The Witcher Omnibus: tutte le avventure a fumetti di Geralt in un unico, imperdibile volume

Mostri, misteri e ovviamente belle donne

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Alla schiera di pregevoli adattamenti a fumetti di videogiochi di successo, oltre a Dark Souls, a cui abbiamo già dedicato proprio recentemente un articolo, si aggiunge a pieno diritto anche The Witcher, saga che sta lentamente conquistando un medium dopo l’altro, in vista dell’attesa serie TV prodotta da Netflix, che vedrà l’affascinante Henry Cavill nei panni dello strigo.

L’Omnibus che abbiamo avuto il piacere di ricevere da Panini, edito recentemente e composto da quattro storie autoconclusive, per un totale di oltre quattrocento pagine tutte da sfogliare, è l’ennesima prova di quanto i publisher stiano prendendo sempre più sul serio la crossmedialità, realizzando per i fan prodotti di qualità, perfettamente in grado di ottenere i giusti riconoscimenti, meritati non solo per l’altisonante nome che rimanda all’acclamato brand di riferimento.

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Gli artisti tirati in ballo, del resto, in questo caso sono una comprova già di per sé sufficiente. Paul Tobin, vincitore nel 2013 del prestigioso Eisner Award, è la mente pensante che ha partorito tutte le storie contenute nel volume e nella sua ventennale carriera vanta la pubblicazione di decine di albi per DC e Marvel, oltre che diverse storie originali, spesso create in collaborazione con la moglie. Joe Querio, Max Bertolini e Piotr Kowalski, invece, sono i disegnatori che si alternano tra una storia e l’altra, tutti con molteplici esperienze pregresse soprattutto con la Dark Horse.

Non c’è traccia di eroismo: tutto è secondario all’egoismo, all’opportunismo, all’imperativo di sopravvivere

Il minimo comun denominatore di ogni fumetto è tutto ciò che ha reso grande la saga di The Witcher nei romanzi e nei videogiochi, una grandezza ben espressa dal suo protagonista, il misterioso, affascinante e spesso taciturno Geralt di Rivia, ma anche dall’atmosfera che emana il mondo grottescamente fantasy che attraversa, da parte a parte, sempre a caccia di nuovi incarichi, di nuove mostruosità da abbattere ed eliminare per riscuotere ricche taglie.

Non c’è traccia di eroismo. Tutto è secondario all’egoismo, all’opportunismo, all’imperativo di sopravvivere a qualunque costo. Lo stesso Geralt, come ha ampiamente dimostrato in altri lidi, è un Witcher mosso più dal denaro, che dai buoni sentimenti, nonostante abbia a cuore i più deboli, gli sfortunati, le belle donne in difficoltà, naturalmente. Eppure, persino ogni sua azione ha una motivazione economica e politica ben precisa, studiata, scelta a tavolino.

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Se persino il protagonista abbraccia una moralità spesso controversa, intorno a lui si muovono personaggi ancor più disprezzabili, ambigui, incattiviti da un mondo irrimediabilmente sfigurato dalla guerra, dalla magia oscura, dai soprusi dei potenti.

A questa logica, soprendentemente, si smarcano (ma solo in parte, beninteso), le spalle che di volta in volta accompagneranno il buon Geralt nella missione di turno, avventurieri mediamente preparati all’azione che fungono da contraltare alla dilagante criminalità e brutalità che caratterizza il resto del cast, perfetti espedienti narrativi per innescare confronti, quando non brevi digressioni filosofiche del nostro.

Il meccanismo funziona alla grande, coinvolgendo il lettore in avventure avvincenti, cariche di misteri e allegorie

A fronte di trame mai particolarmente intricate, il meccanismo funziona alla grande, coinvolgendo il lettore in avventure avvincenti, cariche di misteri e allegorie.

Se sotto il profilo narrativo, tutte le storie proposte nell’Omnibus sono all’altezza delle aspettative, alcuni disegni potrebbero, almeno inizialmente, non incontrare le simpatie di tutti.

Se Max Bertolini convince appieno con le sue ampie zone d’ombra e Piotr Kowalski stupisce con le sue tavole piene di dettagli, lo stile personalissimo di Joe Querio, spesso e volentieri abbozzato e poco raffinato, è sicuramente più difficile da digerire e apprezzare. Basta farci l’occhio, tuttavia, per capire come, in realtà, l’art design si sposi bene con le ambientazioni fatiscenti e maleodoranti che lo strigo sarà costretto ad esplorare nelle sue epopee.

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The Witcher Omnibus è un’opera pressoché imprescindibile per i fan della saga. Zeppe di citazioni, rimandi e apparizioni di personaggi ben noti a chi ha letto i romanzi o giocato ai titoli sviluppati da CD Projekt, le quattro storie incluse nel volume divertono, appassionano e allargano ulteriormente i confini narrativi del brand, rispettando lo spirito del materiale d’ispirazione.

Consigliato anche ai neofiti, che potrebbero affezionarsi a Geralt proprio grazie a questa serie di fumetti. Naturalmente non coglieranno tutti i dettagli diluiti nei dialoghi, ma si lasceranno comunque trasportare dalla rilettura dark e grottesca di molti canoni fantasy effettuata in quest’opera.


 

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