SXFI: La stanza nella testa di Creative

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Abbiamo provato l'AMP e le cuffie ceritificate per la nuova tecnologia dell'azienda di Singapore

SXFI: La stanza nella testa di Creative
SXFI: La stanza nella testa di Creative

Sulle pagine di GameSoul.it vi abbiamo già parlato di Creative e del suo rinnovato interesse nel mercato gaming, con prodotti non solo legati al suo glorioso passato in ambito audio, ma anche periferiche puramente ludiche (come mouse e altro ancora).

Quest’oggi però vi parliamo di come l’azienda di Singapore abbia preso di mira una nicchia del vasto e affollato mercato dell’audiofilia, e abbia puntato tutte le sue armi migliori (la sua esperienza nella costruzione di chip audio che hanno fatto la storia, e la volontà di offrire un ottimo rapporto qualità/prezzo, in primis) verso quello definito da Creative stessa come “audio olografico”: la creazione di una stanza nella mente dell’ascoltatore stesso, in grado di immergerlo in ciò che sta ascoltando grazie ad un mix di hardware e software, o più banalmente, l’emulazione dell’ascolto da un sistema multi-speaker attraverso un paio di cuffie, anche uno qualsiasi.

Per spazzare via quell’opprimente compressione tipica delle cuffie, l’audio olografico di Creative non punta verso il centro dell’orecchio dell’ascoltatore, ma, dopo averlo letteralmente scansionato tramite l’app ufficiale, effetto ottenuto scattando foto (meglio se ve le fa qualcuno, da soli è un po’ complicato) di orecchie e volto, si adatta alla conformazione della sua testa rendendo l’esperienza quanto più naturale e avvolgente possibile.

Super X-Fi, questo il nome, è qualcosa di più del classico audio 3D che offrono le cuffie 5.1 e 7.1, da cui si distacca, andando anche a compromettere, come spiegheremo a breve, il suo utilizzo in ambito ludico, ma che compensa ampiamente nella fruizione dura e pura della musica. Lo fa attraverso una gamma di prodotti, una prima linea di periferiche “certificate” create da Creative stessa, che offrono una soluzione all-in-one, grazie al potente chip alla base della tecnologia già integrato, o una più modulare, forse meno comoda, ma che offre maggiore libertà di azione all’utente finale. In questo caso, il chip è installato nell’SXFI AMP, 15 grammi di potenza e tecnologia che, letteralmente con un click, dà il via alle danze.

Dopo aver presentato e fatto provare SXFI alle ultime due edizioni del CES di Las Vegas, l’azienda ci ha offerto la possibilità di testare con mano (e orecchie) la crème de la crème della sua offerta. In questo articolo, vi parliamo dei singoli device dopo averli utilizzati a fondo per più di un mese.

Partiamo dal protagonista principale, l’amplificatore. A cosa serve? In primis, a non imporvi un paio di cuffie necessariamente marcate Creative. Non vi piace il design, la qualità sonora, i materiali di quelle proposte dall’azienda (peccato, perché le SXFI Air, ad esempio, sono davvero molto buone – ve ne parliamo tra poco, tranquilli –, ndr)? Nessun problema. Con un headeset certificato e ottimizzato (al momento sono 50, con una lista in continuo aumento), trarrete gli stessi benefici di un dispositivo marchiato Creative, e in forma minore anche con un paio di cuffie qualsiasi, prive quindi di un profilo ad hoc sull’app ufficiale, e sì, anche con quelle di peggior livello, noterete un miglioramento (seppur lieve, in questo caso) della resa sonora generale, più potente e cristallina.

Merito del DAC AKM AK4377 da 32 bit con SNR fino a 120 dB e THD fino a -110dB in dotazione, e di un guadagno di amplificazione triplicato, con supporto a cuffie con impedenze fino a 600 Ohm. È piccolo (quanto un dito indice) e leggero, ma solidissimo (grazie alla scocca in alluminio). Nella parte superiore è presente l’uscita jack audio da 3,5mm, mentre in quella inferiore un ingresso USB tipo C con cui collegarlo, tramite il cavetto incluso nella confezione (oltre ad un piccolo adattatore Micro USB), ai dispositivi compatibili (qui la lista completa: non tutti i telefoni Android sono supportati): smartphone Android in primis, ma anche PC/Mac, Nintendo Switch e PS4. Assente del tutto il supporto a Xbox One, ma soprattutto ai device iOS, collegabili tramite adattatori ed escamotage vari, ma non ufficialmente supportati dall’AMP. Per godere dell’SXFI, l’opzione migliore restano le SXFI Air, che includono il chip e si collegano via Bluetooth.

Abbiamo finalmente capito a cosa serve e a cosa si connette, ma come si comporta? La riposta è lunga e articolata, semplicemente perché sono centinaia le variabili che entrano in ballo con una tecnologia dalla personalizzazione così estrema, al punto da rendere oggettiva non solo la percezione, ma persino la qualità della riproduzione. I dati relativi a volto e orecchie dell’utente sono ad esempio influenzati dalla qualità della fotocamera dello smartphone con cui vengono mappati, o, banalmente, dalla scarsa illuminazione, motivo per cui vi suggeriamo di mapparne quanti più possibili (anche di amici e parenti), e provare quello più adatto a voi.

Ma è soprattutto il materiale di origine che può influenzare il giudizio su un prodotto del genere: abbiamo infatti notato benefici mostruosi con la musica, e soprattutto con vecchi dischi jazz e pessime registrazioni mono, che con un tap sull’apposito pulsante (dell’app, che include anche un equalizzatore – scarno ma funzionale – o dell’AMP stesso) si sono “espanse” nella nostra mente, acquisendo una dimensione sonora completamente differente rispetto a prima. In generale, ma soprattutto con quel tipo di sound meno moderno e curato, l’SXFI dona vita nuova a voci, strumenti ed effetti, accompagnando virtualmente e mentalmente l’ascoltatore sotto il palco o nella sala prove in cui si sta esibendo il suo artista preferito.

È molto suggestivo, e quando funziona al massimo delle sue potenzialità, difficilmente vorrete tornare alle vostre vecchie e noiose cuffie

È molto suggestivo, e quando funziona al massimo delle sue potenzialità, difficilmente vorrete tornare alle vostre vecchie e noiose cuffie: si spalancano porte della mente e orecchie verso una nuova fruizione della musica in un modo diverso dai classici headset 5.1 e 7.1 (emulati o reali), i quali richiedono accorgimenti in fase di mixaggio per essere apprezzati in pieno.

La tecnologia di Creative è più “invasiva”, e “spalma” il suono da sé, senza chiedere il permesso. Il problema però è che questo approccio più prepotente può in parte smorzare le sue ottime qualità: con film e videogiochi, ma anche con alcuni brani, la distribuzione del suono rischia di offuscare l’individuazione della provenienza di un rumore, e il suggestivo passaggio di un’ambulanza alle spalle da destra verso sinistra in un film, con un suono più vivo e avvolgente, perde qualche sfumatura percepibile anche con un banale paio di cuffie stereo. Idem con i videogiochi, dove individuare la provenienza dei passi o dei proiettili dei nemici ha un impatto sul gameplay stesso: con la tecnologia SXFI non abbiamo avuto chissà quale beneficio, e anzi, in alcuni frangenti ci ha impedito di coglierla con precisione.

E anche le cuffie che si collegano al dongle (che, a proposito, è abbastanza esoso in termini di batteria, almeno sul nostro Samsung Note 8), vanno chiaramente ad influenzare il risultato finale. Con le due cuffie fornite da Creative, il risultato generale è stato perlopiù positivo: stiamo parlando delle Aurvana SE (una “versione speciale” delle Aurvana Live! – prezzo di listino: 99,98 €), che per un periodo di tempo limitato sono in omaggio con l’acquisto dell’SXFI AMP (prezzo di listino: 149,99 €), che a scapito di un design sin troppo classico e una scarsa solidità costruttiva, si sono rivelate comode e davvero molto buone dal punto di vista puramente sonoro, perfette compagne di avventura dell’AMP (essendo certificate), con un suono potente, pulito e cristallino, e adatte a offrire le ricche sfumature regalate dalla tecnologia di Creative.

Ancor più interessanti le Aurvana Trio, disponibili singolarmente a 149,99 €, o in bundle con l’AMP a 50 € in più: elegantissime in-ear dotate di un cavo intrecciato di gomma molto resistente ma soprattutto poco incline all’odioso attorcigliamento in tasca (uno dei tanti misteri ancora non spiegabili dalla scienza), complice anche un pratico astuccio in cui custodirle, comode nell’orecchio (sono inclusi 3 paia di gommini di diverse dimensioni), isolano ottimamente e oltre ad un suono cristallino, offrono bassi molto corposi e un’esperienza impreziosita dal supporto completo all’SXFI, al punto da preferirle a più ingombranti over-ear per l’ovvia comodità, senza per questo rinunciare alla qualità audio (complice anche i 3 driver, che si sentono tutti).

Se l’idea di portare con voi troppi device o avere troppi cavi tra i piedi non vi convince, avete un’altra ottima opzione a disposizione: le Creative SXFI AIR, cuffie Bluetooth (ma che potrete connettere anche via USB e jack da 3,5 mm) che includono nativamente il chip e offrono il sound olografico con il semplice tocco di un tasto. Costano poco più di un AMP (159,99 €), ma hanno più di un asso nella manica: comode, resistenti, in due colorazioni (nero e bianco), con dei led colorati e personalizzabili (tramite app) sull’esterno dei padiglioni, sono dotate di un’imbottitura che non fa sudare e non dà fastidio anche dopo ore di utilizzo (che si attesta intorno alle 10 ore con una sola ricarica), e potrete allontanarvi dalla sorgente sonora fino a 11-12 metri di distanza.

I driver da 50 mm offrono un suono pulito e potente, il microfono incluso le rende adatte anche a chiamate, chat e dirette (come potete ascoltare in questa nostra diretta), ma è la possibilità di inserire una SD su cui salvare le proprie canzoni preferite (in formato MP3, WMA, WAV e FLAC) a renderle persino indipendenti dai dispositivi compatibili (iPhone, smartphone Android, PC, Mac, PS4 e Switch), concedendovi così l’impagabile piacere di spegnere il telefono per un po’, far partire lo shuffle e godervi un momento di tranquillità, a casa o in giro. Ciliegina sulla torta: i comandi touch, con cui mettere in pausa, cambiare traccia e alzare il volume, precisi e utili per l’utilizzo autonomo. È disponibile anche la versione AIR C, più economica sprovvista di bluetooth e lettore SD, ma dotata di un microfono migliore, pensata per il gaming.

Insomma, come anticipato, al netto delle mille variabili che non permettono di promuovere ad occhi chiusi l’innovativa tecnologia SXFI, lo sforzo di Creative di creare una stanza nella nostra testa senza aver bisogno di spazio e un sistema multi-speaker, proponendo un effetto surround meno posticcio e approssimativo di quello visto e ascoltato finora, è lodevole, seppur ancora acerbo.

Questo primo assaggio di futuro dell’audio ci è piaciuto e sarà dura tornare indietro

L’AMP ha però un prezzo non indifferente, e la sua predisposizione al mondo mobile rischia di scoraggiare gli ascoltatori casuali, non sempre inclini a spendere una simile cifra per godere di un sound migliore, e di non soddisfare gli audiofili più appassionati, che non hanno problemi a spendere anche 1000 € per un impianto degno di tale nome o di un paio di cuffie di super-qualità. Come rapporto qualità/prezzo, le SXFI Air sono il miglior compromesso, al momento, per provare con mano (e orecchie) questa tecnologia, ritrovandosi al contempo un headeset davvero buono e ricco di funzionalità molto interessanti.

Ma una cosa è certa: questo primo assaggio di futuro dell’audio ci è piaciuto e sarà dura tornare indietro.


 

Traduttore e blogger freelance, adora (s)parlare di videogiochi e musica spaccatimpani tutto il dì. Quando può suona, gioca e legge, di tutto, anche le etichette degli shampoo. Terrore dei recensori e abbassatore di voti seriale, ha brillantemente sostituito le fatture ai suoi amati boss di Dark Souls, respingendo con caparbia ossessione e gioco di scudi qualsiasi backstab della vita sociale.

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