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Editoriale 17 Giu 2024

Xbox ora ha i giochi, ma quale futuro per le console? – Editoriale

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Microsoft punta a tramutarsi in un publisher?

L’Xbox Games Showcase dello scorso 9 giugno, di cui trovate un comodissimo riassunto a questo link, è stato uno spettacolo senza mezzi termini esaltante, travolgente, quasi soverchiante per la quantità trasbordante e persino inaspettata di titoli mostrati e presentati all’evento. Ci si aspettava delle risposte da Microsoft e l’azienda americana ha risposto presente, confezionando una conferenza senza sbavature, all’apparenza.

Certo, molti titoli mancano ancora di una data precisa, ma se in tanti lamentano la cancellazione dell’E3 proprio per il modo in cui sapeva far sognare gli appassionati, da questo punto di vista il publisher statunitense ha certamente centrato l’obiettivo. Fable, Gears of War: E-Day, un Perfect Dark che sembra resuscitato dalle sue ceneri, il sorprendente Mixtape, una nuova espansione di Sea of Thieves, un assaggio del nuovo DOOM, lamentarsi vuol dire essere in malafede. A sorprendere, difatti, non è stato solo il numero di produzioni in arrivo, che siano più o meno esclusive non ha più valore ormai, quanto constatare che molte di queste saranno disponibili sin dal day one su Game Pass.

Microsoft, in buona sostanza, ha calato l’asso piglia tutto, con una dimostrazione di forza bruta a trecentosessanta gradi. Che possediate una PlayStation, che giochiate solo a ciò che viene aggiunto sul catalogo di Game Pass, inevitabilmente nei mesi e anni a venire quasi di sicuro avrete a che fare con Xbox.

Tuttavia, anche in uno show del genere, c’è un neo, c’è un’imperfezione che ha quantomeno disorientato fan, appassionati, tutti coloro che analizzano l’industria anche da un punto di vista più legato al business, alle politiche che guidano i vari player coinvolti.

Nel bel mezzo dell’Xbox Games Showcase è stata presentata la nuova linea di console targate Microsoft. Ve ne abbiamo parlato nel dettaglio in un articolo dedicato, che potete visionare grazie a questo link, ma per farla breve, presto al catalogo si aggiungeranno due nuove Xbox Series X, una all-digital priva di lettore, l’altra con un SSD da ben 2 terabyte, e una Xbox Series S con SSD da 1 terabyte che riabbraccia la favolosa ed elegantissima colorazione Robot White.

A stonare, nell’economia dell’evento, è stato il tempo dedicato a questo annuncio, nonché il sottinteso abbandono del formato fisico da parte di Microsoft. Chi mastica dati vendita sa quanto poco incida la vendita dei dischi sui conti dell’azienda americana, un gap rispetto alle copie digitali che aumenta anno dopo anno. È un trend ormai estendibile anche alla diretta concorrenza, ma che guardando a Xbox si tinge ulteriormente di altre sfumature. Game Pass è il perno centrale della politica di Microsoft già da un po’, ma rischia di diventare un buco nero proteso a fagocitare qualsiasi altro genere di fruizione quando si guarda all’ecosistema Xbox.

Volendo poi leggere ancora di più tra le righe, Microsoft ha deliberatamente mancato un ulteriore affondo alla diretta concorrenza. Perché non c’è stato un taglio di prezzo nel listino di Xbox Series X e S? A quasi quattro anni di commercializzazione, un price cut non è solo possibile, ma anche consigliabile vista la frenata delle vendite di console in termini globali e considerando poi il distacco ormai incolmabile nei confronti di PlayStation 5 che viaggia su cifre ben diverse.

Xbox Series

Mentre Phil Spencer afferma che, in effetti, un’Xbox portatile servirebbe proprio, settore già abbastanza affollato da PC handheld che già supportano Game Pass, Microsoft con i fatti sembra quasi voler anticipare il lento, ma inevitabile abbandono della produzione di console. Sebbene sappiamo per certo che la prossima Xbox sia già in sviluppo, per quanto secondo alcuni non mancherà nemmeno una Xbox Series X Pro, lo showcase di qualche giorno fa tratteggia una situazione ben diversa.

Tanti giochi, molti dei quali multipiattaforma, ma ormai il centro di gravità della casa di Redmond è chiaramente altrove. Game Pass ovviamente, ma anche il publishing. Con l’acquisizione di Bethesda e Activision Blizzard, verrebbe da dire che la casa madre ha preso in prestito la pelle delle aziende acquisite, scoprendo che, forse, il modo migliore per fare soldi è farsi produttrice di videogiochi che possano accumulare vendite su più sistemi possibili. Che tra questi ci sia anche un’Xbox in formato console è un plus, non il centro nevralgico della strategia commerciale.

Del resto, l’industria che amiamo tanto è in piena transizione e trasformazione. Cambia il pubblico, cambiano i giochi, possono ovviamente anche cambiare i ruoli dei player in gioco. Che il futuro di Microsoft sia un ritorno alle origini con un progressivo, ma inesorabile abbandono dell’hardware? Staremo a vedere.

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