Touch My Katamari – La Recensione

Touch My Katamari – La Recensione

Lo ameranno: Chiunque cerchi qualcosa di diverso
Lo odieranno:
Chi teme un gameplay strambo colorato e demenziale
E’ simile a:
Solo a Katamari.

 

Titolo: Touch My Katamari
Piattaforma: PsVita (cart e download)
Sviluppatore: Namco Bandai Games
Pubblicazione:Namco Bandai Games
Giocatori: 1
Online: Solo funzionalità Near
Lingua : Inglese

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Nerd e Katamari

Torna il principe, la sfera Katamari inglobatutto, ed il carisma sbruffone del Re del Cosmo.

L'otaku Goro in tutta la sua presenza di spirito.

Anni e anni fa Namco partorì un gioco misterioso e folle, che attirò l’interesse di tutti i possessori di Ps2; Katamari Damacy, con il suo concept assurdo e i suoi personaggi strambi e improbabili catturò i giocatori di tutto il mondo. Purtroppo il gioco ci mise un po’ ad uscire fuori dalle lande nipponiche, ma finalmente, con il suo seguito, anche il resto del mondo poté ufficialmente metterci le mani su. Dai primi due episodi la serie fu preda di una certa stanchezza nelle sue varie incarnazioni, fra cui si contano anche episodi per dispositivi mobili. Giochi troppo anonimi,  un eccessivo grado di riciclo, e mancanza di idee. E forse non a caso, con perfetta e appropriata ironia, in questo ultimo episodio, il Re del Cosmo, giustamente preoccupato per l’assottigliarsi della sua fan base, ordina al Principe di soddisfare tutte le richieste dei suoi diversi fan, per riconquistarne i favori. Fra tutti questi la narrazione si focalizza sull’otaku Goro, dilaniato dal dilemma se studiare o giocare, e sopratutto combattuto fra la sua passione per le idol in minigonna e l’esigenza di acquistare libri di testo per formare il suo futuro. Ovviamente, il Katamari sarà la soluzione anche di questo problema.

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Siamo proprio bravi, e meritiamo una camionata di caramelle.

Rotola rotola.

Chi non conosce Katamari Damacy? Beh chi non lo conosce forse non lo merita!

C’è sicuramente bisogno di una buona dose di amore per il nonsense e l’humor demenziale per immergersi nei mondi del Principe e del Re del Cosmo. Descrivere in due parole Katamari per chi non lo conoscesse, in realtà è molto semplice, impersoneremo il giovane Principe nella sua classica tenuta verde, che spinge una sfera bizzarra, la sfera Katamari, con la quale attireremo tutto ciò che incontreremo sulla nostra strada, compatibilmente alle dimensioni del nostro Katamari (che sarà la somma di tutti gli oggetti attirati dalla sfera iniziale); e quando si dice tutto, si intende proprio tutto, palazzi nuvole e divinità comprese. Come in passato i livelli saranno tematici, in questo caso la scusante è la soddisfazione del fan di turno, dunque a seconda delle loro richieste alcuni livelli avranno come obiettivo solo il raggiungimento di una data dimensione del Katamari, in un determinato lasso di tempo, altri l’accumulo di particolari tipi di oggetti, cibo per arrivare ad un quantitativo di kcalorie, oggetti per un determinato ammontare di yen, e così via. Da questo punto di vista sarebbe stato auspicabile una maggior varietà di obiettivi, similmente a come visto in Katamari Forever; in realtà nei soli 13 livelli di cui è composto il gioco la varietà di missioni non è ampissima.

Ma veniamo ai controlli. Considerando le qualità di PsVita ci si aspettava un grosso balzo in avanti, rispetto all’episodio portatile per PSP (che rendeva più fattibile il conseguimento di una patente C che il suo perfetto  padroneggiamento). La presenza del doppio stick analogico, è chiaramente fondamentale, ora infatti potremmo adottare lo stesso stile delle controparti per console maggiori con l’aggiunta delle funzionalità touch. L’utilizzo più innovativo del touch, non è tanto sui controlli, ma su una nuova peculiarità, che influisce sul gameplay, della sfera Katamari, ora infatti potremo restringerla e allargarla, con l’utilizzo del touch dorsale. L’introduzione di questa nuova abilità sembra essere stata considerata, dagli sviluppatori, nella costruzione dei 13 livelli che, ricordiamo, sono tutti inediti e molto ben studiati, anche se sono pochi quelli di ampio respiro, cosa che riduce forse l’effetto “wow”, ma rende il gioco più impegnativo e soddisfacente. Certo 13 livelli sono veramente pochini, sicuramente c’è un ottimo grado di rigiocabilità, visto che questi sono zeppi di oggetti da collezionare, e dei soliti personaggi secondari, come i vari cugini del principe, inoltre l’accumulo di “punti dolcetto” permetterà di comprare vari gadget con cui adornare lo statuario corpo del Re del Cosmo e del nostro principe, ma il gioco se inteso come un’unica sfida, di per se ha una durata veramente minima. Va però aggiunto che Namco Bandai ha rilasciato già ben quattro DLC per il gioco, che offrono nuovi fan bramosi di richieste.

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Un sobrio Re del Cosmo

“Nanaaaa na na na Katamari Damacyyyy!”

PsVita non fa eccessivo sforzo per muovere i mondi pazzi, colorati e stracolmi, di Touch My Katamari, anche perché a conti fatti, graficamente è lo stesso gioco che 7 anni fa girava sulle nostre ps2. Chiaro, è un gioco che pone le sue basi estetiche sul minimalismo, quindi l’impianto grafico è sicuramente coerente con la serie. Qualcosa però,  sull’ esempio dell’ultimo episodio per console maggiori, Katamari Forever, poteva esser meglio curata riguardo lo stile grafico fra i vari livelli, che risultano tutti un pò troppo anonimi. Tutto comunque gira fluidamente, con poche incertezze e raro pop-up. Le musiche, come da tradizione sono veramente molto belle e appropriate, stavolta anche qui ci sono accompagnamenti inediti e non  riproposizioni e remix.

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Il menù poco ispirato e claustrofobico.

Conclusioni

E’ riuscita la riconquista dei fan al Re del Cosmo e al giovane principe?

In parte. Chi approccerà per la prima volta Katamari sicuramente lo gusterà parecchio, e non noterà nemmeno la brevità del titolo, impegnato a scovare extra e bonus. Per i veterani la questione è diversa, certo il piacere di trovarsi un episodio completo e giocabilissimo, da portarsi in metro (che non siano le versioni per Android e ios!) non è poco, ma fondamentalmente rimane un’ennesima iterazione. L’unica novità sostanziale, la deformazione del Katamari non dona profondità veramente rilevante allo stile di gioco. D’altronde vere pecche rilevabili sono ben poche: lo stile dei livelli,  troppo anonimo, la mancanza di sfide multiplayer, competitive e cooperative e una certa approssimazione sulle rifiniture, ad esempio gli stessi menù che nella serie di Katamari si sono sempre distinti per bellezza e simpatia , nella loro stessa navigazione, ora si riducono ad un povero scorrimento fra i fan e le opzioni di gioco.  Il motore è fluido ma d’altronde lo sforzo che PSVita deve compiere per far girare il gioco, è veramente modesto. Certo la costruzione dei livelli è buona e offre sfide interessanti,  ma forse era lecito aspettarsi uno sforzo creativo maggiore, che aiutasse il rilancio di una serie che fa della creatività la sua ragione d’esistenza.

 

Lotta strenuamente contro i BSOD

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