Oddworld: Soulstorm – Recensione

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Il nuovo esodo dei Mudokon

Oddworld: Soulstorm – Recensione
Oddworld: Soulstorm – Recensione
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Dopo l’ottimo Oddworld New ‘N’ Tasty, remake dell’indimenticabile Abe’s Oddysee del 1996, lo studio indipendente Oddworld Inhabitants porta sulla libreria digitale di PlayStation 4 e PlayStation 5 (gratuitamente per tutti i possessori dell’abbonamento Plus, almeno per il mese di aprile), ma anche PC, il nuovo capitolo della serie: Soulstorm. Questo seguito si ispira liberamente ad Abe’s Exoddus e riprende le vicende del povero Abe, immediatamente dopo la fuga da Rupture Farms e la liberazione del popolo Mudokon.

Se però New ‘N’ Tasty può essere definito un remake in tutto e per tutto, questo Soulstorm ha più l’aria di un reboot, un nuovo inizio dal quale la software house americana vorrebbe rilanciare il proprio immaginifico universo con grande stile, grazie ad una rinnovata veste tecnica, ad un gameplay più profondo e un taglio narrativo adulto e irriverente, che strizza l’occhio a produzioni ben più blasonate.

Oddworld: Soulstorm Future Games Show

L’avventura si apre a tutta velocità, con Abe e pochi altri superstiti rintanati in un treno in corsa inseguito da un esercito di spietati Slig. Ma cosa è successo? Dov’è diretta quella locomotiva? E soprattutto, cos’è quel misterioso manufatto che stringe tra le mani il nostro adorabile protagonista?

Per svelare tutti i retroscena occorre tornare a 12 ore prima, precisamente al momento in cui gli schiavi Mudokon fuggono dai Mattatoi Ernia e festeggiano la loro ritrovata libertà. Ma la missione di Abe è appena cominciata ed ora, dopo l’evasione, dovrà intraprendere un vero e proprio “esodo” per portare in salvo il suo popolo e trovare finalmente la pace tanto meritata.

Se New ‘N’ Tasty può essere definito un remake in tutto e per tutto, questo Soulstorm ha più l’aria di un reboot

Chi ha dimestichezza con la serie sa bene in che razza di impresa abbiamo di fronte, tenendo conto dell’elevatissima difficoltà che fin dai primi istanti (e senza tante cerimonie) si paleserà ai nostri occhi. E se prima i principali ostacoli erano dettati dalla precisione millimetrica con cui si dovevano calibrare i movimenti del protagonista per evitare di farlo finire in qualche trappola mortale o sotto il fuoco nemico, in Soulstorm è purtroppo la mediocrità tecnica, frutto di uno sviluppo forse troppo acerbo, il principale intoppo da superare.

Nonostante Abe sia stato finalmente dotato di una maggiore fluidità di movimento e del doppio salto (imprescindibile per superare determinate sessioni), bug improvvisi e imprecisioni nei comandi mandano spesso e volentieri al diavolo interi minuti di fine strategia appositamente calibrata per superare indenni un plotone di Slig, un dirupo mortale o uno stuolo di mine esplosive. Il tutto è reso ancor più complicato dalla tecnologia 2.5D che talvolta impedisce l’interazione tra oggetti o NPC, costringendo i giocatori a ripetere più volte la stessa fase. Fortunatamente gli sviluppatori si sono messi subito all’opera e al momento della pubblicazione di questa recensione saranno già due le patch correttive disponibili, più una terza in dirittura d’arrivo che speriamo sia risolutiva.

Le novità di gameplay non si riducono certo alla maggiore libertà di movimento, ma introducono un vero e proprio sistema di crafting che Abe potrà utilizzare racimolando oggetti in giro per la mappa ed assemblandoli per creare armi, piccoli gadget o diversivi da conservare o donare ai Mudokon al suo seguito, aumentando così il ventaglio di possibilità per affrontare ogni singola situazione.

Non per questo Soulstorm diventerà più facile, anzi: ogni livello sarà ricco di interazioni sfruttabili che il giocatore dovrà intendere al meglio per risolvere gli spinosi rompicapi che affollano l’avventura. Esplorazione, tempismo e una giusta tattica rappresentano quasi sempre la chiave per il successo, mentre una partenza precipitosa o un eccessivo spreco di risorse diventeranno sinonimo di fallimento e conseguente frustrazione. Anche per questo la longevità del titolo è del tutto personale, a seconda di quanto vi interessi o meno salvare tutti i Mudokon, che questa volta sono più di un migliaio, sparsi in 15 livelli e altre aree segrete.

Esplorazione, tempismo e una giusta tattica rappresentano quasi sempre la chiave per il successo

Artisticamente, il level design di Soulstorm è molto curato, ma altalenante. Le sessioni all’aperto sono quasi sempre spoglie e identiche le une alle altre, mentre quando si passa all’interno si avverte una maggiore cura per i dettagli che rende gli ambienti più suggestivi e vividi. Nella versione PS5, il gioco si attesta su 1440p e 60fps stabili, mentre su old-gen si intravede qualche incertezza, soprattutto durante le sessioni all’aperto. Ma la realizzazione tecnica, seppur non toccando vette di eccellenza, riesce comunque a strappare decisi consensi, soprattutto grazie alla cura dei modelli poligonali dei singoli protagonisti e alle splendide cut-scene, durante le quali si concentrano la maggior parte dei dialoghi utili alla trama. Quasi nullo l’utilizzo del DualSense e del feedback aptico del controller Sony, mentre il comparto audio non si fa apprezzare quanto dovrebbe, celandosi dietro suoni riciclati (ma sempre azzeccatissimi) ed accompagnamenti musicali abbastanza anonimi.

Conclusioni

Al netto dei suoi difetti, Oddworld Soulstorm è il degno erede di Exoddus e degno seguito di New ‘N’ Tasty. Oddworld Inhabitants vuole osare e accompagna il gioco con tante novità, a nostro modo di vedere tutte ben riuscite e ben implementate in un gameplay generale che adesso è dotato di una maggiore profondità, che speriamo possa avere ripercussioni positive sui futuri titoli della serie.

Purtroppo il gioco è afflitto da numerosi bug, imprecisioni e meccaniche non ottimizzate che lasciano trasparire una certa superficialità proprio su quello che è uno dei punti cardine di tutta la produzione. Apprezziamo la velocità con cui il team di sviluppo si è messo all’opera per ovviare ai problemi, ma controller alla mano è inevitabile percepire come qualcosa ancora non quadri del tutto.

In ogni caso, Soulstorm rimane un importante passo in avanti rispetto al predecessore, un gioco brutale e spietato, ma anche dolce e riflessivo che saprà sia riconquistare i fan di vecchia data, sia sorprendere le nuove leve.

Oddworld Soulstorm è già disponibile in formato digitale su PS4, PS5 e PC. A luglio uscirà in versione fisica (anche Collector’s Edition), prenotabile da GameStopZing Italia.


 

Good

  • Tante novità nel gameplay
  • Ampia rigiocabilità
  • Difficile quanto basta

Bad

  • Tecnicamente non all’altezza
  • All’inizio può essere frustrante
  • Visivamente ordinario
7.5

Niente male

Amante dei tatuaggi e del buon vino, crede fermamente nella vita extraterrestre. Ha una passione viscerale per i videogames maturata nel tempo, che lo ha portato a scrivere per molte riviste italiane e siti web specializzati nel settore.

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