Tales of Xillia 2 – Recensione

Tales of Xillia 2 – Recensione

Passata alla storia come uno dei periodi più floridi dell’industria videoludica, l’epoca della prima Playstation è ricordata anche, e soprattutto, per l’elevata qualità di RPG “à la Final Fantasy” a cui ha dato i natali. Un genere che in tempi recenti è andato sempre più perdendosi, ma che numerosi giocatori ancora guardano con una certa nostalgia. Le ore passate a “expare” per cercare di battere quel determinato boss, il tempo buttato alla ricerca di quell’oggetto lasciato solo da quel tale mostro raro, le ingiurie versate per la morte della nostra unica guaritrice a causa del cattivone di turno e via discorrendo… i bei ricordi di una volta! Forse l’età inizia a farsi sentire e la nostalgia ad avanzare, ma ritrovarsi dopo così tanto tempo fra le mani un capolavoro “vecchia scuola” come il qui presente Tales of Xillia 2 non è certo un’esperienza di tutti i giorni.

Seguito diretto dell’omonimo titolo arrivato un anno fa (ma che in Giappone lo ricordiamo, risale addirittura al 2011), Tales of Xillia 2 è l’ultimo nato della pluripremiata serie Tales of, fortunatissima in patria ma che recentemente pare esser riuscita a far breccia anche in Occidente, tanto da meritarsi, per la prima volta, un adattamento persino nella nostra nostra lingua.

Ambientato un anno dopo gli eventi del primo Tales of Xillia di cui non vogliamo spoilerare nulla, i rapporti fra le due grandi potenze mondiali Reize Maxia, da sempre legata al culto degli spiriti, ed Elympios, più votata al progresso tecnologico, sembrano essere arrivati a una svolta. In questo sfondo politico fatto comunque di diffidenza e odio razziale, prendono il via le avventure di Ludger Kresnik in cerca del fratello Julius, reo di un attentato terroristico alla stazione dei treni di Trigleph. Ad accompagnarlo nel suo viaggio troviamo l’intero cast del primo Xillia ed Elle, una misteriosa bambina di otto anni alla ricerca del padre e della mitologica terra di Canaan. Il plot narrativo, per quanto poco chiaro nelle prime battute, ben presto si rivela essere uno dei più ben orchestrati e maturi dell’intera serie, con tematiche mature e numerosi colpi di scena in grado di tenervi incollati allo schermo per tutte le 40 e passa ore richieste al completamento della trama principale.

Il merito più grande sotto questo punto di vista va sicuramente alla realizzazione dell’intero cast dell’episodio precedente, ma anche e soprattutto al rapporto che pian piano viene ad instaurarsi fra Ludger ed Elle. Non ci discostiamo molto dal classico canovaccio nipponico composto dal giovane talentuoso e di belle speranze, la determinata e risoluta donna con una missione da portare avanti, l’amica di infanzia un po’ imbranata e lo sbruffone donnaiolo dal cuore tenero, ma nell’ottica globale dell’avventura il tutto risulta ben coeso e confezionato. Novità assoluta della serie è Ludger stesso, per la prima volta un protagonista muto in pieno stile Legend of Zeldama a che a differenza del nostro caro Link partecipa agli eventi tramite delle scelte di trama che influenzano in maniera differente i rapporti dei personaggi e lo svolgersi delle vicende. Una trovata insolita, se si pensa alle forti personalità che solitamente sviluppano i protagonisti all’interno di questa serie, ma che di fatto è in grado di donare alla trama un pizzico di personalità in più in base alle proprie scelte e gusti personali, senza contare la possibilità di potersi imbattere in uno dei tre finali alternativi in base alle proprie scelte. Sotto il punto di vista prettamente narrativo, insomma, Tales of Xillia 2 è promosso a pieni voti superando abbondantemente ogni più rosea aspettativa.

Cosa sarebbe però una trama ricca e articolata se a sorreggerla non ci fosse un battle system altrettanto degno ed elaborato? Tutti coloro che han sempre concepito i JRPG come degli statici e noiosi giochi nei quali bisogna semplicemente attendere il proprio turno per dare legnate a mostri casuali di ogni tipo avranno di che ricredersi. Il sistema di combattimento in questione è ancora una volta quello tipico della serie, quel “Linear Motion Battle System”, questa volta rinominato “Cross Dual Raid, che permette di muoversi su un’ipotetica linea retta tra il personaggio e il nemico per allontanarsi, avvicinarsi e attaccare a piacimento sempre tenendo conto del proprio “Assault Counter”, numero che determina il numero di attacchi, arti e azioni speciali che è possibile compiere in piena libertà prima di un leggero periodo di inattività.

Come da tradizione il party è composto sempre da quattro membri, di cui solo uno utilizzabile direttamente dal giocatore, coi restanti gestiti dall’intelligenza artificiale e mossi secondo alcune linee guida modificabili a piacimento dall’apposito menu nelle opzioni. E per la prima volta in un RPG, ogni personaggio ha almeno una mossa di guarigione, cosa che in parte mitiga un’IA non propriamente al top. Le novità arrivano anche con il nuovo sistema di abilità che soppianta quello vecchio a ragnatela delle sfere Illium con uno più snello legato alle sfere Allium. Queste ultime permettono ai vari personaggi di imparare in automatico un crescendo di abilità (fra passive, tecniche e arti) al raggiungimento di determinate soglie di punti elementali, ottenuti dai mostri o raccolti sulla mappa, attraverso uno (o più) dei sei elementi di cui è dotato l’estrattore con cui sono equipaggiati.
Di minore entità ma comunque gradita è invece la possibilità di poter inviare il proprio gatto, Rollo, a spasso per i luoghi visitati alla ricerca di oggetti. Un’aggiunta simpatica che poterà il nostro gattone a rifornirci l’inventario di oggetti rari, utili al proseguimento delle missioni secondarie, a intervalli regolari di gioco.

Esaurite le rifiniture di contorno, le novità più importanti sotto il profilo prettamente ludico sono tutte da ricercarsi nelle abilità di cui Ludger dispone. Pur non essendo l’unico personaggio utilizzabile, è innegabile come il protagonista rimanga sempre il personaggio più consigliato per immediatezza, forza e abilità. Il giovane Kresnik, infatti, oltre alle canoniche doppie lame dispone di altre due armi principali, per la precisione un martello e due pistole, in grado all’occorrenza di variare sensibilmente il suo approccio alla battaglia e le arti a disposizione. L’agilità e la rapidità delle doppie lame ovviamente è poca cosa se paragonata alla forza del martello, ma neanche le pistole sono da sottovalutare, soprattutto contro i fastidiosi mostri volanti.

Un’altra importante novità che per motivi di trama non sarà disponibile fin da subito, ma che riveste un ruolo primario per quanto riguarda lo svolgimento della storia, è invece  la possibilità di potersi trasformare in una sorta di “alter ego demoniaco” attivando il potere del ChromatusDopo aver riempito l’apposita barra, Ludger è in grado di trasformarsi in una versione “alternativa” di se stesso, perdendo il supporto dei compagni ma potendo contare su colpi e arti mistiche decisamente più incisive. Il sistema di combattimento come sempre appare molto dinamico e divertente, con picchi di esaltazione unici durante le battaglie coi mostri più grandi, che oltre ai classici boss principali della main quest possono contare svariati “mostri élite” opzionali utili al fine di racimolare qualche soldo extra. Soldi fra l’altro da non sottovalutare, in quanto utili a Ludger per estinguere il debito che contrae durante le battute iniziali dell’avventura e che scandisce l’intero proseguimento dell’avventura.

Contrariamente al predecessore e alla logica comune degli RPG, per poter proseguire con la storia Tales of Xillia 2 adotta un bizzarro espediente che richiede a Ludger di dover saldare di volta in volta una rata del proprio debito personale, per così sbloccare la meta successiva allo svolgimento delle vicende. L’idea, sulle prime spiazzante e piuttosto limitante, si sposa invece alla perfezione con la progressione a sequenze dell’avventura, abbracciando all’interno svariati sotto capitoli legati alle vicende del cast di Tales of Xillia.

Dopo le prime rate pagate col sudore della caccia al cinghiale, in giro per la mappa i vari comprimari inizieranno a proporre alcune quest legate a personaggi ed eventi del gioco precedente. Queste ultime, seppur slegate dall’incedere regolare della storia principale, rappresentano un indiscusso valore aggiunto alla produzione, in grado di amalgamarsi e alternarsi perfettamente con la trama principale e di abbracciare l’intero cast a tutto tondo, senza focalizzarsi solo e unicamente sulle vicende di Ludger. Un piccolo appunto a tal proposito va comunque mosso alla qualità delle stesse, certe volte fin troppo sbrigative e in grado di non far risaltare adeguatamente il personaggio che si sta seguendo. È questo il caso delle avventure legate a LeiaAlvin e Muzet, le cui vicende si esauriscono nel giro di pochi (spesso banali) dialoghi, che non rendono per nulla giustizia alla magnificenza dell’opera globale. Una piccola svista, ma parliamo pur sempre del classico pelo nell’uovo.

Dopo aver analizzato la componente narrativa e quella legata ai combattimenti, l’ultimo importante punto da analizzare riguarda l’esplorazione del bellissimo mondo di gioco. È bene specificare sin da subito che sotto questo punto di vista, salvo una manciata di location nuove di zecca, Tales of Xillia 2 risulta un titolo estremamente votato al riciclo. Parte di ciò è da imputarsi per ovvie ragioni a motivi legati alla trama (è passato solo un anno dagli eventi di Jude e Milla), ma sicuramente anche il breve lasso di tempo che intercorre fra i due capitoli (anche qui, un solo anno di sviluppo) ha giocato un ruolo fondamentale nelle scelte di design effettuate. Se da una parte Elympios risulta per lo più inedita per quanto piccola, Reize Maxia appare identica in tutto e per tutto a quanto abbiamo avuto modo di esplorare l’anno scorso. Per quanto bellissimi e dettagliati siano gli ambienti di gioco, non tutti saranno sicuramente disposti ad attraversare una seconda volta la strada maestra di Barnauer, il cammino di Nia Khera, l’altopiano di Mon e così via, alla ricerca di luccichii sparsi, gattini e cristalli elementali. A maggior ragione che i negozi non aumentano più il quantitativo di merce in vendita compatibilmente all’aumentare della mappa esplorata, come nel vecchio, prediligendo piuttosto un sistema di sintesi (già apprezzato in Tales of Vesperia) che permette la creazione di nuovi oggetti a partire da materiali preesistenti.

Discorso analogo anche per quanto riguarda i vari dungeon. Diversamente dai precedenti episodi, dove i vari labirinti erano adornati da svariati elementi di contorno con cui interagire e qualche semplice enigma ambientale, Tales of Xillia 2 propone semplici scampagnate dal punto A al punto B (dove B sta per Boss) che, per quanto belle e suggestive, rimangono sfortunatamente fini a loro stesse. Niente più anelli spara fuoco (Tales of Vesperia) o Mieu (Tales of the Abyss) da tirare addosso ai massi, insomma. La situazione migliora nelle grandi città come TriglephKandalar o Fennomont fra shopping, ricerche e subquest assortite, ma generalmente, le sezioni esplorative risultano piuttosto deboli, non fossero così ben sorrette dall’intrigante impianto narrativo e dal brillante battle system. Esaurito l’elemento novità lungo il viaggio del primo capitolo, a questo giro ci saremmo aspettati qualcosa di più che non un semplice ripasso della geografia di Reize Maxia.

Nonostante una generale sensazione di già visto/già fatto, liquidare Tales of Xillia 2 come un semplice “more of the same” sarebbe un grave errore, in quanto sotto praticamente ogni punto di vista, il lavoro svolto da Baba e il suo team si è dimostrato all’altezza (in termini di gameplay), se non migliore (in termini narrativi), di quanto visto nel precedente capitolo. Ne è un chiaro esempio la solita e impeccabile realizzazione artistica, da sempre, gioia e gaudio di una serie che difficilmente sbaglia un colpo. I protagonisti di Tales of Xillia ritornano e ripropongono quanto di buono apprezzato nel precedente, mostrando nel loro aspetto i segni evidenti della maturazione avvenuta, che si tratti del completo elegante di un novello Alvin, impegnato nel mondo degli affari, o del completo più sobrio di una Elize che finalmente ha superato le sue paure. Dal canto loro, Ludger Julius invece riflettono uno stile diverso, decisamente più carico ed elaborato di quanto visto in precedenza, indice di una società, quella di Elympios, sempre più votata al progresso e  alla corsa tecnologica rispetto alla semplicità di Reize Maxia. Un cambiamento che ci sarebbe piaciuto osservare anche a livello paesaggistico ma che purtroppo, per motivi  di sviluppo, non c’è stato. Nonostante tutto, comunque, paesaggi come quello di Fennmont e Xian Du sono in grado di levare il fiato ancora oggi.

Tecnicamente parlando il lavoro svolto è buono ma non superlativo, in particolare si nota una certa arretratezza per quanto riguarda un engine che ormai ha sulle spalle più di due anni dalla sua release originale. Qualche sporadico rallentamento qua e là ogni tanto tende ad inasprire l’esperienza, sopratutto in presenza di numerosi nemici a schermo, ma generalmente nulla in grado di intaccare il godimento globale. Sempre ottime le musiche di sottofondo, i vari temi che accompagnano le battaglie e, in generale, i momenti più significativi della storia. Purtroppo per gli appassionati più irriducibili segnaliamo l’impossibilità di poter scegliere fra il doppiaggio originale e quello inglese, anche se dobbiamo ammettere che quest’ultimo si è rivelato più che buono.

In conclusione…

Chiaramente concepito come complemento del primo capitolo, Tales of Xillia 2 è un prodotto espressamente pensato e confezionato per chi a Reize Maxia ci ha lasciato il cuore. Le vicende qui narrate espandono in maniera eccellente quanto di buono visto nel predecessore, andando ad approfondire ulteriori elementi nella trama lasciati in sospeso e aggiungendone altri di qualità persino superiore.

I limiti dettati da una mappa votata all’80% al riciclo sono evidenti, anche se probabilmente gli appassionati non vi presteranno neppure attenzione, impegnati come saranno a portare avanti una trama tanto appassionante, assorbiti contemporaneamente da un battle system così divertente e dinamico. È indubbio che si tratti di un’operazione di fan service mirata, ma se la qualità è questa, chi sono i fan per dire di no?

Dopo un entusiasmante primo capitolo, la rinascita dei grandi RPG orientali prosegue per Tales of Xillia 2 e ci lascia ben sperare per il prossimo Tales of Zestiria in arrivo l’anno prossimo.

Voto: 8,5/10

Videogiocatore incallito, divoratore di film, seguace della via del Social: praticamente una vita passata a giocare, leggere e scrivere. A volte anche contemporaneamente.

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