Rainbow Six Extraction, lo spin-off che non ti aspetti

Divertente, anche se si è un po’ n00b

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Aleggiava un po’ di scetticismo attorno a Rainbow Six Extraction (se volete acquistarlo al volo, seguite questo link). Nonostante il discreto successo di Outbreak, modalità di Siege dedicata al PvE, in molti sono rimasti spiazzati dalla scelta di design compiuta da Ubisoft, decisa a creare una sorta di spin-off interdipendente dall’apprezzato FPS tattico che, ormai da anni, intrattiene più che degnamente centinaia di migliaia di appassionati ogni giorno.

Perché non un DLC? Perché riciclare gli stessi Operatori? Perché abbandonare il sostanziale realismo della saga, introducendo un’improbabile minaccia aliena da combattere con brevi e contenutissimi assalti?

Innegabilmente ci troviamo di fronte ad una trovata commerciale protesa a massimizzare gli introiti, riciclando, dove e come possibile, assets e quant’altro. Senza alcun dubbio, i fan più intransigenti devono accettare un contesto narrativo di per sé pretestuoso e poco a fuoco. Indubbiamente la prospettiva di approcciarsi ad un gioco completamente nuovo, potrebbe indispettire qualcuno.

Comprensibile avere qualche perplessità, insomma. Eppure, alla prova dei fatti Rainbow Six Extraction, ad un primissimo contatto, ci ha divertiti più del previsto, dimostrandosi qualcosa di effettivamente diverso da Siege e non solo per la presenza degli alieni al posto dei terroristi.

Dodici scenari, da uno a tre Operatori per volta, con obiettivi variabili e casuali. Dall’eliminazione di determinati alieni, al recupero sul campo di soldati catturati, passando per l’individuazione di oggetti o strutture aliene, la varietà di incarichi che vi verranno affidati è la prima qualità che ci è subito balzata all’occhio già nel corso della live sul nostro canale Twitch, GameStopIT, con cui il terzetto composto dal sottoscritto, Andrea Baiano Svizzero e Mattia Ales, ha iniziato a scoprire e a godersi questo FPS che, nonostante il cambio di registro, palesa immediatamente la sua indole tattica.

Del resto, resta fondamentale la stretta collaborazione con gli altri membri del team. Scegliere l’Operatore ed il giusto equipaggiamento è fondamentale per accordarsi sulle strategie da utilizzare in battaglia, consapevoli che l’elemento casualità, dato dalla presenza di particolari nemici e dagli obiettivi che cambiano ogni volta, è un fattore che può stravolgere in qualsiasi momento l’andamento della partita.

Una volta schierati, ci si accorge immediatamente che pur non dovendo fronteggiare altri videogiocatori, Rainbow Six Extraction è comunque un titolo impegnativo, in cui basta un errore per compromettere la missione. Bisogna muoversi compatti, non sottovalutando mai gli alieni. Bastano pochi colpi subiti per finire al tappeto e solo procedendo in silenzio si può evitare di allertare le sentinelle, ritrovandosi così in una schiacciante e mortale inferiorità numerica.

Come abbiamo comprovato a nostre spese, nonostante la frequenza con cui si recuperano munizioni, procedendo a fuoco spianato si collezionano solo fallimenti, pregiudicando non solo il completamento del livello, ma persino la progressione nel gioco stesso.

Perdere, difatti, significa dover rinunciare all’utilizzo dell’Operatore di turno nelle partite successive, veder andare in fumo i progressi ottenuti con il personaggio utilizzato fino a quel momento, addirittura retrocedere nel grado utente guadagnato se si iniziano ad inanellare insuccessi. La scelta di design è coraggiosa, perché potrebbe scoraggiare qualche videogiocatore tutt’altro che entusiasta nel vedersi negare certi traguardi raggiunti, eppure ha un duplice vantaggio.

Da una parte, introducendo qualcosa di relativamente inedito, dona un carattere inusuale alla progressione, non più lineare, ma interconnessa agli effettivi risultati ottenuti sul campo. Dall’altra, aumenta la tensione, e quindi il divertimento, in ogni partita. Decidere di ritirarsi anzitempo, raggiungendo una zona d’estrazione, è sì un gesto poco onorevole, ma in certi casi è l’unica opzione possibile per non vanificare completamente l’infiltrazione. Puntare dritti al traguardo finale, abbandonando qualsiasi ambizione di completare gli incarichi, riduce le ricompense, ma può garantire la salvezza degli Operatori in gioco.

Come se non bastasse, il rinnovato gameplay, se da una parte rende alcune abilità dei soldati meno utili alla causa di altri, problema di bilanciamento che sicuramente indispettirà gli utenti più intransigenti e attenti ai dettagli, dall’altro dona nuovo brio a Rainbow Six, rendendo Extraction un capitolo quanto mai appetibile anche ai meno avvezzi al genere.

Come già detto, il gioco pretende una certa applicazione, ma complice il clima di ilarità che può innescarsi tra i membri del party (anche in questo caso alleghiamo prove video della nostra live di ieri, giovedì 20 gennaio, come testimonianza), non è difficile dare vita a partite dai toni più leggeri, rispetto a quelli che solitamente caratterizzano gli scontri in Siege, che possono comunque concludersi con successo.

La presenza di nemici controllati dalla CPU, distendono i ritmi delle incursioni, permettendo anche ai meno abili, o chi è alle prime armi, di apprendere con tutta calma trucchi e segreti per rendere al meglio in battaglia. Da questo punto di vista, Rainbow Six Extraction è il punto di partenza ideale per immergersi in tutta sicurezza nel mondo degli FPS tattici. Soprattutto con amici fidati, evitando così il rischio di imbattersi in party tossici, il gioco è estremamente godibile, persino lievemente malleabile in base alle preferenze dei partecipanti.

Questo primissimo contato con la produzione Ubisoft, insomma, ci ha sorpresi in positivo. Non si tratta di una scialba reskin di Siege, né di una trovata commerciale fine a sé stessa. Paradossalmente, l’FPS tattico del publisher francese è tanto più intrigante quanto più si è distanti da questo genere di giochi.

L’inusuale progressione, inoltre, intrigherà i palati degli esperti, che si approcceranno ad ogni scontro con estrema attenzione, senza mai sottovalutare la minaccia rappresentata dagli Archei, alieni che, tra l’altro, possono assumere diverse forme, ognuna caratterizzata da modalità di attacco e difesa ben specifiche.

Solo il tempo saprà dirci se anche questa sorta di spin-off della saga riceverà lo stesso supporto dedicato a Siege. Ma le premesse non sono affatto malvage.

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