Uncharted: Raccolta L’Eredità dei Ladri – Recensione

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Nathan e soci tornano in azione, stavolta su PS5

Uncharted: Raccolta L’Eredità dei Ladri – Recensione
Uncharted: Raccolta L’Eredità dei Ladri – Recensione
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La saga di Uncharted è ormai un caposaldo della cosmogonia delle esclusive PlayStation, nonostante il soft-launch in futuro su PC proprio della raccolta in oggetto. Nathan Drake e co. si godono la meritata pensione, dopo 4 adrenalinici capitoli, un prequel su PSVita nel 2016 e un’espansione standalone con protagonisti differenti (ma azzeccatissimi), ma poteva forse la nuova ammiraglia di Sony esimersi dal pagare il giusto tributo a una delle sue punte di diamante?

Ecco quindi che Uncharted 4: Fine di un Ladro e L’Eredità Perduta, originariamente usciti su PS4 nel 2016 e nel 2017, approdano il 28 gennaio su PS5 (e successivamente anche su PC) in un pacchetto, Uncharted: Raccolta L’Eredità dei Ladri per l’appunto, impreziosito da una rimessa a nuovo che sfrutta le potenzialità della nuova console. Con la non troppo segreta speranza che questo non sia altro che un antipasto per un ritorno in grande stile dei nostri, magari in un contesto ludico più aperto e libero (come timidamente sperimentato proprio nell’espansione). In attesa di vedere come andranno sul grande schermo le gesta dei nostri con il film in arrivo il 17 febbraio nelle sale italiane.

E se, da una parte, fa piacere constatare come in realtà entrambi i titoli siano invecchiati benissimo, sia ludicamente che graficamente, lasciando dubitare dell’effettiva utilità di una rimasterizzazione così “a stretto giro”, dall’altra, facendo un giro sui capitoli originali, anche in retrocompatibilità, diventa davvero difficile tornare indietro. Giusto a voler ribadire l’importanza dei 60 fps.

Uncharted Eredità dei Ladri

Contenutisticamente, come detto, siamo al cospetto dei medesimi episodi, al punto da poter serenamente importare i vecchi salvataggi dal cloud (stavolta senza troppi mal di testa, ndr). Uncharted 4 è tuttavia privo del comparto multiplayer, una notizia accolta con molta più rabbia da parte delle community di quanto aspettassi: chi vi scrive lo ha sempre trovato come una forzatura che rischiava di togliere energie e risorse a una saga che ha sempre dato il massimo su un single player adrenalinico e ricco di azione, di enigmi, di ambientazioni mozzafiato e memorabili, non di certo per le sue sparatorie che anzi, oggi più di prima, ribadiscono come in realtà ad Uncharted non avrebbe guastato per niente un’anima più vicina a Indiana Jones che a Rambo, restando nel campo della cinematografia.

Ad Uncharted non avrebbe guastato per niente un’anima più vicina a Indiana Jones che a Rambo

Un fattore evidente soprattutto in l’Eredità Perduta: se in Uncharted 4, in certi momenti di pura esplorazione, arrampicandosi tra un palazzo in bilico sul vuoto o sulle finestre di un’antica villa, ci si sente spezzare l’incantesimo all’arrivo dell’ennesima truppa di soldati di turno, è nell’espansione, vissuta nei panni di Chloe e Nadine, che parte dell’entusiasmo di trovarsi in un contesto più aperto e libero viene smorzato proprio sul più bello, nella conclusione, quando si torna brutalmente sui binari del passato.

Uncharted

Sia chiaro, nulla in grado di rovinare l’esperienza: entrambi i capitoli, ancora oggi, sono godibilissimi e divertenti, complice un taglio cinematografico che, nonostante gli standard stellari alzati dalla stessa Naughty Dog con The Last of Us Part II, ribadisce quanto fosse avanti all’epoca l’azienda californiana, già proiettata verso un futuro fatto non più di semplici giochi, ma di IP che diventano universi narrativi da esplorare anche nei fumetti, al cinema o in TV. Certi dialoghi, le animazioni pazzesche, i twist, ma anche la capacità di rendere credibile e verosimili certe teorie, certe congetture legate a questo mito piratesco o al ritrovamento di un’antica città indiana sparita dai radar, sono tutti al loro posto, in grado di sorprenderci come un tempo, o forse anche di più.

Perché dopo più di un lustro siamo tutti giocatori più cresciuti e consapevoli, anche più esperti, che nel mentre hanno giocato e vissuto il già citato TloU, o magari anche Red Dead Redemption 2, God of War. E senza nascondersi troppo, l’idea di tornare su un’esperienza più canonica e su binari come quella di Uncharted aveva il sapore del già visto, quasi del noioso. E invece no, perché le gesta di Nathan, Sam e Sully alla ricerca del tesoro di Henry Avery, in fuga dall’ex-socio Rafe e dalla mercenaria senza cuore Nadine Ross, funzionano benissimo ancora oggi.

Il merito è di puzzle ambientali e non talmente ben congegnati da risultare meccanicamente complessi senza però mai risultare frustranti, di location enormi, ricchissime di dettagli (a volte anche troppo), da superare per più di metà del tempo saltando e dondolandosi con una fune, di battute tirate fuori al momento giusto, per spezzare un momento drammatico o pieno di tensione, il tutto trasmettendo al giocatore una valanga di nozioni storiche vere e di leggende conclamate, ma riadattate sapientemente in un contesto fantastico e surreale.

Stesso discorso in L’Eredità Perduta, dove dal viaggio intorno al mondo del 4, dalla Scozia, Madagascar, si passa a un’unica, grande mappa situata nel cuore dell’India, alla ricerca della preziosa Zanna di Ganesh, che interessa non solo alla “nostra” Chloe, più che valida sostituta di Nate, ma anche ad Asav, il capo dei ribelli coinvolti in una guerra col governo indiano. Qui a farla la padrone è la struttura aperta del mondo, con un overworld da esplorare perlopiù in jeep e dungeon, all’aperto e al chiuso, disseminati qua e là da esplorare e ripulire, e un focus maggiore sullo stealth, o comunque sulla libertà di approccio, che lasciano seriamente desiderare un ritorno con nuove meccaniche sulla falsariga di quanto visto qui. Anche nella più breve espansione standalone (circa 7 ore di durata, contro le 15 del 4), le meraviglie da vedere e da affrontare non si sprecano, e l’avventura delle due eroine non ha perso un grammo di smalto da quel (nemmeno troppo) lontano 2017.

A enfatizzare il senso di meraviglia, chiaramente, contribuisce la potenza di PlayStation 5, che ci restituisce due capitoli già all’epoca clamorosi dal punto di vista tecnico, ma oggi ancora più belli e in certi frangenti in grado di nascondere la loro vecchiaia generazionale. Come ormai da tradizione, anche per Uncharted Raccolta: L’Eredità dei Ladri si può scegliere una differente modalità di fruizione: si può spingere al massimo la qualità visiva con la modalità Fedeltà, che porta la risoluzione a 4K, donando ancor più definizione al parco texture rimasterizzato e ancor più pulito, o alle ombre, prive dell’aliasing di un tempo, accontentandosi però degli stessi 30 fps (ma decisamente più rocciosi e fluidi di quelli visti su PS4 all’epoca). Per chi possiede un televisore in grado di supportare i 120 Hz, c’è persino la modalità Performance+, che offre quella fluidità di immagine clamorosa, mantenendo ferma però la risoluzione a 1080p. Infine, la nostra preferita, è quella nel mezzo: Performance garantisce 60 fps fluidissimi, imprescindibili per godersi i salti e le sparatorie di entrambi gli Uncharted, e un upscale a 4K (se avete un TV 4K, s’intende) che ha poco da invidiare a quello nativo di Fedeltà.

A enfatizzare il senso di meraviglia contribuisce la potenza di PlayStation 5, tra frame-rate più solido e caricamenti inesistenti

Indipendentemente dalla modalità scelta, entrambi i giochi risultano più piacevoli da vedere rispetto al passato, più definiti e soprattutto fluidi sia in-game che nelle cutscene, con riflessi clamorosi e un’illuminazione forse meno sbalorditiva ma comunque di livello, ed effetti particellari ancor più precisi e suggestivi (dai proiettili, che lasciano scie ben visibili, al fumo dei mercatini). Se il colpo d’occhio è apparentemente lo stesso, impressionante di un tempo, è proprio nei dettagli che si notano le migliorie.

Ma le vere differenze si riscontrano altrove. In primis, nel sistema di controllo, più responsivo e coinvolgente grazie al DualSense, ma meno di quanto sperassimo. La vibrazione è più precisa e studiata (si nota di più ad esempio quando piove o si passa sotto una cascata, o quando l’eroe di turno prende appunti sul suo taccuino), ma nulla di quanto visto su esclusive PS5 native (come Returnal), e anche i grilletti, per quanto esercitino resistenze differenti in base all’arma, si tratta comunque di differenze lievissime, nulla di paragonabile a un Deathloop, intendiamoci.

Anche l’interfaccia è stata lievemente rivista (nello specifico, i prompt a schermo), in linea con quella della Nathan Drake Collection, ed è stato implementato l’Audio 3D, goduto alla grande con le cuffie PS5. A colpirci di più, comunque, sono stati i caricamenti, inesistenti. È stato traumatico e al contempo nostalgico confrontare le versioni di oggi con quelle del passato e vedere su PS4 le monete che ruotano durante i caricamenti tra un capitolo e l’altro, qui del tutto assenti (non essendoci, appunto, momenti in cui il gioco è costretto a fermar tutto per caricare la sequenza successiva). Peccato solo per qualche bug riscontrato nelle cutscene di Uncharted 4, con risultati abbastanza comici, e qualche problema di collisione. Nulla di game breaking e che una patch D1 non riesca a risolvere, comunque (anche perché completamente assenti all’epoca).

Conclusioni

C’era realmente bisogno di Uncharted: Raccolta L’Eredità dei Ladri? Prima di impugnare il pad i dubbi erano più che legittimi, ma dopo aver confrontato le pur già valide vecchie versioni con le nuove, è impossibile tornare indietro, tanto più al costo irrisorio richiesto per il passaggio (almeno ai possessori delle versioni fisiche degli originali, anche solo uno dei due, quindi non quelle incluse nel PS Plus): per 10 € vi portate a casa due capitoli eccellenti di una saga indimenticabile, in una veste non così drasticamente migliorata (solo perché il materiale di origine era già di alto livello), ma comunque più godibile che mai. La differenza più evidente, come nel caso di altre Remastered, risulta principalmente nel passaggio dai 30 ai 60 fps.

I 50 € per chi parte da zero sono un po’ più difficili da digerire, visti gli anni sul groppone e i tasselli mancanti dovuti all’assenza dei primi 3 capitoli: la sensazione è che avrebbe forse avuto più senso un pacchetto più costoso, ma anche più completo. Ma considerazioni a parte su prezzo e senso dell’operazione, dal punto di vista tecnico non può che dirsi ampiamente riuscita.

Uncharted Raccolta: L’Eredità dei Ladri è acquistabile per PS5 da GameStop Italia.

Good

  • Due gemme del passato invecchiate benissimo
  • Migliorie evidenti (soprattutto con i 60 fps attivi)
  • Feature PS5 ben sfruttate...

Bad

  • ... ma si poteva fare qualcosa di più
  • Qualche glitch (in particolare nelle cutscene di Uncharted 4)
  • Costo base troppo alto (visto l'update a costo irrisorio)
8.3

Imperdibile

Traduttore e blogger freelance, adora (s)parlare di videogiochi e musica spaccatimpani tutto il dì. Quando può suona, gioca e legge, di tutto, anche le etichette degli shampoo. Terrore dei recensori e abbassatore di voti seriale, ha brillantemente sostituito le fatture ai suoi amati boss di Dark Souls, respingendo con caparbia ossessione e gioco di scudi qualsiasi backstab della vita sociale.

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