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Addio a Masaya Nakamura, fondatore di Bandai Namco

This June 3, 1997 photo shows Masaya Nakamura, known as the “Father of Pac-Man," in Tokyo. Nakamura who founded the Japanese video game company behind the hit creature-gobbling game, and pioneered arcade games and amusement parks, has died on Jan. 22, 2017, according to the company Bandai Namco. He was 91. (Kyodo News via AP)

L’industria dei videogiochi piange la scomparsa di Masaya Nakamura, l’uomo che fondò Namco nel 1955 e che ha scritto pagine importanti nella storia di questa forma di intrattenimento. A darne la notizia è stata la stessa compagnia da lui fondata, che nell’arco dei decenni si è evoluta fino a diventare una delle case produttrici più famose nel mondo. Bandai Namco ha dato la notizia del decesso nelle scorse ore, rispettando la volontà della famiglia Nakamura che ha preferito passare gli ultimi giorni a fianco del proprio caro senza rendere pubbliche le sue gravi condizioni di salute.

Nato il 24 dicembre del 1925, dopo gli studi conclusi nel 1948 Nakamura scelse di mettersi in proprio, fondando una società: la Nakamura Manufacturing. Quest’ultima si è ingrandita sempre di più nel corso degli anni, ed è stata rinominata Namco nel 1977, fino a diventare uno dei maggiori esponenti dell’industria videoludica giapponese.

Con il passare del tempo, Nakamura ha ricoperto ruoli di assoluto rilievo all’interno della società seguendone passo passo lo sviluppo. Più nello specifico si è occupato di coordinare i lavori della compagnia e favorire il suo insediamento in nuovi mercati come gli Stati Uniti e l’Europa, ricoprendo i ruoli di presidente, senior advisor e honorary advisor. Inoltre, è stato anche membro onorario della Camera di commercio e dell’industria giapponese, a testimonianza del fatto che parliamo di un imprenditore a tutto tondo.

Bandai Namco continuerà la sua gloriosa storia, sulla scia delle tante operazioni memorabili compiute dal suo fondatore. Noi di GameSoul ci uniamo al cordoglio nei confronti della famiglia e dei suoi collaboratori: addio, Nakamura-san.


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