Tokyo Crash Mobs – La Recensione

Tokyo Crash Mobs – La Recensione

Lo ameranno: gli amanti di Zuma e Luxor in cerca di novità, i fan della follia videoludica Made in Japan
Lo odieranno: i detrattori delle stramberie nipponiche
E’ simile a: provate a dare un 3Ds e dell’LSD ai creatori di Zuma ed otterrete T.C.M.

Titolo: Tokyo Crash Mobs
Piattaforma: Nintendo 3Ds (eShop)
Sviluppatore: Mitchell Corporation
Publisher: Nintendo
Giocatori: 1
Online: Assente
Lingua: Inglese (Testi, No dialoghi)

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Quando le idee (e con esse le nuove IP) scarseggiano, l’emulazione diventa lecita e quasi sacrosanta, se non sfora nel plagio più becero e se, sopratutto, riesce ad attingere dal meglio che la fonte ha da offrire. Prendete Zuma (ma anche Luxor, se preferite): un titolo estremamente basilare, non del tutto originale, ma comunque giocatissimo, da grandi e piccini. Datelo in mano a degli scalmanati nipponici, i quali avranno carta bianca in fase di sviluppo…davvero: nessun freno inibitorio. Se poi si unisce l’utile al dilettevole, offrendo la possibilità di soddisfare uno dei desideri più reconditi di qualsiasi, e sottolineo, qualsiasi, individuo, nulla vi tratterrà dal procedere all’acquisto di quello che può essere già da ora considerato il titolo più strambo del 2013: Tokyo Crash Mobs.

L’ombrello cambia-colore è uno dei folli strumenti utilizzabili

La linea tra il cestinarlo e l’amarlo visceralmente è sottile come il più arido dei fili d’erba d’Hokkaidō: nei panni di due donzelle, Grace e Savannah, dovremo superare indenni 3 lunghe settimane fatte di interminabili…code. Avete presente quelle interminabili attese in posta o in banca, nei negozi (durante il periodo natalizio), ma anche davanti un locale o prima di un concerto? Il folle titolo di Mitchell Corporation basa il suo gameplay sull’eliminazione fisica (ma non violenta) di stramboidi colorati in fila davanti a ristoranti/bar, scagliando tra di loro individui similmente vestiti, con lo scopo di affiancarne un minimo di 3 e veder così sparire il trittico, permettendoci di avanzare in posizione e rientrare tra i primi 10 entro il tempo limite (sperando che questa politica non sia comune tra i locali nipponici nel mondo reale), guadagnandoci uno degli ambitissimi posti del luogo teatro del “massacro”. Questo tipo di gameplay, affidato alla mora Grace (esperta nel “lancio”), viene alternato da una tipologia di livello ancor più assurda: anche la bionda Savannah avrà il suo bel da fare con una/due file di stramboidi, ma il suo scopo è decisamente più onorevole di quello della sua amica, in quanto è la sua stessa sopravvivenza ad essere in ballo. Alla fine di un percorso prestabilito (spesso simile ad una spirale) c’è un tasto, la cui pressione equivarrà alla sparizione in un vortice spazio-temporale della nostra protagonista e conseguente Game Over (vi giuro…non sto scherzando): dovremo quindi essere rapidissimi a lanciare i poveri “weirdos/proiettili”, oltre a dover far saltare, tenendoli sotto mira, i bersagli delle file più avanzate, per poter così colpire quelli nelle retrovie (al contrario di Grace che può farlo di default).

Urla e versi saranno all’ordine del giorno

Oltre alla possibilità di escogitare utilissime combo, ci saranno delle ancor più folli variabili ad aggiungere pepe al tutto: in primis (ma forse l’avrebbero dovuto inserire in un ipotetico DLC ambientato nel nostro Bel Paese), non mancheranno i soliti simpaticoni che, in gruppo, cercheranno di superarvi, i quali potranno essere invitati a desistere tramite un preciso lancio contro il “leader“, così come ostacoli fastidiosi in grado di farci ritardare/fallire un lancio prezioso (vasi e tavolini, per esempio), ma saranno presenti anche speciali oggetti (da acquisire colpendo la nostra alleata, che apparirà casualmente sulla scena), come una sfera gigante che rotolerà in 4 direzioni, oppure un’enorme palla da volley che gli stramboidi in fila si passeranno tra loro come in un mega concerto estivo tentando di ferirvi, oppure…un UFO. Come se non bastasse, vi ricordo che il titolo in questione è ambientato/ è stato sviluppato in Giappone: potevano forse mancare i ninja? I ninja, proprio loro. In Tokyo Crash Mobs si tirano persone contro altre persone per saltare la fila e ci sono anche i ninja, ma la cosa esilarante è che non sono stati inseriti a casaccio, ma sembrano proprio avere un preciso scopo: quello di lanciarci dannosi shuriken tra le ruote. Oltre ad essere i nemici principali della Domenica, giorno che vedrà un tipo di gameplay tutto nuovo (in cui dovremo alternativamente lanciare e far rotolare ninja colorati contro speciali boss), appariranno saltuariamente nei livelli di Grace con tutta la loro “neutralità”, per spezzare tris di colori e rendere difficoltoso l’affiancamento, essendo possibile eliminarli unicamente realizzando una combo nelle loro immediate vicinanze.

Se a tutto questo strambissimo gameplay aggiungete delle cut-scenes tra il ridicolo e l’assurdo, una grafica live-action e delle  mosse/smorfie estremamente esilaranti compiute da qualsiasi individuo presente nel gioco, la soluzione è una sola: lasciarlo nell’oblio o acquistarlo quanto prima. Ad aggiungere della carne al fuoco ci pensano due modalità extra: l’immancabile “Sfida” (Challenge Mode), la quale ci vedrà impegnati nell’eliminazione di 999 impazienti bersagli, mentre l’altra, Movie Maze, risulterà essere uno pseudo-labirinto all’interno del quale sarà possibile visionare tutte le assurde cut-scenes (con annessi alcuni episodi segreti). Nessuna particolare menzione invece per il 3D, davvero poco utile ai fini del gioco.

Le tre settimane (virtuali) scorreranno via in fretta, nonostante un livello di difficoltà ben bilanciato ed in costante aumento, forse anche in un pomeriggio, ma la struttura alla Zuma/Luxor, seppur senza alcun elemento di casualità (che avrebbe potuto alimentare positivamente la rigiocabilità), non annoierà nel caso in cui vi venga voglia di sfogare, nuovamente, il vostro recondito desiderio di eliminare uno stuolo di sconosciuti in fila, una delle piaghe sociali più antiche del mondo.

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In conclusione…

Tokyo Crash Mobs è certamente entrato nella mia personalissima classifica di “titoli malsani” (nel senso buono): partendo da un gameplay semplice e per nulla originale, il team lo condisce con elementi che definire “folli” è un eufemismo, riempiendolo di chicche, cut-scenes brevi quanto esilaranti, power-ups fuori dal comune e ninja, offrendo una breve “campagna” accompagnata da una più che discreta rigiocabilità, svecchiando al contempo un genere destinato a marcire sui PC di giocatori over-50. La logorante modalità Sfida ed un livello di difficoltà progressivo niente male vi terranno compagnia per qualche ora, ma i “WTF?” che accompagneranno i minuti successivi alle vostre sessioni di gioco varranno il prezzo del biglietto.

Traduttore e blogger freelance, adora (s)parlare di videogiochi e musica spaccatimpani tutto il dì. Quando può suona, gioca e legge, di tutto, anche le etichette degli shampoo. Terrore dei recensori e abbassatore di voti seriale, ha brillantemente sostituito le fatture ai suoi amati boss di Dark Souls, respingendo con caparbia ossessione e gioco di scudi qualsiasi backstab della vita sociale.

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