Super Mario 3D World + Bowser’s Fury – Recensione

Solitamente, quando si parla di una remaster, si usa spesso fare parallelismi sul “rivestire”, o “donare un nuovo abito” a vecchie perle del passato, che tornano sulle nuove console con la sola componente estetica rivista, e nulla più. Potremmo allora dire che Nintendo, negli ultimi 2 anni, ha praticamente aperto una sartoria, ma di quelle di alta classe, raffinate, specializzate nel rattoppare e sistemare abiti pregiati ormai irreplicabili e introvabili.

C’è un più che valido motivo, però: i ritorni di fiamma sono stati, in qualche caso, celebrazioni, ma in altri una vera e propria seconda possibilità per gran bei titoli apparsi su una console sfortunata, quel Wii U la cui esistenza è stata spazzata via dal successo meritato e clamoroso di Nintendo Switch. Sarebbe stato ingiusto per il suo gustosissimo catalogo perdersi nei meandri della memoria, no? E allora ben vengano i remaster, soprattutto per chi se li è persi all’epoca.

Con Super Mario 3D World però, tra i capitoli meno illustri della saga di Mario (complice una diffusione più ridotta), la grande N ha fatto le cose in grande: gli ha ridato vita nuova, ma a giocatori, vecchi e nuovi, ha dato un validissimo motivo per giustificarne l’acquisto, secondo o primo che sia. Un esperimento curioso, non pienamente riuscito alla stregua del brillante Mario + Rabbids della divisione nostrana di Ubisoft, ma comunque valido e da provare, e chissà, anticamera di qualcosa di più grande che vedremo in futuro: Bowser’s Fury è questo e altro ancora.

Ma prima ripartiamo dalle origini.

Lo abbiamo ribadito nell’anteprima, lo facciamo anche qui: il gioco base è, lato contenuti, sostanzialmente lo stesso apparso su Wii U nel 2013, ben 8 anni fa. È più gradevole alla vista, grazie alla maggiore risoluzione (1080p su TV, contro i vecchi 720p), più fluido, e grazie a qualche lieve ma utile trovata è anche più godibile da giocare (al netto però di una telecamera non sempre precisa): i personaggi, pur mantenendo ognuno caratteristiche “fisiche” specifiche (Mario più equilibrato, Luigi più agile, Toad più scattante – anche troppo, in qualche caso – e così via), sono tutti più veloci, intuizione che rende il gioco più frizzante (accusato, all’epoca, di essere invece un po’ troppo lento), e che dona a gran parte dei livelli quell’essenza mordi e fuggi che si sposa e non poco con la natura ibrida di Switch. Alcuni li brucerete in un paio di minuti, senza morti e prendendo al volo le 3 stelle verdi disseminate in ognuno di essi oltre ai timbri, gli unici altri collezionabili, e questo nuovo ritmo dona a 3D World un’essenza ancor più giovanile e spensierata.

Nonostante gli anni sul groppone risulta perciò ancora fresco, a tratti geniale, ricco com’è di porzioni di livello segrete e imperscrutabili, di folli trovate, persino di micro-livelli e micro-arene per boss più piccoli ma ugualmente impegnativi, o persino delle estemporanee scampagnate isometriche nei panni di Captain Toad, le stesse che gli sono valse un gioco tutto suo, indipendente e anch’esso delizioso.

Nonostante gli anni sul groppone, Super Mario 3D World risulta ancora fresco, a tratti geniale

E anche lo sfondo narrativo, come sempre super basilare ma stavolta lontano dai soliti cliché con protagonista la povera Principessa Peach (ora sono delle fatine e il loro Regno ad essere sotto attacco di Bowser e i suoi scagnozzi), aiuta e non poco a percepire quella personalità diversa dal solito di 3D World, in cui il team di sviluppo sperimentò e non poco col level design (sia lato artistico – basti pensare ai giochi di luce, alle torte, alla savana in miniatura, a treni e bolidi in movimento lento ma inesorabile – che ludico), ma anche con i power-up: quello di Mario “felino”, diventato a sua volta iconico, ha donato un ancor maggiore verticalità ai livelli, per non parlare dell’impatto che ha avuto sugli scontri su nemici, a cui è ora possibile dare vere e proprie zampate.

Qualche novità più sostanziosa c’è, anche se si tratta di feature, per qualcuno del tutto opzionali: la prima è la Photo Mode, a cui finalmente anche Nintendo ha finalmente ceduto, con tanto di filtri, inquadrature e i timbri da raccogliere in-game, un tempo riservati al Miiverse, qui sfruttati come sticker per personalizzare le foto; la seconda riguarda il multiplayer, che ora è anche online: potrete giocare in compagnia di altri 3 amici, vicini – in locale – o lontani – via rete -, e se siete gli host, manterrete tutti i progressi fatti in gruppo (ma solo voi). Abbiamo fatto qualche test pre-lancio e non possiamo proprio lamentarci del netcode, così come della rapidità del matchmaking (tramite amici e colleghi, nel nostro caso).

Passiamo ora al vero piatto forte del pacchetto, proposto come una sorta di espansione standalone ma imprescindibile da 3D World: è un’avventura a se stante, legata al gioco base da questioni puramente tecniche (l’engine, su tutti), e parzialmente diversa a ciò a cui ci ha abituati Nintendo. Bowser’s Fury, come detto, è un esperimento, inedito, chissà quanto unico o quanto prototipo, ma che si lascia assolutamente apprezzare, nonostante qualche peccato di gioventù di troppo.

Sono tanti infatti gli elementi a renderlo così peculiare e al contempo familiare: in primis è un open world, nell’accezione moderna del concetto, qualcosa di mai realmente visto in un Super Mario (tolto Origami King, ma è Paper Mario quello, o l’approccio ai limiti del sandbox di Odyssey). Nel senso che avrete un unico mondo, persistente e quasi del tutto sommerso, composto da soli isolotti su cui svettano dei fari, che fanno le veci di singoli livelli, legati tra loro senza soluzione di continuità e, tendenzialmente, esplorabili in libertà. Non del tutto perché avrete comunque dei vincoli che vi impediranno di progredire: dovrete infatti collezionare sempre più Solegatti, le “Stelle” di Bowser’s Fury, 5 per isoletta (salvo rari casi, come quest secondarie ed estemporanee sparse qua e là, anche in sella al fido Plessie che si rivelerà un ottimo mezzo di trasporto), necessari a sbloccare delle speciali, gigantesche campane, fondamentali per l’avanzamento.

Bowser’s Fury è un esperimento, inedito, chissà quanto unico o quanto prototipo, ma che si lascia assolutamente apprezzare

E qui veniamo a un’altra cruciale novità per l’universo di Mario: un Bowser grande, nero, immenso e apparentemente invincibile. Una minaccia costante, stavolta, che non sta arroccata nei vari castelli ad attendere pazientemente il baffuto idraulico, ma è lì, al centro del mondo: un carapace coperto di melma, sopito ma fluttuante, pronto a risvegliarsi e ad attaccare in qualsiasi momento, accompagnato da una pioggia sinistra e da una musica inquietante. La furia di Bowser stavolta è tangibile, pericolosa, incontenibile, al punto da impensierire il povero Bowser Jr, costretto a chiedere all’acerrimo nemico Mario di intervenire. E a noi non resta che ricorrere a estremi rimedi, con mali così estremi.

Ecco quindi entrare in ballo le gigantesche campane di cui sopra: quando Bowser scende in campo (le sue incursioni sono casuali, e a volte durano una manciata di minuti, in altri casi sono più persistenti – e a volte sin troppo frequenti e ai limiti del frustrante, a nostro modo di vedere), abbiamo davvero poche opzioni a nostra disposizione, una delle quali prevede la possibilità di attirare su di noi i suoi getti di fuoco, così da distruggere appositi blocchi (che spesso nascondono Solegatti), di raccogliere un Solegatto (così da infliggere danni e farlo ritornare a dormire per un po’), o di scendere in campo trasformandoci tramite campane in un Mario gatto gigantesco e dotato di capelli da Super Sayan.

In questo nuovo assetto, le enormi isole e strutture diventano quasi dei piccoli diorama, comunque utili a schivare le fiamme e gli assalti rotolanti di Bowser, che può essere colpito con dei monoliti che lui stesso fa apparire (in condizioni normali sono perfetti per proteggersi, o per raggiungere più velocemente le sommità delle isole), o approfittando di distrazioni per farlo cadere di schiena e schiacciarlo, in piena tradizione della serie. Una volta ridotta a zero la sua barra dell’energia (spesso servirà più di un combattimento), la melma nera andrà via via a ridursi, spalancando così la via a nuove aree.

È una soluzione abbastanza classica, in generale, innovativa per un Super Mario, ma resta l’amaro in bocca per la sensazione di avere comunque davanti un open world fittizio, peraltro minato da alcune idee confuse, più evidenti nelle fasi avanzate dell’avventura (ma di cui potremo parlare solo dopo il lancio, cosa che faremo in diretta sul nostro canale Twitch, ndr): per quanto il risultato finale sia assolutamente godibile, complici anche i singoli livelli e un approccio alla caccia ai Solegatti che ci ha ricordato Super Mario 64 (con la conformazione dei livelli che cambia – lievemente – in base al Solegatto da prendere, rendendoli così un po’ più freschi anche dopo 4 o 5 run), un po’ più di coraggio non avrebbe guastato.

Il catalogo software di Nintendo Switch si arricchisce di un’altra perla

Sarebbe infatti bastato un tocco di Zelda, con power-up da sbloccare (qui ne potrete accumulare 5 unità di ognuno e utilizzarli in qualsiasi momento, come se aveste un vero e proprio inventario) e aree inaccessibili prima di aver ottenuto un certo potere, per rendere esplorazione e avanzamento molto più stimolanti, ma ci teniamo a precisare che abbiamo davvero apprezzato il tempo passato con Bowser’s Fury, circa 6-7 ore per vedere i titoli di coda, e altrettante altre per raggiungere il 100%. Più ragionevoli invece le nostre lamentele sugli scontri “giga” con Bowser, un po’ legnosi (complice anche una telecamera a volte in difficoltà, sia negli scontri che altrove, e delle collisioni con le strutture che rallentano o intoppano Mario), o alcuni cali di frame-rate e pop-up pressoché costante qua e là, delle imperfezioni non così tipiche dei curatissimi giochi di Nintendo.

Ciliegina sulla torta: la co-op, stavolta solo locale. Bowser Jr sarà infatti il vostro fido compagno di avventura, e oltre a poter rivelare il contenuto di misteriosi murales (potrebbero nascondere power-up, così come tubi verso aree segrete), vi darà man forte contro i nemici. Potrete persino regolare l’intensità del suo supporto, oppure, come detto, affidare il pad a un altro giocatore in carne e ossa e farvi seguire e aiutare.

Conclusioni

Lo avevamo anticipato, e lo confermiamo con piacere: Super Mario 3D World + Bowser’s Fury è molto più di una semplice remaster.

A prezzo pieno non solo permette di recuperare l’ottimo 3D World originale, ancora godibile nonostante i quasi due lustri passati grazie anche ad alcune lievi ma percettibili migliorie che rinvigoriscono il ritmo di gioco (e l’aspetto puramente visivo), ma garantisce l’accesso a un esperimento curioso e intrigante, non perfetto e a tratti fuori fuoco (sia per questioni tecniche che concettuali), ma assolutamente meritevole del tempo e denaro dei fan dell’icona tra le più amate del gaming.

L’aggiunta della photo mode e della coop online (solo in locale e ridotta a 2 quella di Bowser’s Fury, ma comunque presente) non sono altro che la ciliegina sulla torta di una combo irresistibile. E il catalogo software di Nintendo Switch si arricchisce di un’altra perla.

Super Mario 3D World + Bowser’s Fury è acquistabile da GameStopZing Italia.

Commenti

Recensioni correlate

Tutte le recensioni