The Elder Scrolls Online: Morrowind – Recensione

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The Elder Scrolls Online
The Elder Scrolls Online: Morrowind – Recensione

L'acclamata serie Elder Scrolls arriva online, senza bisogno di un abbonamento. Un viaggio nel profondo delle infide caverne di Skyrim alla ricerca di tesori perduti, tantissime missioni ed enormi battaglie in multigiocatore. Ogni decisione presa in The Elder Scrolls Online determina il proprio destino e plasma il mondo circostante.

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Il solo ultimo termine del titolo recensito evoca in me, e in qualsiasi videogiocatore con più di qualche lustro sulle spalle, un novero di ricordi difficile da dimenticare. Correva infatti l’anno domini 2002 quando una allora semisconosciuta Bethesda Softworks, affiancata dalla mai doma Zenimax Interactive, regalò al mondo intero Morrowind, il primo vero gioco di ruolo open world di sempre, un titolo che avrebbe segnato negli anni a venire lo sviluppo di qualsiasi titolo concorrente e avrebbe contribuito in modo preponderante alla creazione dei seguiti ufficiali Oblivion e Skyrim. Ben quindici anni dopo e con tanta, forse davvero troppa acqua passata sotto i ponti degli rpg moderni, ecco dunque il suddetto binomio Bethesda/Zenimax (questa volta presente nella sua costola online) riportarci, seppure in chiave MMORPG, nelle tanto amate lande di Vvardenfell grazie a The Elder Scrolls Online: Morrowind, espansione dell’omonimo titolo, uscito ben tre anni fa, per PC e, in seguito, per Xbox One e PlayStation 4. Il ricorso ad una mitologia straconosciuta quale quella di Morrowind, e ad una serie di location fissate in modo indelebile nella mente dei giocatori, è l’ennesimo (disperato?) tentativo di riportare in auge The Elder Scrolls Online che, nonostante un lancio in pompa magna e un costante lavoro di attualizzazione e di ottimizzazione da parte di Zenimax Online, non è mai riuscito a guadagnarsi appieno la fiducia degli utenti: riuscirà dunque Bethesda a riportare vita nelle terre virtuali di Tamriel grazie a questa “gita fuori porta” in quel di Vvardenfell o ci troviamo davanti ad una mera e becera operazione nostalgia? Scopriamolo insieme.

The Elder Scrolls Online rappresentò, nel 2014, l’approccio di Bethesda Softworks al mondo degli MMORPG: quale migliore occasione dunque, per la software house leader nel settore dei giochi di ruolo, che utilizzare lo stra-amato mondo di Tamriel per attirare a sé quantità abnormi di videogiocatori? Il lancio del gioco fu viziato però da una serie di scelte di marketing che andarono ad inficiare sia la fruibilità del titolo che la diffusione a macchia di leopardo dello stesso in una community di aficionados che, a parte poche rarissime eccezioni (Ultima Online e World of Warcraft), raramente ha digerito in modo indolore il pagamento di una tassa mensile per l’accesso ai server di gioco. Questo dettaglio, unitamente alla presenza all’interno del titolo originario di una quantità abnorme di microtransazioni, relegarono The Elder Scrolls Online in un limbo posto tra successo e fallimento che però, come è logico dedurre, non rappresentò di certo condizione ideale a giustificare ulteriori investimenti in tal direzione da parte della casa madre. Fu così dunque che un anno dopo, contestualmente al lancio delle versioni Xbox One e PlayStation 4 di The Elder Scrolls Online: Tamriel Unlimited, assistemmo all’abolizione del canone mensile in favore di un più classico sistema “Buy to play” grazie al quale sarebbe bastato acquistare la copia originale del gioco per garantirsi, senza ulteriori esborsi economici (a parte il costo degli abbonamenti Xbox Live Gold e PSPlus in ambito console), ore ed ore di vagabondaggio all’interno del mondo di gioco: permanendo all’interno dello stesso la possibilità di affidarsi a microtransazioni (completamente opzionali e non più ingombranti come in precedenza) al fine di livellare più facilmente il proprio personaggio, The Elder Scrolls Online trovò, con Tamriel Unlimited una quadratura del cerchio che permise a Bethesda Softworks e Zenimax Online, di continuare a lavorare senza patemi di sorta sul loro MMORPG. La dismissione del canone di gioco rappresentò, di fatto, per The Elder Scrolls Online un punto di svolta che permise, per via di un improvviso rientro di giocatori nelle terre di Tamriel, a Zenimax Online di lavorare tranquillamente sulla propria creatura e rilasciare, con cadenza periodica aggiornamenti più o meno corposi che hanno contribuito a tenere vivo l’interesse, seppure non riuscendo mai ad arrivare a picchi di utilizzo elevatissimi, nei confronti del MMORPG made in Bethesda Softworks. Il lancio di The Elder Scrolls Online: Morrowind rappresenta, per l’appunto, l’ultimo tentativo (in ordine cronologico) fatto dalla sapiente software house, per traghettare la saga di The Elder Scrolls Online verso quel tanto agognato quanto irraggiungibile olimpo videoludico in cui World of Warcraft risiede in pianta stabile da almeno tre lustri.

Se avete amato The Elder Scrolls Online non faticherete ad adorare questa mega-espansione

Non si commetta l’errore di considerare The Elder Scrolls Online: Morrowind un semplice add-on. Sia perché il prezzo, 39,99€ per l’edizione standard, è tutto fuorché un biglietto di accesso a basso costo al mondo di gioco, sia perché i contenuti di questa espansione travalicano senza remora di sorta il confine della megapatch, arrivando a consegnare all’utente finale una esperienza di gioco nuova, fatta di oltre trenta ore di gioco, missioni nuove di pacca e un comparto PVP ridisegnato da zero, il tutto in SOLI ottantacinque gigabyte di spazio che andranno a saturare i nostri già di per loro stressati hard disk: il tutto innestato in una ambientazione magnetica, capace di legare indissolubilmente passato, presente e futuro in un turbine di ricordi, nostalgia powered, che ci danno il benvenuto sin dai primi passi sulle terre di Vvardenfell. L’arrivo in barca nel porto di Seyda Neen, la presenza dei Silt Strider come mezzo di trasporto, l’incontro con i rappresentanti delle varie gilde, tutto ci riporta quindici anni indietro, all’epoca aurea del gaming PC, illuminando i nostri occhi di una meraviglia mai doma che, però, si esaurisce ben presto. Sì, perché ci si rende conto ben presto dell’esiguità del mondo di gioco: dimenticate dunque le distanze siderali da parte a parte della mappa del Morrowind originale, in The Elder Scrolls Online: Morrowind, Vvardenfell sarà percorribile da parte a parte in poche decine di minuti. I punti di riferimento che ben conosciamo saranno tutti li ma uno accanto all’altro e rappresenteranno mete e punti di orientamento utili ad indirizzare le peregrinazioni derivanti dall’una o dall’altra missione che ci troveremo a compiere nelle quasi trenta ore di gioco messe a disposizione da questa espansione. Ci troveremo infatti a percorrere in lungo ed in largo le lande di Vvardenfell a mo’ di esecutori virtuali, alle dipendenze dell’uno o dell’altro NPC dedito a dispensare missioni a noi poveri malcapitati: la peregrinazione in un mondo di gioco auto-livellante rispetto alla nostra esperienza ci permetterà di esplorarlo a fondo senza paure di sorta anche se, vista la tipicità e la difficoltà intrinseca di alcune missioni, sarà conveniente formare un party con le persone che troveremo sulla nostra strada, anche loro alle prese con l’esigenza di livellare e, dunque, di avanzare rapidamente nel gioco.

Essendo, per quanto in senso lato, una espansione di The Elder Scrolls Online, questo TESO: Morrowind ci permetterà di utilizzare tanto un personaggio pre-esistente quanto, per chi volesse iniziare il tutto in modalità “brand-new”, quanto un personaggio creato da zero: optare per questa seconda opzione ci farà entrare in contatto con il Warden, nuova classe improntata su quella del druido di gallica memoria nonché principale novità del pacchetto TESO: Morrowind. Il Warden, per via delle caratteristiche di cui è stato dotato e per via di una serie di incantesimi naturalmente posseduti come il controllo animali, diviene a tutti gli effetti un power player e, contestualmente, un game changer che rischia di imperversare, sotto forma di scelta unica da parte di tutti i nuovi utenti richiamati dall’uscita di TESO: Morrowind, sulle terre di Vvardenfell.

Non si commetta l’errore di considerare The Elder Scrolls Online: Morrowind un semplice add-on

L’offerta di gioco, già sostanziata in circa trenta ore di gioco, porta con sé un buon numero di dungeon pubblici e ben dodici elementi da sfidare solo se arrivati ai livelli più elevati; in aggiunta a ciò giunge una modalità PvP denominata “Battlegrounds” in cui i giocatori potranno sfidarsi in team 4 vs 4 vs 4, combattendosi a suon di incantesimi al fine di ottenere il predominio sulle squadre avversarie. Il maggiore pregio, che al contempo risulta essere anche il più grande difetto, di The Elder Scrolls Online: Morrowind è quello di riprendere, in tutto e per tutto, le dinamiche di gioco del gioco liscio, innovandole ma non stravolgendole, apportando solo qualche lieve cambiamento ad una struttura di gioco già rodata ma, in parte, macchinosa (basti pensare all’antidiluviano combat system): se avete amato The Elder Scrolls Online non faticherete ad adorare questa mega-espansione.

Parimenti a quanto detto poco fa riguardo la giocabilità, il comparto grafico di The Elder Scrolls Online: Morrowind presta il fianco a qualche critica: essendo, di fatto, mutuato completamente da quello del gioco base, per quanto la risoluzione possa esser spinta anche a 2k, non aspettatevi un livello grafico da urlo o, meglio, una ottimizzazione delle routine grafiche per le macchine di ultima generazione. TESO: Morrowind, almeno in questo campo, si limita a svolgere, senza infamia o lode alcuna, il compitino preposto, non andando dunque a giustificare l’enorme ingombro in termini di gigabyte richiesto in fase di installazione. Completamente agli antipodi la controparte sonora che, traendo diretta ispirazione alla OST che rese famoso Morrowind nel 2002, non manca di regalarci momenti di pura estasi sonora.

Conclusioni

The Elder Scrolls Online: Morrowind è un more of the same ma di qualità.

Riesce nel compito di evolvere le dinamiche di gameplay del gioco base senza però stravolgerle, consegnando agli utenti un capitolo nuovo di zecca, capace di magnetizzare l’attenzione grazie alla presenza di location che hanno fatto la storia della serie. Graficamente deludente, The Elder Scrolls Online: Morrowind può invece contare su una colonna sonora diretta discendente di quella del gioco originario, di assoluta qualità.

Se avete amato il gioco base date una chance a questa mega-espansione, pur consapevoli che la soglia di interesse, a causa di poche, risibili, novità, potrebbe però scendere in pochissimo tempo.

Good

  • Vvardenfell ha un fascino tuttora ineguagliato
  • Missioni varie e piacevoli da giocare
  • Buona longevità

Bad

  • Chiarissima "operazione nostalgia"
  • Non aggiunge molto al gioco originale
  • C'è di meglio nel panorama MMORPG
7.4

Niente male

L'Atari 2600 gli aprì una nuova prospettiva di vita; il PC, sin dagli arbori, fu la sua casa natale: dal 2008 è disperso nella wasteland alla ricerca di bamboline della Vault-Tec...

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