Tales From The Borderlands – Episode 1: Zer0 Sum – Recensione

Tales From The Borderlands – Episode 1: Zer0 Sum – Recensione

Non è un segreto che, qui sulle pagine di GameSoul, stessimo attendendo trepidanti l’uscita del primo episodio di Tales from the Borderlands, e ve lo abbiamo anche detto “candidamente” in sede di recensione dell’ultimo titolo Gearbox uscito sul mercato. Zer0 Sum (questo il titolo del primo episodio) è l’incipit della nuova avventura targata Telltale, che ci (ri)porta nuovamente su Pandora, facendoci indossare però delle vesti decisamente meno usuali rispetto a quelle che siamo abituati ad indossare su questo pianeta.

A nostro avviso comunque, l’ambientazione di Borderlands più di molte altre si presta allo stile di gioco delle avventure grafiche seriali di Telltale, che nel mestiere di raccontare delle storie ha sicuramente pochissimi rivali.
Siamo certi che siete tutti curiosi di sapere cosa ci aspetta in questa nuova produzione degli autori del magnifico The Walking Dead, perciò mettetevi comodi, stiamo per raccontarvi un’altra storia…


ATTENZIONE: il seguente articolo potrebbe contenere degli spoiler.


Non ci siamo ancora ripresi completamente da Borderlands The Pre-Sequel, che la nostra (tanto) amata Telltale ci riporta in quel di Pandora per un’altra avventura tra pistole, cripte e banditi pronti a farci la pelle.
I titoli dei creatori di The Walking Dead e di The Wolf Among Us, come forse saprete, sono giochi un po’ particolari, che si attestano a cavallo tra il genere delle avventure grafiche e quelli che potremo definire “film interattivi”.

Catapultati quindi nuovamente sulle polverose strade di Pandora, ci ritroveremo nei panni di Rhys, un dipendente della Hyperion, l’azienda diretta fino a non molto tempo fa da Jack il Bello, personaggio a cui, per forza di cose, molti si ispiravano. Il nostro nuovo amico Rhys non è da meno rispetto alla massa, e forte di un’imminente ed importante promozione all’interno dall’azienda, non può che cominciare ad immaginarsi in cima alla catena alimentare della società. Ma le cose sfortunatamente non vanno proprio come nella sua immaginazione, ed insieme al suo amico/collega Vaughnn, si ritrova in una situazione pericolosa e vagamente inusuale per i suoi standard. Durante queste impreviste evoluzioni, fa la conoscenza di Fiona, una piccola (più o meno) truffatrice di Pandora, che cerca di arrangiarsi insieme alla sorella per sopravvivere in questo duro e violento mondo.

Non vi spiegheremo per filo e per segno le ragioni ed i motivi precisi che hanno portato questi due personaggi ad incontrarsi e ad avere a che fare l’uno con l’altro, ma vi basti sapere che saranno entrambi i protagonisti di questa nuova storia “della cripta” targata Telltale.

La narrazione della storia procede quindi in maniera più o meno parallela. L’incipit vero e proprio della trama di questo primo episodio infatti, vede i nostri due nuovi eroi rapiti da un misterioso personaggio mascherato, che li costringe a raccontare quello che realmente è accaduto poco tempo prima in merito al ritrovamento di una chiave della cripta. Ci troveremo davanti quindi a due versioni della storia, due punti di vista raccontati direttamente da entrambi i personaggi, che con le loro visioni personali degli avvenimenti ci terranno incollati allo schermo strappandoci all’occasione anche qualche risata.

Indubbiamente il botta e risposta tra i due protagonisti è un meccanismo narrativo che di certo funziona, e che mantiene la storia costantemente su un livello apprezzabile e godibile. Tutto (o quasi) sembra funzionare, ed il ritmo dell’azione diverte nonostante l’atmosfera sia meno cupa e tesa rispetto ai brand precedentemente creati.

Giocando nei panni dell’uno o dell’altro protagonista inoltre, noterete come l’ambientazione risulti in perfetto stile “pandoriano”, sia per quei piccoli particolari che ci potranno capitare nella nostra avventura, che per la caratterizzazione di tutto il “personale addetto ai lavori”. Gli stessi protagonisti poi, hanno delle peculiarità che li distinguono. Il punto di forza di Rhys per esempio, è la capacità di usare il suo impianto oculare per scansionare gli oggetti intorno a lui nelle sessioni esplorative, mentre per quello che riguarda Fiona, non passa sicuramente inosservata la sua predisposizione per il denaro, che troverà nei posti più disparati (come all’incirca succede nel looting system della saga originale).

Il gameplay del titolo forse non ve l’abbiamo ben spiegato, ma poco si discosta (anzi, per niente proprio) dai titoli precedenti, riducendo tutto il proprio meccanismo di gioco a poche sessioni esplorative ed a molti quick time event. Per chi non conoscesse il termine quick time event (QTE), sono semplicemente quelle porzioni di gioco in cui l’utente è chiamato in causa per premere determinati tasti al momento giusto. Il successo nell’azione porterà al proseguimento positivo dell’azione attuale, il fallimento, invece, a cose meno positive (ivi inclusa la morte del nostro alter ego digitale). Oltre a questo, sarete spesso chiamati in causa per scegliere cosa i nostri protagonisti andranno a dire ai propri interlocutori, o quale azione dovranno eseguire piuttosto che un’altra, decidendo le sorti della storia, e modificandone l’andamento in base alle proprie scelte e decisioni.

Se il tutto vi sembra particolarmente facile, non allarmatevi, perché in effetti è ancora più semplice di quello che possiate pensare. Scordatevi le estenuanti serie di tasti di Bust a Groove (se lo conoscete), e preparatevi ad un guizzo di adrenalina sono nelle (poche) scene di pura azione che dovrete affrontare; scene che comunque vi scivoleranno via senza troppi problemi. Infatti, se proprio si vuole recriminare qualcosa al titolo, questa è proprio l’eccessiva facilità con cui lo si porta a termine. Ma del resto si sa, qui è la storia che conta, non quante volte il giocatore fa schiattare il protagonista… (ogni riferimento altri titoli è puramente casuale).

Il comparto grafico di questi titoli seriali è stato sempre accompagnato da un cel-shading spesso anche marcato, che a dire il vero casca a fagiolo con l’ambientazione odierna. Anche la saga di Borderlands infatti, ha sempre sfoggiato la stessa tecnologia estetica, deliziandoci tra l’altro con splendidi paesaggi ed affascinanti location.

Certo, qualche problemuccio tecnico è sfuggito nella versione finale di questo primo episodio… I capelli di Fiona che fuoriescono attraverso il cappello, per esempio, o Vaughn che affonda letteralmente su di un pianale in lamiera come fosse un sofà, sono in effetti cose che ci potrebbero far venire per un attimo la voglia di storcere il naso, ma fortunatamente il tempo in game non ce lo permette (i QTE son tiranni, e non aspettano di certo i nostri comodi…). I problemi dell’engine rimangono quindi irrisolti, ma di certo non saranno questi i motivi che minano la riuscita di Tales of the Borderlands, che onestamente, ha poco da preoccuparsi visto lo splendido risultato.

Sul lato sonoro invece le cose sono meno floride, non perché la qualità dell’audio non sia degna di una produzione del genere, anzi, ma perché il “pacchetto” si porta dietro una localizzazione completamente in inglese che potrebbe limitare in parte l’utenza. Questo comporta infatti che per i giocatori che non hanno un fluentissimo inglese nel proprio bagaglio culturale, non sarà possibile comprendere proprio tutto quello che sarà detto o descritto nel gioco, ma si raggiungerà sicuramente un buon 80-85% (se si ha una preparazione media). I sottotitoli aiutano non poco, ma tendono comunque a distrarre dagli eventi che stanno accadendo poco più sopra nel resto dello schermo.

Non sappiamo ancora se sia prevista una futura traduzione nel nostro idioma, come quanto accaduto con la prima stagione di The Walking Dead, ma un piccolo appunto a Telltale lo possiamo fare: il font usato per i dialoghi ha qualche problema con gli apostrofi…

In conclusione…

Come anticipato precedentemente, come tutti i titoli della Telltale, anche Tales of the Borderlands fa parte di questo particolare genere di giochi che allo stesso tempo sono e non sono delle avventure grafiche, e che di conseguenza devono per forza di cose essere giudicate con uno specifico metro di misura. Ed è proprio per questo criterio che ci permettiamo di dire che per il momento Tales of Borderlands ci ha letteralmente conquistato il cuore. L’atmosfera di Pandora è palpabile in qualsiasi momento, la trama affascinante ed intervallata da momenti di azione che, anche se non possiamo definire frenetici, sono indubbiamente ben gestiti e giustamente emozionanti (sono pur sempre QTE, eh…ndr). Insomma, per noi è un grosso, grossissimo SI, tanto che una volta terminate le abbondanti due ore e mezza di gioco, impersonando l’asgardiana divinità dei fulmini, abbiamo frantumato il pad per terra al grido di WE WANT MORE!

Sperando quindi che il ritmo ed il divertimento restino ai promettenti livelli dell’episodio appena concluso (se non ancora più in alto), vi diamo appuntamento alla prossima puntata dal titolo Atlas Mugged, dove scopriremo cosa hanno a che fare il progetto Gortys ed una struttura abbandonata della Atlas Corporation

Al prossimo appuntamento, cacciatori della cripta…

Voto: 8,5/10

Fin da piccolo ho sempre amato le storie, che fossero raccontate da un libro, un fumetto, un cartone, un film, o soprattutto da un videogioco. Alcune le ho solo viste, altre le ho sentite così mie da avere l'impressione di averle vissute, ed altre ancora le ho addirittura scritte. Forse sono un pazzo o un sognatore, o tutte e due le cose. Ma continuerò a sognare ed a vivere avventure, per poter dire un giorno "fammi rubare Capitano, un'avventura dove io son l'eroe che combatte accanto a te".

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