Xbox Cloud Gaming, abbiamo provato la beta su PC

Un nuovo modo di giocare

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Quando si guarda al passato, è impossibile non constatare come l’ultima generazione di console (quella di Xbox One) sia costata caro a Microsoft. La casa di Redmond ha perso molto terreno rispetto alla concorrenza, che ha saputo cavalcare le mancanze e la confusione che hanno portato il colosso americano ad un sostanziale declino nel mercato console.

Sia in termini di output di proprietà intellettuali, che di qualità delle stesse, sono stati anni complessi e faticosi. Può sembrare quindi sorprendente constatare una Microsoft che con Xbox Series X e S sia spesso sulla bocca dei fan, attivissima e mai così in forma. Al di là della debacle di Halo Infinite, che però è più l’eccezione che la regola, la compagnia ha dimostrato idee chiare e una forza non indifferente. Dall’acquisizione di Bethesda, ad un E3 2021 fortissimo per annunci e offerte sul Game Pass, il marchio Xbox non era così in forma dall’era i Xbox 360.

xcloud provato

Uno degli aspetti più interessanti della visione di futuro di Xbox è certamente Xbox Cloud Gaming, tecnologia che prescinde da un hardware specifico e da qualsiasi forma di servizio disponibile sul mercato. Non tanto per l’infrastruttura tecnologica, che non è dissimile da quanto visto con Stadia o Playstation Now, ma per la sua filosofia di fondo. Giocare in cloud senza limiti di piattaforma, con il catalogo sempre in crescita del Game Pass (a questo link, tra l’altro, trovate delle card per sottoscriverne l’abbonamento). La possibilità di giocare su Android, iOS, PC, Smart TV e addirittura su console di vecchia generazione, come Xbox One. Dare a tutti la possibilità di giocare ovunque, su qualsiasi device abbiano con sé o in casa. Probabilmente, quella di Microsoft è l’idea più next gen sulla piazza.

Ma nei fatti, quanto è funzionale al momento l’infrastruttura cloud di Microsoft? Per scoprirlo abbiamo provato a lungo XCloud (per gli amici ndr) su PC, ora disponibile in versione beta. Se su smartphone la qualità del terminale e della banda diventa fondamentale, vista l’assenza di una connessione cablata, su PC le cose sono gestibili con più controllo. Tutte le prove sono state fatte utilizzando un cavo LAN gigabit, su una connessione FTTH normale. Condizioni in cui bene o male versa la maggior parte dell’utenza italiana, dove la copertura totale della fibra è purtroppo ancora indietro in tante regioni e province.

Avviare Xbox Cloud Gaming su PC è estremamente semplice, si accede al proprio account Xbox tramite un browser supportato e davanti a noi si presenta un’interfaccia piuttosto pulita e funzionale. Di fatto, la presentazione è simile a quella dell’app Game Pass, con i nostri ultimi titoli giocati e la selezione del catalogo di Microsoft. Al momento i titoli supportati sul Cloud sono un centinaio, ma figurano molti titoli di spicco. C’è tutto il catalogo Bethesda e le esclusive Microsoft, ma anche altri titoli terze parti ed indie di ogni genere. La qualità dell’offerta è indiscutibile, soprattutto alla luce dei continui sforzi di Microsoft. L’ultima esclusiva di punta, Psychonauts 2 è disponibile in cloud dal day one, completo di supporto ai controlli touch screen se lo si gioca su smartphone.

Xbox Cloud Gaming provato

Da PC le cose si fanno più classiche, pur dovendo rinunciare a mouse e tastiera e richiedendo necessariamente l’utilizzo di un pad compatibile. Pad che può essere davvero uno qualsiasi, che supporti chiaramente il layout di input richiesti da Xbox. Nella mia prova ho utilizzato un Dualsense, il pad PS5, privo di qualsiasi configurazione. L’ho collegato al PC con il cavo usb-c, e XCloud lo ha subito riconosciuto senza bisogno d’altro. Una volta scelto il gioco, vi basterà cliccare play ed una bellissima schermata di caricamento vi lancerà in-game. Non solo, sincronizzerà i vostri salvataggi su qualunque piattaforma. Se ad esempio avete un salvataggio su Xbox di Skyrim Special Edition, lanciare la sua controparte XCloud vi permetterà di cominciare esattamente dove eravate rimasti. Giuro, fa tutto lui. Dentro i server di Microsoft c’è un potere sciamanico, vi dico.

Una volta avviato il gioco, la qualità dello streaming sarà l’unica vostra reale nemica. Qui, difatti, si entra in un discorso un po’ complesso, che allo stato attuale non può essere esteso in modo omogeneo a tutto il territorio italiano. Ad ora i requisiti minimi di banda sono 10MB in upload, ma più alto è questo valore, più possibilità avrete di avere un’esperienza fluida. In questo senso, con una FTTH e 15MB di upload, posso dire di aver avuto comunque un’esperienza altalenante e non priva di input lag. Nei miei test, i giochi più esigenti come Forza Motorsport 4 e DOOM Eternal avevano un input lag troppo percepibile, che inficiava l’esperienza di gioco. Alcuni titoli più tranquilli, come Narita Boy, si sono dimostrati più gestibili e godibili anche con un minimo input lag.

Xbox Cloud Gaming

Questo è dovuto solo in parte alla vostra connessione, che ha assolutamente un peso specifico importante nell’esperienza. C’è da tenere in considerazione però anche la posizione dei Data Center di Microsoft, con quello di XCloud per ora disponibile solo nei Paesi Bassi. Va da sé che anche la vostra posizione sul territorio italiano influisce sui tempi di risposta con il Data Center europeo, influendo nel bene o nel male sulla vostra esperienza.

Nel confronto con Stadia, quest’ultima si è comportata meglio con un range di connessioni maggiore, grazie all’infrastruttura più forte di Google. Nonostante questo, il servizio di Microsoft è impareggiabile per offerta, convenienza e accessibilità. Rendendo quello da me descritto forse l’unico grande limite, per il momento, del servizio. C’è tempo per fare meglio però, visto che il servizio è ancora in Beta. Del resto, Microsoft non sembra proprio voler mollare la presa. Ne vedremo delle belle, ma per il momento, Xbox Cloud Gaming non è ancora una tecnologia alla portata di tutti.

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Mi piacciono i videogiochi e mi piace scrivere, perché non unire le due cose? So anche imitare Topolino e Joe Bastianich, ma non mi pagano per farlo.

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