Yooka-Laylee and the Impossible Lair: 5 buoni motivi per cui non dovreste sottovalutarlo

Il ritorno del camaleonte e del pipistrello

Yooka-Laylee and the Impossible Lair: 5 buoni motivi per cui non dovreste sottovalutarlo
Yooka-Laylee and the Impossible Lair: 5 buoni motivi per cui non dovreste sottovalutarlo
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Il primo Yooka-Laylee non ha lasciato il segno come speravano i tanti, tantissimi appassionati della gloriosa serie Banjo-Kazooie che avevano investito a scatola quasi chiusa sul progetto di Playtonic Games. Il team inglese ci riprova non con un sequel, ma con un particolare spin-off che cambia in parte le carte in tavola, e che promette di essere molto più profondo e interessante di quel che i suoi buffi personaggi o che il suo look “carino e coccoloso” lasciano percepire. Abbiamo provato Yooka-Laylee and the Impossible Lair negli uffici di Koch Media, e secondo noi non va assolutamente sottovalutato, ecco perché.

1. Il team di sviluppo ha un pedigree niente male

Come ha fatto Playtonic Games a convincere 73206 utenti a sborsare un totale di oltre due milioni di sterline per una IP del tutto nuova, e deliberatamente ispirata ai platform 3D di un tempo? Assemblando uno squadrone di veterani che a quei capolavori tanto amati hanno lavorato. Una buona metà del team di Burton upon Trent ha infatti messo le mani sul leggendario Banjo-Kazooie, ma l’altra parte non è stata di certo da meno: nei curriculum una delle parole in comune tra i membri dello studio è “Donkey Kong Country”. E non sorprende più di tanto che questo nuovo episodio, chiamato da loro stessi “spin-off” e non “sequel” per un ottimo motivo, cambi le carte in tavola proponendo un tipo esperienza più simile a quest’ultima pietra miliare.

2. Il mix tra 2.5D e 3D promette davvero bene

Già, perché Playtonic ha scelto di accantonare parzialmente il mondo 3D del primo episodio, e ha premuto l’acceleratore sul platform 2(.5)D vecchia scuola, con visuale laterale, nemici da abbattere con salti, codate e capriole, collezionabili da raccogliere e tutti quegli elementi tipici del genere. L’elemento 3D, per fortuna, c’è, ma è riservato al mondo di gioco, al contenitore dei singoli livelli. Una mossa particolare, ma sensata, proprio alla luce dell’esperienza dei membri del team con i due generi in questione, e che da quanto provato (poco meno di un’ora) si è rivelato funzionare molto bene.

3. Libertà di azione che non ti aspetti

Il merito va sicuramente alla libertà di approccio: il gioco infatti inizia con la fine. Sì, avete letto bene: il primo livello è anche l’ultimo. Ovviamente al primo tentativo sarà impossibile: dovrete espugnare la fortezza di Capital B, il cattivo del primo Yooka-Laylee, ma potrete farlo solo dopo aver recuperato quanti più membri del Beetalion della regina Phoebee, la regnante del Royal Stingdom (sì, forse sono troppi giochi di parole in una sola frase, ma non è colpa nostra), da utilizzare come scudo che vi proteggerà e vi darà chance extra nell’esplorazione dell’Impossible Lair, fatto di piattaforme assurde e ostacoli di ogni genere. Di conseguenza potrete tornare in qualsiasi momento a riprovarci, e questa filosofia “libera” si rispecchia anche nei livelli: nulla vi vieterà di completarne uno e aggirare quelli successivi, passando ad esempio al quarto e tornando poi al secondo. Il mondo 3D, coi suoi segreti, gli NPC che offrono sfide (che a loro volta sbloccano percorsi e nuove aree), ci è parso davvero intrigante, per via anche di piccoli enigmi ambientali sparsi qua e là, ma anche per la grande libertà esplorativa che offre.

4. Alcuni livelli potranno essere rigiocati… con un twist

Solo nel quarto livello (nella build testata), ambientato in una sorta di cortile regale con grate da cui fuoriesce acqua, con getti molto forti e intermittenti da sfruttare come piattaforme per saltare e raggiungere punti sopraelevati. Dopo averlo completato, la regina Phoebee ci ha fatto notare la presenza di due cespugli nei paraggi, uno con una bacca di ghiaccio (esplosiva, come tutte le altre bacche che si trovano in giro, utili a distruggere blocchi di pietra e ostacoli), e uno con una bacca di fuoco. Lanciando la bacca/bomba di ghiaccio nel livello (per accedervi si entra in un libro, quindi bisogna lanciarla nello stesso portale che usano Yooka e Laylee per entrare), quest’ultimo si trasforma: i toni caldi spariscono e resta solo il freddo e il buio.

Ora si scivola su buona parte delle piattaforme, e i getti d’acqua sono diventati dei blocchi di ghiaccio, con tanto di stalagmiti che ci urtano al contatto. Oltre a stravolgere il gameplay, questa nuova condizione offre un percorso alternativo, precedentemente bloccato. Insomma, un modo intelligente per sfruttare al massimo un livello, e proporre un’intrigante alternativa. Anche qui, staremo a vedere quanti livelli potranno subire modifiche e quanto impattanti (e varie) saranno.

5. Tra vecchio e nuovo

Tante idee intriganti, che modernizzano e non poco un genere che affonda le radici nella preistoria del gaming: già, perché il bello di Yooka-Laylee and the Impossible Lair, un po’ come l’originale, è che riesce a trasmettere sensazioni simili a quelle dei capisaldi da cui trae deliberatamente ispirazione, senza nasconderla, trasportandole però in un contesto moderno sia dal punto di vista tecnologico che di design. Una mossa in grado di farsi apprezzare tanto dai giovani di oggi, quanto da quelli di ieri che con Donkey Kong Country e Banjo-Kazooie ci sono cresciuti. Staremo a vedere se manterrà queste prime, buone impressioni anche l’8 ottobre, quando uscirà su PS4, Xbox One, PC e Nintendo Switch.



Traduttore e blogger freelance, adora (s)parlare di videogiochi e musica spaccatimpani tutto il dì. Quando può suona, gioca e legge, di tutto, anche le etichette degli shampoo. Terrore dei recensori e abbassatore di voti seriale, ha brillantemente sostituito le fatture ai suoi amati boss di Dark Souls, respingendo con caparbia ossessione e gioco di scudi qualsiasi backstab della vita sociale.

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