News 12 Ott 2014

Skylanders Trap Team – Recensione

Non c’è anno che passi senza che il team di Skylanders non riesca a sorprendere i propri fan. Dal 2010 al 2014 la gallina dalle uova d’oro di Activision si è reiterata a cadenza annuale, trasformando un franchise sperimentale inedito nella storia del videogioco in un successo di mercato senza eguali. Il che, per certi versi, è sorprendente: quanti sono i platform tridimensionali che, alla quarta declinazione in quattro anni, riescono a tenere ad altissimi livelli il fattore sorpresa e l’entertainment generale? Non è infatti un caso se la saga, inizialmente, abbia astutamente “sfruttato” il nome del leggendario Spyro per accattivarsi i giocatori per poi abbandonarlo rapidamente, dando vita propria al nuovo brand. Del segreto della serie Skylanders abbiamo già avuto modo di parlare in altre occasioni: un titolo dalle meccaniche ben note, ma comunque realizzate a dovere, unito alla “fisicità” di un set enorme – e sempre in costante crescita – di action figures, ammettiamolo, dannatamente belle. Un gioco nel gioco, insomma, capace dalla sua prima apparizione di compiere un’autentica magia, portare un giocattolo “in carne ed ossa” all’interno di un videogioco. Tutto questo rappresenta però il passato della serie, pronta da oggi a stupire con un numero di prestigio ancora più incredibile.

Partiamo dalle cose semplici. Skylanders Trap Team, come ciascuno dei propri predecessori, presenta il classico animo platform 3D in cui un nugolo di variopinti mostriciattoli, gli Skylanders, si muovono all’interno delle Skylands menando sonori ceffoni ai nemici incontrati, raccogliendo tesori e una miriade di altri collezionabili, saltando (feature introdotta dal precedente Swap Force) da una piattaforma all’altra e, nel tempo libero, sbloccando aree segrete al cui interno si celano bonus o altri oggetti preziosi per aumentare di livello. Il vero valore aggiunto è chiaramente rappresentato dalle meccaniche del Portale, mitologica struttura ove posare l’action figure del nostro eroe – che diventerà così il protagonista della partita corrente. Maggiore il numero di statuine in possesso, maggiore l’esercito di eroi a disposizione – e, allo stesso modo, maggiore sarà l’accesso alle aree segrete che, ricorderete, richiedono di essere visitate di volta in volta da una specifica tipologia di eroe.

OK, il ripasso finisce qui. Le meccaniche base di ogni Skylanders sono scolpite nella pietra, e da queste non scampa nemmeno Trap Team. Ma come già successo per Giants, che introdusse la nuova classe dei Giganti, e Swap Force, che vantava personaggi smontabili e ricomponibili al fine di creare Skylanders ibridi con le caratteristiche di entrambi i donatori, anche Trap Team offre al giocatore un nuovo asso nella manica: la Trappole. L’idea alla base di questo nuovo elemento è semplice ma allo stesso tempo geniale: intrappolare i nemici sconfitti all’interno di un oggetto fisico vero e proprio. Una sorta di magia inversa nel panorama Skylanders, che se fino ad oggi “si limitava” a trasformare il concreto nel personaggio di un videogioco, ora può percorrere (entro certi limiti) il percorso contrario: prendere un personaggio digitale e salvarlo all’interno di una trappola tangibile, che potremo portare ovunque con noi – anche nelle console dei nostri amici. Basta collocare la trappola corretta una volta abbattuto il nemico, che scamperà ad un triste epilogo a patto di passare dalla parte dei buoni e combattere per la nostra causa: sappiate però che, come per i personaggi, anche le trappole sono strettamente legate ad uno specifico elemento, rendendo così di fatto impossibile (ad esempio) catturare un boss di Terra in una trappola di Acqua. Seppur possa sembrare una mossa cinica e spudoratamente orientata a massimizzare le vendite dell’hardware, questa scelta rappresenta la naturale evoluzione delle meccaniche Elementali alla base del brand.

Le conseguenze di questa introduzione sono due: la prima è che, oltre agli Skylanders, i perfezionisti dovranno possedere una discreta collezione di trappole se vorranno mettere mano ad ogni segreto del titolo (senza contare che esistono oltre 40 creature imprigionabili). La seconda, decisamente più tecnica, è che sarà assolutamente necessario il nuovo Portale di Traptanium per avventurarsi in questo nuovo tassello targato Activision. Questo significa che i possessori degli episodi precedenti dovranno comunque optare per l’acquisto del nuovo Starter Pack, che contiene il citato portale, due nuovi Skylanders di quarta generazione e due Trappole. Queste ultime, dal canto loro, possono contenere un personaggio al massimo: intrappolare un nuovo nemico con una trappola già piena comporterà la “cancellazione” dell’ospite originario, che tuttavia rimarrà disponibile (e quindi nuovamente equipaggiabile) nell’apposita sezione dell‘Accademia Skylanders – l’hub più social di Trap Team, da cui accedere ai vari minigames e contenuti secondari del gioco.

Inutile dire che la manovra di cattura è estremamente divertente, con la preda che grida furibonda dall’interno della trappola lanciando patetiche minacce e che, di tanto in tanto nel corso del gameplay, si farà sentire con qualche ridicolo commento (il Baaaa ossessivo di Sheep Creep, ad esempio, vi farà sbellicare). Ma una volta agguantato il boss di turno, cosa ce ne facciamo? Semplice, basta premere il dorsale sinistro e questi verrà reso disponibile al giocatore come personaggio giocabile per un intervallo di tempo limitato, terminato il quale il sistema ricaricherà automaticamente il modello dell’action figure posizionata sul portale.

Basterà attendere che la barra di carica dell’ex villain sia ripristinata per effettuare nuovamente lo scambio e, sfruttando un minimo di oculatezza, trarre vantaggio dalla maggior resistenza del PG. Questa manovra giova sensibilmente alle fasi più combat, nelle quali sarà possibile ad esempio alternare l’attacco a distanza di uno dei personaggi in nostro possesso con quello più melee oriented che contraddistingue le possibili prede: le combinazioni, ovviamente, dipendono dall’accoppiata disponibile e divergono rapidamente. A proposito di cattivi, per ciascuno Skylander convertito alla nobile causa non è previsto un aumento di livello come per le normali controparti, ma sarà possibile intraprendere una quest secondaria facoltativa, che lo obbligherà portare a termine alcune “buone azioni” – per le quali verrà premiato con nuovi attacchi e gingilli estetici.

Altra novità interessante di questa declinazione è l’introduzione di una nuova classe di personaggio, il Trap Master. Esistono 16 Trap Masters diversi, componenti dell’originale squadra Trap Team che, anni or sono, catturò i peggiori cattivi delle Skylands per rinchiuderli nella Prigione Scrocchianembi . Ovviamente qualcosa va storto, e quella vecchia sagoma di Kaos riappare dal nulla, pensa bene di far esplodere la prigione e boom, tutti i suoi temibili inquilini sono di nuovo in libertà. È dunque tempo per la Trap Team di ricomporsi e di rispedire una volta per tutte la minaccia al mittente prima che sia troppo tardi. Caratteristica principale dei Trap Masters, a parte l’essere ben più grossi del normale, è l’utilizzo di armi basate su un Cristallo speciale dai poteri devastanti. Frammenti di questo cristallo sono precipitati dopo la distruzione della Prigione Scrocchianembi , e soltanto i nostri Masters saranno in grado di distruggerli – guadagnando in questo modo monete e qualche utile collectible.

Come per tutti gli Skylanders apparsi sino ad oggi, che ricordiamo essere perfettamente compatibili con questo quarto episodio, anche i Trap Master sono suddivisi per Elemento: questo ha permesso agli sviluppatori di introdurre nuove aree segrete, esclusivamente riservate ai nuovi eroi e bloccate da accessi Elementali. Per aprire un Sigillo Non Morto, ad esempio, servirà un personaggio come Krypt King – e via dicendo. Ciascuna di queste aree premia solitamente il giocatore con bonus cospicui, tra cui i leggendari Cappelli Magici, fermo stante che si tratta di aree opzionali e non fondamentali per raggiungere i credits. Diciamo che rappresentano una maniera elegante per ricordare al giocatore che, con una collezione di action figures non completa, sarà molto difficile esplorare ogni angolo delle nuove Skylands.

Parlando di longevità, la campagna principale di Trap Team si porta a termine in circa nove ore, un tempo destinato ad aumentare sensibilmente qualora nella vostra scuderia dovessero militare più Skylanders capaci di sbloccare un buon set di zone segrete. Come da tradizione, il titolo è interamente giocabile in cooperativa da due giocatori, con un meccanismo eccellente di drop in/out che permette di entrare direttamente nel gioco senza dover ricorrere al settaggio di specifiche opzioni. Tutto questo è al netto dei già citati minigames disponibili nell’Accademia e disseminati nei vari scenari: particolarmente interessanti sono la Torre di Kaos, una variante del classico tower defense in salsa Skylanders dove non solo si piazzano torri ma si menano pure cazzotti, e ovviamente Skystone, che come suggerisce lo stesso nome offre una reinterpretazione del celeberrimo Heartstone – pur con meccaniche nettamente più semplici e abbordabili.

Il comparto tecnico, infine, si assesta su livelli notevoli. La transizione alla next gen porta i propri innegabili frutti, ed è dunque possibile osservare un’immagine pulita e nitida, dai colori sgargianti e dal livello di dettaglio soddisfacente. Se gli scenari appaiono godibili pur sembrando un po’ spogli in particolari sezioni, il discorso cambia radicalmente per il charachter design: i nuovi Skylanders sono brillanti, caratterizzati con cura e, complessivamente, accattivanti nelle loro nuove forme. Alla quarta iterazione la fantasia di Toys for Bob non vacilla ancora, ma da i primi segni di rallentamento: ed ecco che spuntano alcuni modelli (tranquilli, non certo quelli dei boss) parzialmente riutilizzati o realizzati in modo meno convincente di altri. Stiamo comunque parlando di fattori che difficilmente rovinano l’esperienza di gioco, resa invero ancor più divertente dalla presenza di super cattivi esilaranti come la citata Creep Sheep o il già leggendario Broccoli Guy. Lato sonoro nulla da dire: se delle chiacchiere minacciose provenienti dal portale abbiamo già parlato, chiudiamo il proverbiale cerchio con una colonna sonora scanzonata e allegra come da tradizione e un comparto FX ineccepibile. Ottimo anche il voice over, che con una calda voce interamente in italiano sembra quasi volerci narrare una vecchia fiaba.

In Conclusione …

C’è poco da fare, i ragazzi di Toys for Bob di fantasia ne hanno da vendere. Non si tratta soltanto di mantenere interessante un titolo giunto alla quarta iterazione in meno di un lustro: con Trap Team il team di sviluppo si è spinto nuovamente oltre, integrando una dinamica assolutamente innovativa all’interno di un contesto che, pur essendo rodato, riesce ancora a divertire grandi e piccini. L’ultimo tassello del franchise a nove zeri di casa Activision è un prodotto interessante e divertente, capace ancora una volta di svegliare l’animo sopito del collezionista che c’è in voi e che griderà a gran voce il desiderio di possedere ogni singola statuina sul commercio. Certo, i più maliziosi potrebbero sottolineare come l’ultimogenito della serie sia l’ennesima minaccia allo stipendio: un nuovo portale e una nuova classe di Skylanders elementali, dal cui possesso dipenderà in modo lineare la quantità di aree di gioco sbloccabili.

Allo stesso tempo Skylanders Trap Team rappresenta l’intuizione che non ti aspetti all’interno della serie, la leggendaria “trovata di mezzanotte” che difficilmente non sobillerà una sana curiosità nel giocatore. Il prezzo del collezionismo, badate bene, si farà sentire: ma se anche voi non sapete dir di no ad un panciuto Trap Master chiamato – manco a farlo apposta – Gusto, dubito troverete un solo motivo per salutare una volta per tutte le Skylands affermando che ormai, per certi tipi di gioco, non avete più l’età.

VOTO: 8

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