Xbox Series S – Recensione

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Una "sorella minore", ma con tanto da dire

Xbox Series X e S
Xbox Series S – Recensione

Xbox Series X e Xbox Series S sono le console di nuova generazione di Microsoft. La prima è più veloce e potente mentre la seconda è una all-digital che offre la velocità e le performance di nuova generazione nell'Xbox più piccola mai costruita.

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La next-gen è arrivata, lo sanno anche i muri, e lo ha fatto con due punte di diamante schierate da entrambe le fazioni in gara. Da una parte, la poderosa Xbox Series X, e dall’altra la sfavillante PlayStation 5. Ma nella visione di futuro prossimo di Microsoft e Sony c’è la voglia di coinvolgere anche fasce di pubblico più specifiche, e non necessariamente più piccole, tutt’altro. Sony ha optato per un approccio più conservativo, con una PS5 Digital Edition che costa 100 € di meno e, rispetto alla versione principale, pecca solo di lettore ottico, puntando così a chi predilige il digitale e/o a chi non se la sentiva di tirar fuori 500 € sull’unghia. Quello di Microsoft è più radicale, ragionato e mirato: il costo, rispetto alla concorrenza, è inferiore (299,98 €, contro i 499,98 € di Series X), mentre a salire sono le differenze in termini prestazionali rispetto alla versione flagship.

Xbox Series S è figlia di un compromesso, ma che per il momento pende nettamente a favore dei suoi pro e di ciò che di buono ha da offrire. Ci vorranno anni, quando le esclusive di peso targate Microsoft e rispettivi studi di sviluppo interni finalmente usciranno, a comprenderne pienamente l’entità di questo compromesso, ed è un fattore da tenere in considerazione; ma allo stato attuale, non possiamo che ritenerci soddisfatti dell’entry level proposto dall’azienda di Redmond. Scopriamo insieme perché.

Nessun fotomontaggio: Series S è realmente poco più grande del suo stesso controller!

. Design

Il primo impatto con Series S, soprattutto dopo aver maneggiato una PS5, è devastante, in positivo. È minuscola, davvero. Non supera i 2 kg! È una scatoletta bianca opaca, quasi invisibile in un mobile di simile colore, discreta com’è nelle sue forme rigide e pulite. Un parallelepipedo che non osa troppo, che si concede un tasto d’accensione luminoso con sopra l’iconica X, e due tocchi di nero, il tasto per la sincronizzazione del controller e una porta USB (3.1, così come le due sul retro) per ricaricarlo, almeno frontalmente. Griglie laterali per l’aria, ma è solo sulla parte superiore che il design super minimal, fino a quel momento in linea con quanto visto sulla sorella maggiore, viene bruscamente interrotto da una grossa griglia circolare, di colore nero, da cui fuoriesce il grosso dell’aria calda interna. Per qualcuno un pugno nell’occhio, vittima peraltro di meme di ogni genere (dallo speaker alla lavatrice); per altri un piacevole e distintivo tocco di colore; per chi scrive, sarebbe stato meglio mantenere coerenza cromatica e farla nera, ma sia chiaro, son gusti, e incassandola sotto il televisore nemmeno la noterete, quindi poco male.

A sorprendere sono le dimensioni, pazzesche visto quanto pulsa il cuore tecnologico di Xbox Series S

A sorprendere, comunque, sono le dimensioni, pazzesche visto quanto pulsa il cuore tecnologico di Xbox Series S: tenendola in orizzontale (ma potrete farlo anche in verticale, tranquilli), occuperà solo 27,5 cm di lunghezza (3 in meno di Series X), 6,5 di altezza e 15,1 di larghezza (contro i 15,1 x 15,1 di Series X). Quasi un terzo rispetto a una PS5, insomma, ma che, come scoprirete continuando a leggere, sa offrire performance niente male, il tutto a prezzo e “stazza” davvero contenuti. Chiudono il cerchio, anzi, il parallelepipedo, le porte sul retro: quelle per cavo alimentazione e cavo HDMI (2.0, al contrario di quello 2.1 incluso nella Series X), gli unici due elementi inclusi nella confezione (insieme a controller e due batterie AA), unite a due porte 3.1, porta LAN per il cavo Ethernet e l’ingresso per la scheda di espansione Seagate da 1 TB, nel caso in cui i 512 GB dell’SSD (all’atto pratico però sono 364 GB quelli realmente disponibili) non vi dovessero bastare.

Come con Series X, anche con Series S non ci resta che premiare questo design così semplice, per qualcuno fin troppo scarno, eppure funzionale. Un basso profilo che non si preoccupa dei fronzoli, ma punta tutto sulle prestazioni (seppur, almeno in questo caso, con i dovuti limiti).

Davide vs Golia

. Hardware

Condividendo una simile filosofia, tante buone parole spese sull’hardware di Xbox Series X valgono, incredibilmente, anche per Series S, nonostante alcune specifiche tecniche riviste al ribasso. Le parole in codice sono nuovamente Xbox Velocity Architecture, con CPU e GPU personalizzate e all’avanguardia, studiate insieme ad AMD, pensate per offrire ottime performance e racchiuderle, per l’appunto, in una minuscola scatoletta. I compromessi, però, era lecito aspettarseli, e li si nota già da un confronto diretto sulla carta tra Series X e Series S: per quanto riguarda la CPU la differenza è lieve (3,6 contro i 3,8 di X), mentre più lampante è lo stacco tra i 12 TFLOP di X contro i soli 4 di S, o tra i 16 GB di RAM della prima contro i 10 della seconda. Diverso è anche l’SSD, sempre custom, ma dalla larghezza della banda più che dimezzata, così come la capienza effettiva, 1 TB contro 512 GB (808 GB contro 364 GB di spazio effettivo), ancor più doloroso per una console come Series S che non prevede alcuna compatibilità con i supporti fisici, sprovvista com’è di lettore Blu-Ray, e che tanto punta a trarre dall’offerta digital del Game Pass.

Durante la nostra prova abbiamo avuto in memoria circa 15 titoli (tra cui Assassin’s Creed: Valhalla, Gears of War 5 e Forza Horizon 4), che non sono pochi, e se avete una buona connessione non avrete problemi a scaricare e cancellare giochi in base alla necessità, ma per chi preferisce avere un vasto catalogo immediatamente accessibile senza rinunciare alle performance, l’unica opzione è ricorrere alla memoria espandibile di Seagate da 1 TB, il cui costo però è quasi equivalente a quello della console stessa (259,99 €), vanificando così l’indubbia convenienza di Series S. Potrete anche sfruttare un normale HDD esterno, ma in quel caso perderete l’essenza delle migliorie tecnologiche che la Xbox Velocity Arcutecture porta con sé, a partire dai caricamenti quasi istantanei, forse l’elemento più “next-gen” di tutti.

Series S ci ha piacevolmente colpiti in fatto di velocità e di stabilità del frame-rate, un po’ meno in termini di qualità puramente grafica

Ma in che modo si traducono queste specifiche tecniche all’atto pratico, ovvero giocando? Per tornare a usare confronti e risvolti quanto più pratici e utili possibili, potremmo sintetizzare il tutto affermando che Series S ci ha piacevolmente colpiti in fatto di velocità e di stabilità del frame-rate, un po’ meno in termini di qualità puramente grafica, soprattutto confrontandola direttamente con Series X e, in qualche caso, persino con Xbox One X. La ragione va principalmente ricercata nel limite dichiarato sin da subito da Microsoft, che non ha mai nascosto la natura “senza pretese” di questo modello, la cui risoluzione nativa si ferma tendenzialmente a 1440p, raggiungendo i 4K (sugli appositi televisori) solo tramite upscale “esterno”, e quindi via artifici che non rendono quanto sulle altre due console, studiate invece per raggiungere quell’obiettivo qualitativo.

Quella griglia nera è uno stacco di colore polarizzante: o lo si ama o lo si odia, poco da fare

Non sorprendetevi, insomma, se lo stesso Gears 5 riesca ad andare a 60 fps anche su One X e Series S ma risulti più gradevole sulla prima (in quanto la risoluzione dinamica della seconda arriva a sfiorare anche i 720p in certi frangenti), o se su One X Assassin’s Creed Valhalla il frame-rate si fermi a 30 (contro i 60 post-patch di Series S), offrendo però al contempo texture più definite e un impatto visivo migliore. Stesso discorso su Yakuza: Like a Dragon, dove i 2K di Series S (a 30FPS) scendono a 900p se si opta per i 60 fps, contro i 30 fissi ma in 4K di One X (inutile tirare in ballo in ogni frangente i 4K – 60 FPS di Series X, che è un campionato a parte). In parziale difesa di Serie S possiamo però citare il caso di Watch Dogs: Legion, dove a parità di frame-rate su tutte le piattaforme della medesima famiglia (30), la risoluzione scende drasticamente come su Gears 5, ma rispetto alla versione One X può sfoggiare dei riflessi niente male grazie al ray tracing, al momento prerogativa delle nuove architetture.

Lato caricamenti e velocità generale, tanto all’avvio quanto in-game, segnaliamo prestazioni in linea con la sorella maggiore, abissali rispetto al passato: 3 secondi tra l’avvio della schermata di caricamento e il ritrovarsi in partita nel single player di GTA V contro i 70 secondi (e oltre della old-gen e senza nemmeno una effettiva patch di ottimizzazione, la dicono lunga, così come i 18 secondi di Valhalla, 1/3 di quanto vi serviva in passato, per passare dal menù iniziale al gioco. E non manca nemmeno il già decantato Quick Resume, una feature niente male ma ancora da smussare (funziona solo con una parte dei titoli, e chiaramente solo per quelli in single player): per chi non lo sapesse, vi permette di tenere in sospeso la partita di 3 diversi giochi per volta e riprenderla in qualsiasi momento, anche dopo aver avviato un altro gioco o persino dopo aver spento del tutto la console, eliminando così gli insopportabili (ma ormai sempre più ridotti) caricamenti di avvio. Giocate ad Assassin’s Creed: Valhalla, spegnete direttamente dal gioco (per scrupolo meglio salvare prima, comunque), e prossima volta che tornerete davanti alla console, anche 3-4 giorni dopo (non oltre, dalla nostra prova), in un paio di secondi sarete direttamente nel preciso momento in cui avete spento. Le magie della next-gen.

Ciliegina sulla torta, che non sorprende più di tanto visto quanto visto e sentito su Series X (ma anche su One X), il silenzio. La presenza di Series S è quasi impercettibile, pur buttando non poca aria calda, ma nulla in grado di impensierirla, nemmeno dopo ore e ore di gioco.

La griglia sul fianco destro permette all’aria calda di uscire sia quando Series S viene posizionata orizzontalmente che verticalmente.

. Specifiche tecniche

  • PROCESSORE: CPU Zen 2 personalizzata 8 core a 3,6 GHz (3,4 GHz con SMT).
  • GPU: 4 TERAFLOP, 20 unità di calcolo a 1,565 GHz GPU RDNA 2 personalizzata. Dimensioni Die SOC: 197,05 mm.
  • MEMORIA: Memoria: Bus GDDR6 a 320 bit da 10 GB. Larghezza di banda della memoria: 8 GB a 224 GB/s, 2 GB a 56 GB/s.
  • ARCHIVIAZIONE INTERNA: unità SSD NVME personalizzata da 512 GB (GB effettivi a disposizione: 364). Velocità effettiva di I/O: 2,4 GB/s (nominale), 4,8 GB/s (compressa, con blocco di decompressione hardware personalizzato).
  • MEMORIA ESPANDIBILE: scheda di espansione Seagate da 1 TB (in vendita separatamente). Supporto per disco rigido esterno USB 3.1 (in vendita separatamente).
  • VIDEO: Risoluzione di gioco a 1440p e fino a 120 fps. Funzionalità HDMI in modalità a bassa latenza automatica. Frequenza di aggiornamento variabile HDMI. AMD FreeSync.
  • AUDIO: Dolby Digital 5.1, DTS 5.1, Dolby TrueHD con Atmos, fino a 7.1 LPCM
  • PORTE E CONNETTIVITÀ – HDMI: 1 porta HDMI 2.1. USB: 3 porte USB 3.1 Gen 1. Wireless: 802.11ac Dual Band. Ethernet: 802.3 10/100/1000. Accessori radio: Radio Xbox Wireless dual band dedicata.
  • DESIGN – Dimensioni: 6,5 cm x 15,1 cm x 27,5 cm. Peso: 1,92 kg.

. Controller

Per quanto riguarda l’Xbox Wireless Controller, vi rimandiamo tanto allo speciale dedicato quanto alla recensione di Series X, entrambi a cura di Alessandra Borgonovo, limitandoci a ribadire quanto di buono già detto. Pur non rappresentando uno stacco imponente con il passato, come quanto visto dall’altra parte della barricata (ovvero il DualSense), la soluzione a metà tra elementi famigliari e poche ma sostanziali novità risulta assolutamente vincente, e pad alla mano, le pur poche differenze si percepiscono e non poco, andando a migliorare quello che è sempre stato un controller già di per sé ottimo. La croce direzionale “concava” ricorda più quella del controller Elite che del predecessore, mentre da entrambi spunta la forma dei grilletti, meno pronunciata e più comoda, complici anche le nuove superfici ruvide su entrambi gli elementi così come su tutto il retro del controller, aspetto che va a migliorare il già ottimo grip generale.

Infine, altre novità più evidente, oltre all’ingresso Type-C per l’alimentazione (diverso rispetto a quello per cavi micro-USB), è un nuovo tasto perfettamente centrato, dedicato alla condivisione e all’acquisizione di contenuti di gioco (video e immagini), un processo ora meno macchinoso. Niente di troppo nuovo sotto il sole, ma che goduria.

Al nero opaco di Series X, Series S contrappone un elegante bianco, sia nella scocca della console che del controller

. Dashboard

Nulla da aggiungere, nemmeno in questo frangente, a quanto detto rispetto a Series X (anche qui, vi rimandiamo allo speciale dedicato). Il design generale è stato lievemente rivisto, più pulito e ordinato, con sempre maggior enfasi sullo store e soprattutto sul Game Pass, ma senza straniare gli utenti dell’ecosistema Xbox (già “abituati” da un progressivo avvicinamento a questo nuovo look grazie ad aggiornamenti arrivati negli ultimi mesi anche su old-gen). Squadra che vince non si cambia, insomma.

La dashboard è identica su entrambe le “sorelle”

. Retrocompatibilità e ottimizzazione

Già nella sezione Hardware vi abbiamo parlato di come alcuni titoli, sia vecchi che nuovi, tramite ottimizzazione ad hoc vedono migliorie niente male tanto su Series X quanto su Series S, ed è un discorso che vale sostanzialmente per ogni titolo che ha subito un simile trattamento, indipendentemente dalla generazione, con la sola risoluzione come unica discriminante (non potendo Series S superare, come detto, i 1440p nativi), che va a beneficiare meno l’impatto visivo generale rispetto a Series X. Un processo di uniformazione che vede il grande focus sulla retrocompatibilità di Microsoft come uno delle punte di diamante della propria offerta, gradita a tal punto dagli utenti da spronare persino Sony, poco interessata a questo processo di recupero del passato, a garantire il supporto ad almeno la generazione precedente (meglio di niente, no? Ndr), che si ripercuote anche nei titoli futuri grazie alla Smart Delivery, la “consegna intelligente” per quei titoli che la supportano che permette di acquistare un gioco nell’ecosistema Xbox e di avviare la versione più adatta in base alla piattaforma dal quale lo si fa, garantendo così un’esperienza con meno intoppi possibili.

L’unico vero problema nel rapporto tra Series S e la retrocompatibilità sta nel mancato supporto “completo” dei titoli delle precedenti generazioni, in particolare quando non è prevista un’ottimizzazione da parte del team stesso o di Microsoft: i vecchi titoli che hanno visto un miglioramento su Xbox One X (framerate più solido o persino raddoppiato, filtri grafici, risoluzione più alta, anche in 4K), su Series X gireranno in ugual modo, e in alcuni casi anche meglio (ad esempio riducendo i caricamenti, per merito dell’SSD); su Series S l’ottimizzazione viene in parte limitata, in quanto la versione di riferimento è quella di Xbox One S, la cui risoluzione si ferma a 900p. Altro limite, questo di natura “fisiologica”, è che l’accesso al vasto parco Xbox è limitato ai confini digitali: banalmente, se su Series X potrete inserire anche i vecchi dischi della prima Xbox, su Series S dovrete limitarvi a quelli presenti sullo store o inseriti nel Game Pass, altro fattore da tenere in considerazione nel caso per voi la retrocompatibilità sia uno dei motivi chiave che vi ha spinti a passare al mondo Xbox.

Conclusioni

Xbox Series S è next-gen “a buon mercato”, nell’accezione sia positiva che negativa dell’espressione. Da una parte, a quasi la metà del prezzo di Series X (299 € contro 499 €), garantisce delle performance e feature da urlo: i tempi di avvio e caricamento sono velocissimi grazie all’SSD, anche con i vecchi titoli (e i certi casi senza nemmeno il bisogno di ottimizzazione ad hoc); il Quick Resume funziona anche qui, permettendovi di interrompere una sessione di gioco sul più bello e riprendere dal medesimo punto in qualsiasi momento, sia dopo aver spento che dopo aver cambiato titolo (magari perché vi è arrivato all’improvviso un invito per giocare ad altro); persino il ray tracing viene supportato in qualche caso, andando però ad impattare sulla risoluzione, discorso valido anche per quei titoli che permettono di scegliere tra un maggiore frame-rate o una risoluzione più alta (pensiamo ai 60 fps di Assassin’s Creed Valhalla o di Yakuza: Like a Dragon, per citare titoli provati con mano). Prestazioni insomma da nuova generazione, senza dubbio.

Il limite principale riguarda però il comparto grafico: la fluidità e la velocità viene infatti compensata da una risoluzione limitata a 1440p, con oscillazioni che han costretto gli sviluppatori, in certi casi, a scendere drasticamente (come Gears 5 che tocca i 720p in alcuni frangenti), e con artifici grafici che su un TV 4K si notano, oltre a compromessi meno evidenti ma comunque presenti, legati a filtri, qualità delle texture e così via (ma è un discorso che cambia da titolo a titolo).

Il risultato è una console assolutamente valida, silenziosa, che fa assaporare la next-gen e la rinchiude in una scatoletta incredibilmente piccola, ad un prezzo assolutamente popolare e abbordabile, ma che richiede di chiudere un occhio su alcuni aspetti (tra la scarsa memoria – 364 GB sono davvero pochi per una console all-digital, l’assenza di un lettore ottico sono ottimi esempi, oltre a qualche dubbio legato alla sua resistenza sul lungo termine). Se avete un TV 4K e secondo voi l’occhio deve avere la sua parte, la scelta obbligatoria è Series X (soprattutto se venite da una Xbox One X); se avete qualche pretesa grafica in meno, un pensierino su Series S dovreste farlo assolutamente.

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Traduttore e blogger freelance, adora (s)parlare di videogiochi e musica spaccatimpani tutto il dì. Quando può suona, gioca e legge, di tutto, anche le etichette degli shampoo. Terrore dei recensori e abbassatore di voti seriale, ha brillantemente sostituito le fatture ai suoi amati boss di Dark Souls, respingendo con caparbia ossessione e gioco di scudi qualsiasi backstab della vita sociale.

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