Altro horror, altra corsa. Questa volta è il turno di un film che stavo aspettando con una buona dose di speranza ad alleggerire l’attesa: The Quiet Ones, distribuito in Italia come Le Origini del Male (sì, riusciamo sempre a trovare il modo di rendere trash qualsiasi cosa).
Dunque, per l’ennesima volta le forze chiamate in campo sono demoniache (o forse no, sostiene il professore pazzoide
Bene, arriva il momento di sedermi sulla comoda poltrona della sala e godermi la proiezione. Un paio d’ore più tardi, abbandono la comoda poltrona con il retrogusto dell’insoddisfazione sul palato. Perché? Abbastanza semplice in realtà: i canoni di cui vi parlavo non sono stati utilizzati come leva, come scala per raggiungere un luogo inesplorato o inventarselo, sono stati – invece – l’unico prodotto in esposizione, fine a se stessi, niente più che l’ennesima (impercettibile) variazione su un tema che ormai conosciamo fin troppo bene.
Sarà che in fatto di orrore tendo a perdonare ben poco, in quanto amo il genere e so quanto si possa elevarlo con la giusta ispirazione, ma questa volta sono costretto ad ammettere che proprio non ci siamo.
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A noi ricorda…
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Ci si rivede venerdì con la recensione di un’altra novità fresca di pubblicazione… stay tuned!
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