell'esterno

Alcune aree di gioco sono molto complesse ed affascinanti.

Gli altri due poteri, “Dislocazione” e “Preveggenza”, hanno subito un lieve ma interessante “revamp”. Il primo, ben noto agli amanti della serie, ci permetterà di teletrasportare la nostra protagonista entro una breve distanza. Premendo velocemente il pulsante dedicato, Billie si muoverà di una decina di metri verso l’obiettivo indicato. Oppure, tenendo premuto, potremo preventivamente piazzare un’indicatore di dislocazione che avrà le sembianze della nostra bella assassina per utilizzarlo in seguito. Anche qui, gli usi sono molteplici: possiamo utilizzare l’indicatore già posizionate per una ritirata rapida, un omicidio dall’alto o per sparire velocemente dalla vista di un nemico. Probabilmente questa versione di Dislocazione è la migliore mai implementata in un capitolo di Dishonored, essendo più versatile, creativa ed utile. Preveggenza invece è molto più simile a quella originale, e ci permetterà di “uscire” dal nostro corpo per esplorare l’ambiente mentre il tempo attorno a noi risulterà bloccato. Non ci sono sostanziali differenze con la versione “classica” del potere, tranne la possibilità di posizionare un indicatore di dislocazione mentre svolazzeremo in forma eterea nella mappa di gioco. Questa capacità aggiunge un pizzico di strategia alle nostre tattiche, permettendoci di pianificare meglio le nostre azioni. Questi tre poteri, sebbene inferiori di numero a quelli visti negli altri capitoli, sono di per sé sufficienti a garantire un buon livello di combinazioni possibili a seconda del nostro stile di gioco.

Dal punto di vista del gameplay, poco è stato fatto per migliorare quanto già visto in Dishonored 2. Le meccaniche di gioco sono sostanzialmente le stesse, solamente riadattate per l’avventura di Billie. Interessanti i contratti, reperibili al mercato nero e totalmente opzionali, che ci daranno compiti da portare a termine, i quali spaziano dal ritrovare persone scomparse fino al rapimento e all’omicidio di determinati bersagli. I contratti sono una delle principali fonti di denaro, con le quali poter comprare amuleti d’osso e potenziamenti vari nei negozi dei peggiori vicoli di Cyria Alta. Tenete a mente che non esiste un albero di abilità da potenziare in questa espansione, e l’unico modo per rafforzare la nostra Billie è proprio quello di equipaggiare più amuleti d’osso (che danno abilità passive) possibili o di potenziare il suo equipaggiamento al mercato nero. Ottima anche la longevità del titolo, che oltre alle otto ore circa necessarie al completamento della storia (ma un esperto potrebbe impiegarne tranquillamente la metà), aggiunge l’interessante Nuova Partita +. Questa modalità ci permetterà di ricominciare utilizzando anche i poteri più “familiari” già visti ed apprezzati in Dishonored 2. Insomma, la morte dell’Esterno dà al giocatore parecchia roba da fare, tenendolo impegnato in un universo molto ispirato per diverse ore.

Arkane ha confezionato un’esperienza stealth completa, nel puro stile di Dishonored

Pur non arrivando agli irraggiungibili livelli del secondo capitolo della serie, il level design stupisce ancora, con viste mozzafiato e intricatissime mansioni ricche di segreti da esplorare. Lo studio di Lione è oramai un maestro nell’inserire segreti, piccoli o grandi che siano, all’interno dei suoi dettagliatissimi ambienti di gioco. E la morte dell’Esterno non fa eccezione, con livelli forse più ristretti ma sicuramente dettagliati e curati esattamente come quelli visti in Dishonored 2.  Se i capitoli precedenti del brand vi hanno appassionato, la morte dell’Esterno non sarà da meno, invitandovi ad esplorare ogni anfratto, ogni appartamento e ogni negozio di Karnaca alla ricerca di preziosi dettagli o di documenti che arricchiscono il lore. Insomma i contenuti non mancano sicuramente, e nonostante non sia un vero e proprio capitolo principale, la morte dell’Esterno non fa rimpiangere Corvo Attano ed Emily Kaldwin, proponendo una formula basata sul “more of the same” vincente sotto tutti i punti di vista. Arkane ha creato nuovamente qualcosa di unico e qualitativamente eccelso in un brand che è diventato in poco tempo uno dei più amati dagli appassionati del genere.

La colonna sonora ricorda ovviamente quella già sentita in Dishonored 2 con alcune variazioni sui temi principali. Più in generale, il comparto audio è risultato all’altezza delle aspettative, pur senza avere un main theme davvero memorabile. Anche gli effetti sonori risultano particolarmente realistici e contribuiscono all’immersività del titolo. Per tutti i giocatori nostrani, ricordiamo che il la morte dell’Esterno è completamente localizzato in italiano, con un doppiaggio decisamente buono e performance ben caratterizzate.

Conclusioni

La storia di Dishonored si conclude con questo capitolo, ma con tutta certezza non si tratterà di un addio definitivo al brand. Arkane Studios ha voluto chiudere un’era, quella di Corvo, di Emily, di Daud e da oggi anche di Billie. Con la morte dell’Esterno finisce un periodo storico particolarmente amato dai videogiocatori, che lasciano l’universo di Dishonored dopo un profondo cambiamento. Questo “spin-off” merita di essere giocato esattamente come lo merita uno dei capitoli principali della saga, ed offre una degna conclusione a quella che è stata una vicenda nata dalla vendetta e conclusasi con un sofferto percorso di redenzione.

È quindi impossibile non consigliare la morte dell’Esterno a tutti gli amanti di Dishonored, ma non solo. Gli appassionati dei giochi stealth troveranno pane per i loro denti, mentre chiunque apprezzi i bei giochi troverà una piccola perla ad un prezzo contenuto. La storia di Billie e Daud merita di essere vissuta in prima persona, contratto dopo contratto, sotto tutti i punti di vista. Arrivederci Dishonored, attenderemo con pazienza il tuo ritorno.

Good

  • Un'esperienza più dinamica e godibile
  • Billie Lurk è un fantastico personaggio
  • Elevata libertà di gioco

Bad

  • Poche novità introdotte
8.5

Imperdibile

Nato nel medioevo videoludico, i fantastici anni ’80, Amedeo è cresciuto con i grandi classici del gaming, passando per tutte le console sulle quali riuscisse a mettere le mani. Appassionato fino alla morte di Star Wars e The Witcher, vive fra mondi fatti di LEGO e GDR cartacei. Nel tempo libero gli piace dare legnate in palestra e leggere libri.

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