Rambo: The Videogame – Recensione

Rambo: The Videogame – Recensione

Vi siete mai ritrovati ad avere un ritaglio di tempo libero in mezzo a tutti quegli impegni che perennemente gravano sulla vostra testa? Spero di sì e spero altrettanto che abbiate dedicato un po’ di quel tempo alla vostra console preferita, tornando magari a spolverare qualche gioco un po’ “old” con l’obiettivo di terminarlo e poterlo finalmente annoverare tra le fila dei titoli portati a termine.

Cosa succede, però, quando osservate la vostra pila di giochi e non trovate nulla di appetibile, nulla che possa farvi divertire ed appassionarvi “en passant“, senza portarvi via metà del tempo a disposizione solo per riprendere il ritmo dal punto in cui si era rimasti o ricordare semplicemente i tasti giusti? Succede che ci si accascia sulla sedia annoiati, continuando ad osservare la medesima pila di prima fino ad esaurire il tempo libero e tornare a sgobbare.

Però è proprio in questo momento che i nostri eroi d’infanzia arrivano in soccorso, regalandoci “meraviglie videoludiche” degne dei nostri incubi peggiori.

Appassionato e divoratore sfegatato di videogame, scemo a tempo pieno, cacciatore di Cosplayer, cuoco mercenario e cercatore di risposte a domande esistenziali come: "A cosa servono gli slot uniti delle armi di Final Fantasy VII?", "Cosa diavolo sono le Junction?", "Freija che animale è?" e "Quina quant'è brutta?". Comunque non ho ancora capito quanto sia brutta Quina e se Freija sia un topo o uno shitzu.

Lost Password