WarioWare: Move It! – Anteprima

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Il mondo è bello perché è Wario

WarioWare: Move It! – Anteprima
WarioWare: Move It!
Data di Uscita:Genere:PEGI:Sviluppatore:, Editore:Versione Testata:Piattaforma:

Follia e fantasia, genio e sregolatezza, pancia abbondante e alito pesante: questo è il nostro Wario, nato come nemesi dell’icona di Nintendo e in breve capace di trovare una caratterizzazione e un’identità in grado di portarlo su un percorso tutto personale, senza stare all’ombra di nessuno. Un percorso che dopo tanti anni ci consegna WarioWare: Move It! (già prenotabile da GameStop, a questo link), in arrivo su Nintendo Switch il prossimo 3 Novembre.

Questo sorprendente titolo si presenta come ultima incarnazione dell’idea originale del franchise, nata nel 2003 con quel WarioWare, Inc.: Minigame Mania che ha rappresentato il punto di svolta per questo buffo “Mario malvagio” che, pur essendo stato protagonista di titoli di assoluto spessore, rischiava di vivere nel costante confronto con quello che a conti fatti era per Nintendo ciò che Topolino è per Disney.

Per chi non lo sapesse, sintesi bella pratica e concisa: Wario è un opportunista, un avido, un goloso e un permaloso. Ma ha anche dei difetti, pare. Difetti che l’hanno portato a cercare modi sempre nuovi per fare soldi, in particolare nel mondo dei videogiochi. Ed ecco quindi le raccolte di minigiochi, da vendere a tutti gli abitanti del suo colorato mondo, ma anche a noi.

Al contrario della consuetudine, però, questi minigiochi arrivano in sequenza, velocissimi, mettendo alla prova i nostri riflessi e il nostri intuito in pochi secondi. A schermo vedi un buffo personaggio e un ostacolo e ti devi chiedere se dovrai evitare che cada o far cadere il personaggio. E con quali tasti poi? Assurdo. E perché 10 secondi dopo sto tirando i peli del naso a qualcuno? Ma aspetta, ora un alieno sta cercando di rapire delle mucche…

Decisamente un’esperienza sopra le righe se anche i capoccia Nintendo saltano in piedi!

Ed è con questo spirito, tra stupore e confusione, che ho potuto provare questo nuovo WarioWare: Move It!, gioco presentato da Nintendo stessa con tanto di balletto durante un Direct, a testimoniare quale fosse il mood con cui affrontare l’esperienza. Dal canto mio, portavo al mio seguito un’esperienza quasi completa della saga, avendoci speso parecchio tempo (ma davvero tanto) ai suoi esordi, tra sfide contro me stesso o con gli amici, che fosse su Game Boy Advance o Gamecube, portando agli estremi ogni suo minigioco o segreto.

Familiarità è stata la parola d’ordine quindi, messa però in discussione, rimescolata e capovolta dalla consueta imprevedibilità. Piacevole sorpresa è stata vedere Nintendo all’opera in filmati di avvio e di intermezzo sempre più curati nella riproduzione dei buffi personaggi, espressivi nelle animazioni e nell’interpretazione vocale, che vanta un doppiaggio italiano completo per ogni dialogo (prima volta su Nintendo Switch, dopo il lavoro già ottimo svolto con Get It Together! sui comprimari), almeno per quel che concerne le scene viste in questa prova.

A innescare il tutto, le Pietreposa, artefatti leggendari che possono donare grande fortuna a chi li usa

Al solito Wario è un disastro, perché riesce a trasformare un viaggio premio per lui e i suoi amici in una rocambolesca “serie di sfortunati eventi”. A innescare il tutto, le Pietreposa, artefatti leggendari che possono donare grande fortuna a chi li usa e che – sorprendentemente, nevvero? – assomigliano un po’ a dei controller con i laccetti che dovremmo conoscere. Chissà come mai.

Assumi la posa e muoviti d’istinto!

WarioWare: Move It! da qui si apre nel modo più classico possibile, con una mappa da esplorare completando le singole storie dei personaggi così da aprire l’accesso a nuove modalità e nuove piccole storie che coinvolgono tutti i volti famosi. In ogni tappa si affrontano una serie di brevissime prove in rapida sequenza, di tipologia e modalità estremamente variabile, fino a raggiungere un minigioco più elaborato degli altri che rappresenta la “sfida boss”. Il tutto con un numero massimo di errori possibile, pena il game-over.

In ogni tappa si affrontano una serie di brevissime prove in rapida sequenza, di tipologia e modalità estremamente variabile

Molto carina l’idea di contestualizzare nel mondo di gioco i controller Joy-Con, che diventano parte integrante della “lore” del mondo: le Pietreposa sono infatti da impugnare in tanti modi differenti, e in ogni situazione vanno a richiamare stralci di una lontana leggenda, che vede una divinità dell’isola su cui si trova Wario prendersi cura degli abitanti insegnandogli ogni volta un nuovo gesto, utile nella quotidianità.

Come idea ricorda decisamente quella della “Bacchetta multiforme” di WarioWare: Smooth Moves, in cui ogni nuova posizione veniva illustrata in un tono a metà strada tra il solenne e l’autoironico nonsense. Questi estratti, un po’ tutorial e un po’ lore, risultano esilaranti nella loro concezione e lasciano intendere che il nostro viaggio possa nascondere qualcosa in più.

Lucida il carapace, sempre più velocemente!

Inutile dire che la forza principale di questa modalità risiede nello stupore costante provato dal giocatore, su cui vengono riversate follie digitali che scatenano fragorose risate e da cui, spesso, non si ha neanche il tempo di riprendersi prima di essere ributtati nella mischia.

Grafica 2D, 3D, pixel art, stile astratto, stop motion, patchwork: non c’è limite alle rappresentazioni visive con cui prendono vita prove che per complessità sono paragonabili al lanciare una cartaccia in un cestino, le quali però diventano strepitosamente memorabili per lo “stile Wario” con cui esplodono su schermo.

Grafica 2D, 3D, pixel art, stile astratto, stop motion, patchwork: non c’è limite alle rappresentazioni visive

Fingere di essere un uccello per beccare i vermi, impersonare un “trenino Thomas” con la faccia di Wario e braccia muscolose impegnato a raggiungere una stazione o, cosa veramente top, disegnare muovendo il proprio sedere… non ci sono parole, e anche quando si pensa di essere arrivati al limite dell’assurdo, un nuovo minigioco ci fa cambiare idea.

La posa sumo è faticosa ma esilarante!

E a maggior ragione quando si affrontano questi giochi in modalità a due giocatori il tutto diventa ancora più divertente sia per la condivisione dell’evento sia perché entrano in gioco variazioni sul tema che trasformano alcuni titoli in modalità cooperativa.

Troppo divertente scoprire ogni cosa insieme, troppo divertente trovare equilibrio e collaborazione

L’obiettivo rimane lo stesso, ovvero raggiungere il boss e completare il livello, ma in due ci si alterna e si collabora in egual misura, avendo anche la possibilità di rimediare agli errori dei nostri compagni ripetendo un minigioco appena fallito, così da recuperare la vita momentaneamente perduta.

A conti fatti giocare in due (numero massimo per questa modalità) la storia è probabilmente il modo migliore per affrontarla. Troppo divertente scoprire ogni cosa insieme, troppo divertente trovare equilibrio e collaborazione, troppo divertente avere la meglio sul gioco dopo aver imparato a giocare in modo sinergico.

Giocatore 1 e Giocatore 2 che collaborano? Certo che sì!

Altra modalità a più giocatori che abbiamo avuto modo di affrontare è Party Mode, che racchiude in sé diverse varianti di gioco speciali. In questa occasione abbiamo provato Galactic Conquest, una sorta di Gioco dell’Oca costantemente stravolto dagli eventi. Per vincere è infatti necessario avere accumulato il maggior numero di punti nel momento in cui un giocatore finalmente raggiunge il traguardo (azione che in sé aggiunge un cospicuo numero di punti).

Variazione sul tema rispetto ai vari Mario Party del caso: prima si gioca, poi si tira il dado. E lo fa solo chi vince, ovviamente, stimolando così la competizione. Non c’è rischio però che le partite diventino noiose o monotematiche a causa della maggiore bravura di uno dei partecipanti, perché ogni casella può nascondere malus, alterazioni della mappa (anche aggiungendo caselle quando siete a un passo dal traguardo) e rimescolare i punti apparentemente senza tenere conto della bravura o dei meriti.

Un gioco potenzialmente perfetto per chi il gaming lo affronta con leggerezza e non disdegna di mettersi in gioco

Affrontata con la consapevolezza di questi elementi randomici, Galactic Conquest risulta estremamente divertente per la sua selezione di giochi, che comprende prove molto più elaborate dei classici “microgames” della modalità storia, introducendo un uso del corpo più intenso e situazioni in cui è necessario tenere alta l’attenzione per qualche minuto – oppure solo per brevissimi istanti… non si può mai stare tranquilli!

Da 2 a 4 giocatori: nessuno è al sicuro!

Nel complesso questa breve prova ci ha restituito ottime impressioni per quel che riguarda il ritorno della serie WarioWare sui suoi binari più tradizionali, che danzano tra il nonsense nipponico alla Takeshi’s Castle e la creatività tascabile della serie (sempre Nintendo) Rhythm Tengoku. Il tutto prendendo il giocatore per la collottola così da trascinarlo di assurdità in assurdità, divincolandosi e agitandosi in modo incontenibile.

Questa sua peculiarità, ricercata all’estremo, rende WarioWare: Move It! un gioco potenzialmente perfetto per chi il gaming lo affronta con leggerezza e non disdegna di mettersi in gioco con i sensori di movimento. Gli altri potrebbero trovare qualche spigolo di troppo sia nel design dell’esperienza che nella grande dinamicità richiesta per affrontare il gameplay.

In ogni caso da fan di questo genere di esperienze c’è davvero molta voglia di capire dove andrà a parare il buffo Wario con questo suo nuovo progetto e quali possono essere i segreti che nascondono le varie modalità. Perché a livello di qualità il franchise, nella sua sfera di influenza, è sempre stato ineccepibile e l’unica riserva può ritrovarsi nel numero di contenuti e di variazioni sul tema disponibili. Ce la farà Wario a fare centro anche su Nintendo Switch?

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