Stranger of Paradise Final Fantasy Origin – Impressioni dalla demo

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Ben poca fantasia

Stranger of Paradise: Final Fantasy Origin
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Stranger of Paradise Final Fantasy Origin è un GdR d'azione creato in collaborazione con Team Ninja di Koei Tecmo Games, ovvero gli autori delle serie Ninja Gaiden e Nioh, e rappresenta un nuovo, grande orizzonte per la serie Final Fantasy.

Data di Uscita:Genere:PEGI:Sviluppatore:Editore:

Stranger of Paradise Final Fantasy Origin è stato annunciato in modo bizzarro. Di fatto si è presentato come il “one more thing” di Square Enix all’E3 2021, in una conferenza di per sé altalenante e dai contenuti non proprio stellari.

L’effetto voluto da Square Enix però non è andato completamente a segno, con un trailer che ci mostrava una fantasia finale diversa dal solito e più vicina ai canoni “soulslike”, sviluppato da Team Ninja. Tra un “CAOS” e un “Caos”, Stranger of Paradise Final Fantasy Origin è diventato più un meme che altro, monopolizzando la discussione sui social degli appassionati. Per i motivi sbagliati, ovviamente.

Nonostante tutto, la trial version resa disponibile da Square Enix su PlayStation 5 si pone come un’ottima occasione per provare questa nuova, strana concezione di Final Fantasy. Team Ninja del resto si è occupata dell’ottimo Nioh, quindi perché dovrebbe sbagliare il tiro in questo caso?

Stranger of Paradise Final Fantasy Origin provato

La demo inizia con una certa violenza: Jack e la sua comitiva entrano nel Tempio del Caos per uccidere Caos. Sembra l’inizio di una barzelletta. Se è vero che il meme sembrava estremizzare questo peculiare leitmotiv del gioco, a livello di tono e scrittura Team Ninja e Square Enix sembrano aver spinto parecchio l’acceleratore, facendo il giro largo e diventando grotteschi. Certo, è impossibile giudicare l’incipit narrativo e i suoi eventuali sviluppi attualmente.

Nonostante ciò, è chiaro che quel Final Fantasy Origin nel titolo non sia stato messo a caso, ponendosi come una sorta di prequel agli eventi dell’originale Final Fantasy. Garland è presente, prima di diventare effettivamente Caos.

La volontà di esplorare la mitologia di Final Fantasy è sicuramente apprezzabile, ma già dai primi minuti di gioco è davvero difficile digerire la direzione artistica scelta. Il character design di Tetsuya Nomura è discutibile, con tre protagonisti che sembrano usciti da un battle shonen o da un titolo action generico del 2008. Forsa la prova più anonima finora del maestro Nomura, che invece di impreziosire il tutto finisce per affossare il lavoro di Team Ninja. Questa scarsa ispirazione, tra l’altro, evidenzia a mio parere una duplice natura che si rispecchia anche nel gameplay. Stranger of Paradise Final Fantasy Origin vuole essere la risposta di Square Enix ai soulslike, ma dimostra quanto questa idea sembri confusa e non ancora perfettamente a fuoco.

Esplorando il Tempio del Caos, sembra di essere al cospetto di uno strano crossover con Devil May Cry. Non c’è traccia di medieval fantasy, ma di una rivisitazione “moderna” dell’immaginario dark della serie. Gli stessi protagonisti sembrano fuori luogo. Vedere Jack prendere a pugni un goblin o rompere la mascella ad un lupo non è empowering, è semplicemente brutto. Non si respira l’epicità, la solennità e lo stile vivo degli artwork di Amano. Tutto è scuro, buio e figlio di un’estetica edgy propria di un certo tipo di gusto giapponese. Una delusione, purtroppo.

Dove invece ci sono i presupposti per fare bene è nel gameplay. Prima di tutto, i sistemi di base sono associabili a quanto visto in un Dark Souls qualunque. Con i tasti dorsali si effettuano attacchi rapidi, pesanti e si para, con una serie di sistemi aggiuntivi che ne arricchiscono l’esperienza.

Interessante è lo Scudo spirituale assegnato a cerchio. La logica è quella di un parry, ma qui permette di assorbirne l’attacco per poterlo utilizzare a proprio piacimento in seguito. Se, ad esempio, un Piros vi lancia Fira, pararlo vi permetterà di assorbirlo e usarlo contro di lui. In questo modo si gonfierà, esplodendo e lasciandovi liberi di non ingaggiare da vicino. In termini strategici questa feature è piuttosto interessante.

Una bella intuizione, come anche la gestione delle famose “classi”. Team Ninja e Square Enix si sono inventati un’intrigante rivisitazione di quel concept, permettendo di gestire fino a due classi negli scontri. Questo significa poter liberamente cambiare “assetto” tra Spadaccino o Mago, potendo sfruttare i vantaggi dell’uno e l’altro a seconda del caso. Nella demo mi sono sbizzarrito con la classe Spadaccino e Mago, due delle tre disponibili. Ogni classe ha un proprio albero delle abilità, migliorabile spendendo PC ottenuti in battaglia. Non c’è quindi un livello del personaggio, ma della classe. Spendere abbastanza PC in una classe vi permetterà di portarla al livello avanzato. Nel caso dello Spadaccino, questo diventerà un Guerriero, dandovi accesso ad ulteriori abilità e potenziamenti.

La cosa interessante è che spendere PC sulle classi permette di migliorare anche le altre, con statistiche che vanno a potenziare il vostro assetto e non solo la classe specifica. Vengono così a crearsi potenzialmente sinergie interessanti, soprattutto per le classi a distanza come il Mago. Per il resto Stranger of Paradise Final Fantasy Origin non è concettualmente differente da soulslike già visti. Pad alla mano è importante gestire gli attacchi nemici e il logoramento, una meccanica che ricorda molto la postura di Sekiro.

Subire troppi attacchi significa ritrovarsi a terra inermi, mentre mettere a segno buone combo, logorando i nemici, vi permetterà di sfoggiare una violenta finisher, recuperando i PM. Questi ultimi sono un po’ l’ago della bilancia in uno scontro, poiché determinano quanti attacchi speciali potete mettere a segno. Sono quelli più potenti, quindi fate un po’ voi. In questo senso Stranger of Paradise diverte, si lascia giocare con curiosità e appagamento, ma è purtroppo minato da diversi difetti.

Vedere Jack prendere a pugni un goblin o rompere la mascella ad un lupo non è empowering, è brutto

Su tutti un level design per ora scontato e non all’altezza, con un susseguirsi di corridoi e stanze che non hanno la complessità o la verticalità che contraddistingue il genere. Il level design continua a far apparire questo gioco come uno strano ibrido, che non sa né di carne né di pesce. L’impostazione lenta e compassata di un Soul si scontra con degli ambienti spesso ampi e colmi di nemici, che sono veloci e attaccano in gruppo.

Non è Devil May Cry, i nemici e le aree dovrebbero essere studiate sulle possibilità del giocatore. In questo modo, è semplicemente sbilanciato a fasi alterne. La beffa ulteriore è che l’intelligenza artificiale del team è completamente deficitaria, rappresentando un ostacolo più che un aiuto. Se per design è stato introdotto un team di supporto, a logica questo dovrebbe essere in grado di fornire supporto e non morire continuamente facendo sprecare cure al giocatore.

Stranger of Paradise provato

Stranger of Paradise Final Fantasy Origin è una strana chimera, che allo stato attuale è difficile apprezzare appieno. La direzione artistica è poco ispirata e va a braccetto con un impianto tecnico altalenante e inaccettabile su PlayStation 5. Tutte le idee migliori sono state spese sul sistema di combattimento, che al netto di qualche eccessivo elemento di complessità si rivela appagante, profondo e divertente.

Personalizzare e gestire il personaggio e le sue abilità sarà sicuramente la delizia di questo gioco, anche nella versione finale. Peccato che, allo stato attuale, anche lì Stranger of Paradise si rivela sbilanciato e dall’esecuzione altalenante, soprattutto nella gestione del level design, dei nemici e dell’IA del team. Rimandato all’anno prossimo, ne ha bisogno.

Nell’attesa e nella speranza che Square-Enix rimetta in sesto questo pur promettente progetto, perché non recuperate Final Fantasy VII Remake Intergrade per PlayStation 5 acquistandolo direttamente sullo shop online di GameStopZing?


Mi piacciono i videogiochi e mi piace scrivere, perché non unire le due cose? So anche imitare Topolino e Joe Bastianich, ma non mi pagano per farlo.

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