Deathloop – Recensione

Acquista Ora

La giostra della morte

Deathloop
Deathloop – Recensione

Deathloop è un titolo d'azione in soggettiva che vede affrontarsi due letali assassini, Colt e Jules, in una lotta eterna sull’isola ghiacciata e senza legge di Blackreef: uno di loro vuole spezzare il ciclo eterno mentre l’altro intende mantenerlo.

Data di Uscita:Genere:PEGI:Sviluppatore:Editore:

Deathloop è più di un semplice sparatutto. E no, non solo perché in cabina c’è Arkane (e nello specifico il nucleo originario, quello di Lione), che è da sempre garanzia di produzione uniche, originali. Deathloop è un grande, splendido enigma, da risolvere un indizio dopo l’altro, ma soprattutto un loop dopo l’altro. Come in tanti altri titoli, la morte qui è solo un altro giorno, un altro giro di giostra vorticoso e frenetico; anzi, è una nuova bozza della storia che il team vuole raccontare, per essere precisi. Perché Colt, lo sboccacciato protagonista, è intrappolato sulla misteriosa isola di Blackreef, i cui limiti non sono tanto fisici o geografici, bensì temporali: ogni volta che Colt muore, il giorno si riazzera; ogni volta che giunge la mezzanotte, il giorno si riazzera, e riavvolge le lancette fino al mattino.

C’è solo un modo per spezzare questo ciclo: uccidere gli 8 Visionari presenti sull’isola, tutti in un solo colpo, rispettando le rigide regole del gioco, complesse ma in grado di innescare un sofisticato rompicapo, la cui soddisfacente risoluzione vi farà trovare tra le mani uno dei titoli più interessanti del 2021, senza se e senza ma.

Deathloop video gameplay

Non è sufficiente infatti ucciderli uno per volta, quando capita: sarebbe troppo semplice, no? Il tempo e lo spazio su Blackreef sono suddivisi in 4: 4 i periodi in cui è scomposto il giorno (mattino, mezzogiorno, pomeriggio, sera), influenzati però anche dalle diverse stagioni (tra momenti più invernali e altri maggiormente influenzati dai colori dell’autunno), mentre 4 sono i distretti in cui è scomposta l’isola, dalla Baia di Karl, con i suoi locali esclusivi, ai laboratori sotterranei del Complesso, da Fristad Rock, pullulante di esplosivi, alla brulicante Updaam. La permanenza in un distretto non impatta sullo scorrere del tempo, il che significa che potrete raccogliere Indizi e Scoperte (che scandiranno i vostri progressi nelle varie quest-line, principali e secondarie), così come oggetti, armi e Residuo (ovvero la valuta in-game) con tutta la calma del mondo; è il cambio di distretto che fa avanzare il tempo, e soprattutto, vivere le routine agli obiettivi, cambiandone posizione di volta in volta.

Ogni indizio, ogni conversazione origliata, ogni oggetto prezioso ritrovato, può aggiungere un piccolo tassello al nostro diabolico domino

Membri e fondatori del Programma AEON, ognuno di loro è dotato di una personalità complessa e sfaccettata, raccontata attraverso i loro appunti, le registrazioni, gli studi fatti su di essi, ma anche i rispettivi quartier generali e gli incontri/scontri all’interno degli stessi (ma non solo, in realtà). Un particolare personaggio, ad esempio, potrebbe restare ben saldo nella sua posizione. A meno che, interagendo con un altro, o compiendo una determinata azione, non si riesca a innescare un processo che lo spinga a spostarsi, e a farsi trovare in un punto più comodo per il nostro piano. Ogni indizio, ogni conversazione origliata, ogni oggetto prezioso ritrovato, può aggiungere un piccolo tassello al nostro diabolico domino, e l’obiettivo di Colt, colpito da amnesia ma finalmente in grado di controllare la sua capacità di mantenere la sua coscienza attiva tra una linea temporale e l’altra, è sostanzialmente quello di escogitare un piano che gli permetta di giostrare le singole pedine in modo da poterle eliminare in un solo giro.

Deathloop prenotazioni Deluxe Edition

Per farlo di loop ne serviranno un bel po’, poco ma sicuro: soprattutto all’inizio, quando ancora le complesse meccaniche che regolano Deathloop non sono così chiare, ci metterete un po’ a entrare nei suoi meccanismi, e lo diciamo da subito: il primo impatto è abbastanza difficoltoso e per certi versi “pesante”. E anche sul lungo termine, quando la storia fa passi più piccoli e ci rimbalza da un punto all’altro senza ricompensare con grossi progressi, si avverte quasi un fastidioso senso di “backtracking”, se non di tempo sprecato per non aver sfruttato pienamente un loop, o per aver mancato un evento chiave. Perché devo andare a Updaam sia di mattina che di pomeriggio? Perché alla Baia non c’è un’anima la sera, ma a Mezzogiorno non riesco a fare un passo senza venire crivellato di colpi? E così, loop dopo loop, si assimila conoscenza, si carpiscono informazioni cruciali, si trasformano le informazioni in potere. Un potere persino maggiore della forza bruta di Colt, che indipendentemente dalla scelta dell’approccio, più stealth e ragionato, o più all guns blazing, vi saprà far divertire anche nei suoi momenti più ludici e adrenalinici.

Il vasto arsenale comprende armi di vario grado e colore (più sono rare, più godranno di perk uniche – ma almeno non parametri differenti, quindi non resterete troppo ossessionati dal loot), le Tavolette, che garantiscono speciali poteri (come l’invisibilità o il teletrasporto), ottenute uccidendo i Visionari e potenziabili ogni volta che ne otterrete una nuova dello stesso tipo, ma anche tanti utili gingilli, molti dei quali già presenti nell’ambientazione ma da sfruttare a proprio vantaggio: oltre a una granata multi-uso e a un fido machete (utile principalmente per le stealthkill), grazie all’Hackamajig, un tool di hacking, Colt potrà aprire porte a distanza, o provocare disturbi radio o distorsioni che distrarranno gli Eternalisti (gli strambi seguaci dei Visionari), o persino scatenargli contro torrette balistiche, e rendere innocui pericolosi sensori in grado di segnalarne la presenza.

La morte è solo l’inizio, ma occhio a perdere l’equipaggiamento!

Studiare le splendide ambientazioni, insomma, è fondamentale per sopravvivere, e dovrete farlo non solo per godervi il raffinato level design (che come in Dishonored offre molteplici porte di accesso a ogni location chiave) o il delizioso art style retro-futuristico, ma anche perché per quanto poco importante sia la morte in un mondo in cui si è, di fatto, immortali, le regole che segue nel mondo di Deathloop sono severe, ma giuste, e concedono qualche favore.

Una delle tavolette, Ripresa, vi concede infatti due vite extra, che si ricaricano a ogni cambio di distretto. Morite una o due volte, e al massimo perderete il Residuo che avete indosso (ottenuto da oggetti o, in misura molto maggiore, dai boss), ma potrete serenamente tornare nel medesimo punto per recuperarlo (à la Dark Souls, per intenderci); morire una terza volta, però, si tradurrà nella fine repentina del loop in corso, che vi farà perdere tutto l’equipaggiamento. Tutto. Anche le preziose tavolette ottenute dai boss.

Tranquilli, il Residuo ha in realtà uno scopo ben più importane e specifico: vi servirà infatti per infondere armi, tavolette e piastrine (vere e proprie mod per armi ma anche per Colt). Una volta infuse (o, tecnicamente, “comprate”), resteranno vostre, per sempre, resistendo ai balzi di tempolinea. Ma potrete farlo solo tra un cambio di loop e l’altro, e stesso discorso vale per la gestione dell’equipaggiamento: prima di entrare in un distretto potrete preparare Colt e assicurarvi di non perdere quell’arma speciale trovata nel distretto precedente, ma una volta in partita, o uscite e sacrificate una porzione di giornata, o vi assumete il rischio di essere mal equipaggiati e mettete in conto di morire e perdere tutto ciò che non è stato salvato.

E morire in Deathloop non è mai così difficile, anzi: nonostante il gustoso gunplay e il vasto arsenale a disposizione, l’IA sarà particolarmente agguerrita (nonostante non sia sempre sul pezzo), e non vi darà tregua. Alcuni boss non vi daranno troppo filo da torcere (sarà molto più complesso arrivare a loro sani e salvi), altri invece saranno una brutta gatta da pelare, ma in generale il senso di sfida è ben bilanciato, e anzi, la costante sensazione di poter perdere tutto rende l’esperienza ancor più elettrizzante.

In generale il senso di sfida è ben bilanciato e la costante sensazione di poter perdere tutto rende l’esperienza ancor più elettrizzante

Ci si mette poi Julianna: è la nemesi di Colt, e oltre a stuzzicarci via radio di continuo, ci braccherà in ogni loop, comparendo all’improvviso, munita di armi e Tavolette sempre diverse (il che porta l’IA ad adottare approcci sempre nuovi, ma per chi gioca si traduce in Tavolette e Residuo extra) e mandandoci al Creatore in qualsiasi modo possibile.

La trovata di Arkane, simile alle invasioni di un Dark Souls a caso, rende sì più difficili le cose, ma oltre a essere perfettamente coerente e integrata nella narrazione, offre quel fattore imprevedibilità extra che dona a Deathloop un ulteriore strato di adrenalina. È un piccolo colpo di genio, che spalanca anche le porte a una gradita modalità multiplayer che non appare per nulla forzata in un titolo dalla forte componente single player: Julianna può anche essere interpretata dal giocatore stesso in un’apposita modalità (da sbloccare nel corso della storia principale), con sistema di crescita indipendente (e con sfide da portare a termine). Potrete quindi andare voi stessi a invadere altri giocatori e a proteggere il loop nella loro partita personale, con trappole e sparatorie a sorpresa. Potrete anche aprire i server solo ai vostri amici e impedire così a sconosciuti di piombare nel bel mezzo di un approccio silenzioso, o proprio chiudere le porte del tutto, nel caso non siate fan del gioco online, ma ribadiamo, è concettualmente una trovata brillante che va anche ad estendere la già ottima longevità del titolo (che raggiunge tranquillamente le 20 ore e oltre, se si completano anche le quest secondarie, per nulla riempitive e anzi, ben congegnate e spesso legate a speciali armi).

Chiudiamo con un’affermazione quasi ovvia: Deathloop è anche splendido da vedere e ascoltare, oltre che da giocare. La natura rigorosamente next-gen (è esclusiva temporale PS5, su console, ma è da subito disponibile anche su PC) ha aiutato e non poco il team a offrire una Blackreef sontuosa, ricca di dettagli, di complesse architetture tutte da esplorare a caccia di indizi e segreti. La realizzazione è semplicemente da manuale, con location uniche, stracolme di minuzie inutili ai fini pratici, ma piazzate lì con un gusto e una precisione artigianale. Ogni pixel, come in ogni opera Arkane, è al suo posto, così come ogni nota jazz, più rilassata in fase esplorativa, più nervosa quando ci sono nemici nei paraggi.

Deathloop è anche splendido da vedere e ascoltare, oltre che da giocare

Lo abbiamo provato su PS5, dove abbiamo potuto apprezzare in primis il modo in cui il team ha sfruttato il DualSense, con la resistenza dei grilletti che cambia in base all’arma, o le delicate vibrazioni offerte dal feedback aptico in base all’azione compiuta con l’Hackamajig. Lato performance, abbiamo optato prevalentemente per la modalità Prestazioni, preferendo i 60 fps solidi (salvo qualche sporadico calo) ai 60 fluttuanti della modalità Qualità visiva e barattando i 4K nativi con una risoluzione dinamica (sempre in 4K). Il gioco offre anche la modalità Raytracing, più bella da vedere, ma i 30 fps non giovano alla natura frenetica di Deathloop.

Conclusioni

Deathloop è un’opera fuori dal comune. Per certi versi non per tutti, è innegabile, complice il suo essere un grande enigma, oltre che un mix di meccaniche complesse e non così semplice da digerire per l’utenza di massa a cui viene markettizzato. Le prime ore, in tal senso, possono rivelarsi un intricato labirinto che potrebbe spingervi a rinunciare del tutto a questo splendido viaggio, o anzi, a rimboccarvi le maniche e a perdervi nei suoi complessi meandri. La stessa Arkane non ha mai nascosto la sua natura così intricata.

Eppure, una volta trovato il bandolo della matassa, non solo narrativo ma ludico, difficilmente riuscirete a togliervelo dalla testa. Le musiche e il doppiaggio (in italiano), così come il delizioso art style retro-futuristico, sono la ciliegina sulla torta di uno sparatutto avvincente ricco di puzzle, di idee prese in prestito dai soulslike, per certi versi anche dai roguelite, raccolte però in un gioiello semplicemente imperdibile. Al netto di qualche difetto (dall’IA al fastidioso “backtracking”, se così possiamo chiamarlo), è indubbiamente uno dei titoli più interessanti del 2021. Non per tutti, ribadiamo, ma imperdibile per chi ne coglierà e apprezzerà la sua natura così unica.

Deathloop è disponibile da GameStop Italia in versione Standard e Deluxe dal 14 settembre 2021.

Good

  • Un titolo unico
  • Artisticamente sontuoso
  • Un enorme enigma tutto da risolvere
  • Longevo
  • Comparto multiplayer intelligente e ben integrato

Bad

  • Non per tutti
  • IA non sempre sul pezzo
  • "Backtracking" a volte pesante
8.7

Imperdibile

Traduttore e blogger freelance, adora (s)parlare di videogiochi e musica spaccatimpani tutto il dì. Quando può suona, gioca e legge, di tutto, anche le etichette degli shampoo. Terrore dei recensori e abbassatore di voti seriale, ha brillantemente sostituito le fatture ai suoi amati boss di Dark Souls, respingendo con caparbia ossessione e gioco di scudi qualsiasi backstab della vita sociale.

Lost Password