Diciotto anni fa, dalla mente di un geniale creativo della Microprose, Julian Gollop, nacque un gioco che fece la storia degli strategici a turni: X-Com Ufo Defense. In un genere di cui il panorama di allora era molto affollato, X-Com si propose come novità assoluta, per il mix perfetto tra un gameplay originale e ipnotico e un’ambientazione non originalissima, ma che contribuiva a rendere l’esperienza inimitabile.
A riportare questo classico, nel suo spirito originario, sui nostri monitor (e anche TV stavolta), ci ha pensato Firaxis, l’unico studio che poteva immaginare di cimentarsi in un’impresa del genere, e sperare di riuscire nell’impresa, per DNA e meriti sul campo.
Lo ameranno: Chiunque adori ancora oggi gli strategici a turni.
Lo odieranno: Chi trova gli alieni desueti, e chi gioca solo a RTS
E’ simile a: Frozen Synapse, Valkyria Chronicles
Titolo: X-Com: Enemy Unknow
Piattaforma: PC, Playstation 3, Xbox 360
Sviluppatore: Firaxis Games
Publisher: 2k Games
Giocatori: 1
Online: 2
Lingua: Italiano (Testi / Parlato)
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Vigilo Confido
In X-Com: Enemy Unknow vestiremo i panni di un anonimo comandante, al comando dell’ omonima organizzazione occulta e intergovernativa, incaricata dalle nazioni di tutto il mondo (che la finanziano lautamente, finché difese dal suo operato) di proteggere la terra dalla minaccia aliena, analizzarla, carpirne i segreti e, se dovesse essere il caso, debellarla.
La trama del gioco si snoda, in maniera del tutto corale, la narrazione delle vicende viene portata avanti dai nostri sottoposti, il responsabile del controllo missioni, che troveremo di fronte al Geoscape, (l’oramai iconica mappa globo da cui si intercetta l’attività ufo) l’ufficiale tecnico e quello scientifico, che troveremo rispettivamente nel laboratorio e nell’officina, e dalle comunicazioni con il “Consiglio” nella veste di trasmissioni a video, brevi ed incisive, dove un figuro nascosto nell’ombra, ci comunicherà il parere del consiglio sul nostro operato, figura immortale e sempre necessaria in questo tipo di ambientazione cospirativa.
Non c’è dunque un reale protagonista del gioco, gli stessi soldati, che potremmo personalizzare a nostro piacimento, a cui potremmo affezionarci o meno, che sono stati protagonisti della precedente cut-scene potranno essere spazzati via con violenza, da un assalto mal pianificato o pessimamente gestito, e finire nel memoriale dei caduti.
Questo approccio risulta nondimeno intrigante e coinvolgente, l’idea di organizzazione governativa complessa, potente e sotterranea, viene enfatizzata dalla ragnatela di uomini che lavora alle nostre direttive.
Va detto che, per quanto interessante e ben svolta, fra i tanti interrogatori alieni, le scoperte scientifiche e vari dialoghi in gioco, le vicende non sono particolarmente entusiasmanti e c’è la sensazione di una chiosa eccessivamente frettolosa, e pretestuosamente epica; ma nel complesso la trama è un mordente più che bastante, visto che il motivo principale che ci spingerà a giocare ad X-Com sarà sostanzialmente la battaglia, e la sua preparazione.
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“Inviare lo Skyranger?”
Il lavoro svolto da Firaxis attorno al gameplay di X-Com è ammirevole.
L’approccio gestionale è molto ridotto, rispetto ai vecchi capitoli, sostanzialmente non avremo varie basi da gestire nel mondo, ma solamente una, localizzata nel Nord America nel gioco a livello facile; nei livelli successivi, invece, avremo la possibilità di scegliere la locazione, che influirà anche sullo stile di gioco . Questa base sotterranea sarà ampliabile tramite scavi, che renderanno disponibili nuovi slot, in cui costruire stanze per vari utilizzi: generatori elettrici, controlli satellitari, rimesse per ingegneri, laboratori scientifici e stanze speciali, alcune fondamentali per il proseguo del gioco.
L’upgrade della base è quindi un’operazione che si svolge senza particolare impegno, quasi una routine da compiere meccanicamente.
Avremo poi una sezione ricerca, e una officina. Le due lavorano in stretta collaborazione, ricercheremo tramite i materiali, le armi, e i cadaveri alieni, tecnologie che poi potremmo sviluppare e adottare per i nostri soldati. E infine abbiamo la caserma, dove i nostri guerrieri saranno disponibili alle modifiche e agli aggiornamenti di abilità.
Firaxis ha, giustamente, posto la massima attenzione al lato della battaglia strategica. Consiglio di non avere timore di apparire un pusillanime, ed iniziare il gioco alla difficoltà facile, che offre una sfida sufficiente alla prima tornata, e rende possibile farci le ossa, comprendendo senza frustrazione ogni componente del gioco. La visuale del campo di battaglia è isometrica, con multipli livelli di altezza. Possiamo ruotare la visuale, non liberamente, ma di 45° in 45°, che forse qualcuno potrà trovare limitante, in realtà non è solo un omaggio all’obsoleta tecnica dei primi anni 90, ma conferisce una rapida, e precisa, idea di tutte le pedine in gioco, con pochi e rapidi “scatti” . I livelli estesi in altezza, che possiamo visualizzare con la rotellina del mouse, raramente più di due (solo nelle astronavi più grandi, arrivano a 3) , sono fondamentali per schierare cecchini, pedine potentissime e cardine di ogni assalto.
I combattimenti si svolgono a turni, quindi agiremo prima noi e poi la controparte aliena, nel nostro turno avremo una serie di comandi da impartire ai nostri soldati, e un massimo di movimenti fattibili, a seconda delle abilità e
Le statistiche dei soldati sono importanti parimenti al loro equipaggiamento, sopratutto il parametro volontà, che ha vari utilizzi, primo fra tutti la morale del soldato, quanto rimarrà fermo e stoico al suo posto e al massimo delle sue capacità o, viceversa, quanto subirà la pressione degli eventi negativi, fino al punto di rottura, che consiste nel cadere nel panico, fuggire scompostamente o sparare a qualsiasi bersaglio. Ed inoltre, a gioco avanzato, la volontà sarà fondamentale per l’utilizzo delle capacità psioniche.
La conoscenza e la gestione dei propri combattenti, sia a livello di abilità, visto che ogni specializzazione delle 4 (assaltatore, cecchino, supporto e pesante) può accedere ad abilità differenti, sia a livello di equipaggiamento, farà la differenza sostanziale della vittoria o sconfitta di ogni scontro.
Prendere alla leggera la preparazione e l’equipaggiamento, anche di un singolo soldato, porterà se non alla sconfitta, al subire gravissime perdite.
Le mappe sono sempre diverse, generate random ad ogni missione, hanno varie ambientazioni, che abbisognano di diversi approcci tattici: dalla foresta, all’industriale, alla classica cittadina americana con caffè, al viadotto devastato e affollato di automezzi. Sempre piene di elementi che fungono da supporti fondamentali al gameplay, ripari distruttibili, automezzi che possono esplodere, rilievi strategici, e così via.
Le tipologie di missioni sono: rapimenti alieni, nel quale dovremo semplicemente raggiungere con lo Skyranger il luogo dell’assalto extraterrestre e far fuori tutto il possibile (che sia alieno possibilmente); terrorismo alieno, in questa variante dovremo anche salvare più civili possibili; intercettazione ufo la classica intercettazione degli ufo in volo, con uno dei vari velivoli (opportunamente potenziati) che abbiamo nell’hangar più vicino. Ingaggeremo in volo l’ufo, con una breve e molto semplicistica (per quanto classica, per i nostalgici) schermata, attiveremo i vari armamenti che permetteranno all’intercettore di abbattere l’ufo, e successivamente potremmo mandare lo Skyranger per assaltare l’ufo precipitato. Oltre queste missioni che si ripetono durante il gioco ci saranno occasionalmente richieste del Consiglio, che sono sostanzialmente di due tipi: salvare una personalità o disinnescare un ordigno alieno.
La varietà delle missioni può apparire scarsa, ma considerando la varietà degli ambienti, la complessità di alcune navi da abbattere ed esplorare, e la buona varietà di nemici alieni, con precise peculiarità e punti deboli, in realtà sono bastanti per decine e decine di ore di gioco. Inoltre il fattore di rigiocabilità è molto alto, e nell’attesa di nuovi DLC avremo di che tenerci occupati.
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Pioggia, vento e sectoidi
In generale però il gioco spinge poco, tecnicamente, l’altra piacevolissima faccia della medaglia è che risulta perfettamente giocabile su pc decisamente entry level.
Il gioco è ben localizzato in italiano, le musiche sono un po’ ripetitive, ma gli effetti fanno ottimamente il loro mestiere, una nota di merito agli effetti ambientali e quelli alieni, decisamente d’atmosfera.
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Online
Grande innovazione, per la serie, e al giorno d’oggi quasi imprescindibile, la modalità online. In questa modalità per due giocatori si avranno a disposizione un certo ammontare di punti, con cui piazzare i propri combattenti, e con cui equipaggiarli in vario modo. Ogni combattente costa un certo numero di punti, potremmo schierare dalla nostra parte sia soldati alieni che umani, senza limiti, se non dati dai punti spendibili. Gli scenari sono sempre a creazione casuale, ed avremo un determinato tempo per fare tutte le azioni, prima che il turno passi al nemico; il tempo è configurabile, ma non oltre i 120s.
Una modalità molto divertente e anche molto veloce da giocare, magari limitata nel tempo, visto che tende a perdere di mordente abbastanza in fretta.
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Missione compiuta
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Secondo Parere di Felice “Fade” Li Calzi
In conclusione ritengo che XCOM: Enemy Unknown sia un ottimo titolo, forte di un passato che ha segnato un’era videoludica importante, un titolo che ha riportato alla luce il vero piacere di cimentarsi in un grande strategico a visuale isometrica!