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Uncharted 4 – Anteprima E3 2015

Los Angeles – Sembra assurdo, ma ogni tanto ti viene veramente da pensare che negli uffici di Naughty Dog sia già arrivata la PlayStation 5. Quando gran parte delle software house più quotate tira fuori dal cilindro titoli tecnologicamente all’avanguardia e visivamente strepitosi, lo sviluppatore californiano se ne esce allo scoperto dopo un po’ e boom, cala una briscola così clamorosa da ridefinire completamente il significato dell’espressione next-generation. Uncharted 4: A Thief’s End, senza mezzi termini, è quanto di meglio l’industria del videogioco sia riuscita a creare sino a questo momento: un prodigio tecnologico che non teme rivali, con un livello di fotorealismo inedito anche sull’ammiraglia Sony e una realizzazione dei personaggi principali destinata a far scuola da qui a parecchi anni a venire.

Nella cornice di un booth Sony pieno zeppo, siamo riusciti ad eludere la lunghissima fila per assistere ad una presentazione esclusiva del nuovo capitolo di una delle saghe più iconiche e fortunate dell’universo PlayStation. Una presentazione hands off lunga, emozionante e ricca di novità interessanti, che partendo da quanto mostrato qualche giorno fa alla Memorial Sports Arena, ci ha mostrato cosa significhi essere un cacciatore di tesori in questa generazione videoludica. E sì, è un lavoro tutto tranne che facile.


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Tutto inizia in un pomeriggio assolato nel mezzo di un piccolo mercato locale, apparentemente in qualche regione sperduta dell’Asia. Sappiamo benissimo che Nathan Drake ha un’abilità segreta in cui eccelle, quella di attirare i guai. Quelli grossi, quelli armati fino ai denti che ti vomitano piombo addosso e ti braccano incessantemente. Quelli che in un battere di ciglia trasformano un mercato pieno di gente tranquilla in un Far West due (Nate e Sully) contro un esercito, con tanto di blindato con torretta mitragliatrice. In questa fase iniziale possiamo apprezzare le consolidate meccaniche tipiche dello sparatutto action in terza persona, con particolare enfasi al sistema di coperture (aspetto in cui Uncharted eccelle dal primo episodio) e al set di armi a disposizione del nostro eroe, tradizionalmente aggiornabile con gli armamenti lasciati dai cadaveri dei nostri avversari.

Tra una schivata, un colpo sparato alla cieca e un paio di scatti indemoniati i nostri eroi riescono ad eludere la prima ondata nemica, evitando la pioggia di proiettili della mitragliatrice per raggiungere poi i tetti. Nonostante l’età dobbiamo ammettere che Sully si difende ancora alla perfezione, riuscendo addirittura a salvare la vita a Drake nel mezzo di un’imboscata non prevista. Un’altra manciata di salti ed ecco che ci troviamo di fronte alla prima vera novità della serie, i veicoli. Nathan e Sullivan montano a bordo di una jeep, nel tentativo disperato di sfuggire ai mezzi nemici (armati fino ai denti), che non sembrano intenzionati a lasciarsi sfuggire il prezioso duo.

Pur non trattandosi di un’open world nel senso stretto del termine, questa porzione di gioco mette a disposizione un nugolo dedalico di stradine secondarie, da sfruttare opportunamente per cercare di ridurre al minimo il contatto con i mitragliatori nemici. Lo ripetiamo, non stiamo certo parlando di una mappa alla Just Cause 3: certo è che la presenza di bivi più o meno complessi abbatte completamente quella sensazione di linearità dei precedenti capitoli, dando maggior peso alle decisioni in tempo reale dei giocatori. Che avranno comunque il loro ben da fare per mantenere la jeep sull’asfalto.

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Ma proprio quando il peggio sembra miracolosamente passato, un’altro problema si abbatte su Drake. Sam, il fratello dell’esploratore più celebre di casa Sony (dato erroneamente per morto anni or sono) è a bordo di una moto, inseguito da una squadra di motociclette e veicoli su quattro ruote non certo interessati ad indossare i panni del Comitato di Accoglienza. Nemmeno il tempo di prendere fiato e via, la Jeep torna prepotentemente su strada all’inseguimento di Sam e “amici”, che sfrecciano su una sopraelevata poco lontana. Spazio dunque al rampino di Nate, che aggancia una gru alloggiata sul cassone di una camionetta nemica nel disperato tentativo di colmare la distanza che lo separa dal fratello. Ma ancora una volta le cose non vanno secondo programma: l’arrampicata si dimostra più difficoltosa del previsto a causa della velocità, e non appena la carovana sfreccia sopra un ponte il povero esploratore si trova a rimbalzare da un pilone di cemento all’altro, sino a schiantarsi su un’impalcatura di legno. Buio su schermo e luci in sala: termina così la presentazione ufficiale di Uncharted 4.

Come vi abbiamo anticipato all’inizio di questa anteprima, abbiamo potuto osservare in esclusiva la seconda parte di questa meravigliosa demo, assistendo ad un climax così entusiasmante da far invidia alle pellicole action più blasonate di Hollywood sino a raggiungere il meritato epilogo della sequenza. Inutile dire che Nathan Drake ha la pellaccia resistente, e non basta certo uno schianto su un’impalcatura per mandarlo al tappeto. Raggiunta la camionetta dopo una scalata tutto tranne che elementare è tempo per una seconda sparatoria, resa ancor più coreografica della precedente dal numero esorbitante di esplosioni che la accompagnano. Una dopo l’altra, le moto e le auto nemiche esplodono in frantumi in un tripudio di fuoco e fiamme, mentre Drake balza da un lato all’altro dello schermo sino a prendere possesso della jeep di testa, con la quale raggiunge finalmente la moto del fratello.

Tutto risolto? Nemmeno per scherzo. Proprio quando la situazione sembra essersi tranquillizzata, un mezzo corazzato appare dal nulla colpendo in pieno la Jeep di Drake, che si ribalta su sé stessa e prende fuoco, intrappolando l’eroe al suo interno. Serve uno sforzo immane per uscire dalla trappola mortale ed eliminare alcuni sgherri nemici armati, ma quando tutto sembra ormai perduto ecco che appare Sam in soccorso del fratello, che lo carica velocemente in sella e sfreccia verso la salvezza.

Ma è ancora troppo presto per cantar vittoria. C’è un ultimo nemico da abbattere, un enorme blindato armato di tutto punto che sfreccia a pochi metri dai fratelli Drake. E mentre Sam cerca di evitare la pioggia di proiettili sputati dall’ennesima mitragliatrice circolare con manovre in prefetto stile Trials Fusion, tocca a Nate rispondere al piombo con piombo, riuscendo finalmente a fare una breccia sulla carrozzeria del veicolo sino a farlo esplodere. Finalmente si tira il fiato: è il momento di tornare alla base e di ricongiungersi con Sully. E non solo lui, ad essere onesti: ma questo è un segreto che, per oggi, preferiamo non svelarvi.

 

La next generation inizia da qui. 

 

I paesi anglofoni sono soliti usare l’espressione “Push the limits” per indicare un qualcosa oggettivamente in grado di ridefinire nuovi standard. Qualcosa capace di infrangere record e convinzioni precedenti, di alzare l’asticella in un modo tanto evidente da risultare quasi incredibile. Ebbene, Naughty Dog ha fatto di più: ha abbattuto gli attuali limiti di PlayStation 4, confezionando un titolo di una qualità così elevata che, volessimo anche fare gli avvocati del diavolo, sarebbe praticamente impossibile trovare un solo difetto. Il quarto insediamento di una delle serie più amate del fandom PlayStation si preannuncia già da ora un blockbuster sensazionale, un’avventura cinematografica frenetica e coinvolgente di cui sentiremo parlare a lungo anche nelle prossime generazioni di console.

Quanto visto in poco più di venti minuti di demo è più che sufficiente per farci gridare al capolavoro annunciato: grafica sensazionale, gameplay delle grandi occasioni (condito dall’introduzione delle sezioni veicolari) e personaggi dal carisma inarrivabile sono soltanto alcuni degli ingredienti di un cocktail memorabile, che getta sul piatto della bilancia un ritmo al cardiopalma come non si vedeva da tempo.

Non è facile riuscire a raccontare la quantità di emozioni scaturite dalla nostra anteprima esclusiva odierna di Uncharted 4. Ed è ancora più difficile aspettare i primi mesi del prossimo anno, quando sappiamo che quella che ci aspetta rischia di essere una delle avventure più memorabili della nostra carriera di videogiocatori.