What the Golf? – Anteprima GDC 18

Chi ha detto che il golf è noioso?

What the Golf? – Anteprima GDC 18
What the Golf? – Anteprima GDC 18
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L’avevamo intuito che in What the Golf? c’era del potenziale, ma non avremmo mai pensato potesse essere così tanto. Dal trailer ci sono due palesi evidenze: la prima è che il golf, lo sport che tutti conosciamo, c’entra davvero poco, se togliamo il fatto che sì, bisogna in qualche modo “fare buca” per superare un livello. La seconda è che il mondo di What the Golf? è totalmente folle, al punto che quando abbiamo lasciato il pad (con moltissimo rammarico), la nostra esclamazione è stata proprio identica al titolo: WHAT THE GOLF?


Ok, come detto l’obiettivo è quello di fare buca, o meglio, di toccare la bandierina con il minor numero di tiri possibili. Semplice, direte. Beh, non proprio, perché se all’inizio ciò che dovrete fare è davvero provare a mandare una pallina da golf in buca, ben presto vi renderete conto che vi ritroverete a fare/lanciare/muovere di tutto. Diciamo che la demo che abbiamo provato era realizzata in modo da dimostrare al giocatore un po’ tutte le variabili del gioco, e quindi non ci siamo resi conto della sequenza in cui li affronteremo, anche se uno degli sviluppatori ci ha detto che saranno divisi per “tematiche”. Sì perché come vi abbiamo detto, di palline da golf ne vedrete poche, ma userete ad esempio un pallone da calcio: per farvi capire come cambi un po’ tutto il contesto, non basterà semplicemente “calciare” il pallone verso la bandierina, ma ci troveremo a dribblare altri giocatori e mettere la palla in rete superando anche il portiere. Ciò che non cambia sono i controlli, che si limitano a dover direzionare la pallina/oggetto e a premere per il tempo necessario (in base alla forza che intendiamo dare), il pulsante per tirare/lanciare/calciare qualsiasi cosa sia da portare alla meta in quel livello.

Alcuni esempi sono delle macchinine da corsa, che dovrete far correre fino al traguardo (sempre nello stesso modo, ma premendo più volte il pulsante per far cambiare la direzione), la mazza da golf o il golfista stesso. Ma non solo, ci sono anche diverse citazioni, interi livelli che si ispirano sia nell’aspetto che nel gameplay ad altri videogiochi famosi. Qualche esempio? Portal, Goat Simulator e SuperHot. Come potete immaginare, nei livelli ispirati a Portal avremo dei portali di diverso colore ed attraverso cui dovremo far passare la palla, mentre in quelli ispirati a Goat Simulator ci porteremo dietro qualsiasi cosa si trovi lungo il nostro cammino (usando una capra al posto della pallina, naturalmente). Il top però è stato quando ci siamo ritrovati nell’ambientazione di SuperHot, stessi colori, ma anche stesse meccaniche, potremo addirittura raccogliere armi e usarle per eliminare i nemici, che rappresentano gli ostacoli per arrivare alla buca.

Purtroppo c’è anche qualcosa di negativo in tutto questo. La prima, è che nonostante il producer ci abbia detto che ci saranno più livelli di quanti ne vorremo giocare (ha parlato di un centinaio di livelli, divisi appunto per aree tematiche), a noi sembrano comunque troppi pochi. La seconda è che dovremo aspettare fino a quest’estate per giocarci, almeno su PC e piattaforme mobile. Non abbiamo ancora notizie certe per la versione PS4 e tanto meno su quella Switch, che a nostro modesto parere, potrebbe essere la console definitiva (insieme alla versione mobile).

Inutile girarci attorno, What the Golf? è uno di quei giochi tanto immediati, quanto profondi e coinvolgenti. Il merito sta tutto nella creatività degli sviluppatori: non potete davvero immaginare cosa vi troverete a fare, e le buche che dovrete centrare. Se ciò che abbiamo visto nella nostra – purtroppo breve – demo sarà una costante anche nel gioco, avrete trovato un nuovo passatempo. È impressionante ritrovarsi ancora oggi a divertirsi con giochi dalle meccaniche così “vecchie”, ma che grazie a delle buone idee, riescono a rinnovarsi ed ad intrattenere più di tanti altri titoli volutamente più complessi: così come recita uno dei motti del gioco, ogni gioco in fondo, è un gioco di golf.


 

E' passato troppo tempo per ricordare il mio primo approccio al mondo videoludico... Limpido è invece il ricordo della prima console, un Atari 2600, e dei giorni interi passati a giocarci. Da allora sono cambiate molte cose: i videogiochi sono diventati il mio lavoro, non ho più tutto quel tempo per giocarli ed ormai sono pochi quelli che mi lasciano a bocca aperta. Ma al di là di tutto, l'amore c’è ancora, così come la voglia di arrivare un giorno a crearne uno… Ecco, se non si fosse capito, sono un eterno “sognatore"!

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