Serial Cleaner – Anteprima

È uno sporco lavoro...

Serial Cleaner – Anteprima
Serial Cleaner – Anteprima
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Nei videogiochi in cui c’è la violenza alla base dell’esperienza, è impossibile non tappezzare di sangue terreno, pavimenti e pareti. Vi siete mai chiesti se poi qualcuno si preoccupa di pulire, o di riportare un minimo alla normalità quel vero e proprio macello creato dal giocatore durante il suo spara spara? Nella serie GTA ci pensa l’ambulanza di turno a dare una ripulita ai marciapiedi, ma in Call of Duty, Battlefield e compagnia sparante? Serial Cleaner fuga ogni possibile dubbio a riguardo, ponendo il giocatore nei panni di un “Pulitore Seriale”: il baffuto protagonista è un mercenario del pulito, una sorta di Mastro Lindo munito di capelli, sgargianti abiti anni 70, capiente station wagon, e budella tali da sopportare l’odore della morte 24/7 (chissà, potrebbe semplicemente avere un potentissimo Arbre Magique al gusto Mango – li hanno inventati nel ’52, esistevano eccome all’epoca, ndr).

Il suo (in realtà nostro) ingrato compito è quello di ripulire le scene del crimine, ispirate a veri fatti di cronaca (come ci tiene a precisare il team polacco iFun4All), ma anche, nell’atmosfera, a classici come Pulp Fiction. La visuale in stile Hotline Miami non deve però trarre in inganno: ogni livello pullula di poliziotti, e torcergli anche solo un capello, comprometterebbe la carriera del nostro protagonista, ma anche degli anonimi clienti, che, nemmeno a farlo di proposito, pretendono un lavoro più “pulito” possibile. Si dovrà quindi far sparire prove di ogni genere, disseminate randomicamente (così come ogni elemento con cui è possibile interagire) qua e là, ma soprattutto, i corpi, da imbustare e depositare nell’auto, sulla quale saltare a razzo per completare la missione, o in appositi “punti di raccolta” che aumenteranno di pari passo al livello di difficoltà e all’ampiezza dei livelli.

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Trasportare un cadavere, oltre a rallentarvi, farà allertare le guardie, alle quali basterà toccarvi per accopparvi e farvi ripartire dall’inizio (no, niente checkpoint): servirà non poco sangue freddo per mollare il corpo in un punto quanto più discreto possibile e dirigersi verso il nascondiglio più vicino, in cui potrete rifugiarvi in tutta tranquillità anche dopo essere stati beccati. Come se i nostri amici poliziotti non volessero sporcarsi le mani… Una scelta di design discutibile e un po’ ridicola, necessaria però a mitigare l’elevata difficoltà media di Serial Cleaner: basterà infatti mettere piede nell’ampio campo visivo dei nemici e un minimo di incertezza per un Game Over quasi automatico, e solo un teletrasporto acciuffato al volo (ovvero passaggi, come porte, che vi porteranno da un punto all’altro del livello), o un elemento dell’ambientazione sfruttato come copertura con precisione millimetrica, vi salveranno la pelle.

Basterà mettere piede nell’ampio campo visivo dei nemici e un minimo di incertezza per un Game Over quasi automatico

Anche la memorizzazione dei meticolosi pattern di ronda vi aiuterà non poco, così come l’attento studio degli stessi (tramite Barra Spaziatrice potrete rallentare il tempo, allargare la visuale e visualizzare meglio gli obiettivi sensibili, così da pianificare al meglio ogni spostamento) ma se, da una parte, l’IA si lascia fregare restando al di fuori del campo visivo, anche stando a un palmo di distanza dal nemico, ci penserà l’aspirapolvere a complicare le cose.

Dovrete infatti ripulire anche il sangue, per fare un lavoro fatto bene: camminando sulle pozze, eliminerete ogni traccia. In uno dei 4 livelli della stessa build preliminare mostrata al PAX West da noi testata, tra i requisiti per il completamento della missione c’era anche una soglia percentuale di sangue da pulire, sarete quindi costretti a non lasciare nemmeno una goccia sul vostro tragitto. Potrete sfruttare fonti di rumore (come lavatrici) per attirare in uno stesso punto le guardie nei paraggi, o persino spostare mobili e bloccargli l’accesso per qualche minuto, così da lasciarvi il campo libero per le vostre operazioni di pulizia.

Serial Cleaner è ancora in beta, e la build testata lo dimostra: eppure nel suo essere ancora molto acerba, è perfettamente in grado di mostrare tutte le potenzialità di questa (almeno per il momento) esclusiva PC. La perfezione però è ancora lontana: tra le falle dell’IA (che a tratti esagera con l’intransigenza), un level design ispirato e piacevole, merito anche dello stile grafico molto particolare, ma che richiede ancora un certo lavoro di bilanciamento (si sente la mancanza di nascondigli in certi punti), e l’imprecisione di certi movimenti, un problema palese soprattutto in fase di pulizia del sangue, con singole gocce impossibili da vedere (e pulire) che in più di un’occasione ci hanno precluso il completamento al 100% (o peggio, la malsana ricerca conclusasi con un Game Over a missione ormai terminata), il gioco ha un margine di miglioramento ancora molto ampio.

L’elevata difficoltà e la sensazione di trovarsi nel bel mezzo di una sfida tra gatto e topo, complice l’impossibilità di annientare i nostri inseguitori (al contrario della stragrande maggioranza degli esponenti del genere stealth, Hitman su tutti), ci hanno però colpito positivamente, lasciandoci davvero ben sperare nella riuscita del prodotto finale, che (purtroppo) non ha ancora una finestra di lancio.


Traduttore e blogger freelance, adora (s)parlare di videogiochi e musica spaccatimpani tutto il dì. Quando può suona, gioca e legge, di tutto, anche le etichette degli shampoo. Terrore dei recensori e abbassatore di voti seriale, ha brillantemente sostituito le fatture ai suoi amati boss di Dark Souls, respingendo con caparbia ossessione e gioco di scudi qualsiasi backstab della vita sociale.

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