Leisure Suit Larry: Reloaded – La Recensione

Leisure Suit Larry: Reloaded – La Recensione

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Torna Larry Laffer, protagonista indiscusso e indimenticabile di una delle serie di avventure grafiche Sierra On-Line di maggior  successo,  più piccante e a suo modo irriverente, della “Golden Age” di questo genere. Il merito di questo ritorno è dovuto al suo creatore originale, Al Lowe, ma anche all’affiatata community che ha premiato il progetto Kickstarter.
Vediamo dunque come affronta questa obsoleta icona della transizione fra gli anni 80 e 90, il gusto e il mercato attuale, poco inclini a premiare questo genere, che a fatica cerca di guadagnarsi il suo spazio, seppur di nicchia, nel cuore di gruppi di appassionati.

Lo ameranno: La vecchia guardia, chi vive di ricordi (due categorie che possono facilmente coincidere) chi vuole fare un ripasso della storia dei videogiochi rivisitando un titolo miliare
Lo odieranno: Chi vuole diecine e diecine di enigmi cervellotici nelle avventure grafiche e skippa i dialoghi.
E’ simile a: Praticamente a qualsiasi avventura grafica punta e clicca.

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Leisure Suit Larry Reloaded PC CoverTitolo: Leisure Suit Larry: Reloaded
Piattaforma:Pc (Linux, Windows), Mac Os X,  Android, iOs
Sviluppatore:N-Fusion Interactive
Publisher: Replay Games, Codemasters
Genere: Avventura Grafica
Giocatori: 1
Online: Assente
Lingua : Inglese (Parlato)/Italiano (Testi)

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Un completo nuovo per Larry (di nuovo)

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Il losco Lefty, punto di partenza dell’avventura oggi.

Un “venditore di software” 40 enne, quasi quarantenne per essere precisi, decide un bel giorno di comprarsi un bel completo nuovo (quasi nuovo, diciamo) ed iniziare a fare quella dolce  vita notturna che ha sempre evitato (come ogni bravo nerd), con lo scopo dichiarato di perdere la verg… ehm, di trovare il vero amore ™. Un plot che grida “anni ’80” più delle spalline, dei capelli cotonati o dei Duran Duran.
Troviamo Larry Laffer tirato maldestramente a lucido, armato solo di un portafogli semivuoto, delle  sue terribili e patetiche battute e della

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Il lefty del ’91 in tutti i suoi splendenti 256 colori

sua estetica seventies alla Travolta, che è appena arrivato nella città del peccato: “Lost Wages“. Nome che è veramente tutto un programma, e infatti guarda caso le uniche mete possibili sono posti dove dilapidare patrimoni: un bar, il losco e storico  Lefty’s, un Hotel-Casinò con adiacente chiesa ad ore (sì, anche li ci sono le slot!),  un drugstore aperto 24h con un sosia di Apu dei Simpsons dietro la cassa e, ovviamente, l’immancabile discoteca.

La trama è tutta qua: conquistare una serie di donne, cinque per la precisione (una in più in questa nuova incarnazione) anche se la parola “conquistare” non descrive perfettamente gli avvenimenti che coinvolgeranno lo stempiato Larry e le giovani (tutte estremamente procaci) donne.

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“Non si esce vivi dagli anni ’80”

Il gioco è fedele all’originale, anche troppo direi, per quanto Lowe parlasse di un’esperienza ampliata, oltre che migliorata, la seconda cosa è evidente, la prima un po’ meno. Oltre le locazioni, anche le ragazze son quelle, quattro: in verità c’è un’aggiunta, anche molto simpatica, ma di poco peso.  Per i nostalgici però c’è proprio tutto, anche il test iniziale di verifica dell’età; per chi non lo sapesse,  il gioco prevedeva, per scovare l’età larrycrome2del giocatore, un quiz su conoscenze di cultura generale, domande tra l’altro anche difficili per chi non fosse uno statunitense; il controllo era skippabile con  la combinazione “CTRL+ALT+X”, e beh c’è ancora anche questa gabola! Anche se devo dire che le domande, oggi, mi paiono molto più semplici.

L’interfaccia è praticamente la stessa del ’91: presenta una ruota di azioni molto attagliate al tipo di gioco, tant’è che oltre ad esempio alle opzioni “parla”  e “prendi/usa” avremo infatti anche la possibilità di aprire la nostra..ehm….zip, oppure la possibilità di “leccare”  cose, persone e animali. Anche la possibilità di morire è rimasta, un classico delle avventure Sierra dell’epoca, alcune scene post-mortem però sono state cambiate, sopratutto ora le scenette sono skippabili e invece della schermata che ci invita a ricaricare un salvataggio, o a re-iniziare il gioco, ci si troverà semplicemente nel luogo precedente alla morte. L’unica aggiunta veramente rilevante da citare è la presenza una nuova “preda”, e il relativo enigma per conquistarla,  che devo ammettere, è stato molto divertente, breve come tutti, ma divertente. Il lato tecnico è stato ovviamente aggiornato, con nuove animazioni, musiche, e temi classici riarrangiati; la nuova resa grafica delle locazioni non mi è dispiaciuta, in linea di massima mantiene lo spirito dell’originale, e in molti casi lo arricchisce con nuovi elementi: una per tutte, l’aggiunta dell’acquario con il cetaceo e la donna che nuotano, davanti l’ascensore del casino terribilmente kitsch, perfettamente “Larry

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In Conclusione…

Leisure Suit Larrylarrydonna Reloaded  tende a mostrare i limiti dell’età che tenta di nascondere maldestramente come le donnone siliconate che Larry brama; figlio  di un’epoca in cui le avventure grafiche ci costringevano ad inserire input testuali, ed in cui anche esplorare ogni singola porzione delle poche locazioni era di per sé un divertimento, (senza contare che i giovani non avevano Uncharted all’epoca); poi però venne Monkey Island, ma questa è un’altra storia.
larrycromeQuesto limite intrinseco, quello di dover ricalcare fedelmente un gioco non facilmente ammodernabile senza snaturarlo e di conservare una struttura di enigmi troppo semplicistica,  non può essere superato, se non ovviamente rivoluzionando il gioco totalmente.

Chiariamo, io sono il primo a vedere di buon occhio i remake dei vecchi classici, e  quando si tratta di avventure grafiche sono ancora più contento, sono un modo di diffondere titoli, oramai dimenticati, fra i più giovani e i neofiti, eliminando il blocco psicologico dato dal divario tecnico, (non avendo loro l’anticorpo chiamato “nostalgia“); il problema di  Leisure Suit Larry Reloaded, a mio parere, è che non si pone esattamente come un semplice remake, quale ad esempio può essere un Monkey Island: Special Edition che molto più filologicamente ricostruisce in modo perfetto e genuino l’originale e che, sopratutto, non pretende di offrirsi ad un prezzo quasi pieno.
Quello che invece fa l’ultima fatica di Lowe è presentarsi sullo scaffale al prezzo di un’avventura grafica nuova fresca e moderna (ovvero intorno ai 20 €, ndr), cosa che non può assolutamente permettersi.

Tutti quelli che hanno passato già da un po’ i trenta sicuramente sorrideranno più di una volta alla bolsa e impacciata ironia di Larry, e non rimpiangeranno i soldi spesi, ma temo che per i giocatori avvezzi a un altro tipo di avventura punta e clicca più moderna, che si aspettano un’avventura lunga e impegnativa e che non riescono nemmeno ad entrare nel mood di ostentata decadenza glamour di Lost Wages, e dei suoi abitanti, rimarranno con l’amaro in bocca. 

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