Werewolf: The Apocalypse – Earthblood – Recensione

Acquista Ora

Un titolo scialbo, incapace di rendere omaggio alla serie originale

Werewolf: The Apocalypse – Earthblood – Recensione
Werewolf: The Apocalypse – Earthblood – Recensione
Un'esperienza unica piena di combattimenti brutali e avventure mistiche. Sei Cahal, un potente Garou che può trasformarsi in un lupo e in un Crinos, un'enorme bestia feroce. Padroneggia le tue tre diverse forme e i loro poteri per punire coloro che contaminano Gaia.
Data di Uscita:Genere:Sviluppatore:Editore:, Versione Testata:

Gli appassionati di GdR cartacei e, in particolare, del World of Darkness (Mondo di Tenebra in italiano) hanno visto più volte susseguirsi videogiochi ispirati a questo enorme universo narrativo creato per la prima volta da Mark Rein·Hagen e pubblicato da White Wolf.

Il tema portante è sempre l’horror, nelle sue forme più varie, e accanto al famosissimo Vampire: The Masquerade si trova l’altrettanto affascinante Werewolf: The Apocalypse, che dopo l’interessante e molto ben strutturata visual novel Werewolf: The Apocalypse – Heart of the Forest sbarca su console e PC con un action, purtroppo, decisamente sottotono.

Un prodotto mediocre sotto ogni aspetto che, non ve lo nascondiamo, deluderà qualunque appassionato della serie: un peccato se si pensa che lo studio di sviluppo Cyanide ha dimostrato di saper sviluppare un buon prodotto con Styx, al quale tuttavia vanno affiancate altre produzioni piuttosto dimenticabili come Call of Cthulhu o i meno recenti Of Orcs and Men e Game of Thrones.

Per quanto in molti sperassero che il World of Darkness potesse essere sdoganato ancora di più e raggiungere anche un pubblico più esterno, perché no magari con l’obiettivo di appassionarlo al GdR cartaceo, Werewolf: The Apocalypse – Earthblood non riesce a cogliere nel segno; dato l’ulteriore rinvio di Vampire: The Masquerade – Bloodlines 2, sembra proprio che lo storico universo narrativo debba pazientare ancora un po’ per essere trasposto come si deve in forma videoludica.

Tornando nel merito del gioco, Werewolf: The Apocalypse – Earthblood sfrutta le basi del gioco da tavolo originale, mettendo sotto i riflettori i Garou (lupi mannari) e le tre divinità che guidano l’universo: il Wyld crea, il Weaver struttura e dà un ordine a queste creazioni mentre il Wyrm, il secondo spirito a cedere alla follia e dunque eliminare l’operato dei precedenti con lo scopo di spingere la Creazione verso l’Entropia.

Il discorso è molto più complesso di come ve l’abbiamo riassunto qui, ovviamente, ma vi basti sapere che nel titolo in questione il nostro obiettivo sarà combattere contro quest’ultimo per mantenere l’equilibrio. Posto così sembra un concetto interessante ma di fatto l’intreccio è scontato e ripetitivo, privo di mordente anche a causa di personaggi scialbi e una totale assenza di ricerca dell’empatia nei loro confronti.

Giocheremo nei panni di Cahal, un Garou della tribù dei Fianna che dopo un tragico incidente avvenuto cinque anni prima della trama vera e propria torna dal clan che aveva abbandonato per distruggere definitivamente la Endron, la classica multinazionale senza scrupoli che sta corrompendo e avvelenando il mondo.

Werewolf: The Apocalypse – Earthblood è difficile da scusare sotto pressoché ogni aspetto

Obiettivo nobile ma, come già scritto, la messa in scena è mediocre a essere generosi, flagellata da una sceneggiatura scialba che la grafica arretrata (di due generazioni fa) certo non aiuta: il gioco non fa una bella figura su PlayStation 4 e ancora meno su PlayStation 5, presentandosi con animazioni legnose, totale assenza di espressioni facciali in tutti i personaggi con l’eccezione di Cahal, che risulta giusto vagamente espressivo, e un non indifferente riciclo di asset che nemmeno troppo alla lunga stancano.

Werewolf: The Apocalypse – Earthblood è difficile da scusare sotto pressoché ogni aspetto ma, rimanendo fermi all’intreccio e alla messa in scena, siamo stati molto delusi da come tutto venga gettato alle ortiche: non si tratta solo di sceneggiatura e dialoghi ma degli stessi elementi volti, in teoria, ad approfondire la trama che non funzionano.

I vari documenti non scavano a sufficienza negli eventi per calarci davvero nel contesto e il fatto di poterne mancare alcuni non ha peso sull’esperienza, al massimo non otterrete uno scambio di battute tra Cahal e il quartier generale; lo stesso discorso si applica alle scelte multiple, il cui peso è inesistente, e le rare possibilità di dialogo che possiamo avere con determinati nemici per superare una sezione senza dover per forza menar le mani.

Nulla di tutto ciò funziona, lasciando la sensazione di un lavoro raffazzonato con elementi inseriti ma mai davvero usati a dovere che confluiscono in una storia piatta, priva del minimo pathos e incapace di catturare l’attenzione.

Pur avendo accennato a momenti di ideale calma, o in generale di basso profilo, sarebbe scorretto dire che Werewolf: The Apocalypse – Earthblood sia un gioco stealth; in realtà risulta forzato persino definirlo action con componenti stealth, sia per come sono strutturate sia perché molto spesso non è possibile metterlo in pratica.

La verità è che il punto chiave del gioco è lasciarsi andare alla devastazione e al massacro grazie alla forma Crinos (mannara) di Cahal, cui si affiancano quella umana e quella pura di lupo, e a dei combattimenti incapaci di offrire una vera e propria sfida. Gestire il personaggio, peraltro, è piuttosto frustrante in virtù di un sistema di lock e schivata molto farraginoso: nella nostra forma ibrida è possibile optare per l’approccio agile oppure forte.

Come suggeriscono i nomi sono due soluzioni agli antipodi, in cui uno favorisce la velocità e l’accumulo di rabbia ma è più sensibile ai danni subiti mentre l’altra, più lenta e fisica, ci permette di andare giù pesante contro i disgraziati che tenteranno di fermarci. Accumulata abbastanza rabbia possiamo lasciarci andare a uno stato di Frenesia, finendo del tutto in berserk e unendo i punti salienti di entrambe le forme per trasformaci in un’inarrestabile macchina da guerra – e poco importa il non potersi curare in questi momenti, non c’è davvero qualcosa che possa fermarci, a maggior ragione se sviluppiamo il ridotto albero delle abilità a disposizione.

Werewolf: The Apocalypse – Earthblood è un gioco con tanti, troppi difetti e nessun pregio

La distinzione tra approccio stealth e diretto risulta ancora più annacquata se si pensa che non c’è alcun tipo di ricompensa nell’aggirare in silenzio i nemici, rispetto al farli a brandelli: i punti esperienza si ottengono completando le missioni o raccogliendo vari collezionabili sparsi, slegandosi dunque dalle nostre azioni in gioco. Ne deriva l’inutilità di provare a risolvere le questioni senza colpo ferire, soprattutto perché in moltissimi casi ci verrà chiesto proprio di sbarazzarci dei nemici presenti.

Tanto vale farlo sempre, sebbene persino in questo caso la noia è dietro l’angolo a causa di un’inesistente varietà di nemici: uomini dell’Endron armati di pistola, di fucile a proiettili d’argento (componente interessante ma, al solito, blanda), di mitragliatrice, di manganelli elettrici e scudi antisommossa… insomma, sempre la stessa minestra riproposta ancora e ancora, variata di quando in quando con l’introduzione di esoscheletri giganti e creature d’incubo che tuttavia non fanno mai nulla per differenziare davvero l’esperienza.

Insomma, alla fine della giornata ci resta in mano un prodotto scadente, vecchio di anni e difficile da accettare non solo in questi primi mesi di next gen ma anche in tutta la generazione passata. Werewolf: The Apocalypse – Earthblood è un gioco con tanti, troppi difetti e nessun pregio, se non quello di farvi scollegare la testa per poche ore mentre vi dedicate allo sterminio gratuito: anche in questo caso, però, la noia non tarda a sopraggiungere.

Conclusioni

Werewolf: The Apocalypse – Earthblood è un gioco incapace di rendere giustizia al bellissimo universo narrativo cui si ispira. Un action scialbo, vecchio nell’impostazione, nella grafica, nelle meccaniche attorno cui ruota una trama banale, ridotta all’eterno “buoni contro cattivi” in cui i personaggi hanno motivazioni quasi caricaturali rispetto a quello che la complessità del World of Darkness può offrire. Se poi di personaggi possiamo parlare, perché fatta eccezione per Cahal che ogni tanto dimostra dei guizzi di vita, gli altri sono tutti delle marionette inespressive.

Non serve nulla per portare a termine Werewolf: The Apocalypse – Earthblood, se non la pazienza di arrivare alla fine di un prodotto mediocre e poco coinvolgente persino nelle parti in cui siete legittimati a spegnere il cervello e abbandonarvi alla Furia.

Werewolf: The Apocalypse Earthblood è disponibile da GameStopZing Italia.

Good

  • Si può giocare senza impegno...

Bad

  • ... ma anche così, è ripetitivo
  • Inconsistente nella narrazione
  • Tecnicamente e graficamente arretrato
4.5

Brutto

Cresciuta negli anni ’90 con un Game Boy e un Nintendo 64, è poi diventata ancora bambina un’adepta Sony a tempo pieno, ma appena può si dedica anche ad altre console.

Lost Password