Ci risiamo. L’autunno è nel vivo, fuori piove di brutto, le uscite videoludiche interessanti si moltiplicano a vista d’occhio e una buona fetta di noi giocatori è comodamente seduta sul divano a sfidare (o insultare) amici o perfetti sconosciuti in quello che, dati alla mano, rappresenta uno dei generi più diffusi del nostro medium: il calcio. Non è facile capire per quale motivo ventidue scimmioni che rincorrono una palla abbiano un potere magnetico così forte su maschietti (e non solo) di ogni età: non solo nei campi reali ma anche in quelli delle nostre console più o meno next gen, lo sport più amato del mondo miete letteralmente vittime, siglando anno dopo anno incassi da record e piazzamenti vertiginosi nelle classifiche di vendita. Del resto, chi non ha mai sognato di dare quattro calci ad un pallone in un Santiago Bernabeu gremito di pubblico?
Quest’anno, tuttavia, l’eterna sfida tra le due superpotenze del calcio digitale ha un sapore diverso: e aveste mai letto le nostre recensioni di FIFA 15 e PES 2015, dovreste sapere benissimo il perché. Ora che la partita è finita e le squadre di Electronic Arts e Konami guadagnano gli spogliatoi, possiamo finalmente stillare le nostre pagelle e trarre le conclusioni, punto per punto, per determinare quale tra i due sfidanti si sia distinto in questo anno di next-generation. Perché ammettiamolo, alla frase “un pareggio che accontenta tutti” in fondo in fondo non ci ha mai creduto nessuno. Mettetevi dunque comodi, che il nostro Confronto Finale sta per iniziare.
FIFA 0 – PES 1 | |||
First Touch eccellente, buona fisica della palla | Ritmo di gioco ragionato e realistico | ||
Azioni fulminee e possibilità di far calcio spettacolo | Peso e inerzia dei giocatori sono fondamentali | ||
Ritmo di gioco alle volte troppo veloce, alcuni giocatori riescono ancora a raggiungere la porta avversaria senza che la difesa riesca a contenerli. | Lo SquadID si fa sentire. Contrasti a centrocampo di buon livello, pressing avversario preciso e a difficoltà maggiori asfissiante. |
La partita, insomma, sfiora la perfezione: peccato che non valga lo stesso discorso per il microcosmo attorno ad essa. Il pubblico sugli spalti appare ancora terribilmente old gen, con pochi modelli replicati allo sfinimento per riempire lo stadio dalla complessità poligonale troppo contenuta. Gli stadi disponibili, pur essendo in minoranza rispetto alla concorrenza, non godono dello stesso revamp, dimostrandosi sì piacevoli alla vista ma comunque più anonimi e freddi – complice anche una realizzazione del manto erboso più superficiale, le cui tinte alle volte sembrano irreali. Mancano ancora le esultante “personalizzate”, così come un ammodernamento di fotografi, raccattapalle e panchine a bordo campo – tutte cose ampiamente a portata del FOX Engine. Dal punto di vista del sonoro, finalmente ci sono delle degne canzoni di sottofondo nei menù; l’atmosfera da stadio è buona, ma troviamo un Fabio Caressa sottotono rispetto alla passata stagione ed un Luca Marchegiani che mostra tutta la sua inesperienza.
La situazione tecnologica rappresenta dunque il punto più difficile da assegnare tra i due contendenti. Lato nostro, ci sentiamo di premiare lo sforzo di PES 2015 di riproporre al meglio la partita vera e propria, chiudendo l’occhio su elementi “secondari ma non troppo” che, pur essendo importanti, risultano meno appariscenti una volta impugnato il pad. Al netto di una prestazione lodevole da parte di FIFA, dunque, il set viene assegnato “per pochi punti” al titolo Konami.
FIFA 0 – PES 2 | |||
Volti buoni, ma soltanto per i giocatori più famosi. | Volti quasi fotorealistici, applausi al FOX Engine | ||
Buon parco animazioni, seppur molte ereditate. | Tantissime nuove animazioni, grande fluidità | ||
Stadi realizzati con cura maniacale, dagli spalti all’erba. Dettagli fuori dal campo encomiabili. | Pubblico old gen, stadi non indimenticabili, alcuni dettagli fuori del campo potevano essere migliori. |
Per quanto riguarda il capitolo online, vale lo stesso discorso fatto qualche riga più in su: riconfermate dunque le modalità della passata edizione, FUT in pole position, con un’infrastruttura tecnologica che – dopo un periodo iniziale particolarmente ballerino – ha saputo mantenere tranquillamente il grosso carico degli utenti connessi. Il matchmaking di FIFA 15 è ragionevolmente veloce ed affidabile, con tempi di attesa ben al di sotto della soglia del fastidio. In partita non abbiamo riscontrato disconnessioni accidentali frequenti, nonostante qualche leggero lag non sia così raro. Nulla che tuttavia infici irrimediabilmente l’incontro.
Viene da sé come la situazione sul versante licenze non sia particolarmente rosea: la Bundesliga tedesca, ad esempio, è uno degli assenti più gravi all’appello di Konami, a cui fa seguito una Premiere League pressoché decimata – che deve accontentarsi di parecchie squadre sotto “falso nome”. I vincoli contrattuali stretti da Electronic Arts con i rispettivi detentori legali di marchi e squadre, purtroppo, rappresentano un vincolo insormontabile contro cui Konami può fare ben poco: tuttavia, giocare una Champions League senza una buona fetta delle europee più accreditate lascia un bel po’ di amaro in bocca. PES 2015 cerca di sopperire a questa carenza riconfermando alcune modalità interessanti delle passate edizioni, Master League offline e Diventa un Mito in primis, e introducendo nuove modalità multigiocatore quali l’interessante “multi a zona” (tre giocatori, ciascuno chiamato a controllare rispettivamente attacco, centrocampo e difesa) e la tanto attesa MyClub, risposta nipponica allo strapotere della FUT che, al netto di una serie di premesse interessanti, è ancora troppo acerba per una valutazione sul lungo periodo. La strada per Konami, insomma, è ancora ricca di insidie.
FIFA 1 – PES 2 | |||
Tra offline e online, difficilmente troverete una modalità di gioco a cui EA non ha pensato. | Champions e Europa League valgono la candela, ma per quanto valida l’offerta di quest’anno rimane ancora al di sotto della concorrenza. | ||
FUT è sempre più completa e strepitosa. | MyClub interessante, ma siamo appena all’inizio. | ||
Qualsiasi squadra vi possa venire in mente, al 99% la troverete in FIFA con tanto di licenza | Licenze col contagocce, manca la Bundesliga mentre la Premiere League è all’osso. | ||
Online claudicante all’inizio, ora nella norma. Matchmaking veloce, disconnessioni e lag infrequenti, sale d’attesa con tempi accettabili. | Online impeccabile al day-one, matchmaking non sempre fulmineo ma nel complesso ragionevole, lag ridotti all’osso. |
Se nel precedente confronto post gamescom l’attesissimo derby videoludico si era concluso con un meritato pareggio, ora che entrambi i contendenti hanno raggiunto lo spogliatoio e abbiamo potuto analizzare a fondo i valori espressi in campo possiamo finalmente dare un giudizio definitivo sull’annuale match. E senza nemmeno troppi dubbi dichiariamo vincitore di quest’anno Pro Evolution Soccer 2015. Il debutto next gen della serie targata Konami e Pes Productions vince e convince grazie ad un gameplay delle grandissime occasioni, senza dubbio quanto di meglio apparso sinora nel mondo della simulazione videoludica calcistica. Masuda e soci sono gli artefici di un lavoro immane, autentici maestri nel traghettare un set di meccaniche disastrose e superficiali come quelle della passata edizione in un sinfonia armoniosa e coinvolgente, una dichiarazione d’amore al calcio che (almeno dal fronte nipponico) mancava ormai da troppi anni.
Giocabilità di prim’ordine, dunque, corroborata da un impianto tecnologico sensazionale – almeno per quanto concerne la partita vera e propria. Il FOX Engine dona un valore aggiunto tutto tranne che significativo al titolo Konami, rivestendolo di una patina fotorealistica che nelle console next gen rischia di lasciare a bocca aperta e, parimenti, permettendo di implementare una fisica della palla estremamente veritiera, una gestione degli scontri esemplare e, non ultimo, un set di animazioni quantitativamente e qualitativamente superbo. Certo, potremmo obiettare giustamente che la vita al di fuori del match avrebbe potuto essere realizzata in modo migliore – spalti in primis: tuttavia riteniamo sensato, per questa iterazione, concentrarci principalmente sul feedback e sulle emozioni ottenute dall’incontro vero e proprio, da quel gioco ragionato che strizza l’occhio al dribbling e alla strategia senza però tralasciare dettagli marginali, come la realizzazione delle uniformi degli atleti.
FIFA 15, dal canto proprio, paga dazio non tanto per l’assenza di qualità, indiscutibile anche in questo nuovo tassello del franchise, quanto piuttosto per l’assenza di novità vere e proprie nella componente di gameplay, forse troppo derivativa da quella del capitolo precedente a meno di aggiustamenti e rifiniture non certo marginali, ma di difficile lettura dall’utenza meno fedele. Restano tuttavia alcuni difetti da tempo segnalati ad EA Sports, come l’evidente divario tecnico tra giocatori quotati e non (tanto che i primi possono solcare il campo quasi indisturbati), e un’intelligenza artificiale dei portieri sicuramente migliorata, ma ancora un po’ incline all’errore. Poi sia chiaro, FIFA 15 è letteralmente strepitoso nelle sue doti di ricreare il feel della competizione vera e propria, con quel taglio televisivo accattivante e quella risposta dallo stadio viva e pulsante, tipica delle partite più importanti.
Tuttavia, il cuore di una simulazione calcistica rimane la partita in sé e per sé: e nel vasto tappeto erboso di questo autunno 2014, i ventidue scimmioni che fanno girare meglio il pallone sono quelli di PES 2015. Poco ma sicuro, almeno sino al prossimo derby.
Se volete approfondire quanto brevemente espresso in questo confronto, vi invitiamo a leggere le Recensioni Complete dei due giochi: