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Il mercato nero dei cheat vale l’arresto, almeno in Cina

Tencent, lo “Steam” cinese, ha portato in Cina Playerunknown’s Battlegrounds. E fin da subito la compagnia si è battuta per evitare di trovarsi davanti onde di cheat. Pur funzionando bene l’intero sistema, ogni tanto c’è qualcosa che sfugge, ma la punizione è decisamente severa.

Se da questa parte del mondo, infatti, al massimo si riceve un ban, in Cina non ci vanno giù leggeri. Ed è così che il mercato nero dei cheat, con “prodotti” per barare in vendita a poco più di 15 Dollari ha portato all’arresto di ben 120 cheaters. Questo grazie allo sforzo combinato di Tencent e della polizia cinese, che ha effettuato un’operazione decisamente di larga scala.

Insomma, abbiamo capito: meglio evitare di barare quando ci si trova nelle nuove Americhe. Anche se per l’amore di un gioco pulito e del divertimento, forse sarebbe meglio non barare assolutamente.

Playerunknown’s Battlegrounds però non è solo cheater, anzi. Il gioco è oramai un vero e proprio successo planetario e a breve potrebbe diventare anche un film, un fumetto o addirittura un libro. Non ci credete? Leggete qui i piani di espansione di Bluehole per il nuovo fenomeno di massa, oppure leggete qualcuna delle nostre guide…


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