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I 5 Disastri della Nuova Generazione di console…

Ok, avete ragione, parlare di disastri a poco più di un anno dall’arrivo sul mercato di PS4 e Xbox One forse è esagerato…

Però dai, capiteci, avevamo bisogno di un titolo ad effetto per “festeggiareil primo compleanno next di noi giocatori e, vista l’occasione, per introdurre una Top 5 natalizia un po’ diversa dal solito. I giochi migliori per le ammiraglie SonyMicrosoft, direte voi. No, non proprio, anche se ci torneremo. I cinque titoli più attesi per entrambe le console nel corso del prossimo anno? Bravi, idea carina ma no, siamo ancora lontani. Molto lontani. Il titolo dell’articolo che state per leggere, almeno in origine, era qualcosa del tipo Cinque motivi per cui praticamente qualsiasi console prima della PlayStation 2, GIG Tiger incluso, è migliore di quelle next gen. O una cosa del genere, aggettivo più aggettivo meno. Ma era troppo lungo per una serie di pipponi SEO che non sto nemmeno a spiegarvi, tanto che alla fine abbiamo optato per questo. Che poi ammettiamolo, le cose catastrofiche attraggono sempre un botto di gente.

Quindi sì, quella che avete davanti agli occhi è la Top 5 più scorretta, bieca e spudorata che troverete nell’internet durante queste vacanze di Natale dedicata ai cinque disastri di questa generazione appena iniziata. Se siete persone deboli di cuore, profondamente sensibili e dal forte spirito natalizio, io ve lo dico, chiudete il browser e accendete la tele. Tanto sicuramente troverete l’ennesima replica di “Zampa e la magia del Natale“, “Hercules – Il cane di Babbo Natale” o di altre piccole perle (alcune delle quali ve le suggerisco io, andate qui) e trascorrerete un pomeriggio meraviglioso. Tutti gli altri sono avvisati: sono maggiorenne (molto maggiorenne, probabilmente più di molti di voi), di pessimo umore e con i postumi della FEBBRA a 40 in piene ferie. E dico tante parolacce. Sapevatelo.


 


DISASTRO N. 1

Una generazione maschilista…

Ok, qui rischiamo già di partire col piede sbagliato. Ragazze alla lettura, state tranquille, non è quello che sembra: anzi, è l’esatto contrario. Se nella vita reale noi maschietti potremmo parlare di tette per ore filate, trovando sempre qualcosa di nuovo da dire e senza mai smettere un solo istante di annuire con gli occhi socchiusi ed un sorriso beota stampato in volto, lo stesso non vale nell’universo dei videogiochi. Ovvio, se ci mettete una protagonista come Morrigan di Dragon Age: Inquisition, Bayonetta o Faith di Mirror’s Edge piuttosto che Rosy Bindi in versione sexy-combattente grazie al cacchio che siamo più felici, ma non è questo l’importante.

Dopo decenni di console e gazzilioni di IP diverse, tra cui qualche protagonista femminile degna di nota c’era, arriviamo all’alba del 2014, con due mostri tecnologici come PS4 e Xbox One in salotto e, di colpo, Ubisoft ci dice che renderizzare e animare donne in 3D è difficile. Dannatamente difficile. Tanto che, a sto punto, conviene ricorrere a solo modelli di protagonisti maschi per motivi di performance generale. “Sì perchè, sapete, non possiamo mica fare delle protagoniste così in fretta e furia; e mettici una bella sculettata di qua, qualche sballonzolamento di là oh, le risorse delle console mica sono inesauribili eh“. Quindi, pardon, avete ricreato la Parigi dell’800 e uno squarcio di Himalaya bello più del vero ma mi venite a dire che di poppe non se ne parla per evidenti limiti hardware?  “Mmmmh.. l’idea è quella. Senza contare che, senza tette che rimbalzano da una parte all’altra dello schermo, voi giocatori sarete più concentrati sull’azione..”

Non voglio tirare in ballo i tempi della “prima” Lara Croft. La faccia di Mel Brooks sul Gamergate basta e avanza.


 


DISASTRO N. 2

Questione di pixel…

Una volta, tanti anni fa, l’unità di misura dei videogiochi erano i bit. E che fossero 8, 16 o settordici, il favoloso mondo dei bit era una di quelle cose oscure che sembrava nata per placare l’ego sconsiderato dei reparti marketing – che si sa, quando si tratta di vendere qualcosa sembra ogni volta che il mondo finisca domani. Il 90% del pubblico di allora, bit manco sapeva cosa c***o significasse: figuriamoci del legame tra una sequenza di “zeri e uni” e il nuovo giochino tanto atteso. Si viveva nell’ignoranza, ma si era felici: si comprava il gioco, lo si scartava (ora si direbbe “lo si unboxa“, giusto per far capire come ci siamo evoluti) e lo si faceva partire. Bello? Acquisto della vita! Una schifezza? Muso lungo che toccava il suolo. Il mondo scorreva semplice e beato, senza nessuna creatura che, spinta da chissà quale male interiore, volesse contare i pixel orizzontali dell’immagine su schermo. E poi quelli verticali. E perchè no, farci una motiplicazione.

Avete presente il vecchio rompicoglioni che guarda il cantiere, bofonchia qualche insulto al primo manovale extracomunitario gli capiti a tiro e, ogni due per tre, fa notare come “secondo lui andrebbero fatte le cose“? Ecco, se c’è una cosa che il Resolutiongate ci ha insegnato è che molti dei giocatori delle due ultime generazioni di console avranno un futuro meraviglioso in impermeabile color tortora, pantofole 24/7 e mani dietro la schiena. Sì, perchè è inaccettabile che un gioco abbia soltanto 900p sull’asse y invece che 1080! Stiamo scherzando? Su PS4 è veramente Full HD, mentre sulla mia Xbox One si vedono chiaramente dei pixel in meno!  

Di colpo tutti esperti, tutti sviluppatori rodati che non si capacitano degli errori di software house che hanno iniziato a macinare titoli quando questi ancora riempivano pannolini di dirigibili marroni (senza eliche e timoni) e che oggi gridano allo scandalo se non vedono scritto 1080p60fps senza spazi. Che però oh, non mancano di ricordare come in un gioco la grafica non sia affatto tutto, “ma conta anche il gameplay. Infatti gioco a CoD“. E tu non ridere, che sto parlando anche di te.



DISASTRO N. 3

Niente di nuovo sotto il sole…

Quando ero bambino io, tipo un ventennio gagliardo fa, non solo le giornate erano più belle, esistevano le mezze stagioni e si stava meglio pur senza star peggio: già da allora esistevano le serie di videogiochi.

C’era Mario, c’era Zelda, c’erano Metroid e Castlevania (sì, lo ammetto, ho un trascorso da Nintendaro. Contenti?). Sì, di serie più o meno famose ce n’era un esercito variopinto ma, a differenza di quanto accade oggi, quando 20 anni fa usciva IL nuovo capitolo di una di queste, il mondo si fermava. Era una giornata di festa, i telegiornali annunciavano l’arrivo del nuovo tassello (Super Mario Bros 3 l’annunciarono con un film, vedete un po’ voi) e tutti erano felici. Bene: guardatevi oggi, nell’anno del Signore 2014. Venghino Siori e siore, un nuovo Call of Duty !!! E il gregge – pardon, il pubblico: ollè. Bello bellissimo, un nuovo Battlefield! E il pubblico: beeeeeee. Ma vogliamo mettere quest’anno non uno, ma ben due Assassin’s Creed diversi, uno old e uno next? E il pubblico sto giro manco apre bocca, si limita ad aprire il portafoglio.

Che la serialità dei videogiochi sia un problema lo sappiamo già da parecchio tempo, grossomodo da prima dell’arrivo di PS4 e Xbox One, Che la serialità ORA stia sfuggendo un po’ troppo di mano, forse è un messaggio che non è arrivato ad un numero sufficiente di orecchie. Per farvici pensare, vi lascio questo compito per le vacanze: prendete i titoli usciti su PS4 e Xbox One quest’anno, ordinateli in esclusive e multipiatta e contate le nuove IP. Tranquilli, non ci metteretete nemmeno troppo tempo: e questo senza tirare in ballo i titoli sportivi, annuali per definizione, e il numero in costante aumento di HD/Remastered/Super Pippone Edition – di cui, a quanto pare, nemmeno in questa gen riusciremo a liberarci.

La cosa più triste, in mezzo a tutto questo popò di giochi i cui titoli terminano rigorosamente con numeri maggiori o uguali a quattro, è osservare come molte delle persone che rimpolpano le file degli “acquirenti al day one” delle peggio commercialate del millennio non conoscano alcune delle IP più nuove e fighe di questa generazione (come Resogun, tanto per dirne una). Ma tanto noi esseri umani dovevamo estinguerci a prescindere, quindi perché incazzarsi?



DISASTRO N. 4

In arrivo…

Pensate alla ragazza più bella della vostra scuola: pensate alla fatica che avete fatto per conquistarla e ai sacrifici per portarla fuori a cena, per pagarle il cinema e per regalarle quella dannatissima rosa che stringe ora tra le mani, mentre si accinge a salutarvi sull’uscio di casa sua. Questa è la vostra chance, o la va o la spacca: vi avvicinate, fate i piacioni e con una mossa di prestigio cercate di srotolare il vostro soffice tappeto linguoso. Tutto questo per dire che sì, è stata dura, ma ne è valsa la pena. Peccato che qualcosa va storto, la vostra musa si ritrae bruscamente e vi risponde che, almeno sino all’anno prossimo, non se ne parla: si esce, magari si fa qualche serata carina, ma le cose ganze arrivano l’anno prossimo. E no, sappiate che manca ancora molto a Dicembre 2015.

Il primo anno di console next gen, fuor di metafora, ha insegnato una cosa importante a noi giocatori: la pazienza. Avete visto che razza di figata si riesce a programmare con l’hardware di PlayStation 4? Benissimo, vedrete come sarà giocarlo a partire da Marzo 2015. “Ma vostro Onore”, direte voi, “siamo appena a gennaio 2014! Come sopravviveremo ad un attesa così lunga ed estenuante?”. Semplice, ecco a voi un nuovo bellissimo trailer. E dai e dai, alla lunga iniziano pure a girarti le palle.

Dall’annuncio di Xbox One e PS4 ad oggi passando per le immancabili fiere di settore (E3 e Gamescom in primis), di titoli annunciati per le nuove ammiraglie non ne sono certo mancati. Non fosse che, quando andava davvero di culo, c’era da aspettare qualcosina come dodici mesi prima di metterci le mani sopra. Che poi per carità, può sempre andare peggio: Silent Hills uscirà che, forse, metà di noi avrà perso l’uso dei pollici opponibili – mentre The Last Guardian arriverà quando… hahahahahahahaha. Meno male che, in un modo o nell’altro, questo lungo anno di attesa sta volgendo al termine, e non vedo l’ora di vedere quali novità prodigiose ci porterà questa nuova generazione di console: pensate, hanno già annunciato il nuovo Assassin’s Creed



DISASTRO N. 5

Patch al day 1, al day 2, patch tutti i giorni

Quando iniziai a giocare con le mie prime console/PC, internet e i videogiochi erano due mondi ancora sulle proprie. Coesistevano, iniziavano ad annusarsi e ai più fortunati permettevano pure di conoscere qualche pervertito dall’altra parte del mondo; tuttavia rimanevano abbastanza indipendenti da permettere ad un bambinetto sovrappeso di ingrassare ulteriormente davanti ad uno schermo CRT pur senza avere una 56k decente in casa. E giocare era meraviglioso: prendevi la cartuccia, il floppy o il dischetto, lo infilavi nell’apposito orifizio e via, “Mamma non rompere le palle che c’ho da fare” e il pomeriggio era risolto. Ah, la gioventù: persino i tempi di caricamento una volta sembravano più corti. Poi è vero, alcuni giochi erano la sagra del bug: e se i consolari dovevano proverbialmente attaccarsi al tram e farsi piacere una versione più o meno fallata del titolo, i dannati PC-isti godevano occasionalmente di patch meravigliose che, aggiusta il frame rate qui, tappa il buco lì, rendevano il tutto bello come il primo giorno.

Le patch, una volta, erano dei rimedi a posteriori. “Ciao ragazzi, siamo i developer, ci siamo accorti di aver fatto una cazzata allucinante nel nostro gioco e quindi ecco, scaricate sta roba e vedrete che andrà tutto bene. Baci e speriamo a mai più“. Oggi le patch escono ancora prima del gioco: voi siete in negozio con il vostro giochino in mano, non vedete l’ora di teletrasportavi a casa e cancellare ogni prova della vostra esistenza su questo pianeta. Ma da qualche parte un losco figuro si aggira in una sala computer, preme con fare minaccioso un paio di tasti e puff, carica su un server una patch mastodontica che tra le milioni di presunte cose che corregge, migliora anche l’esperienza di gioco. Migliora l’esperienza di gioco: ma di quale c***o di esperienza di gioco stiamo parlando, se è uscito tipo da mezz’ora in Italia e, se va male, è uscito l’altroieri negli USA – dove c’era esattamente la stessa patch al day one?

Una volta dovevamo pregare affinché uscissero patch decenti che salvassero la nostra anima dai gironi dell’inferno. Oggi tocca ancora pregare, ma per poter giocare tranquillamente con l’accrocchio appena comprato senza passare i nostri anni migliori di fronte ad un router – che, manco a farlo apposta, in sti casi pare essere guidato da un vecchio col cappello. Che poi l’ironia della sorte ti arriva dritta nel muso non solo quando hai a che fare con patch del peso di sette giga (non so voi, ma per la mia scattante ADSL 7 GB sono una quantità sufficiente a legittimare la strage di civili in piazza), ma anche quando per qualche ragione ancor più oscura quei sette giga diventano quaranta. Ma mica siete obbligati a scaricarli tutti eh: basta avere pazienza e a breve arriverà una nuova patch. A correggere la precedente.