The Gardens Between – Recensione

Una passeggiata lungo il viale dei ricordi

The Gardens Between – Recensione
The Gardens Between

The Gardens Between è un puzzle game che porta i giocatori a rivivere i ricordi di due ragazzini, Arina e Frendt, attraverso l'esplorazione di uno strano mondo in cui possono controllare a loro piacimento il flusso del tempo. Visitando varie isole a tema, potranno ricostruire la storia della loro amicizia, in un'avventura dai toni nostalgici.

Data di Uscita:Genere:Sviluppatore:Versione Testata:

Quando The Voxel Agents ha presentato il suo ultimo lavoro, alla Paris Games Week dello scorso anno, ha catturato subito l’attenzione degli amanti dei puzzle game con una semplice idea, incredibilmente geniale. Da sempre i giocatori sono abituati a controllare i protagonisti dei videogiochi, guidare i loro movimenti nell’ambiente che li circonda, o comunque impartire loro ordini ben precisi, ma non è questo il caso di The Gardens Between: Arina e Frendt, i due personaggi principali si muovono infatti di loro spontanea volontà, a volte separandosi in percorsi diversi, a volte fermandosi ad osservare un dettaglio o ad aspettare l’amico rimasto indietro. Tutto ciò che i giocatori possono controllare (e certo non è poco) è lo scorrere del tempo.

Il semplice concetto è già di per sé affascinante, ma The Voxel Agents riesce a sfruttarlo appieno integrando il gameplay con una storia incentrata sulla ricerca dei ricordi dei due ragazzini protagonisti. L’atmosfera è decisamente nostalgica, ma il gioco non la fa pesare più di tanto sulle spalle dei giocatori, accompagnandoli piuttosto di ricordo in ricordo in un mondo che definiremmo magico: a parte che non si ha tutti i giorni la capacità di riavvolgere e svolgere il tempo a proprio piacimento, gli elementi presenti sono piuttosto surreali, nonostante la presenza in ogni livello di oggetti tratti dalla quotidianità della coppia di amici (che comunque presentano spesso proporzioni decisamente strane). L’intenzione degli sviluppatori di dare vita ad un viaggio piacevole e rilassante è stata pienamente raggiunta, ma questo non significa che si tratti di un walking simulator: The Gardens Between presenta infatti un certo grado di difficoltà, ma soprattutto dei puzzle veramente geniali.

Avrete già capito che questo gioco ci ha davvero conquistati, ma se volete saperne di più saremo ben felici di spiegarvi cosa rende veramente speciale The Gardens Between, un indie che va di diritto inserito nell’Olimpo di questa categoria e che ancora una volta insegna che basta un’idea interessante (e un po’ di accortezza) per creare un piccolo capolavoro.

The Gardens Between ha inizio in una notte temporalesca: i due amici Arina e Frendt si trovano nella loro casetta sull’albero quando una strana luce appare dal nulla, trasportandoli su un’isola dall’aspetto a dir poco strano. Più che “trasportandoli”, forse dovremmo dire “facendoli naufragare”, perché la scena che i due si trovano davanti sembra proprio quella di un naufragio, con oggetti provenienti dalle loro case sparsi ovunque… solo con proporzioni decisamente fuori dal normale: VHS sui quali è possibile camminare senza problemi, tastiere sulle quali si deve saltare da un tasto all’altro e altre stramberie simili.

La narrazione scorre senza mai interrompere il gameplay, andando invece a inserirsi perfettamente nel level design

Ovviamente dei detriti di tali dimensioni rappresentano spesso degli ostacoli e trovare il modo di superarli sta all’ingegno dei ragazzini, ma anche e soprattutto a quello dei giocatori. Gli elementi principali che compongono i vari puzzle non sono molti: Arina trova all’inizio dell’avventura una singolare lanterna, disegnata con un semplice tratteggio bianco, in grado di catturare delle luci sparse in giro per la mappa che servono ad aprire passaggi e ad avanzare da un livello a un altro; Frendt è invece l’addetto ai “dispositivi”, che possono ad esempio controllare il flusso temporale solo di determinati oggetti mentre tutto il resto rimane bloccato.

Piano piano nuovi elementi vengono aggiunti, come le simpaticissime scatoline saltellanti che possono trasportare la lanterna al posto di Arina per raggiungere zone ostiche o quelli che chiameremo “buchi neri”, in grado di risucchiare la luce se ci si passa troppo vicini, ma ciò che rende i puzzle veramente interessanti sono gli elementi unici che ognuno di essi presenta. Come abbiamo detto The Gardens Between gode di un’aria nostalgica, soprattutto per vecchietti come noi ancora in grado di riconoscere un videoregistratore o un NES: sono questi oggetti sparsi per i vari livelli i veri protagonisti dei puzzle ed ognuno di essi presenta interazioni uniche tutte da scoprire.

The Gardens Between si sviluppa per oltre 20 livelli, ognuno con uno specifico tema legato alle esperienze che i due amici hanno vissuto insieme, rappresentato dagli oggetti specifici che si trovano in giro. In pratica ogni livello racconta un episodio diverso: una serata passata a guardare un film e giocare ai videogiochi, la costruzione e decorazione della loro preziosa casa sull’albero e così via. Completando i vari livelli si sbloccheranno poi delle scenette di pochi secondi che mostrano proprio questi momenti che possono sembrare banali, ma che sono invece preziosi per Arina e Frendt, in una narrazione che scorre senza mai interrompere il gameplay, andando invece a inserirsi perfettamente nel level design.

Ogni puzzle è unico e risolverlo non solo regala soddisfazione, ma scatena una vera e propria ammirazione per la genialità dei suoi realizzatori

Sicuramente è proprio il level design il punto forte di questo gioco, che riesce a rendere interessante e divertente la pressione di soli tre tasti (avanti, indietro e interazione), il vedere la stessa sequenza di azioni ripetersi più e più volte finché la soluzione non appare ai nostri occhi. Ogni puzzle è unico e risolverlo non solo regala soddisfazione, ma scatena una vera e propria ammirazione per la genialità dei suoi realizzatori: non vogliamo fare esempi per non rovinare l’esperienza a nessuno, ma credeteci quando vi diciamo che alcuni elementi presenti sono capaci di emozionare solo per quanto sia intelligente il modo in cui sono stati utilizzati.

Anche i comparti grafici e sonori non vanno però sottovalutati. Lo stile cartoonesco ben si sposa con il racconto della “storia fanciullesca” e riesce a stupire in alcuni casi per la dovizia di particolari: date un’occhiata all’acqua ogni tanto e capirete di cosa stiamo parlando. La colonna sonora è invece un accompagnamento che non manca mai di dare quel senso di bittersweet, come dicono gli inglesi, una nostalgia dolce che passo dopo passo porta i protagonisti verso il loro finale.

Conclusioni

The Gardens Between è un piccolo capolavoro dei puzzle game. L’idea di mettere i giocatori al controllo del flusso temporale piuttosto che degli eventi in sé è supportata da un lavoro di level design impeccabile, che accompagna i personaggi attraverso puzzle sempre diversi, sempre interessanti e divertenti.

Il tutto è condito da una storia semplice, ma in grado di strappare qualche sorriso e lacrimuccia qua e là proprio grazie ai suoi temi familiari, la cui narrazione avviene direttamente attraverso gli oggetti sparsi per i vari livelli, incorporandosi perfettamente nel gameplay.

Dovessimo andare a cercare per forza un difetto in The Gardens Between questo sarebbe il prezzo: qualcuno potrebbe trovare esagerato dover spendere 20 € per sole 3 ore di gioco. Per tutti loro abbiamo uno spassionato consiglio: mettetelo in wishlist. Aspettate pure gli sconti o un’occasione speciale, ma non dimenticatevi di questa perla, perché non può mancare nella libreria di un appassionato di puzzle game.


Good

  • Arina e Frendt accompagnano i giocatori in un viaggio piacevole e rilassante
  • Il level design è a dir poco geniale
  • I puzzle sono sempre diversi e interessanti
  • La storia riesce a conquistare anche grazie alla sua semplicità, ma...

Bad

  • ... il prezzo potrebbe sembrare troppo elevato per sole 3 ore di gioco
8.7

Imperdibile

Cresciuta con un fratello più grande di 7 anni, le console sono state il suo pane quotidiano fin dalla nascita. Dopo l'uscita della PlayStation si è buttata sui j-rpg, ma nel suo cuore rimane indelebile il ricordo del riccio supersonico targato Sega.

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