The Guest – Recensione

The Guest – Recensione

Svegliarsi il 25 Ottobre del 1986, alle 4:23 del mattino in una stanza dell’Oak Wood Hotel di Belmont, Massachusetts, USA nei panni dello scienziato russo Evgueni Leonov  senza ricordare nulla è la sfida che Team Gotham e 505 Games lanciano a tutti gli appassionati di adventure game. Impossibile non raccoglierla e iniziare a percorrere le deliranti atmosfere di The Guest, gioco di esplorazione in prima persona con una trama affascinante in cui verranno messe alla prova le vostre cellule grigie, la vostra forza di volontà e la vostra capacità di osservare e mettere in relazione indizi e oggetti per definire il vostro ruolo in questa situazione angosciante in cui scoprirete di essere vittime o… carnefici.

The Guest

Piattaforma: PC

Genere: Avventura

Sviluppatore: Team Gotham

Publisher: 505 Games

Giocatori: 1

Online: Assente

Lingua: Audio in inglese / Testi in italiano

Versione Testata: PC

Quando ci si confronta con un nuovo gioco d’avventura, sia esso di testo o grafico, è difficile non ripercorrere con la mente il bagaglio di esperienze acquisito durante anni e anni di esplorazione nei vari mondi sviluppati da geniali software house come Infocom, LucasArts, Activision o titoli fuori classe come The Hobbit o The Mist. In questoThe Guest, ciò che colpisce subito i nostri sensi è la capacità degli sviluppatori di restituire agli appassionati di questo genere le atmosfere e la sensazione di sperduta angoscia che era propria delle avventure prodotte tra l’inizio degli anni ’80 e la metà degli anni ’90. Soli, con pochi indizi, alcune righe di testo che componevano spesso frasi ambigue e poco decifrabili,  immagini appena abbozzate che svelavano particolari effimeri da mettere in relazione con l’ambiente. E per giungere al sospirato obiettivo ci si confrontava con il proprio cervello, in lotta con l’acume degli sviluppatori sempre pronti a sviare, depistare e rendere sempre più difficile il cammino verso la gloria.

The Guest metterà alla prova le vostre cellule grigie e la vostra forza di volontà

Vi svegliate di soprassalto in un ambiente immerso nella penombra, un grande ventilatore ruota su di voi facendo rimbombare l’aria in modo ossessivo e cadenzato, una stanza di albergo in disordine, alcuni documenti sparsi a terra, i vetri della finestra resi traslucidi e impenetrabili dalla pioggia battente. Chi siete? Cosa fate in quel luogo? Una veloce esplorazione vi porterà a scoprire la vostra identità (o forse è quella di un altro?): siete Evgueni Leonov, scienziato russo invitato al 9° congresso scientifico internazionale dell’Università di Boston come oratore principale, e allora per quale motivo la vostra camera è sigillata e strani psicofarmaci sono accanto al vostro letto? Cosa avete a che fare con una psicologa scomparsa da un congresso che si teneva a Belgrado? Ma sopratutto, cosa dice quella voce distorta proveniente dalla radio in bagno?

Questa è solo una piccola parte degli enigmi che dovrete risolvere nei primi minuti del gioco. Di fatto siete prigionieri per vostra volontà o per quella di altri in un ambiente dall’apparenza non ostile, ma sempre più soffocante, immerso nei suoi chiaroscuro da incubo. Per certi aspetti può ricordare come trama iniziale un’antica avventura per Ti99/4A del 1985, The Count della Jsoft, in cui ci si destava in una stanza stringendo fra le mani un piolo da tenda e realizzando di essere in Transilvania, mentre alla porta il postino vi recapitava un flacone di sangue. Questo vuoto iniziale di informazioni aumenta il pathos, costringendo a concentrarvi sempre di più per mettere in relazioni oggetti, riviste in cui le lettere sono state cerchiate a penna da chissà chi, e inquietanti messaggi vergati a penna su fogli di quaderno vi raccontano che questa realtà è stata già percorsa da altri con esiti incerti, e che voi siete solo l’ennesima pedina di un gigantesco complotto.

Purtroppo la conversione dell’ottima trama e dell’intreccio  di The Guest non è sufficientemente ben sviluppata nella scansione narrativa del gioco. Oggetti, indizi ed enigmi sono pochi e facilmente risolvibili da chi ha un minimo di esperienza in questo campo, mentre chi si avvicina per la prima volta deve contare spesso solo sul proprio intuito per risolvere situazioni non supportate da un percorso di indizi in grado di farne dedurre la soluzione, lasciando il tutto un po’ confuso.

The Guest restituisce agli appassionati del genere le atmosfere e la sensazione di sperduta angoscia che era propria delle avventure prodotte all’inizio degli anni ’80

A differenza di una classica avventura testuale (sullo stile Infocom) o grafica/testuale (The Hobbit) o in terza persona come Monkey Island o Gabriel Knight, qui ci troviamo di fronte ad un’avventura di esplorazione con vista in prima persona.

Vi muoverete in un ambiente ben costruito, ma dalla grafica essenzialmente statica, che pur riuscendo a mantenere un buon livello di atmosfera non soddisfa, poiché totalmente appiattita dall’unico effetto di luce che viene applicato: il chiaroscuro. Effetto che alle volte andrà a rendere difficoltosa non solo l’esplorazione del luogo, ma anche l’uso degli oggetti per risolvere gli enigmi meccanici, sullo stile di Resident Evil, che via via si presenteranno.

Quando si decide di utilizzare una grafica 3D per muoversi all’interno di un’avventura lo si fa per coinvolgere in maniera maggiore il giocatore, non per presentare soltanto ambienti ben disegnati con luci soffuse. Chi al tempo si è confrontato con titoli come  Zork: Nemesis o Fantasmagoria  sa che, in quelle avventure, la grafica e le sue innovazioni si fondevano con il pathos, risultando un elemento di primaria importanza in grado di aggiungere all’esperienza ludica un quid magnetico che riusciva ad inchiodare il giocatore per ore alla sedia. Qui, purtroppo, l’apporto dell’esplorazione 3D in prima persona ben presto si dimentica, limitandosi a far gironzolare in pochi vani in penombra e con solo alcuni elementi in evidenza.

L’interfaccia di gioco è estremamente semplice: vi muoverete nell’ambiente attraverso i classici tasti “WASD” (o freccia), visualizzerete l’ambiente intorno a voi usando il mouse e una volta individuato un oggetto degno di nota comparirà la classica lente di ingrandimento che vi permetterà di raccoglierlo, ruotarlo, esaminarlo, combinarlo con altri oggetti e usarlo nell’ambiente che vi si presenta. Anche qui interverrà un elemento di disturbo: una volta raccolti gli oggetti, il luogo esplorato visualizzerà sempre la lente di ingrandimento, facendo credere al giocatore che non tutto è stato visto e rallentando inutilmente l’esperienza di gioco. Inoltre i luoghi resetteranno ad ogni uscita ed entrata, spegnendo luci lasciate accese o riattivando oggetti  disattivati (come le radio).

La lingua base è l’inglese, ma i documenti che raccoglierete  avranno la possibilità di essere tradotti premendo un tasto che visualizzerà in dissolvenza il nostro caro idioma italiano.

La colonna sonora supporta bene il gioco, accompagnandoci con un sottofondo elettronico d’atmosfera piacevole, ma ripetitivo, che quasi sicuramente deciderete di disattivare in un paio di situazioni per concentrarvi sulla risoluzione degli enigmi.

In conclusione…

The Guest poteva essere un’avventura suggestiva, con tutti gli elementi classici del passato, ma  realizzata con competenze e dinamiche proprie del 2016. La grafica ben calibrata, anche se statica, pur riuscendo nell’intento di dare una giusta atmosfera, poteva e doveva osare qualcosa di più, senza limitarsi soltanto ad un semplice gioco di chiaroscuro.

La trama (e quindi la giocabilità), anche se supportata da una buona dose di suspense, risulta troppo breve ed elementare per i giocatori più esperti, e leggermente confusa per chi si avvicina per la prima volta a questo tipo di esperienza ludica. La sensazione generale è quella che questo gioco non sia altro che un grande prologo per un futuro lavoro più complesso e curato.  Il prezzo su Steam di 9,90 € è di conseguenza eccessivo per un tempo così breve di intrattenimento. Ci auguriamo quanto prima che Team Gotham ci riprovi con un seguito di  The Guest ben più articolato e curato che possa soddisfare la sete di avventura dei veterani ed indurre i neofiti del genere a lasciarsi coinvolgere in modo più immersivo.

Voto: 6/10

Classe 1968. Appassionato di GDR e Videogames, attraversa gli anni '80 con Pac Man in una mano e nell'altra uno Zx Spectrum. Negli anni '90, fra Amiga e PC, realizza cortometraggi e lungometraggi Horror e di Fantascienza che conseguono premi in vari Festival. Dal 2000 al 2012 lavora presso Cinecittà News come curatore per le riprese e l'editing video. Attualmente è docente presso Act Campus Ateneo del Cinema e Della Televisione

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