The Last of Us Part II

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The Last of Us Part II, Jason Schreier si schiera con Naughty Dog

Il noto giornalista condanna l'autore dei pesanti leak sul gioco

The Last of Us Part II

The Last of Us Part II è stato recentemente vittima di pesanti leak che hanno portato considerevoli porzioni della storia online, finale compreso, assieme ad alcuni video: il materiale trafugato è stato prontamente cancellato da Sony, il cui intervento non è purtroppo stato abbastanza rapido da impedire che altri se ne impossessassero dando vita a una catena di spoiler – soprattutto in forma scritta – difficile da controllare.

Questo ha probabilmente spinto Sony a comunicare la nuova data d’uscita sia di The Last of Us Part II sia di Ghost of Tsushima (spostato di poche settimane), eppure non è difficile immaginare quanto sarà complesso per chi attendeva il gioco evitare di rovinarsi l’esperienza. Sembra che tutto sia partito da un dipendente che, dati alcuni insoluti con Naughty Dog, avrebbe deciso di diffondere il materiale in rete: una vendetta puerile e che non fa bene a nessuno, come ha sottolineato il noto giornalista Jason Schreier su Twitter.

Schreier è stato il primo a pubblicare un interessante approfondimento sul crunch time e sulle condizioni di lavoro cui sono sottoposti i lavoratori, concentrandosi proprio su Naughty Dog, ma questo non gli ha vietato di prendere una posizione netta in merito a quanto accaduto. A dispetto delle accuse mosse a suo tempo allo studio di sviluppo, il giornalista sottolinea come il gesto del leaker sia sbagliato proprio perché manca l’obiettivo e danneggia soprattutto i propri colleghi.

“Non importa quanto tu possa essere arrabbiato sulle tue condizioni di lavoro o sulla paga o qualsiasi altra cosa, ma far trapelare l’intero gioco prima dell’uscita semplicemente fa male alle altre persone che sono in trincea con te. Ci sono modi molto migliori per canalizzare quella rabbia”, ha scritto nel suo tweet.

Infine, rispondendo a chi gli ha fatto notare come il leak possa invece riflettere il sentimento espresso da molti dipendenti Naughty Dog intervistati proprio nell’approfondimento di Kotaku, alcuni dei quali volevano che il gioco fallisse economicamente per ispirare un cambiamento di gestione, Schreier ha spiegato come un gesto simile colpisce i lavoratori stessi, non solo il management, e che si dovrebbe procedere in maniera più organizzata per far valere i propri diritti.


Cresciuta negli anni ’90 con un Game Boy e un Nintendo 64, è poi diventata ancora bambina un’adepta Sony a tempo pieno, ma appena può si dedica anche ad altre console.

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