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Milan Games Week: I migliori giochi indie in fiera

Il crescente interesse nei confronti dei giochi sviluppati da team indipendenti si manifesta anche alla Games Week di quest’anno, dove lo spazio dedicato a questi giochi è rispetto all’anno scorso molto meglio organizzato e più grande. Siamo passati infatti da una situazione a dir poco amatoriale dell’anno scorso (alcuni tavolacci su cui erano sparsi computer, pad e console varie) ad uno spazio dedicato con dei banner a contrassegnare la postazione di ogni gioco.

Una maggiore cura espositiva, unita l’impegno che colossi come Sony ripongono nel settore indie, ha fatto aumentare esponenzialmente il numero dei visitatori interessati. Abbiamo quindi selezionato alcuni dei progetti più interessanti: altri li trovate già recensiti (Futuridium EP Deluxe e In Space We Brawl), altri invece ve li presenteremo in separata sede, come per il caso di Forma.8.

Per il momento ecco il meglio dei giochi indie di questa Games Week 2014.

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Loading Human

Quando un gioco supporta un visore di realtà virtuale come Oculus VR l’attenzione del pubblico è garantita. Per fortuna in questo caso oltre all’apparenza sembra esserci molta sostanza. Loading Human è infatti un progetto che è riuscito ad avere una buona visibilità anche all’estero grazie al suo aspetto grafico molto valido e al design sci-fi affascinante.

Loading Human è un’avventura in prima persona sviluppata esclusivamente per la realtà virtuale (sia Oculus VR che Project Morpheus) che utilizza motion controller molto particolari per permettere al giocatore di interagire con il mondo. La storia vedrà il protagonista, Prometheus, viaggiare nello spazio profondo per recuperare una fonte di energia sconosciuta e salvare suo padre da morte certa. Musica, effetti speciali, recitazione e azioni ideate specificatamente per la VR accompagnano il giocatore in una storia dai colpi di scena inaspettati. Non vediamo l’ora di provarlo in un contesto più adeguato per un gioco del genere.

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Red:Out

Basta un giro veloce nella zona dei giochi indie per rimanere colpiti da Red:Out. Questo racing game futuristico infatti è un palese omaggio a pietre miliari quali WipeOut, la cui somiglianza già solo nel nome non è certamente casuale. Sempre il titolo ci può essere d’aiuto a capire altri aspetti di questo gioco: il red out è infatti un effetto che patiscono ad esempio i piloti di caccia, quando dopo alcune acrobazie il sangue fluisce esageratamente al cervello. Questo è l’effetto che il titolo dei torinesi 34BigThings vuole ottenere e a giudicare dalla breve demo provata ci sono vicini.

Il tutto scorre fluidamente grazie alle magie dell’Unreal Engine 4 che rende lo splendido stile low poly dei paesaggi esotici (dalla periferia del Cairo, all’Alaska, passando per megalopoli Giapponesi) molto accattivanti.

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Song of Pan

Pan è un giovane satiro musicista nonché il custode delle pecore di Zeus. In Song of Pan, come lascia presagire il titolo, dovrete quindi suonare il mitologico flauto del satiro per recuperare il gregge, disperso durante una tremenda tempesta. A complicare la situazione ci pensa Zeus che, adirato con Pan per aver perso il gregge, ha reso il suo flauto inutilizzabile.

I controlli sono immediati: nella zona inferiore dello schermo basterà premere da un lato per far proseguire Pan in quella direzione, mentre un tap sulla parte opposta lo farà saltare. A voi spetterà quindi il compito di recuperare le note sparse per i livelli che vi faranno suonare il flauto e che vi permetteranno di recuperare le pecore. Ma le note durano pochi secondi, quindi avrete poco tempo ed un percorso preciso da compiere per recuperare tutte le pecore.

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Tonzilla

Quando pensi di averle viste tutte arriva Tonzilla, un gioco in cui combatterete urlando. Letteralmente.

I comandi vocali impartiti infatti scateneranno gli attacchi del vostro gigante buono che così dovrà cantare, ritmare, ruttare ed armonizzare per abbattere palazzi orrendi, accendere vulcani, soffiare nuvole senza che nessuno muoia: siete dei giganti buoni, in fondo.

Come se non bastasse un concept così originale, anche l’aspetto grafico contribuisce ad incuriosirci, grazie a uno stile fumettoso in bianco e nero decisamente atipico. Una prima demo sarà disponibile a novembre (PC, Mac, iOS, Android) e noi non vediamo l’0ra di urlare.

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Fotonica

Se c’è una caratteristica che non manca mai nei titoli dello studio Santa Ragione di Milano, quella è sicuramente lo stile. I loro giochi sono sempre molto curati da questo punto di vista e Fotonica non è diverso da altri giochi dello studio. Si tratta in realtà di un endless run in cui premendo un tasto ( o tenendo premuto sullo schermo dei dispositivi touch) si fa correre il personaggio, rilasciandolo lo si fa saltare. Rispetto ad altri titoli simili c’è anche una leggera componente esplorativa: è infatti possibile saltare su più piani e, tentativo dopo tentativo, si può scoprire qual è il percorso migliore da intraprendere.

Una colonna sonora curata e uno stile alla Rez completano il cerchio.

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Cave! Cave! Deus Videt – Episode 1

Il caos della fiera non si addice ad un gioco come Cave! Cave! Deus Videt – Episode 1. Eppure basta indossare le cuffie e separarsi dal mondo esterno per farsi rapire da questa particolarissima avventura grafica.

“Episode 1” è il secondo atto della visual novel ispirata alle opere del pittore del XVI secolo Jheronimus Bosch. In seguito alla misteriosa sparizione di Hoodie, il protagonista dell’episodio zero, di fronte al “Trittico di Sant’Antonio” di Lisbona, nuovi e vecchi personaggi si mettono alla sua ricerca: teatro dell’investigazione è stavolta Madrid, dove i destini di tre donne si intrecciano al racconto dei più grandi dipinti dell’autore del “Giardino delle Delizie”.

La commistione dei quadri del Prado ai disegni particolarissimi di questo gioco, fa di Cave! Cave! Deus Videt – Episode 1 un gioco a dir poco unico, capace di diventare un cult nel suo genere.

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