Tales of Arise – Recensione

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La storia serie di Bandai Namco rinasce più in forma che mai

Tales of Arise
Tales of Arise – Recensione

Tales of Arise è il nuovo capitolo del celebre franchise di JRPG Tales Of. Grazie a un cast di personaggi originale, una trama drammatica, combattimenti dinamici, ambienti mozzafiato e alcuni classici elementi di Tales Of, Tales of Arise segna un nuovo inizio per il celebre franchise.

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Non è la prima volta che affrontiamo il tema di Tales of Arise: al nuovo capitolo della storica saga di Bandai Namco abbiamo dedicato due anteprime, nelle quali abbiamo lasciato trasparire la fiducia verso questa rinascita di uno dei JRPG più longevi del panorama videoludico – assieme agli ancora più noti Final Fantasy e Dragon Quest: la prova definitiva non solo ha confermato le nostre impressioni positive ma ha anche fugato uno dei principali dubbi riguardanti la gestione del combattimento.

Tales of Arise portava sulle spalle il peso di far ripartire una serie che ormai, soprattutto sotto il profilo tecnico, non era più all’altezza delle esperienze che negli anni ha saputo offrire (questo pur ricordando che gli episodi arrivati su PS4 erano porting delle versioni PS3 proposte per il mercato giapponese). Tempi di produzione ristretti e budget altrettanto limitato non hanno permesso agli sviluppatori di offrire esperienze tecnicamente al passo con quelle che invece sono sempre state ottime storie, al netto di sbavature qua e là.

Le cinquanta ore passate in compagnia di Tales of Arise ci hanno permesso di tirare le somme su questa ripartenza, affidata alle esperte mani del producer Yusuke Tomizawa (God Eater), per affermare senza ombra di dubbio che la saga di Tales of ha intrapreso un nuovo, luminoso percorso dal quale non si potrà più tornare indietro. Seguiteci dunque mentre ripercorriamo i nostri passi sul pianeta di Dahna, illustrandovi le bellezze di un capitolo che ha saputo farsi carico di un’eredità importantissima, ponendosi come ottima base da cui lanciarsi a tutta velocità verso il futuro.

Tales of Arise

La storia di Tales of Arise segue le vicende di Alphen e Shionne, sullo sfondo dell’oppressione esercitata dal pianeta Rena nei confronti di Dahna, conquistato trecento anni prima e da allora sottomesso senza alcuno scrupolo. Due mondi distanti tanto quanto i suoi protagonisti: dahnano lui, renana lei, si incontrano per caso e fanno del loro inaspettato legame, nonché delle comuni motivazioni, il motore che alimenterà il loro viaggio, nel corso del quale faranno amicizia con i personaggi più disparati – ciascuno con un proprio background perfettamente sviscerato nel corso dell’avventura.

Non aggiungeremo altro su cosa succede ma ammettiamo senza riserve che la trama del gioco ci ha genuinamente sorpreso. Sebbene rientri nei canoni del young fantasy e sia soprattutto rivolta a un pubblico di giovanissimi, riesce a ritagliarsi spazio per parlare anche agli adulti, offrendo spunti di riflessione che dopo un’iniziale perplessità si ramificano e trovano il giusto posto nell’intreccio. Il concetto stesso di schiavitù viene rielaborato in modo molto interessante, sfuggendo ai legami più canonici (presenti all’inizio) dei campi di lavoro e della prigionia. Si può essere schiavi pur essendo liberi, Tales of Arise ce lo prova, e le riflessioni dei protagonisti a riguardo concorrono a stratificare sempre di più questo concetto all’apparenza banale.

Tales of Arise è il capitolo più maturo dell’intera saga finora

Ci troviamo di fronte a un capitolo molto maturo, probabilmente più di tutti gli altri, che tuttavia si dimostra in grado di bilanciare bene questo aspetto con dei momenti di leggerezza che rendono l’avventura più plausibile e permettono una caratterizzazione dei personaggi a tutto tondo, esaltandone pregi e difetti tanto seri quanto sciocchi. Il tutto senza discostarsi dagli stereotipi tipici dell’animazione giapponese che la saga ha dimostrato di apprezzare: Alphen e i suoi compagni emergono con forza dalla narrazione, grazie a una scrittura curata che trova molto sfogo nelle tipiche skit – scene opzionali finemente curate, che mettono in scena una sorta di fumetto animato, dove i personaggi condividono i propri sogni, le speranze, si fanno conoscere meglio da chi li accompagna e da noi giocatori, prendendo lentamente forma e identità.

Ci sono inoltre momenti di vera e propria pausa agli accampamenti, dove con il favore di manicaretti preparati sul momento (che andranno a garantire bonus temporanei) è possibile sia ascoltare brevi chiacchiere generiche sia approfondire il legame di Alphen con gli altri, dando vita a skit uniche visibili soltanto, appunto, accampandosi. Una familiarità che trova poi riscontro nel gameplay.

Tales of Arise videodiario

A proposito di gameplay, Tales of Arise non rivoluziona la serie in toto ma va comunque a ridefinire alcuni aspetti per renderla familiare e al tempo stesso diversa, capace di accattivare anche i fan più incalliti. Partiamo anzitutto dall’apprezzatissima scelta di non renderlo open world: il mercato si sta rivelando decisamente saturo da un po’, non sempre con risultati apprezzabili, e proprio come con Final Fantasy VII Remake il fatto di offrire un’esperienza strutturata a mappe fa prendere fiato – e tirare un sospiro di sollievo. Soprattutto quando il level design è curato come in questo caso.

Dahna è divisa in cinque regni, ciascuno legato a un elemento specifico e caratterizzato dal relativo bioma. Durante il loro viaggio, i personaggi si troveranno a esplorare ambientazioni finemente dettagliate, distribuite su più livelli e articolate quanto basta per rendere l’esplorazione piacevole senza esasperarla o allungarla inutilmente. Tales of Arise ha molto da offrire e non tutto si presta a uno sguardo superficiale ma è proprio questo il bello: sfogliarlo con cura, senza la dispersività che un open world avrebbe inevitabilmente offerto. Alcune mappe sono peraltro grandi a sufficienza da sfamare anche i più esigenti.

Tales of Arise non rivoluziona la serie in toto ma offre un sistema di combattimento frenetico e appagante

Non sarebbe un gioco di ruolo, e un viaggio epico, se non ci fossero combattimenti a dare il giusto pepe al tutto. Come dicevamo, Tales of Arise non ribalta la serie di per sé ma sceglie di discostarsi in modo piuttosto netto sotto diversi aspetti soprattutto per quanto riguarda il sistema di combattimento: una volta entrati in contatto con i nemici e “trasportati” nell’arena di battaglia (una decisione che purtroppo spezza un po’ il ritmo), ci si trova chiamati a prendere confidenza con le nuove meccaniche che rendono gli scontri molto più frenetici e volti alla spettacolarità rispetto al passato. Non preoccupatevi, però, il gioco avrà cura di guidarci con dei tutorial anche nelle fasi avanzate, quando si uniranno nuovi personaggi, spingendoci a capire le meccaniche prima di farci riprendere con l’avventura.

In termini pratici, la prima differenza si nota nell’utilizzo delle cure. Qualsiasi magia che vada a risanare il personaggio, in termini di punti salute o stato, consuma PC (Punti Cura) da un indicatore comune a tutti i personaggi: ciò significa che, soprattutto in base al personaggio da voi utilizzato, è opportuno non strafare tanto nei danni ricevuti quanto in quelli curati. Ovviamente l’indicatore si può ripristinare con l’utilizzo di oggetti, durante le battaglie, ma scoprirete presto come sia facile consumarlo. Soprattutto perché lo stesso potrebbe servirvi anche durante l’esplorazione, per sbloccare nuovi percorsi sfruttando le abilità intrinseche dei personaggi o curare eventuali PNG feriti per ricevere ricompense (nel caso di Shionne).

Sotto il profilo offensivo, abbiamo un normale tasto di attacco per concatenare una breve serie di combo, la schivata che se eseguita perfettamente ci permette un contrattacco rapido, una diversa serie di tecniche da intercambiare in qualunque momento nel mezzo dello scontro, le abilità speciali dei nostri compagni da attivare in caso di necessità (anche di quelli in riserva) e, infine, gli attacchi boost che infliggono ingenti danni ma possono essere attivati solo mandando in crisi il nemico. Poiché l’obiettivo è proprio questo, Tales of Arise fa della strategia, unità alla rapidità di pensiero, il suo nucleo: se all’inizio i nemici vi sembrano delle spugne, è perché dovete trovare la giusta combinazione di personaggi da mettere in campo per rompere le loro difese, arrecare più danni, tenerli sospesi in aria alla vostra mercé e, soprattutto, mandarli in crisi per eliminarli ancora più in fretta.

Questo insieme di possibilità è una rivoluzione per la serie, che cambia ritmo ma non perde di fascino, dimostrandosi frenetica e appagante, capace di premiare i giocatori più virtuosi con una serie di combo e attacchi boost altamente spettacolari a vedersi. Il tutto accompagnato dalla profondità e varietà di stile dei personaggi, di cui potete prendere il controllo in qualunque momento, e del sistema di debolezze e resistenze dei nemici che, una volta assimilato, permette di concludere i combattimenti in fretta (senza rinunciare alla spettacolarità).

Il sistema di progressione dei personaggi è articolato ma di facile comprensione

Sappiamo che a parole sembra tanto, forse troppo, ma vi assicuriamo che una prova sul campo è sufficiente per iniziare a capire le basi e più il tempo passa, più vi troverete a vostro agio. Persino a riprenderlo dopo qualche giorno, quel senso di familiarità resta e sarete in grado di tornare in pista senza alcun problema. Nel menu strategia potete indicare ai vostri compagni cosa fare, in modo non dissimile dai gambit di Final Fantasy XII, oppure potete lasciare al comando l’intelligenza artificiale che, dobbiamo dirlo, si dimostra efficace sia in offensiva sia in difensiva.

Il sistema di progressione dei personaggi è altrettanto immediato. Punti esperienza e materiali rari servono, rispettivamente, a far salire di livello il personaggio e costruire armi o accessori con cui renderlo più efficace in battaglia. I punti abilità, invece, possono e devono essere spesi nel menu di riferimento per apprendere nuove tecniche e in generale rafforzare i nostri eroi. Ciascuno di loro ha dei titoli specifici, che si possono sbloccare in diversi modi (alcuni dei quali legati alla trama). Sbloccarli e completarli tutti è di per sé una missione ma non avrete bisogno di una guida per riuscirci: il gioco vi offre tutto quello di cui avete bisogno.

Tales of Arise Rinwell

Per chiudere, un meritatissimo plauso al lavoro di svecchiamento artistico realizzato dagli sviluppatori, quello di cui la serie aveva più bisogno in assoluto. Tales of Arise è semplicemente splendido a vedersi, anche al di là delle meravigliose sequenze animate affidate come sempre a Ufotable. C’è solo qualche leggera incertezza tecnica in termini di pop-up sulla lunga distanza ma, tolto questo, Alphen e i compagni si muovono all’interno di un mondo finemente dettagliato, affascinante in ogni singola ambientazione e diversificato nei suoi biomi – ancora più valorizzati da un ciclo giorno/notte che permette di vederne i cambiamenti. Il tutto confezionato all’interno di un filtro che rende l’estetica un vero e proprio acquerello.

Tales of Arise è semplicemente splendido a vedersi

Azzeccata dunque la scelta di affidare character design e direzione artistica a una sola persona. In questo modo è stato possibile ottenere una coerenza stilistica in ogni aspetto, persino nei PNG. Siamo veramente anni luce da Tales of Berseria, che pure è stato un ottimo capitolo, e che ora potremmo definire una chiusura di un ciclo che con Tales of Arise riparte più forte che mai. La versione PS5 permette di scegliere tra risoluzione e performance ma considerata la frenesia e bellezza dei combattimenti il nostro suggerimento è di puntare sulla fluidità dell’azione.

La colonna sonora celebra a dovere il brand, senza guizzi particolari, mantenendosi sul livello qualitativo cui siamo stati abituati negli anni. Ottimi anche i doppiaggi, sia in inglese sia in giapponese, così come la localizzazione italiana che non presenta storture di sorta pur basandosi sulla sceneggiatura inglese.


Conclusioni

Tales of Arise è un’ottima ripartenza per la serie, l’inizio di un nuovo percorso dal quale non è più possibile tornare indietro. Bandai Namco ha dato il meglio di sé e si vede, al netto di qualche piccola imperfezione che non rende il gioco un completo balzo in avanti.

Questo però non significa che non abbia gettato le basi per un futuro quanto mai roseo. Il sistema di combattimento frenetico e appagante è la parte più rivoluzionaria assieme all’estetica, che finalmente si svecchia in favore di una direzione artistica omogenea e finemente dettagliata.

Se non avete mai giocato prima un Tales of, non potrebbe esserci momento migliore di questo; se invece siete veterani della serie, troverete ad aspettarvi un capitolo che finalmente chiude i conti con il passato per costruire un nuovo futuro. Proprio come i suoi protagonisti.

Tales of Arise è disponibile da GameStop Italia dal 10 settembre.

Good

  • Ottima ripartenza per la serie
  • Personaggi molto ben caratterizzati
  • Tanti contenuti extra oltre alla storia principale
  • Visivamente c'è uno stacco netto con il passato
  • Trama young fantasy ma rivolta anche agli adulti
  • Sistema di combattimento frenetico e spettacolare

Bad

  • Qualche piccola sbavatura tecnica
  • Lo stacco tra incontro con i mostri e azione frena il ritmo
8.8

Imperdibile

Cresciuta negli anni ’90 con un Game Boy e un Nintendo 64, è poi diventata ancora bambina un’adepta Sony a tempo pieno, ma appena può si dedica anche ad altre console.

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