Arcania: The Complete Tale – La Recensione

Arcania: The Complete Tale – La Recensione

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In alto le spade per l’impero di Myrtana…

Parlare di Arcania obbliga, giocoforza, a tirare in ballo un illustrissimo predecessore rispondente al nome di Gothic: salvatore delle ruolistiche sponde dopo il fallimento di Ultima IX! Dopo un primo ottimo esordio ed un secondo, interlocutorio ma comunque apprezzabile, capitolo, giunse un terzo fallimentare episodio, la cui gestazione e sviluppo rimarrà, nei secoli, come un pessimo esempio comportamentale di una software house nei confronti di un videogame: realizzato in fretta e furia, messo in gold utilizzando un codice buggato, rilasciando un solo update degno di tale nome e poi… il nulla! Vennero in seguito rilasciate alcune “community patch”, realizzate dagli stessi giocatori, che resero per lo meno giocabile il titolo.

Va da se che i ragazzi di Spellbound hanno ben pensato di rilevare il titolo dalle mani dei Piranha Bytes cercando di realizzare, consci della enorme fanbase, un quarto episodio per lo meno accettabile o in linea con il glorioso passato di questa oramai storica saga.

Ci troviamo dunque davanti alla rinascita di una saga o all’ennesimo passo verso l’oblivion di una vetusta gloria? Scopriamolo insieme!

Lo ameranno: Tutti gli appassionati di giochi di ruolo…
Lo odieranno: Gli amanti delle ambientazioni open space…
E’ simile a: The Elder Scrolls V: Skyrim, Dragon’s Dogma, Dragon’s Age

aTitolo: Arcania – The Complete Tale
Piattaforma: Xbox 360, Playstation 3, Pc
Sviluppatore: Spellbound Entertainment
Publisher: Nordic Games
Giocatori: 1
Online: Assente
Lingua: Italiano (Testi) – Inglese (Parlato)

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 The story so far…

Cosa potrà mai succedere in una tranquilla città di campagna... Nulla no?

Cosa potrà mai succedere in una tranquilla città di campagna… Nulla no?

Isola di Feshyr, un giorno come tanti altri: il nostro sedicente e giovane eroe si trova alle prese con le beghe tipiche della vita di campagna. Oggi però è un giorno speciale: la sua amata gli confessa di portare in grembo il frutto del loro amore e lui, in un misto tra sconcerto e felicità, si appresta a chiedere la mano della figlia al burbero padre che, dopo averlo fatto peregrinare in lungo e largo per l’isola a svolgere svariate missioni, acconsentirà alle nozze, non prima però di aver svolto per lui un’ultima missione. Preso dalla foga e dalla consapevolezza che, di li a breve, la sua vita cambierà, il nostro beniamino partirà per questa ennesima missione… non consapevole però che il suo villaggio sarebbe stato, di li a breve, raso al suolo e dato alle fiamme dalle milizie di Re Rhobar III (si… proprio lui… l’eroe dei primi tre Gothic!!!): tutti gli abitanti, futura moglie e nascituro inclusi, morti, gridano vendetta…

E’ da qui che prende inizio la peregrinazione dell’ennesimo eroe senza nome della saga di Gothic, un eroe mosso a vendetta contro un sovrano reo di aver distrutto la sua famiglia e, con essa, tutte le sue aspettative di vita futura: giunto nel regno di Argaan il nostro alter-ego si metterà alla ricerca di un artefatto che, con il suo potere, potrebbe sovvertire le sorti di una guerra già segnata e che vede in Re Rhobar III, tiranno sanguinario (ma sarà davvero poi questa la verità?), il vincitore annunciato.

A voi Diego, uno dei pochi personaggi dotati di un background degno di esser chiamato tale...

A voi Diego, uno dei pochi personaggi dotati di un background degno di esser chiamato tale…

Come noterete sin da queste prime battute, lo script alla base di Arcania (e della sua espansione “La caduta di Setariff”, inclusa in questa edizione per Playstation 3) non brilla certo per originalità e posso dirvi sin da ora che, eccezion fatta per alcuni momenti di buon lirismo narrativo, tutta la storia narrata all’interno di questa epopea non verrà di certo ricordata per varietà o, cosa ben peggiore, per una pedissequa caratterizzazione dei personaggi.

Dimenticate dunque il passato tormentato degli npc presenti nel mondo di Skyrim, rassegnandovi ad incontrare indigeni che, nel migliore dei casi, vi daranno un’opinione su ciò che succede nel mondo di gioco o, molto più spesso, si limiteranno ad assegnarvi la missione di turno… con buona pace dei problemi delle minoranze razziali nell’impero di Myrtana

Hai un pezzo di carne incastrato nei denti... aspetta che ti aiuto io...

Hai un pezzo di carne incastrato nei denti… aspetta che ti aiuto io…

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A walk on the game side…

Veniamo ora a quello che, in ogni gioco che si rispetti, è il fulcro dell’esperienza videoludica: la giocabilità. Arcania: The Complete Tale viene a configurarsi come un “Action-Rpg”, preferendo dunque un’immediatezza di accesso all’esperienza di gioco invece di un laborioso e cervellotico approccio in puro “Skyrim-style”.

Il combat system, tipicamente action, si fa apprezzare per la sua duttilità

Il combat system, tipicamente action, si fa apprezzare per la sua duttilità

Con il capolavoro Bethesda questo Arcania: The Complete Tale condivide, ahinoi, esclusivamente la visuale in terza persona orientando il gameplay sì ad una maggiore immediatezza ma anche, sfortunatamente, ad una ancor maggiore approssimazione. Per fare un esempio sarà infatti possibile procedere a media velocità per il mondo di gioco ma non correre o camminare; sarà possibile scalare impervi monti fino alla sommità degli stessi ma altrettanto lo sarà il rimaner bloccati in muri invisibili che ci separeranno, senza ragione apparente, dal nostro obiettivo, costringendoci a ri-iniziare dall’ultimo salvataggio. Tornando al gameplay vero e proprio, l’elemento action prevarica nettamente quello RPG, fornendoci un sistema di combattimento che, seppur innestato in un insieme di base non del tutto perfetto, brilla per immediatezza e, sorprendentemente, per il divertimento offerto: fendente, parata, arma a distanza (arco o balestra), attacco magico, schivata, ogni tasto del pad è adibito alla gestione di uno di questi elementi consegnandoci, non senza stupore, un sistema di gioco elementare, schematico, ripetitivo quanto volete ma altamente fruibile e di sicuro impatto.

Lo schema di gioco di questo Arcania, non mi stancherò mai di ripeterlo, è improntato ad una semplificazione a dir poco disarmante: la gestione dell’inventario vedrà infatti la possibilità di equipaggiare il nostro alter-ego virtuale con una serie di oggetti, recuperati durante le missioni o debitamente acquistati, con dei poteri specifici e disposti, nello stesso, in ordine di valore/potere crescente. Sarà possibile combinare due o più oggetti per ottenere l’artefatto perfetto ma dimenticate, anche in questo ambito, le infinite possibilità di personalizzazione/incantamento oggetti cui oramai siete abituati avendo percorso in lungo e in largo le lande di Skyrim.

A voi il "completissimo" sistema di personalizzazione di Arcania: no... Wait!

A voi il “completissimo” sistema di personalizzazione di Arcania: no… Wait!

Parimenti l’evoluzione “ruolistica” del personaggio è stata ridotta all’osso, sacrificando il tutto in nome di una diffusione di massa di questo prodotto! Dimenticate dunque le millemila catene evolutive del gioco Bethesda o del primo Dragon Age: in Arcania: TcT ci troveremo, alla fine di ogni livello, a scegliere come investire punti evoluzione in 6 abilità e 3 scuole di magia potendo, al massimo, sbloccare abilità ulteriori (correlate però alla linea evolutiva da noi potenziata) una volta giunti ad un determinato livello. La cosa farà sicuramente storcere il naso ai puristi del genere ma tant’è: prendere o lasciare!

Se questi fossero gli unici limiti di Arcania ci ritroveremmo davanti ad un gioco sì essenziale e spartano ma, onestamente, gradevole da giocare: i problemi iniziano nell’interazione con il mondo di gioco. Mai… e sottolineo mai, ho visto un prodotto realizzato in un modo così tecnicamente approssimativo, clipping, frame rate ballerino, compenetrazioni poligonali, personaggi “fluttuanti” sul terreno, nemici che attaccano a spron battuto e che, davanti ad una difformità del terreno, fanno retromarcia esponendosi ad ulteriori letali fendenti o attacchi da lontano… e potrei continuare per ore! Arcania è stato realizzato in modo frettoloso, sfruttando l’appeal di un nome, quello di Gothic, dotato di un blasone tutto suo ma che, da solo, non riesce a colmare i vuoti, le lacune e i bug, ebbene sì, centinaia di bug presenti in questo titolo, uscito oramai da qualche tempo, e mai corretti.

Pur essendo dotato di una giocabilità tutto sommato appagante, l’approssimazione realizzativa con cui i ragazzi di Spellbound hanno confezionato questo titolo relega lo stesso in un limbo tra mediocrità e sufficienza dal quale, nonostante il prezzo budget cui Arcania è venduto, difficilmente riuscirà ad elevarsi: l’unica cosa che riesco a dire giocando a questo titolo è un sonorissimo “MAH!”

Tutto in Arcania è improntato alla semplificazione: dialoghi, personaggi, grafica... Eutanasia plis...

Tutto in Arcania è improntato alla semplificazione: dialoghi, personaggi, grafica… Eutanasia please…

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Take a look around…

Arcania: The Complete Tale è, sia in ambito grafico che sonoro, indietro almeno di una generazione rispetto ai prodotti attualmente presenti sul mercato.

Una grafica che avrebbe potuto concorrere, se non inficiata da centinaia di imperfezioni, con quella di Morrowind ed un sonoro al limite dell’osceno, per quanto a livelli di campionamento e varietà delle melodie di sottofondo, contribuiscono a relegare questo gioco in un angolo, a metà tra scaffale e magazzino, da cui sarà difficile tirarlo fuori nonostante il prezzo budget cui viene proposto.

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So long then… Farewell…

Arcania: The Complete Tale offre un esperienza di gioco dalla durata medio-breve: completando infatti tutte le side-quests il gaming time non supererà il tetto delle 30 ore…decisamente poco, visti gli standard offerti dalla concorrenza. L’espansione “La caduta di Setariff”, posta cronologicamente al termine delle gesta narrate in Arcania,  aggiunge 5 ore di scialbo divertimento: giocabile anche come esperienza stand-alone con personaggi pre-impostati e con armamentario di alto livello, ha l’unico pregio di chiudere il cerchio sugli eventi narrati nel capitolo principale risultando, però, un mero escamotage commerciale per allungare un brodo di dubbia qualità.

La completa assenza di una modalità multiplayer, cosa comunque comprensibile per un RPG “old-school”, va a limitare ulteriormente il coefficiente di rigiocabilità di questo titolo: difficilmente tornerete a risolvere i misteri radicati nelle alte sfere dell’impero di Myrtana una volta concluso il primo playthrough!

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In conclusione…

Arcania: The Complete Tale è, soprattutto nella sua versione per Playstation 3, una grandissima occasione mancata!

Un sistema di gioco spartano ma comunque gradevole, innestato su una base deficitaria di qualsiasi livello di raffinamento estetico, stilistico o di qualsivoglia ottimizzazione, da solo non basta a rendere l’ultimo titolo degli SpellBound Entertainment meritevole di esser considerato un gioco di ruolo non dico di successo, ma almeno sufficiente.

Grafica indietro di una generazione rispetto ai diretti concorrenti e un sonoro a dir poco insoddisfacente aggiungono ulteriori pesi che impediscono a questa quarta iterazione del brand Gothic di elevarsi oltre la mediocrità.

Se proprio non riuscite ad attendere il sesto capitolo di The Elder Scrolls o non avete voglia di aspettare il 2014 per Dragon Age: Inquisition dategli una chance… senza aspettarvi però varietà e completezza endemiche dei due titoli appena citati.

 

L'Atari 2600 gli aprì una nuova prospettiva di vita; il PC, sin dagli arbori, fu la sua casa natale: dal 2008 è disperso nella wasteland alla ricerca di bamboline della Vault-Tec...

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